Dipende dalla concezione che si ha della democrazia, e quindi da quale si pensa che dovrebbe essere il suo stato normale. Fra l'altro si tende spesso ad identificare democrazia e pluralismo, come se il secondo fosse una caratteristica intrinseca della prima.Originally posted by gribisi
Ho delle domande per Patrizio e Mjollnir:
1) Chiedete la libertà di espressione solo finchè c'è la democrazia, e solo perchè la democrazia deve fare quello che promette?
2) Che fine farebbe la libertà di espressione, se la Costituzione la scriveste voi?
3) Ora come ora, la chiedete solo per voi (oltre a chi già ce l' ha) o anche per altre opinioni attualmente illegali, ad esempio fautori della "libertà" per i minorenni di avere rapporti sessuali "consensuali" con gli adulti?
Se la democrazia non e' solo o soprattutto un insieme di regole e procedure per garantire lo svolgimento della vita politica e della partecipazione del popolo alla res publica , ma ha contenuti specifici, da questo segue facilmente il carattere militante della democrazia, cioe' il fatto che essa debba cercare di affermare determinati valori fondamentali anche in contrasto con posizioni antagoniste. Naturalmente questo facilita la coesione e la stabilita' del corpo politico e delle istituzioni ma crea una netta limitazione delle posizioni ammissibili, e quindi di pluralismo. L'estremizzazione di questa visione puo' essere quella popperiana per cui la democrazia e' irreversibile e deve impiegare tutti i suoi mezzi per perpetuarsi.
Se invece si ha una visione della democrazia come minima , cioe' la + neutra e + oggettiva possibile rispetto ai valori, e' agevole garantire il pluralismo + ampio e ricco ma puo' diventare problematico il consenso sui principi che alcuni possono ritenere irrinunciabili ed altri no. Ed il dibattito e la riflessione critica spinte all'estremo possono provocare la disgregazione della comunita' in scuole e correnti di pensiero o partiti. In una certa misura la questione sulla "natura" della democrazia riflette l'eterno problema dell'equilibrio tra unita' e pluralita', tra coesione e liberta', tra decisione e libera riflessione.
Io personalmente ritengo fra gli aspetti + manchevoli della democrazia la sua ipocrisia (o, da un certo pto di vista la sua mancanza di realismo) che si manifesta soprattutto nello scarto fra le sue promesse, i suoi postulati, e le sue concretizzazioni, le autonegazioni che e' costretta a fare per sopravvivere. Molte considerazioni stanno ad indicare che la democrazia e' un regime politico come un altro e che quindi la sua tolleranza ed apertura non possono per necessita' superare certi limiti e che non puo' accettare indifferentemente qualsiasi affermazione. Ma e' necessario anche riportare la democrazia al suo postulato + originale, cioe' che essa puo' "integrare" ed ospitare anche i propri nemici e mostrare la falsita' delle loro posizioni. E' forse l'unico sistema politico che si e' assunto l'onere di andare contro i propri interessi e garantire la stessa liberta' ai suoi oppositori come ai suoi sostenitori. Bisogna "inchiodare" in certo senso la democrazia a questa responsabilita', esigere il rispetto di questo impegno.