Dal Corriere della Sera

MILANO - Non c’è solo lo sgomitare dei centristi, le tensioni tra Ds e Margherita, l’ira di Bossi contro gli ex diccì. Le amministrative del 26 maggio, test che chiamerà dodici milioni di italiani a scegliere quasi mille sindaci e dieci presidenti provinciali, potranno vedere anche il debutto dei social forum in una competizione elettorale. A guidarli dentro le istituzioni ci sta provando Rifondazione comunista, pronta quasi ovunque a sostenere i candidati del centrosinistra (ma non ad Alessandria, per la presenza nella coalizione del sindaco uscente Francesca Calvo). Un appoggio quello dei bertinottiani condizionato ad alcune richieste: sui programmi e per una «significativa presenza di referenti sociali», fa sapere Gianluigi Pegolo, responsabile per gli Enti locali del Prc. I «referenti sociali» sono appunto i social forum, nati in molte città dopo l’esperienza genovese del G8. «In almeno il 30 per cento dei centri nei quali si vota è aperto un confronto per farli entrare nella coalizione», aggiunge Pegolo. In che forme è ancora prematuro dirlo: forse con alcune candidature, sicuramente con la richiesta di inserire nei programmi il «bilancio partecipato», una delle parole d’ordine rimbalzata dal Forum di Porto Alegre: ovvero la possibilità che le principali spese comunali siano discusse in assemblee popolari.


IL NODO DELLA LEGA - Anche ieri Umberto Bossi è tornato a sparare contro gli ex democristiani. Aveva già avvertito gli alleati che con i centristi di Casini e Buttiglione sarà difficile fare accordi. Ma per la Provincia della Spezia il Carroccio ha già deciso di appoggiare Gianluigi Troiano, sindaco di Deiva Marina vicino al Ccd. In alto mare invece la trattativa a Genova. Rinaldo Magnani, ex socialista chiamato dal Polo a sfidare Giuseppe Pericu, non piace ai leghisti che minacciano di appoggiare un loro ex, Sergio Castellaneta, sceso in campo con una lista personale. Anche a Varese è ancora tutto da chiarire. La Lega rivendica la guida di Comune e Provincia, già amministrate dal Carroccio, ma un siluro alla ricandidatura del sindaco uscente Aldo Fumagalli è arrivato proprio da una parte dei leghisti cittadini.


IL CASO PARMA - Il centrosinistra conta di riprendersi la roccaforte espugnata dal centrodestra nel 1997. Per questo ha messo in pista l’ex sottosegretario Albertina Soliani che potrà contare anche sull’appoggio di Mario Tommasini, l’ex pci «ribelle» che cinque anni fa, correndo da solo, favorì il successo di Elvio Ubaldi. Il quale tenterà il bis, sostenuto però solo da Forza Italia e Udc. Restano fuori An e Lega, che potrebbero presentare propri candidati.


TENSIONI DS-MARGHERITA - Contrasti, veti incrociati, trattative sempre sul punto di saltare. Non è semplice per il centrosinistra, soprattutto nel Mezzogiorno, trovare candidati che facciano felici tutti. Come a Cosenza, che deve scegliere il sindaco del dopo-Mancini. I Ds, sostenuti dall’ex segretario socialista, sono orientati a candidare l’assessore Eva Catizone, la Margherita spinge invece per il presidente del consiglio comunale Salvatore Perugini. Nessun accordo anche a Vibo Valentia, mentre va meglio a Reggio Calabria, dove dovrebbe spuntarla Demetrio Naccari (Margherita), vicesindaco dello scomparso Falcomatà. Più di uno i nodi da sciogliere in Campania: a Caserta le forze dell’Ulivo non riescono ancora a trovare un candidato. O in Puglia: a Lecce, ad esempio, nemmeno la scelta di una candidato forte come l’ex sottosegretario Alberto Maritati ha messo al riparo la coalizione da contrasti e fronde interne.


VOGLIA DI IDENTITA’ - Ai malumori nelle due coalizioni si aggiunge un meccanismo elettorale che favorisce la frammentazione, la voglia di «smarcarsi» dagli alleati. Le amministrative di maggio saranno anche il battesimo delle urne per l’Udc, l’Unione democratico-cristiana di centro che mette assieme Ccd, Cdu e dantoniani. Mentre i Verdi hanno annunciato che si presenteranno agli elettori con il proprio simbolo. «Niente gabbie, niente partito unico», ha chiosato Alfonso Pecoraro Scanio.

Riccardo Bruno