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Risultati da 1 a 10 di 35
  1. #1
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito Vaticano e leggi razziali. Parla lo storico Ruggero Taradel

    L'antisemitismo ci fu, perché nasconderlo?

    Fulvio Fania

    Due anni fa, quando pubblicò con Barbara Raggi La segregazione amichevole, Ruggero Taradel ebbe una grande soddisfazione. Nel clima favorevole creato dal mea culpa del Papa, un intellettuale gesuita, padre Giacomo Martina, riconobbe sulla Civiltà cattolica le colpe storiche della rivista. Negli ultimi tempi, mentre la Santa sede tenta di riannodare i fili della commissione cattolico-ebraica sull'operato di Pio XII durante il nazismo, la polemica riscoppia attorno al predecessore Pio XI. Le contestazioni dell'americano David Kerzter nel suo I papi contro gli ebrei non sono piaciute ad un altro gesuita, padre Giovanni Sale. Replicando su Avvenire e sul Corriere della sera, Sale ha negato che si possa parlare di antisemitismo della Chiesa cattolica ammettendo invece un antigiudaismo «dal punto di vista religioso» e, agli inizi del secolo, l'appoggio alla tesi del «complotto giudaico-massonico-bolscevico» contro la cristianità. Ha citato inoltre un documento d'archivio sostenendo che al tempo delle leggi razziali ci sarebbe stata una correzione di rotta. Taradel, memore del proficuo dibattito di due anni fa, torna ora sulla questione non senza un certo stupore.

    Padre Sale distingue tra antigiudaismo cattolico e antisemitismo. Condivide tale distinzione?

    Il termine antisemitismo fu coniato nel 1879 da Wilhelm Marr come sinonimo di Judenhass, odio contro gli ebrei. Da allora per la comunità scientifica internazionale il termine indica qualunque forma di ostilità o pregiudizio verso gli ebrei in quanto gruppo razziale sociale o religioso. Per distinguere poi tra le varie forme dell'antisemitismo, gli studiosi parlano di antisemitismo religioso, teologico, razziale e così via. Quindi dietro l'uso del termine antigiudaismo mi pare si nasconda un'operazione di carattere ideologico: si cerca di scindere l'antisemitismo cattolico, che era intrecciato a tutti gli antisemitismi moderni, da quello che diventerà l'antisemitismo nazista.


    Ma l'antigiudaismo religioso risale ai tempi remoti dell'accusa di deicidio.

    Sì, soltanto che, nel corso della storia i partiti, anche cattolici, che svilupparono la propaganda antiebraica si definirono esattamente antisemiti. Allora non dovremmo parlare di antisemitismo neppure per la giudeofobia antica: il problema è il modo in cui il termine viene utilizzato. E' legittimo sottolineare le caratteristiche specifiche, inconfondibili dell'antisemitismo nazista, diverse da aspetti dell'antisemitismo tradizionale cattolico. Se invece il termine antigiudaismo viene usato per scindere assolutamente i due fenomeni negando che vi sia alcun tipo di parentela o connessione causale di sviluppo storico, allora lo reputo inaccettabile.


    Anche padre Martina operava tale distinzione?

    No. Quando sulla Civiltà cattolica del 6 maggio 2000 parla della politica antiebraica promossa dalla rivista usa esplicitamente i termini di segregazione razziale e di antisemitismo.

    Gli articoli di padre Sale in polemica con il libro di Kertzer sono sorprendenti. Al di là dell'uso del termine antigiudaismo, peraltro già abbozzato nel documento vaticano "Noi ricordiamo" sulla Shoah, si spinge a negare l'evidenza: sostiene infatti che la Civiltà cattolica, quale cartina di tornasole della politica della Segreteria di stato, si oppose alle leggi razziali di Mussolini, difese gli ebrei e condannò sempre e comunque l'antisemitismo. Non posso che considerarla un'operazione revisionistica in senso lato. Tra l'altro, le dichiarazioni di padre Sale collidono con l'onestà intellettuale di padre Martina che aveva avuto il coraggio di riconoscere queste responsabilità.


