Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito Cofferati querela Martino, Bossi e Sacconi e chiede le scuse ufficiali del governo

    Il leader della Cgil chiede al premier di smentire i ministri
    che hanno evocato legami tra terrorismo e ambienti sindacali

    Cofferati: "Le scuse del governo o non andiamo all'incontro"
    Querelati Bossi, Martino e Sacconi





    ROMA - Sergio Cofferati domani non si siederà al tavolo convocato dal governo per riprendere a parlare delle riforme sui temi del lavoro. Un tavolo riaperto dopo l'omicidio di Marco Biagi a Bologna. Non si siederà fino a quando il premier Silvio Berlusconi non smentirà pubblicamente le dichiarazioni di due ministri del suo governo, Antonio Martino e Umberto Bossi e, in ultimo, quelle del sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi. I tre rappresentanti dell'esecutivo, in tre interviste separate, hanno evocato un qualche legame tra terrorismo e ambienti sindacali. Troppo per Cofferati. "Non ci può esser incontro della Cgil con chi considera la Cgil in questo modo, con affermazioni esplicite e ripetute", ha detto il segretario della maggiore confederazione. Che chiede chiarezza a Berlusconi, ma non è disposto a perdonare gli esponenti governativi. "La Cgil - ha detto Cofferati - ha dato incarico agli avvocati per adire le vie legali contro le dichiarazioni di Martino, Sacconi, Bossi perché le loro interviste contengono affermazioni gravisime".

    Dichiarazione sulle quali anche il leader dei Ds Piero Fassino, ha chiesto una immediata smentita. Non è solo, Cofferati. Anche Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl è choccato. "E' davvero grave - dice - che esponenti del governo alimentino un clima di sospetto e di intimidazione nei confronti del sindacato, accusandolo di presunte collusioni ed ambiguità con il terrorismo".

    Il primo a parlare di legami tra ambienti sindacali e terrorismo è stato Antonio Martino che in un intervento su La Sicilia di oggi, aveva definito la manifestazione romana della Cgil "un pericolo enorme... per le libere istituzioni della nostra democrazia". E sul Messaggero, il leader della Lega Nord nonché ministro delle Riforme Umberto Bossi, parlando dell'omicidio di Marco Biagi ha detto che "prima la sinistra ha creato il clima, poi qualcuno lo ha ammazzato... e l'alibi sono le balle che (il leader della Cgil Sergio) Cofferati ha raccontato in fabbrica".

    Ma il più esplicito di tutti è stato il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi che in un'intervista al quotidiano La Stampa, chiede alla Cgil e ai sindacati "fatti concreti... Vogliamo denunce, delazioni. L'omicidio di Marco Biagi nasce dal mondo del lavoro, non è un universo così vasto quello dove bisogna cercare e i sindacati conoscono le nicchie anomale di questo sistema". Proprio l'accenno alle "nicchie" che "tutti conoscono", ha fatto infuriare i sindacalisti di Cgil e Cisl.

    Una decisione, quella di disertare il tavolo, che Sergio Cofferati ha preso da solo. Prima, però, ha fatto sapere ha fatto saper le sue decisioni sia a Pezzotta, che ad Angeletti, leader della Uil.

    Repubblica.it (25 marzo 2002)

  2. #2
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito Le accuse al sindacato di Bossi, Martino e Sacconi

    ROMA - Il ministro della Difesa Antonio Martino, il ministro delle Riforme Umberto Bossi e il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi hanno rivolto tra ieri e oggi dalle pagine dei quotidiani accuse più o meno esplicite alla Cgil. Il sindacato, avvertono gli esponenti del governo, che mettono in relazione le dichiarazioni della Cgil sull'articolo 18 con il terrorismo, deve chiarire ogni sua ambiguità e deve abbandonare ogni intento politico che si nasconde dietro al confronto sociale.

