Vendite di Cd al collasso

[Claude74]

Note stonate/ Vendite di cd al collasso. Enzo Mazza (Fimi) ad Affari: "Ci vuole una Tremonti per la musica"
21 marzo 2002


Musica a pezzi. Collasso dei cd. Se il 2001 ha segnato il passo, l'anno in corso potrebbe essere quello del tracollo. Perché le previsioni sono pessime. Si parla di un ulteriore calo del 15% nelle vendite per il primo semestre 2002. La stagione passata, l'emorragia si fermò al 10%. Se le ipotesi verranno confermate, la cosa potrebbe assumere proporzioni enormi. L'unica ricetta per risorgere è la Tremonti per la musica. Una legge che riesca a incentivare i discografici a investire nel lancio di nuovi artisti.

Tutto parte dall'annuncio che, in Inghilterra, la Emi Music sta rivedendo gli assetti e la struttura. E sono previsti tagli ingenti al personale: 1.800 dipendenti sono a rischio licenziamento. La cosa non può non avere ripercussioni sul già disastrato mercato discografico italiano.

E, infatti, a casa nostra la stessa società sta pensando alla ristrutturazione aziendale. E l'opzione di tagliare posti di lavoro è al vaglio dei vertici. Ciò è legato al fatto che, come confermano dagli uffici di Emi Italia, l'acquisizione del gruppo Virgin e la riorganizzazione, che avverrà attraverso l'unificazione del back office, porterà ad un risparmio dei costi di gestione

"E' solo l'inizio", commenta la notizia, intervistato da Affari, Enzo Mazza, direttore generale della Fimi, la federazione dell'industria della musica italiana.

"Per il 2002 i segnali sono negativi. Si è ripartiti sui trend dell'anno passato, ma si prospetta un'ulteriore diminuzione alla voce vendita di cd. Il calo potrebbe essere del 15%, nel solo primo semestre dell'anno".

Il licenziamento di massa alla Emi è un brutto segno?
"Il fatto che entrino in crisi le principali major presenti sul mercato, mette in difficoltà l'intero sistema. Questo ha ripercussioni anche su tutte le altre realtà che ruotano attorno. Penso al settore degli strumenti musicali o a quello delle discoteche, alle sale di registrazione. C'è il rischio di far crollare il sistema".

L'Italia potrebbe seguire il trend?
"Beh, segnali in questa direzione ce ne sono già. Se poi si pensa che nel 2001 sono calate le vendite anche sul mercato Usa, che storicamente era quello migliore...".

Prospettive per il nostro Paese?
"Si potrebbe aggravare ancora, visto sussistono altre problematiche, quelle storiche: la pirateria, che ha il più alto tasso d'Europa (il 25%), la duplicazione via Internet delle canzoni e l'Iva, che incide sul prezzo di vendita".

Se licenziano in Europa, da noi che succederà?
"Che il ridimensionamento generale del settore si accavallerebbe sulle questioni già sollevate. Si consideri che il nostro è un mercato piccolo, rappresenta solo l'1.2% di quello mondiale, e quindi non siamo, in fatto di esportazioni, a livello degli altri Paesi".

Come state agendo, a livello di Fimi? Quali sono le strade da percorrere per raddrizzare la situazione?
"Ci vuole l'intervento statale. Per questo abbiamo già coinvolto il Governo, chiedendo iniziative urgenti per il settore. Occorre, innanzitutto, ridurre l'Iva dal 20 al 10%. E poi ci vorrebbe una rivoluzione legislativa".

Quale?
"Una sorta di Tremonti per il disco. La defiscalizzazione degli utili, che le aziende potrebbero così reinvestire per lanciare nuovi artisti e riavviare il volano della produzione, che altrimenti è limitato al catalogo che prima o poi arriva alla saturazione e va sostituito. Senza dimenticare la lotta alla pirateria".

Quello dei cd contraffatti è un problema storico in Italia. Ne risentono le major. "Nel nostro Paese la questione più annosa e di difficile risoluzione - fanno eco dalla Emi - è quella dell'eccessivo numero di copie di cd contraffatti prodotti su larga scala da organizzazioni criminali che occupano quasi un terzo del mercato".

Di questo passo, neppure Sanremo - che, invero, negli ultimi anni, alla voce vendite ha segnato il passo - salverà l'Italia dal tracollo.
(Da Affari Italiani.....no, non il sito di Rocco Siffredi, quello di notizie economiche )


Costano troppo? Pirateria? Recessione mondiale? O è che, oltre a tutto ciò, agli italiani della musica non gliene può fregà de meno!?

[DD]

Costano troppo? Pirateria? Recessione mondiale? O è che, oltre a tutto ciò, agli italiani della musica non gliene può fregà de meno!?

Un po' di tutto.Sopratutto l'ultima.In Italia,a differenza dei paesi anglosassoni,per esempio,non c'e' mai stata una vera cultura musicale,e non ci sara' mai.

[Aug83]

Sentire tutto ciò mi rallegra non poco.

Riusciranno mai ad abbassare i loro stramaledetti prezzi???

W LA PIRATERIA!

[Claude74]

Originally posted by Aug83
Sentire tutto ciò mi rallegra non poco.

Riusciranno mai ad abbassare i loro stramaledetti prezzi???

W LA PIRATERIA!

Mi sa che piuttosto fanno domanda di fallimento.....

[Hicks]

A tutti farebbe piacere avere un cd originale piuttosto che uno clonato o scaricato e masterizzato, ma i prezzi sono assolutamente folli. Artisti e discografici non fanno quel lavoro per guadagnarsi da vivere ma per arricchirsi (vedi la squallida vicenda di Mariah Carey), come la cultura del mondo dello spettacolo impone, e dunque che affondino pure insieme ai loro prezzi stratosferici.

[Aug83]

Originally posted by Hicks
A tutti farebbe piacere avere un cd originale piuttosto che uno clonato o scaricato e masterizzato, ma i prezzi sono assolutamente folli. Artisti e discografici non fanno quel lavoro per guadagnarsi da vivere ma per arricchirsi (vedi la squallida vicenda di Mariah Carey), come la cultura del mondo dello spettacolo impone, e dunque che affondino pure insieme ai loro prezzi stratosferici.

parole sante, hicks...