    E' vero però che sulla "Civiltà cattolica" l'antiebraismo conobbe vari passaggi di tono.

    Il punto che inchioda la rivista alle sue responsabilità storiche non sono tanto gli articoli dell'Ottocento, quanto quelli degli anni 30 e 40 di violentissima denigrazione dell'ebraismo, con la proposta di segregazioni razziali estese, quando erano già state emanate le leggi di Norimberga in Germania. Soprattutto gli articoli che, tra il '38 e il '43, scrissero padre Messineo e padre Barbera avallando la dottrina razziale del regime fascista e trovando una sintesi ideologica specifica con i teorici fascisti della razza Giacomo Acerbo e Nicola Pende. E' vero che il Vaticano reagì negativamente ad alcune parti della legislazione antiebraica (soprattutto sui criteri di identificazione e sui matrimoni misti) ma non si trattava di una opposizione totale. I documenti, anche inediti, citati da padre Sale vanno senza dubbio presi in considerazione ma letti nel quadro delle posizioni assunte nell'intero periodo. Del resto, non si spiegherebbe altrimenti l'approvazione entusiastica sulla Civiltà cattolica del 1938 per la legislazione antriebraica adottata in Ungheria. Tanto meno il fatto che nell'agosto del '43, dopo la caduta di Mussolini, il gesuita Tacchi-Venturi, incaricato dal Vaticano, chiese il mantenimento della legislazione antiebraica. In una lettera al cardinale Maglione parla di «disposizioni meritevoli di conferma» nell'intento di evitare un'abrogazione sic et simpliciter. Padre Sale omette tutto questo.


    Lei però non confuta una linea di demarcazione tra antisemitismo cattolico e razzismo nazista.

    In ogni falsità c'è un elemento di verità, stavolta nel fatto che l'odio antisemita del nazismo non può spiegarsi come frutto di un'unica causa. Non si può però far leva su questa realtà, assolutamente certa, per sostenere l'estremo opposto, cioè che l'antisemitismo cattolico non abbia avuto alcun ruolo nel plasmare l'immaginario antiebraico cui attinse il nazismo: tant'è che nel Mein Kampf, Hitler stesso ricorda di essere diventato fanaticamente antisemita nella Vienna dei cristiano-sociali leggendo le rivelazioni sull'ebraismo del loro giornale, il Volksplatt. Credo che la verità stia nel mezzo.


    Anche il libro di Kertzer sorprende. Finora chi criticava Pio XII per il comportamento verso il nazismo lo accusava di aver imboscato l'ultima enciclica del predecessore dedicata appunto al razzismo hitleriano. Ora Kertzer punta l'indice proprio contro Pio XI. Che cosa diceva questa famosa enciclica mancata?

    E' rimasta allo stadio di bozza, non possiamo sapere quale forma avrebbe preso. Ma da quanto possiamo leggere riaffiora un'insopprimibile ambiguità attorno alla persecuzione antiebraica. In questo senso sembra confermarsi la tesi di Kertzer su Pio XI. Da una parte l'enciclica ripete le invettive della "Mit Brenner Sorge" (l'enciclica portata invece a compimento da Pio XI e scritta volutamente in tedesco, ndr) contro il razzismo di carattere biologico, dall'altra però conferma puntigliosamente che gli ebrei costituiscono una minaccia per le società in cui si trovano a vivere e che il loro eccessivo potere o la loro influenza possono essere limitati, in linea generale, da leggi di eccezione.


    Ciò riduce le responsabilità che molti storici attribuiscono a Pio XII?

