“Che fico, che fico
sognare di avere un motoscafo
che corre sul mare
e in tasca ai pantaloni
un po’ di milioni
da spendere in gelati patatine pop-corn e noccioline.
Che fico, che fico
avere il poster nella stanza
che fico comprare un mucchio di adesivi
che fico uscire
con quella spilla punk sul giubbotto
che tu puoi portare solo se sei fico.
Che fico andare nel parco a pattinare
con tutta la banda, guidare la discesa,
girare, sfiorare quelle ragazzine che vedendoti volare poi
sospirano così: “Ah! ah! ah! ma quanto è fico quello lì,
ma guarda che maglietta che jeans,
mi piace un frego quello lì,
è un tipo fico, ma proprio fico”
Che fico, che fico, entrare in una discoteca
che fico ballare, saltare, ballare da morire
poi bere impazzire, giocarsi una fortuna in aranciata
e poi del resto non mi importa proprio un fico.
Che fico andare insiema a tanta gente
sul prato, all’aperto a vivere un concerto
sentire, gridare e poi battere il ritmo
con un gesto della mano che ti fa sentire fico.
Che fico, che vita partire una mattina
per fare una gita, scherzare sul pulmino
-che viaggio da sballo!- con quelle ragazzine
che ad ogni tua battuta poi sospirano così:
“Ah! ah! ah! ma quanto è fico quello lì,
ma guarda che maglietta che jeans,
mi piace un frego quello lì,
è un tipo fico, ma proprio fico”