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  1. #1
    AC Milan 1899
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    Predefinito Il non tifo di Milan - Torino

    Arrivo a S.Siro giusto in tempo per l'inizio della partita, sapevo già da Martedì che la Curva avrebbe intrapreso una protesta "forte" e che al 99% sarebbe rimasta vuota. Infatti tutto come da copione, mi accomodo al 3° anello rosso come un normalissimo spettatore e vedo la Curva Sud completamente vuota con tutti gli striscioni al loro posto e questo striscione centrale "Giocatori, Mister e Dirigenza avete esaurito la nostra pazienza" o qualcosa di simile, adesso mi sfugge. Ovviamente il tifo è nullo se si esclude un potentissimo "Andate a lavorare" all'ingresso delle squadre. Non rimane che vedere gli Ultras del Toro all'opera e anche da questa parte nessuna sorpresa, il loro tifo è continuo e scintillante come sempre daltronde. Un plauso a loro.
    Il primo tempo trascorre tra la noia generale tranne qualche gol sbagliato dalla sciagurata coppia Moreno-Jose Mari.
    Nel secondo tempo ci sono delle importanti novità: dopo parecchi mesi rientra Pippo Inzaghi e gli Ultras ma anche il resto dello stadio gli dedicano il solito coro nonostante la contestazione, ci sarà anche un forte applauso anche per l'ingresso di Ambrosini che sostituisce il sempre più spento Albertini.
    La partita si mette bene per il Milan che passa in vantaggio con un bel gol di Kaladze, Milan che pero viene quasi subito raggiunto al primo affondo del Toro che si procura un rigore trasformato da Ferrante.
    Per fortuna il fato vuole che Ambrosini porti in vantaggio i rossoneri per la seconda volta grazie ad un colpo di testa su corner, ci sarebbe anche il gol di Pippo che viene peròannullato per fuori gioco. La partita sta per finire quando Lucarelli con un bel diagonale fa la barba al palo e per una volta grazia il Milan che cmq merita ampiamente la vittoria, soprrattutto per quello che si è visto nel 2° tempo.
    Da segnalere che dopo il gol di Ambrosini gli Ultras del Toro hanno iniziato ad offendere Milano e i milanesi, questo dopo che per tutta la partita avevano fatto un tifo pro-Toro e basta. Da li si sono alzati cori dal 2° Arancio (dove erano radunati gli Ultras che nel frattempo ho raggiunto....) del tipo "Serie B" e "Voi siete come la Juve", cori anche contro Braschi che ha fischiato esclusivamente pro-toro facendo incazzare un po' tutti.

    Un'ultima considerazione sulla contestazione: ero da tempo favorevole a una contestazione di tipo duro vista la mediocrità generale, pare che abbia funzionato. Stasera si è visto l'impegno e la voglia di lottare cosa che ultimamente mancava parecchio.

  2. #2
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    Predefinito La Curva Sud vuota






  3. #3
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    Predefinito Soli contro tutti

    Contestazione, Curva Sud vuota, cori, fischi e striscioni polemici; ambiente ostile a San Siro ma i ragazzi, pungolati nell’orgoglio, giocano una buona partita e tornano alla vittoria trascinati nella ripresa da Inzaghi e Ambrosini.

    Desolatamente vuota: così si è presentata la Sud all’ingresso delle squadre in campo e così è rimasta per tutta la partita contro il Torino; San Siro rossonero è stato privato del suo cuore pulsante, dell’anima del tifo più caldo e appassionato e il contrasto con la Curva vista solo due settimane fa in occasione del derby è evidente, stridente e un po’ amaro. La grande e annunciata contestazione è andata così in onda ma è stata tutto sommato civile e non violenta: si è deciso di lasciare sola la squadra a lottare contro gli avversari e i tifosi nemici e “amici” e i ragazzi in campo hanno pensato bene di non alimentare ulteriori critiche e di non esasperare ancora di più gli animi, giocando una partita tutto cuore e grinta e tornando alla vittoria interna che, in campionato, mancava dal 23 dicembre scorso.