    ANTONIO MARTINO (ministro della Difesa)
    Con la manifestazione di sabato la Cgil, afferma Martino su La Sicilia di ieri, ha voluto "mostrare i muscoli" ed esibire la sua "preoccupante potenza" "per ricordare alle istituzioni democratiche che non è loro consentito svolgere i compiti previsti dalla Costituzione e che sono stati loro assegnati dalla maggioranza degli elettori". Per Martino il sindacato ha mostrato di saper ben impiegare il denaro e di saper organizzare eventi di dimensioni imponenti, trasportando centinaia di migliaia di persone "a fior di miliardi ad applaudire Cofferati". Lo scopo è stato quello di alimentare la vanità del leader sindacale: "L'intera, gigantesca piazza era fatta soprattutto a beneficio di una sola persona, 'ad majorem Cofferatianam gloriam'", continua Martino. Il ministro si spinge oltre: partecipando alla manifestazione, la gente ha "inconsapevolmente" sostenuto la tesi degli assassini di Biagi: "Che la riforma del mercato del lavoro costituisce un tradimento dei diritti dei lavoratori". Martino non stabilisce collegamenti diretti tra manifestanti e terroristi, ma denuncia lo strapotere della Cgil e l'anomalia tutta italiana di un sindacato che vuole dettare le regole del gioco a governo e istituzioni: "La vera anomalia italiana - dice Martino - consiste nell'aver consentito la creazione di un potere sindacale smisurato sottratto a qualsiasi disciplina legislativa, dotato di risorse finanziarie ingenti, rispetto alle quali è immune dagli obblighi che valgono per tutti gli altri, che si pone come dichiarato obiettivo quello di impedire al Parlamento di fare leggi non di suo gradimento ed al Governo di esercitare il mandato ricevuto dagli elettori, governandolo".

    UMBERTO BOSSI (ministro delle Riforme)
    A dare un colore tutto politico alla manifestazione di sabato è anche il ministro delle Riforme Umberto Bossi, che sulle pagine del Messaggero di oggi non esita a definire la Cgil "un partito" e che attribuisce alla sinistra e al sindacato la responsabilità dell'assassinio di Biagi. Il vero fine di Cofferati, dice il leader della Lega, è quello di sostituirsi a D'Alema e Fassino, e finora "le sue bugie sono state l'alibi per il ritorno del terrorismo". "Cofferati - continua Bossi - ha visto che la sinistra stava giù senza un'idea e senza una bandiera, lui è andato in giro per le fabbriche a raccontare delle balle, come quella che licenziano i lavoratori. Questo ha portato al terrorismo. Peraltro a sinistra sono anche bravi, prima lo hanno ammazzato... e poi si sono appropriati del morto".

    MAURIZIO SACCONI (sottosegretario al welfare)
    Di ambiguità tra la Cgil e certe cellule anomale del mondo del lavoro parla oggi sulla Stampa anche il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi, che invita il sindacato a chiarire definitivamente la sua posizione. "La Cgil deve chiarire da che parte sta. Non servono parole per condannare il terrorismo, dai sindacati vogliamo fatti concreti": il sindacato deve porre un confine a sinistra, come fece Lama negli anni di piombo. Non basta una semplice condanna.
    "L'omicidio di Marco Biagi - dice Sacconi - nasce nel mondo del lavoro, non è un universo così vasto quello dove bisogna cercare e i sindacati conoscono le nicchie anomale di questo sistema". "Vogliamo denunce, delazioni. Ci sono situazioni di confine, che hanno nomi e cognomi, che tutti conoscono", conclude Sacconi.

    Repubblica.it (25 marzo 2002)

  3. #3
    Super Troll
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    Predefinito

    di contraddizione in contraddizione.
    prima spifferano alla strampa che Biagi era nel mirino, gli negano la scorta, poi la colpa è dei sinistri.
    Inoltre VOGLIONO ABOLIRE L'ART.18 PERò NEGANO CHE VOGLIANO LICENZIARE.
    Chi li capisce e proprio bravo.
    Solo macchiette come quelli di destra che sono qui sul forum possono prestar fede a simili dichiarazioji.
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  4. #4
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito

    Che il governo cercasse di strumentalizzare il terrorismo era prevedibile. Quel che non abbiamo previsto - ed ogni volta ci stupisce - è il fatto che il personale politico del centrodestra non ha il senso del limite.

    R.

 

 

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