    No, si tratta di comprendere un fatto storico secondo me indubitabile: Pio XII ereditò una politica, anche culturale, che si era costituita nell'arco degli anni Trenta. Essa coniugava due aspetti che oggi possono apparire incompatibili: da un lato la condanna esplicita dell'ideologia razziale del nazismo, dall'altro il mantenimento e la ripresa degli stereotipi del più classico antiebraismo cattolico con la ripetuta richiesta, in linea con i pontificati di fine 800, di leggi eccezionali.

    Liberazione 17 marzo 2002
    http://www.liberazione.it

  2. #2
    Cavaliere
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    Ottimo articolo, molto chiarificatore.
    Contribuisce a sfatare la vulgata clericalmente corretta, a suo tempo contrabbandata anche a me, sulla Chiesa che "difese gli ebrei" e "condannò il Fascismo per aver varato le Leggi Razziali".
    Bisognerebbe insegnarle nelle scuole queste cose, ma col potere che ha la Chiesa in questo paese....
    Naturalmente non si negano alcune differenze concettuali tra antisemitismo cattolico e nazista, nè il soccorso agli ebrei da parte di preti, suore e fedeli durante la Shoah, ma queste sono mezze verità che, espunte dall' operato complessivo della Chiesa in materia, assumono il valore di bugie.

  3. #3
    SENATORE di POL
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    Mi pare che il Rabbino Capo della comunità ebraica romana durante il fascismo e l'alleanza con Hitler (che aveva, spesso vanamente, denunciato presso i suoi fratelli e correligionari la pericolosità estrema per la stessa sopravvivenza fisica delgi ebrei italiani), negli anni delle legge razziali, della guerra mondiale, e della persecuzione antisemita nazifascista.....si sia convertito nel 1948 alla Chiesa Cattolica, e abbia sempre testimoniato a favore del Santo Padre e della maggior parte dei vescovi e dei sacerdoti per il loro impegno a favore di quello che continuò a ritenere....il SUO popolo.
    Ovviamente per gli ebrei italiani l'argomento è tabù (non così altrove), ma per onestà e correttezza storica, occorrerebbe ricordarlo.
    Per il resto le responsabilità dell'antigiudaismo o antisionismo cristiano....sono state riconosciute con coraggio, onestà e con cresente impegno anche scientifico.

    Filo-sionista sì, anticristiano e anticlericale laicista.....mai!

    Shalom!

  4. #4
    Ospite

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    Originally posted by Pieffebi
    Mi pare che il Rabbino Capo della comunità ebraica romana durante il fascismo e l'alleanza con Hitler (che aveva, spesso vanamente, denunciato presso i suoi fratelli e correligionari la pericolosità estrema per la stessa sopravvivenza fisica delgi ebrei italiani), negli anni delle legge razziali, della guerra mondiale, e della persecuzione antisemita nazifascista.....si sia convertito nel 1948 alla Chiesa Cattolica, e abbia sempre testimoniato a favore del Santo Padre e della maggior parte dei vescovi e dei sacerdoti per il loro impegno a favore di quello che continuò a ritenere....il SUO popolo.
    Ovviamente per gli ebrei italiani l'argomento è tabù (non così altrove), ma per onestà e correttezza storica, occorrerebbe ricordarlo.
    Per il resto le responsabilità dell'antigiudaismo o antisionismo cristiano....sono state riconosciute con coraggio, onestà e con cresente impegno anche scientifico.

    Filo-sionista sì, anticristiano e anticlericale laicista.....mai!

    Shalom!
    Caro Pieffebi, nel quesito che ti pongo, non si tratta di essere nè anticlericale nè laicista, ma di esperimere un'opinione ragionata: perchè è stato santificato (o beatificato, non so) Pio IX, il papa che rinchiuse gli ebrei nel ghetto e riesumò antiche usanze (come quelle del calcio nel sedere al rappresentante della comunità ebraica) che li umiliavano? (e che in più manteneva la forca in piazza)?
    Pochi giorni dopo questa beatificazione, a Bologna c'è stata una cerimonia per la ristrutturazione della sinagoga locale: io (e con me altri, cattolici e non) , abbiamo sentito il dovere di scusarci per questa cosa con la comunità ebraica. Tu che ne pensi? Non ti sembra in contraddizione con le scuse della Chiesa per l'antisemitismo?