    Il tragitto verso lo stadio questa volta è diverso dal solito, perchè è ovvio che questa sarà una serata “anomala”: la curiosità è tutta rivolta a cosa succederà in Curva e a quale forma di contestazione sia stata scelta e l’animo è combattuto tra la voglia di sfogare la rabbia per una stagione negativa ed inferiore alle attese e la consapevolezza che un vero tifoso non dovrebbe mai abbandonare la propria squadra, soprattutto quando è in difficoltà. Mentre ragioniamo sul passato, presente e futuro di squadra, società e tifosi, ricordando momenti ancora più bui di questo ed evocando con nostalgia le grandi vittorie di un passato neanche troppo lontano, eccoci giunti in prossimità del piazzale dello stadio; sono le 19 circa e proprio in quel momento arriva il pullman della squadra, scortato e protetto e inizia la contestazione: cori, insulti, lancio di qualche torcia e fumogeno (e anche qualche uovo e cose simili) ma tutto si risolve abbastanza in fretta e il pullman ben presto riesce a percorrere il tunnel che porta al posteggio sotterraneo e viene inghiottito nelle sicure “viscere” di San Siro, sparendo dalla nostra vista e dalla mira dei più esagitati che pensano bene di continuare a sfogare la propria rabbia prendendosela con le forze dell’ordine che hanno cercato di tenerli lontani dalla zona del passaggio verso il tunnel e stanno presidiando anche il vicino settore destinato ai tifosi del Torino. Un po’ di tensione, ancora qualche lancio di torce e fumogeni (visto che poi dentro alla stadio non seviranno) ma, in fondo, nulla di grave (almeno per quanto possa aver visto io prima di entrare allo stadio). Una volta raggiunta la Sud, ci rendiamo conto che questa sera dovremo cambiare gesti, movimenti, riti ripetuti domenica dopo domenica, campionato dopo campionato, anno dopo anno: non possiamo raggiungere il nostro “amato” seggiolino blu sul quale abbiamo passato tante ore in piedi a soffrire e gioire per il nostro Milan, perché questa sera la Curva resterà desolatamente e polemicamente vuota; gli striscioni dei gruppi sono tutti regolarmente al loro posto e in transenna ne viene esposto uno che copre quelli di Fossa e Brigate e recita: “GIOCATORI, MISTER E DIRIGENZA AVETE ESASPERATO LA NOSTRA PAZIENZA” e viene salutato da un applauso di tutto lo stadio; anche il primo anello blu, “regno” dei Commandos Tigre, è tapezzato di striscioni, tutti rigorosamente in rima, che inchiodano società, giocatori e allenatore alle loro responsabilità (MOLTI DI VOI PIENI DI LIQUIDITA’, MA POVERI D’ONORE E DIGNITA’ – SENATORI E NON SENATORI, STATE INFANGANDO I NOSTRI COLORI – PIU’ CHE IL CAMBIO ALLA PRESIDENZA OCCORRE FAR LUCE SU TANTA NEGLIGENZA) più un altro “alla Galliani” che riguarda i soldi spesi da noi tifosi per biglietti ed abbonamenti e dice “MERITATE UNA DENUNCIA PER TRUFFA ED ESTORSIONE”; nel frattempo la gente della Sud, solitamente unita e compatta nella propria Curva si sparpaglia negli altri settori e lo stadio assume un aspetto insolito e triste: tante volte abbiamo visto San Siro vuoto in ogni settore ma con la Sud sempre orgogliosamente “occupata”; ora è solo la Curva ad essere vuota e spettrale mentre il resto dello stadio, grazie al contributo degli “esuli” è più pieno del solito. Personalmente ho capito, giustificato e rispettato la scelta dei ragazzi della Sud ma lasciatemi almeno dire che le contestazioni mi lasciano sempre una grande amarezza e tristezza dentro; mi sarebbe piaciuto essere anche questa sera al mio posto a cantare, soffrire, arrabbiarmi e sperare di gioire per il mio Milan e in un attimo di sconforto, mentre cerco posto in un altro settore per seguire comunque la partita e la prestazione dei ragazzi penso che forse era meglio rimanere a casa, visto che non posso essere come al solito nella mia Curva e ho una certa “allergia” per gli altri settori dello stadio; con questo non voglio assolutamente polemizzare con chi ha deciso questa forma di contestazione ma solo manifestarvi il mio stato d’animo e , penso, quello di molti altri “innamorati” del Milan e della Sud; sono sicuro che una serata come questa sia amara e non facile per chiunque, primi fra tutti chi ha scelto questa linea di condotta che, ripeto, rispetto e giustifico senza far polemiche, con la sola speranza di non doverla più ripetere.

