"Progettare l'educazione ambientale in rete tra scuole e territorio"
Intervento dell'On. Francesco Nucara – Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio
Il concetto di sostenibilità dello sviluppo ha segnato realmente un punto di discontinuità culturale che coinvolge il concetto stesso di educazione ambientale.
Gli obiettivi di sostenibilità spostano l'asse delle politiche per l'ambiente dagli interventi diretti sui fattori naturali all'integrazione degli obiettivi ambientali in tutte le politiche e in tutte le trasformazioni.
Integrazione è la nuova frontiera delle politiche ambientali. Dobbiamo tutti diventare consapevoli soggetti di azioni di politica ambientale e non solo quanti si occupano direttamente di parchi, di acque, di inquinamento e così via.
In modo del tutto simmetrico integrazione è la nuova frontiera delle politiche dell'educazione: integrazione dell'ambiente in tutte le diverse discipline, e anche nel modo di comunicare ed insegnare.
Nell'ambiente tutti sono dentro ed esso appartiene a tutti: fare educazione ambientale vuol dire proporre processi di apprendimento che partano dalle conoscenze e dai bisogni di chi impara, che coinvolgano sul piano cognitivo, ma che coinvolgano anche la capacità di vedere, toccare, odorare e di imparare attraverso esperienze sensoriali, che facciano appello alle motivazioni profonde dell'agire, quelle legate alle emozioni, al senso di responsabilità e agli affetti.
Fare educazione ambientale vuol dire applicare ad esempi concreti e direttamente percepibili le esemplificazioni degli strumenti teorici e concettuali usati dalla scienza contemporanea, dall'economia, alla sociologia, dalla neurobiologia all'ingegneria, per studiare la complessità di sistemi non riconducibili a modelli meccanici, per prevedere l'evoluzione delle situazioni di "non equilibrio" e dei "sistemi non lineari" per studiare individui e fenomeni locali contestualizzandoli e mettendoli in relazione con popolazioni e fenomeni globali e viceversa per capire quale ruolo e quale relazione intercorre fra generale e caso o evento singolo. In questa ottica il rapporto con il territorio diventa un elemento strategico nell'attuazione di programmi ed interventi di educazione ambientale orientati alla responsabilità ambientale.
L'efficacia di politiche promosse nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile deve essere misurata anche con la capacità di promuovere nuove forme di progettualità riferita ai maggiori problemi ambientali, rispetto ai quali non può valere, quale unico modello di intervento, un approccio fondato su divieti, regole e impedimenti. Occorre una rivisitazione degli strumenti della politica ambientale in direzione del miglioramento della legislazione e di protezione ambientale e della sua applicazione, per avviare una strategia più efficace e moderna che promuova atteggiamenti responsabili da parte di tutti i soggetti sociali e portatori di interessi.
I cittadini, gli studenti, gli operatori di settore, i professionisti, le imprese sono destinatari e insieme attori di un processo che non può che costruirsi con il consenso e la condivisione degli obiettivi.
In tale contesto la promozione di una maggiore efficacia dei processi di informazione, di diffusione della conoscenza, risultano un interventi strategici di forte valenza nei quali la scuola non può non giocare un ruolo primario.
I processi educativi propongono conoscenze ed esperienze che coinvolgono la sfera cognitiva, affettiva ed etica delle persone e promuovono una cittadinanza attiva e consapevole capace di assumere responsabilità nei confronti del proprio ambiente con comportamenti adeguati.
Attività del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio nel settore dell'educazione ambientale
Nel corso dell'anno che si è appena concluso il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha impegnato 7.955.039,61 € nel settore dell'Educazione Ambientale, con una crescita esponenziale, rispetto all'anno 2000, del 960%.
Negli ultimi anni tali impegni hanno consentito la realizzazione di 81 Laboratori Territoriali presenti sul territorio, che svolgono la funzione di nodi del Sistema Nazionale di Educazione Ambientale, ai quali vanno aggiunti i Centri di Educazione Ambientale dei vari sistemi regionali, che in Emilia Romagna e nelle Marche hanno raggiunto il ragguardevole numero di una cinquantina, mentre nel Lazio e in Puglia sono ormai circa una quindicina, solo per citare alcuni esempi più eclatanti.
In Calabria il Centro di Educazione e Documentazione Ambientale di Rende (gestito dal Consorzio Crati organismo che riunisce tre Università calabresi e l'università Tor Vergata di Roma) ed il Centro di educazione Ambientale Colle Marcione di Civita rappresentano i nodi di riferimento per l'Educazione Ambientale. Ma negli ultimi anni è cresciuto l'impegno nella nostra Regione e con il Programma Operativo Multiregionale Ambiente (POMA) sono stati finanziati progetti che hanno visto il potenziamento dei laboratori già esistenti e la creazione di altri Centri di Educazione Ambientale a Villa S. Giovanni e Vibo Valentia.
