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    Predefinito Marco Barbone, il sicario di Tobagi: ecco l'articolo.

    Amnesia per le Br

    I terroristi? Figli che “giocano” nel cortile di casa ex-post-neo comunista. Lo dice Bossi? No, un ex “giocatore”

    Ci scusiamo con i due grandi del cinema italiano per l’utilizzo del titolo del loro nuovo film. Vorremmo scrivervi qualche considerazione sull’omicidio del Prof. Biagi e il titolo più appropriato ci sembra quello scelto da Salvatores ed Abatantuomo che peraltro hanno ricevuto 500 milioni l’uno e 700 l’altro per le loro fatiche. Non male per due estremisti di sinistra (area Rifondazione) considerando che questa montagna di quattrini si assomma ad altre già percepite grazie ai favori di Silvio Berlusconi. Ma tant’è... Dicevamo delle amnesie: quella sicuramente più drammatica, è l’amnesia del ministero dell’interno che non ha scortato la povera vittima; evidentemente il fatto che le Br abbiano sanguinosamente attaccato il ministero del Lavoro negli ultimi anni, non ha significato nulla (e come vedremo, l’attenzione al ministero del Lavoro ha una sua specifica spiegazione, un significato politico). Questi pensieri ci vengono ricordando le dimissioni dell’allora ministro degli Interni Francesco Cossiga allorché venne rinvenuto il cadavere di Aldo Moro: un gesto di moralità politica che in questa occasione è mancato; e questo non fa onore al governo che pure è parte lesa in questo omicidio. Forse sono passati troppi anni dalla fine degli anni ’80, dalla fine dei grandi processi per terrorismo, per questo siamo ancora lì a titolare: “la pistola è la stessa”. E allora? Che interesse ha questo dettaglio? Nessuno, l’omicidio del Prof. Biagi non è un delitto comune, è un tragico gesto politico e come tale va analizzato.

    Girotondini peggio della Cgil

    La discussione più interessante si è snodata sulla questione dei girotondini, del loro livore politico, capace secondo la vulgata di centrodestra, di generare violenza politica e altro. Ha reagito vivacemente anche la Cgil dichiarandosi non disposta a rinunciare ai propri princìpi, alla lotta contro la modifica dell’articolo 18, anche e soprattutto dopo l’omicidio Biagi. (Potremmo chiosare informandovi che l’art. 18 in Italia non può essere invocato in caso di licenziamento da parte dei sindacati! Proprio così, sia che siate un dirigente sindacale sia un semplice addetto amministrativo, per voi non c’è la possibilità di reintegro perchè i sindacati sono esentati dall’art. 18. Altro poco limpido esempio di moralità politica). Ma tornando alla questione centrale, cioè se i toni debbano restare accesi o riportarsi verso un clima consociativo per evitare la deriva terrorista, come ha sostenuto fra gli altri Gad Lerner in una trasmissione su La 7, devo dire che penso che abbia ragione Sergio Cofferati, che la lotta politica non debba essere condizionata nei suoi tempi e nei suoi temi dall’iniziativa della lotta armata. Negli anni ‘70 la lotta armata ebbe una forte diffusione anche perché in realtà era divenuta l’unica forma di opposizione nel momento in cui si andava verso l’unità nazionale con il governo Andreotti, sostenuto dal Pci, che poi finì con l’omicidio Moro.

    Peggio l’odio di Sciuscià di chi alza la voce

    La passione politica, l’estremismo non sono di per sè motivi scatenanti della violenza politica, anzi possono esserne una causa ri-tardante. Questo anche quando l’esagerazione è feroce, come quando si vede a Sciuscià un vignettista di grido scriversi col pennarello un numero sul braccio e con lo sguardo pieno di odio aggredire verbalmente un ministro israeliano rinfacciandogli quel gesto: nel caso di specie l’amnesia è verso la Shoah, verso i kamikaze palestinesi che fanno strage di israeliani di qualunque età solo per il fatto di essere al mondo, perpetuando il genocidio nazista da una comoda poltrona mediatica e di sinistra. Fa impressione vedere una vecchia gloria dell’Autonomia operaia (Franco “Bifo” Berardi) usare argomenti come “a chi giova” o “sedicenti Br” o “regolamento di conti interno al governo”, che francamente non si sentivano più dai tempi del sequestro Sossi (1974) quando insomma per il Pci le Br erano definite sedicenti e si diceva che il terrorismo era solo fascista.

    Le Br non sono marziani

    Ma la vera questione ci pare essere l’appartenenza ideale ed ideologica delle Br alla sinistra italiana. Rossana Rossanda qualche anno fa parlò di album di famiglia; i brigatisti nei loro libri testimonianza, hanno sempre sottolineato la loro militanza nella sinistra storica italiana, perfino nel sindacato. Il punto è che leggendo la rivendicazione delle Br e le loro prolisse risoluzioni strategiche, si riscontra sì un tono da Terza Internazionale e c’è una forte attenzione sui temi sindacali e del lavoro, ma questi non sono marziani, definirli killer seriali non aiuta; le Br sono la deriva violenta dell’iniziativa politica superideologica che sostituisce le piazze al voto democratico, che considera il proprio avversario un nemico, soprattutto un simbolo da colpire. Il linguaggio dei brigatisti è perfettamente omologo a quello delle frange operaiste del sindacato.