  5. #5
    SENATORE di POL
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    Non ho simpatie per PIO IX anche per altre vicende, tuttavia il comportamento dei singoli va, come direbbe il buon Roderigo, "contesutalizzato". L'antigiudaismo fa parte della storia del cristianesimo e del cattolicesimo. SI chiede forse ai protestanti di abiurare ai principi della riforma di Lutero per il fatto che questo ultimo scrisse parole di fuoco contro gli ebrei? O si chiede di non considerarlo un maestro e una guida?
    Ovviamente bisogna saper discernere e separare in tutto "il grano dalla zizzania"...
    Per il resto non ho la competenza di parlare a nome della Chiesa Cattolica, e non approvo di certo tutte le sue decisioni. Tra l'altro anche la forma del mea culpa papale in Israele l'ho pubblicamente contestata (in quanto, per certi versi, al di là dell'accettabile per un credente in Gesù Cristo).
    La mia è una posizione critica, indipendente, liberale....in tutto e per tutto.
    La mia simpatia per gli ebrei e Israele non implica affatto la mia accettazione dell'ebraismo. Se sono cristiano è perchè ritengo che su una questione fondamentele: la messianicità e divinità di Gesù di Nazareth....gli ebrei (credenti) siano nell'errore.
    L'olocausto ha cambiato le prospettive, ha cambiato la storia e le sue interpretazioni. Ha cambiato anche il cristianesimo e il cattolicesimo. Oggi sostenere quello che scrisse Lutero o fece PIO iX sarebbe...inaccettabile e vergognoso. Senz'altro.

    Saluti liberali.

  6. #6
    Ospite

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    Originally posted by Pieffebi
    Non ho simpatie per PIO IX anche per altre vicende, tuttavia il comportamento dei singoli va, come direbbe il buon Roderigo, "contesutalizzato". L'antigiudaismo fa parte della storia del cristianesimo e del cattolicesimo. SI chiede forse ai protestanti di abiurare ai principi della riforma di Lutero per il fatto che questo ultimo scrisse parole di fuoco contro gli ebrei? O si chiede di non considerarlo un maestro e una guida?
    Ovviamente bisogna saper discernere e separare in tutto "il grano dalla zizzania"...
    Per il resto non ho la competenza di parlare a nome della Chiesa Cattolica, e non approvo di certo tutte le sue decisioni. Tra l'altro anche la forma del mea culpa papale in Israele l'ho pubblicamente contestata (in quanto, per certi versi, al di là dell'accettabile per un credente in Gesù Cristo).
    La mia è una posizione critica, indipendente, liberale....in tutto e per tutto.
    La mia simpatia per gli ebrei e Israele non implica affatto la mia accettazione dell'ebraismo. Se sono cristiano è perchè ritengo che su una questione fondamentele: la messianicità e divinità di Gesù di Nazareth....gli ebrei (credenti) siano nell'errore.
    L'olocausto ha cambiato le prospettive, ha cambiato la storia e le sue interpretazioni. Ha cambiato anche il cristianesimo e il cattolicesimo. Oggi sostenere quello che scrisse Lutero o fece PIO iX sarebbe...inaccettabile e vergognoso. Senz'altro.

    Saluti liberali.
    Per me potevano fare a meno di procedere a questa beatificazione: sia per motivi di merito, sia per motivi di opportunità.

  7. #7
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    Mi permetto di sfatare la "leggenda nera" su Pio IX e gli ebrei con fatti storicamete provati.
    Il beato Pio IX in realtà abolì molte restrizioni nei confronti degli ebrei. Allargò e risanò il loro quartiere, abolì gli umilianti regolamenti medievali, concedette loro un Rabbino proveniente da Gerusalemme, permise loro di poter accedere alla beneficenza e assistenza pontificia come tutti i bisognosi di Roma, abolì la chiusura delle porte del ghetto.

