Nel 1893 lo storico e commentatore Frederick Jackson Turner espose la teoria della Frontiera americana, considerata come il pilastro dell'eccezionalità degli Stati Uniti. Soltanto questa Nazione, secondo Turner, poteva fregiarsi di una frontiera in continua espansione nel continente, sinonimo di allargamento della civiltà, della libertà, della democrazia, delle virtù repubblicane, in una parola della Costituzione statunitense e del suo spirito. La lotta contro le forze selvagge della natura, le innumerevoli difficoltà incontrate per redimere l'estremo Ovest, e convertirlo così alle leggi dell'America, aveva trasformato i pionieri e i coloni in uomini coraggiosi, caparbi, pragmatici, ingegnosi, atti a combattere per la sopravvivenza e la costruzione di un mondo finalmente civilizzato e migliore.
Mentre il ricco e vanitoso Nord-Est si crogiolava nelle sue industrie e nelle sue città nascenti, portatrici di malaffari e corruzione, di sporco ambientale e morale, nel lontano Ovest si espandeva la libertà, con la diminuzione dei requisiti di censo per il voto, e persino il voto alla donne, poichè chi lottava, combatteva, si impegnava per la colonizzazione e quindi la salvezza di quelle terre, aveva il diritto di decidere, di essere considerato uomo. Pericoli, avversità, ostacoli di ogni genere non fermavano questi primi pionieri, pronti a sacrificarsi per la realizzazione del proprio sogno di vita. Rendiamo omaggio a tutti coloro che fecero l'America, nei suoi primi verdi anni, un grande paese.