    Questa volta si presenta in campo per il riscaldamento il solo Abbiati, mentre la squadra rimane il più possibile nelle confortevoli, sicure e nascoste “membra” dello stadio che la proteggono da fischi e contestazioni; il povero Christian è costretto così a subirsi da solo i primi fischi della serata che aumentano di intensità quando lo speaker annuncia la formazione dei rossoneri: ce n’è per tutti, chi più (Rui Costa, Albertini, Roque Junior, Javi Moreno tanto per fare qualche esempio) chi meno, mister Ancelotti compreso ma con la ovvia esclusione di Inzaghi e Ambrosini, incolpevoli dei recenti disastri ed attesi come i “salvatori della patria” da un pubblico stanco di soffrire; a loro sono dedicati gli unici applausi, olè e cori di San Siro (questa volta non si può parlare di Curva che rimane impietosamente, spettralmente ed orgogliosamente vuota e muta) anche se non giocheranno dall’inizio e vanno in panchina. Eh sì, quasi ci stavamo dimenticando che si deve giocare una partita di calcio e che in campo c’è comunque, che a noi stia bene o no, il nostro Milan; Ancelotti rimescola un po’ le carte della formazione: in difesa Chamot torna a fare il centrale accanto a Costacurta, lasciando la fascia centrale a Kaladze, mentre Contra rimane a destra e il disastroso Roque Junior va (e lasciatemi dire, finalmente, in panchina); a centrocampo ci sono i soliti Albertini e Gattuso con Serginho a sinistra e Rui Costa alle spalle del tandem d’attacco iberico Josè Mari-Javi Moreno.
    All’entrata in campo delle squadre, niente inni, torce, bandiere, stendardi e fumogeni ma solo fischi e cori impietosi; nessuno, ovviamente, dirige i cori ma spontaneo sale un “ANDATE A LAVORARE” che la dice lunga sull’umore dei presenti allo stadio.

    I primi minuti dell’incontro sono i più difficili per i rossoneri in campo: ogni tocco di palla è sottolineato da fischi continui ed impietosi ed ogni errore amplifica il malumore e la disapprovazione; la prima gradita sorpresa è, però, che di errori ce n’è meno del solito e i ragazzi stanno giocando con grinta, determinazione e furore agonistico che raramente si erano visti in questa stagione disgraziata. Tutti indistinatmente lottano su ogni pallone guidati da un Costacurta “stile derby” e trascinati dalla voglia di dimostrare che la contestazione è ingiusta e sbagliata; non sapremo mai con certezza se è stata la nostra protesta a causare questa reazione furibonda ma è quanto mai emblematico che i giocatori stanno lottando come non mai.
    Il Torino forse si aspettava un Milan depresso, molle e stravolto dalla contesatzione e invece rimane sorpreso dal trovarsi di fronte una squadra decisa e convinta che lo pressa e lo comprime nella propria area senza dargli la possibilità di varcare la metà campo; i granata non riusciranno mai ad entrare in partita e ad impensierire Abbiati e questa volta si può dire non tanto per demerito loro ma per merito di un Milan decisamente “in palla”.
    Ovviamente non sono tutte “rose e fiori”: i rossoneri giocano bene fino al limite dell’area ma da qui in poi riaffiorano difficoltà e problemi dovuti alla perdurante assenza della coppia titolare d’attacco: Josè Mari si impegna molto ma è pasticcione ed impreciso, Javi Moreno ha due buone occasioni: una la spreca sciaguratamente, nell’altra fa tutto bene ma è sfortunato e la palla esce di un soffio. Il primo a provarci è, però, Kaladze con un cross “ciabattato” che si trasforma in un insidia per Bucci.
    Il Milan del primo tempo è tutto qua, mentre il Torino risulta “non pervenuto” e lascia fare ai rossoneri; da sottolineare la buona prova di Rui Costa, nonostante qualche volta continui a pestarsi i piedi con Albertini quando arretra troppo il suo raggio d’azione.
    Poco prima della fine del primo tempo Ancelotti decide di far iniziare il riscaldamento a Pippo Inzaghi in vista del suo imminente ingresso in campo nella ripresa, anche perché il Milan sta giocando bene ma di segnare non se ne parla; nel frattempo i fischi sono progressivamente diminuiti di intensità e frequenza, segno che anche il pubblico capisce che i rossoneri questa volta ce la stanno mettendo tutta.