    Ecco due fatti simbolici dei buoni rapporti tra Pio IX e gli ebrei:

    Un ricco ebreo di Livorno lasciò una eredità di tremila scudi a Pio IX. Il Papa rinunciò, ma i parenti continuarono ad insistere per rispettare la volontà del defunto perchè il Papa meritava molto per il bene procurato ai correligionari israeliti. Allora, costretto ad accettare, egli destina il lascito agli ebrei poveri di Livorno e quelli di Roma.

    Un giorno il Papa passando nel quartiere ebreo di Roma vide un ebreo svenuto. Pio IX fece fermare la carrozza e alla che gli gridava: "Santità è un giudeo!", risponde: "Forse che l'ebreo non è nostro prossimo?". Lo adagiò nella vettura, lo portò all'ospedale e lasciò un'offerta per le spese.

    Non ultimo vorrei citare il messaggio inviato il 21 settembre 1858 dai rabbini tedeschi a Pio IX:
    "Il nome di Pio IX suona per noi rispetto e amore, giacchè ci sono ben noti i benefici che fin dal principio del tuo regno hai largito ai nostri fratelli".

  8. #8
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    Originally posted by Pieffebi
    Mi pare che il Rabbino Capo della comunità ebraica romana durante il fascismo e l'alleanza con Hitler (che aveva, spesso vanamente, denunciato presso i suoi fratelli e correligionari la pericolosità estrema per la stessa sopravvivenza fisica delgi ebrei italiani), negli anni delle legge razziali, della guerra mondiale, e della persecuzione antisemita nazifascista.....si sia convertito nel 1948 alla Chiesa Cattolica, e abbia sempre testimoniato a favore del Santo Padre e della maggior parte dei vescovi e dei sacerdoti per il loro impegno a favore di quello che continuò a ritenere....il SUO popolo.
    Ovviamente per gli ebrei italiani l'argomento è tabù (non così altrove), ma per onestà e correttezza storica, occorrerebbe ricordarlo.
    Per il resto le responsabilità dell'antigiudaismo o antisionismo cristiano....sono state riconosciute con coraggio, onestà e con cresente impegno anche scientifico.

    Filo-sionista sì, anticristiano e anticlericale laicista.....mai!

    Shalom!
    Credo che tu ti riferisca a Israele Zolli.
    Il suo comportamento è sempre stato parecchio criticato dagli ebrei italiani, o almeno è assai controverso tra i medesimi.
    Nel 1943 accettò l' invito del Vaticano a rifugiarvisi e abbandonò al suo destino la comunità romana, parte della quale fu poi deportata e uccisa. Dopo la Liberazione fu contestato per questo, ma replicò sempre che non avrebbe potuto fare nulla fuorchè quello che fece: fuggire.
    Poi nel 1948 si convertì al cristianesimo, e per questo fu oggetto di attacchi anche decisamente intolleranti e inaccettabili. Nientedimeno qualcuno lo accusò di avere offeso la memoria delle vittime della Shoah.
    Nel complesso io capisco la fuga da parte di una persona qualunque, ma non altrettanto da parte di un Rabbino Capo.
    Il Cardinale Tomasek non fuggì da Praga, nè Wyszynski da Varsavia. Perchè non dovrebbero gli ebrei aspettarsi altrettanto da un loro Rabbino Capo?
    Nel complesso la sua testimonianza a favore di Pio XII è la testimonianza di un uomo isolato dalla sua gente e attaccato a ragione e a torto. Inoltre è stata resa per......l' uomo che gli ha salvato la vita, quindi mi pare abbia un che di scontato.

