25 luglio 1943 Vittorio Emanuele III fa arrestare Mussolini: è la fine di 21 anni di regime fascista
A sostituirlo alla guida del governo dopo un incertezza tra Badoglio e Caviglia il Re designa il Maresciallo Caviglia che pur essendo molto avanti in età è un uomo senz’altro lucido ed energico e con una reputazione meno discutibile di Badoglio, profittatore del regime fascista, il piu’ alto salario d’Italia e una reputazione di responsabile della battaglia di Caporetto. In anni piu’ recenti Badoglio fu mandato quasi davanti alla corte militare per la sua gestione catastrofica della guerra alla Grecia
Il Maresciallo Caviglia, aiutato dai Marescialli Graziani e Cavallero forma un governo di fascisti moderati "pentiti" che hanno deposto Mussolini alla seduta del Gran Consiglio: Grandi, Bottai, Federzoni e tramite il sottosegretario agli esteri Bastianini avvia le trattative con gli alleati per una pace separata.
Ciano si rifugia in Spagna
Al termine delle trattative con gli alleati viene concordato un massiccio sbarco di paracadutisti alleati sugli aeroporti attorno a Roma nonchè l’immediata abdicazione di Vittorio Emanuele III definito anche dai monarchici “uno straccio sporco”, e la consegna di Mussolini, con le dimissioni di tutti gli esponenti fascisti e la loro partenza in esilio in Spagna per evitare che essi siano fatti prigionieri dai tedeschi.
8 Settembre 1943 terminano 43 anni di regno di Vittorio Emanuele III che abdica in favore di Umberto II, un regno non non privo di luci ma, specialmente negli ultimi tre anni, pieno di ombre:
- egli paga la sua sottomissione a Mussolini e l’accettazione passiva di una guerra sbagliata e che solo lui avrebbe potuto impedire a costo di rischiare la deportazione:
- nel 1940 avrebbe potuto esigere il parere del Gran Consiglio prima di apporre la firma allo stato di guerra con Francia e Gran Bretagna e non lo fece, la maggioranza dei membri del Gran Consiglio con in testa Bottai, Grandi, Ciano oltre che Balbo erano contro la guerra e avrebbero messo Mussolini in minoranza con tre anni di anticipo permettendo cosi’ al re di disfasi di Mussolini fin dal 1940 e di rimanere neutrale, chiamando a dirigere il governo un fascista moderato e pacifista, come Balbo stesso, Ciano o Federzoni
Contemporaneamente all’abdicazione di Vittorio Emanuele III che parte per Pescara e poi prosegue per Brindisi in attesa di imbarcarsi per l’esilio definitivo in Egitto, viene annunciato l’armistizio con gli alleati e grazie a un’energica preparazione e a ordini chiari, l’esercito italiano resta compatto e difende fieramente Roma, iniziano gli sbarchi dei paracadutisti a Roma e a Salerno che prendono alle spalle i tedeschi, costretti a lasciare Roma e a ritirarsi nel nord del Lazio. Mussolini viene prelevato dal Gran Sasso e consegnato agli angloamericani per impedire che i tedeschi lo liberino e ne facciano un fantoccio nel nord: Farinacci assume a Milano la guida di una repubblica nazifascista dietro le linee tedesche che arretrano sempre piu’ma con scarso seguito.
Malgrado i successi alleati i tedeschi riescono ad arrestare il nuovo Re Umberto II e a condurlo in prigionia, in un suo documento segreto egli aveva lasciato scritto che in caso fosse stato preso prigioniero egli avrebbe abdicato in favore del figlio Vittorio Emanuele IV sotto la reggenza del parente maschio piu’ vicino alla corona, cioè il duca Aimone d’Aosta. I tedeschi lo torturano ed egli morirà assieme alla sorella Mafalda a Buchenwald sotto un bombardamento alleato
Il piccolo Vittorio Emanuele IV di 6 anni al momento è rifugiato in Svizzera con la madre ma al suo ritorno nel 1944 verrà preparato al mestiere di sovrano sotto la direzione dei suoi parenti Aosta e Genova e sposerà poi una principessa francese d'Orléans, sorella di Claudia, che invece andrà sposa al Duca Amedeo d'Aosta
Aimone parte dalla base di La Spezia dove lascia il comando alla volta dell’Italia meridionale e riesce a raggiungere Palermo occupata dagli alleati da dove riuscirà a raggiungere Roma per assumere la reggenza, intanto altri membri di casa Savoia convergono su Roma per far quadrato attorno al trono e rappresentare la gloriosa casa Savoia rischiando moltissimo per la loro incolumità , i duchi di Genova, Pistoia, Bergamo e Ancona, nonchè il valoroso generale Giorgio Calvi di Bergolo, marito della principessa Jolanda di Savoia partono nei vari punti dove infuria la battaglia contro i tedeschi per dirigere la resistenza, ovunque si combatte, si rischia e si muore un membro di Casa Savoia è presente per spronare e incoraggiare le truppe, mentre Aimone d'Aosta assume la Reggenza.
Il popolo italiano è fiero della sua dinastia che ha impedito lo sbandamento dell’esercito il quale è rimasto compatto ed ha cosi’ potuto ricacciare i tedeschi verso il nord grazie agli sforzi di tutto un popolo, Bologna viene raggiunta dopo 4 mesi, Milano viene liberata nell’aprile del 1944.
I repubblicani, comunisti non possono che prendere atto di questa coesione di tutto il popolo che è all’90% per la monarchia e sperare in una nuova costituzione monarchica democratica simile alla Gran Bretagna
65 anni dopo quella monarchia è piu' solida che mai