    Al ritorno delle squadre in campo, ecco il momento che tutti aspettavano da quel “maledetto” 2 dicembre: Pippo Inzaghi torna in campo (al posto di Javi Moreno), viene accolto da applausi e cori, saluta il pubblico e si prepara con la consueta grinta e concentrazione a dare il suo fondamentale contributo ad un attacco che non segna da quattro partite e mezza.
    Si capisce subito che il suo ingresso ha rivitalizzato il Milan: la squadra ha ricevuto una scarica di adrenalina solo per il fatto che lui è in campo, lotta ancora di più che nel primo tempo, costruisce azioni pericolose, anche perché ora Rui Costa sa chi lanciare e dove mettere il pallone; in attacco tornano ad esserci i movimenti giusti e quella profondità che solo uno come Inzaghi sa garantire.
    Ovviamente la sua condizione non è ancora al meglio: sbaglia uno stop, è in ritardo su qualche cross o qualche lancio ma c’è sempre, si catapulta su tutti i palloni e lo si vede in ogni azione anche se la palla non va verso di lui e questo lo capiscono compagni e avversari (ora molto meno tranquilli). Il Milan cresce e il gol arriva rocambolesco ma come giusto premio: su un cross di Contra che attraversa tutta l’area, Kaladze si lancia con un gesto atletico invidiabile e ne esce un pallonetto beffardo e spettacolare che si infila nell’angolino opposto dove Bucci non può arrivare: gesto tecnico degno del miglior Van Basten (malinconicamente evocato dalla maglietta di chi mi siede accanto!) anche se resta da stabilire quanto voluto e cercato. Milan in vantaggio e urlo liberatorio di uno stadio che nel frattempo sta dimenticando fischi e mugugni e torna ad appassionarsi alla partita e alla prestazione dei ragazzi. A questo punto i rossoneri tirano un po’ il fiato, il Torino riesce a portarsi in avanti e, puntuale, arriva la beffa: fallo ingenuo in area di Contra, Ferrante ne approfitta crollando a terra, ottenendo il rigore da Braschi e trasformandolo nonostante il tentativo di Inzaghi di “fare il Maspero” con una maligna pedata al dischetto del rigore prima del tiro del granata.
    Il Torino pareggia con il primo tiro in porta ma qui arriva la grossa sorpresa della serata: il Milan non si deprime e non crolla come altre volte, ma reagisce con ancora più grinta e voglia e torna a schiacciare il Torino e a cercare la vittoria.
    A venti minuti dalla fine Ancelotti toglie Albertini (fischiatissimo) e manda in campo Ambrosini e questo è il secondo “elettroshock” per la squadra: Ambro carica i compagni con la sua grinta e la sua voglia di spaccare il mondo e pochi minuti dopo decide la partita, scaricando in rete di testa e con rabbia un calcio d’angolo di Rui Costa; Milan nuovamente in vantaggio, secondo boato liberatorio dello stadio, contestatori compresi (al cuore non si comanda e chi ama il Milan non può rimanere impassibile quando i ragazzi segnano!) e Ambrosini nuovamente in rete di testa, così come contro il Verona (ultima vittoria casalinga prima di questa). Questa volta il vantaggio resiste fino alla fine nonostante…l’ingresso di Roque Junior al posto di Serginho e lo spavento finale con l’azione all’ultimo minuto di recupero di Lucarelli che, solo davanti ad Abbiati, spedisce fuori di un soffio il pallone dell’immeritato pareggio; sarebbe stata una beffa amarissima, anche perché poco prima Inzaghi aveva bagnato il suo rientro nel modo migliore, cioè con un gol che sarebbe stato quello della definitiva tranquillità, annullato però per un fuorigioco millimetrico.