  9. #9
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    Veramente il Rabbino Capo esortò tutta la comunità ebraica a....mettersi in salvo (in varie occasioni e vari modi), ma fu anche deriso da molti...che sottovalutarono il pericolo (e questo accadde in molti paesi, purtroppo). Quello che è stato detto...DOPO la sua conversione....anche dal punto di vista della ricostruzione del suo comportamento precedente....lasciamolo stare.

    Cordiali saluti.

  10. #10
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    Predefinito Alcune testimonianze su Pio XII

    «L’elezione del cardinale Pacelli non è accettata con favore dalla Germania perché egli si è sempre opposto al nazismo»

    Berliner Morgenpost(organo del movimento nazista), 3 marzo 1939.

    «In una maniera mai conosciuta prima il papa ha ripudiato il Nuovo Ordine Europeo Nazionalsocialista. È vero che il papa non ha mai fatto riferimento al Nazionalsocialismo germanico per nome, ma il suo discorso è un lungo attacco ad ogni cosa che noi sosteniamo ed in cui crediamo ... Inoltre egli ha parlato chiaramente in favore degli ebrei»

    Rapporto della Gestapo riportato nel servizio "Judging Pope Pius XII", Inside the Vatican, giugno 1997, p. 12.

    «Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriali proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro, come le università vennero ridotti al silenzio, soffocati nell’arco di poche settimane.
    Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità.
    Io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l’ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che io una volta disprezzavo, ora lodo incondizionatamente».

    Dichiarazione di Albert Einstein pubblicata da Time magazine, 23 dicembre 1940, p.40.

    «Il Congresso dei delegati delle comunità israelitiche italiane, tenutosi a Roma per la prima volta dopo la liberazione, sente imperioso il dovere di rivolgere reverente omaggio alla Santità Vostra, ed esprimere il più profondo senso di gratitudine che anima gli ebrei tutti, per le prove di umana fratellanza loro fornite dalla Chiesa durante gli anni delle persecuzioni e quando la loro vita fu posta in pericolo dalla barbarie nazifascista».

    Attestato delle Comunità israelitiche italiane che si trova al Museo della Liberazione in Via Tasso a Roma.

    «Il clero italiano aiutò numerosi israeliti e li nascose nei monasteri e il Papa intervenne personalmente a favore di quelli arrestati dai nazisti».

    Gideon Hausner procuratore Generale israeliano nel processo contro Eichmann, il 18 ottobre 1961.

    «I ripetuti interventi dei Santo Padre in favore delle comunità ebraiche in Europa evocano un profondo sentimento di apprezzamento e gratitudine da parte degli ebrei di tutto il mondo".

    Rabbino Maurice Perizweig, direttore del World Jewish Congress

    «Quando il terribile martirio si abbattè sul nostro popolo, la voce dei Papa si elevò per le sue vittime. La vita dei nostro tempo fu arricchita da una voce che chiaramente parlò circa le grandi verità morali. ( ... ) Piangiamo un grande servitore della pace».

    Golda Meir, 8 ottobre 1958

    «Il mio parere è che il pensare che Pio XII potesse esercitare un influsso su un minorato psichico qual era Hitler poggi sulla base di un malinteso. Se il Papa avesse solo aperto bocca, probabilmente Hitler avrebbe trucidato molti di più dei sei milioni di ebrei che eliminò, e forse avrebbe assassinato centinaia di milioni di cattolici, solo se si fosse convinto di aver bisogno di un tale numero di vittime. Siamo prossimi al 9 novembre, giorno in cui ricorre il venticinquesimo anniversario della Notte dei Cristalli; in tal giorno noi ricorderemo la protesta fiammeggiante che Pio XII elevò a suo tempo. Egli divenne intercessore contro gli orrori che a quel tempo commossero il mondo intero»

    Dichiarazione del gran Rabbino di Danimarca, dott. Marcus Melchior, riportata da KNA (agenzia di stampa danese), dispaccio n. 214, 5 novembre 1963

 

 
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