L'impegno a rafforzare la rete dei laboratori territoriali da parte del Ministero dell'Ambiente rappresenta un ampliamento della strategia di intervento delineata negli ultimi anni. In questo ambito anche il rafforzamento della presenza di centri e laboratori nella nostra Regione deve diventare impegno primario ed oggetto di concertazione.
Il Ministero ha ritenuto che fare educazione ambientale sul territorio non significhi sostituirsi alle istituzioni appositamente preposte alla formazione scolastica, ma offrire loro, attraverso la diffusione di strutture sul territorio, il necessario supporto per rafforzare l'azione formativa attraverso la diffusione di strutture sul territorio.
Il rafforzamento dei centri di educazione ambientale e delle reti regionali a cui questi fanno riferimento è stato, infatti, l'oggetto dell'Accordo siglato in sede di Conferenza Stato-Regioni nel novembre 2000, dal quale è scaturito il Tavolo Tecnico permanente in materia di educazione ambientale.
In particolare sono state indicate priorità tematiche e di strumenti per rafforzare l'azione delle Regioni e dello Stato in questa materia. In tale contesto la Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 17 gennaio scorso ha siglato l'Accordo con il Ministero dell'Ambiente e i Presidenti delle Regioni e delle Provincie autonome di Trento e Bolzano che mette a disposizione delle Amministrazioni locali fondi per un importo di 10.329.137,98 € (pari a 20 miliardi di Lire) per sostenere la programmazione regionale in questo settore per il biennio 2001-2003. Tali fondi sono destinati all'attuazione di una nuova programmazione concertata in materia di informazione, formazione ed educazione ambientale.
Le predette risorse, tenendo conto della necessità di garantire un'equilibrata distribuzione delle strutture regionali di coordinamento e dei relativi nodi provinciali per l'educazione ambientale, saranno assegnate alle Regioni e alla Provincie autonome di Trento e Bolzano secondo i seguenti criteri di riparto:
Il 40% sarà ripartito in parti uguali tra tutte le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano;
Il 60% sarà ripartito sulla base di specifici criteri presenti nei documenti di programmazione regionale. Criteri atti a verificare:
il livello di coerenza tra i documenti di programmazione regionale con le finalità e gli indirizzi recepiti nell'Accordo Stato Regioni del 23/11/2000;
il livello di integrazione dei sistemi regionali per l'educazione e l'informazione ambientale con le politiche d'intervento regionale nel settore ambientale;
l'entità dei cofinanziamenti indicati dai documenti di programmazione regionale, correlata anche alla eventuale capacità di attivare sinergie di carattere privato;
il livello di utilizzo dei finanziamenti già assegnati dal Ministero dell'ambiente e delle tutela del territorio per questo settore, sulla base di precedenti azioni finanziarie.
I documenti di programmazione regionale per il biennio 2002-2003, che costituiscono la base per l'assegnazione delle risorse, devono essere approvati con delibera della Giunta regionale entro il 30 aprile 2002.
Entro il 30 giugno 2002, sulla base dei documenti di programmazione regionale, dovranno essere stipulati gli accordi di programma tra il Ministero dell'Ambiente e le singole Regioni e Provincie autonome di Trento e Bolzano.
E' previsto infine un meccanismo per la ridistribuzione di eventuali fondi residui che sarà definito entro e non oltre il 30 settembre 2002.
La nostra Regione, che sconta un ritardo nella organizzazione e nel potenziamento delle strutture territoriali per l'educazione ambientale, deve saper cogliere l'occasione di questa nuova stagione di programmazione concertata tra lo Stato e le Regioni per valorizzare tutte quelle competenze, quelle risorse e ricchezze offerte dal nostro territorio.
Tutti gli sforzi del Governo, coerentemente all'impegno di contenere le disomogeneità e di garantire l'equilibrio sul territorio nazionale, sono altrettante proposte per sollecitare nuovi modelli di sviluppo, utilizzando strumenti e risorse in armonia con la valorizzazione e la tutela del patrimonio ambientale e per richiamare le idee che ciascuno può mettere in campo. Occorre l'impegno e il coinvolgimento di tutti gli attori sociali, dal mondo della scuola e della ricerca a quello della formazione per concretizzare e realizzare questo ambizioso programma che vede nell'integrazione, nel lavoro in rete e nella valorizzazione del territorio i punti qualificanti di un impegno ambientale orientato allo sviluppo sostenibile.
Reggio Calabria
21 marzo 2002
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tratto dal sito web
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