    Finisce così con un successo strameritato e con il terzo boato della serata che sancisce, forse, un riavvicinamento fra squadra e tifosi: i ragazzi, schiaffeggiati e colpiti dalla contestazione, hanno reagito nel migliore dei modi, trascinati dai rientri di Inzaghi e Ambrosini, orchestrati dal miglior Rui Costa della stagione, sospinti dalla grinta del “vecchio” Billy Costacurta e sono stati capaci di trascinare il pubblico dalla loro parte e di trasformare i fischi in applausi man mano che passava il tempo.
    La Sud, giudice silenzioso e severo della prestazione di questa sera, dovrà decidere come comportarsi fin dalla decisiva sfida contro l’Hapoel di giovedì sera; io posso solo suggerire una tregua della contestazione in attesa di vedere se la squadra ha effettivamente ritrovato grinta e gioco; contro gli israeliani ci si gioca la stagione e l’ultimo obiettivo raggiungibile e poi…sono già stufo di stare seduto e in silenzio nel settore arancio e voglio tornare in piedi sul mio seggiolino blu! Scherzi a parte, si è visto un buon Milan in campo contro il Torino e se l’obiettivo della contestazione era spronare i ragazzi, penso che sia stato raggiunto. Forse comincia a vedersi la luce in fondo al tunnel: la squadra si è impegnata con tutte le sue forze e una determinazione a tratti feroce, ha segnato e ha vinto; sono rientrati elementi importanti come Inzaghi e Ambrosini, il cui contributo si è visto e la cui prestazione ha alimentato i rimpianti per la loro lunga assenza; altri rientri, come quello di capitan Maldini, sono imminenti e anche la fortuna ha lanciato segnali importanti (in altri momenti quel pallone di Kaladze sarebbe stato “ciccato” in modo orrendo e quel tiro di Lucarelli sarebbe andato inesorabilmente in porta, beffando ancora una volta il Milan). Certo non tutti i problemi sono magicamente risolti ma se i ragazzi continueranno con questo impegno e questa determinazione, ci sarà ancora modo per chiudere questa tribolata stagione in modo decoroso (e magari con qualche inaspettata soddisfazione).
    Una serata sotto certi punti di vista amara, diversa dalle altre e che ha torturato il nostro cuore rossonero si è chiusa nel migliore dei modi e finalmente possiamo uscire dallo stadio soddisfatti e rinfrancati; mi ha fatto piacere vedere tanti “potenziali contestatori” soffrire, gioire, disperarsi e poi esultare e, forse, rimpiangere di non aver potuto farlo dalla loro Curva; l’amore per il Milan e per i suoi colori alla fine ha trionfato e, proprio come tanti amanti delusi e traditi da chi tanto amiamo, di colpo abbiamo riscoperto che, in fondo, non riusciamo proprio, neanche per un momento, a stare lontani da quegli 11 giocatori che magari ci fanno disperare e fanno di tutto per esasperarci ma indossano quella maglia che portiamo nel cuore e che non lasceremo mai sola!

 

 

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