    Il “milieu” del terrorismo

    I girotondini costituiscono, che gli piaccia o no, il milieu culturale al cui interno una scelta sciagurata come la lotta armata trova appoggio, silenzio, conformismo omertoso di stampo mafioso. Avete mai fatto caso all’atteggiamento verso i pentiti di mafia, anche i più squalificati? Ebbene costoro hanno sempre goduto nell’intellighentsia di sinistra di un trattamento di buona considerazione soprattutto quando si facevano strumento di lotta politica accusando qualche Dc di connivenza mafiosa. Ma qual è stato, invece, l’atteggiamento degli stessi intellettuali verso i pentiti del terrorismo? Tacciati di infamia e tradimento, isolamento civile e sociale (e questo lo sappiamo bene). Il peccato era ammettere le responsabilità dirette nella lotta armata di chi aveva militato nella sinistra, discutere seriamente sul fatto che l’estremismo sociale e sindacale (l’operaio sociale che oggi Negri ha mandato in pensione) era parte integrante della sinistra e aveva fatto scelte di violenza e di morte.

    È la lotta di classe che genera mostri

    Ma si dirà che a contraddire tutto ciò c’è l’evidente silenzio verso i G-ottini, i no global: amnesia, vi diciamo per l’ennesima volta. Le Br sono sempre state un gruppo a forte vocazione operaista, non hanno mai fatto reclutamenti di massa e hanno avuto una profonda distanza se non vero e proprio conflitto politico verso i movimenti spontaneisti, verso quella che un tempo era l’area dell’autonomia. Insomma vogliamo ricordare che in un gruppo di licenziati dalla Fiat nei primi anni Ottanta (i famosi 61, per chi non soffre di amnesia) c’erano delegati sindacali che poi si rivelarono brigatisti regolari a tutti gli effetti; era, ed è tuttora, quella dell’estremismo sindacale l’area di reclutamento brigatista. In definitiva l’amnesia è grave e a tutto tondo perchè da allora sono passati pochi mesi, perchè tutto è stato detto e scritto e i delitti politici non sono tragici gialli su cui accanirsi morbosamente, come nel caso della tragedia di Cogne. Se l’ideologia politica, il sonno della ragione genera mostri, è la lotta di classe che genera il terrorismo rosso e dall’altra parte l’amnesia ci impedisce di confrontarci con la tragica realtà che in Italia, all’interno della sinistra di classe, c’è ancora oggi chi fa una scelta di violenza politica e agisce nella clandestinità di un movimento politico, le Br, che nessuno, ricordate, ha mai ufficialmente dichiarato sciolto.


    di Barbone Marco

  2. #2
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    La risposta a questo articolo dell'assassino di Tobagi, Marco Barbone (figlio di una personalita dell'ambiente editoriale: Donato Barbone, dirigente della Sansoni affiliata alla Rizzoli) che si e' pentito accusando altri terroristi come lui e ora libero di farci la morale scrivendo per il berlusconiano Giornale, in una delle piu' riuscite giravolte possibili nella vita di un uomo, la farei dare da un Dimitri Buffa d'annata, sulla Padania del 1999 , dopo l'omicidio D'Antona...
    Ecco cosa scrisse ( a volte e' in gamba, Dimitri...)

    E i giornali litigano per avere l’ex Br

    di Dimitri Buffa

    Altro che staccare la spina. Le "nuove Br" ammazzano gente inerme per strada e i giornalisti, più o meno di regime, della stampa italiana che fanno? Vanno a caccia di vecchi reduci della lotta armata, in cerca di interviste più o meno esclusive, bramosi di analisi e paragoni improbabili tra ieri e oggi, con l’equivoco sottinteso e malinteso che quelli di una volta "sì, che erano romantici e rivoluzionari, non come questi tagliagole di oggi". Una balla grossa come una casa: assassini gli uni e assassini gli altri. Se pure non ci fossero connessioni, ed è tutto da dimostrare, quanto meno i killer di oggi seguono l’esempio di quelli degli anni ’70 che non hanno diritto ad alcun pulpito da cui predicare efficacemente l’inutilità della lotta armata. Ogni qual volta si appalesa un’emergenza vera o presunta, insomma, la stampa italiana, fa a gara a dare il peggio di sè. In nemmeno due giorni sono stati intervistati tutti i più sanguinari e infami terroristi in attività alla fine degli anni ’70. Qualche esempio? Adriana Faranda, che fece parte del commando che uccise la scorta di Moro, è stata sentita come "esperta" del settore per ben tre volte, dal "Corriere", dal "Messaggero"e dalla "Stampa"di giovedì, e per un’altra alle 13 di venerdì dal TG2.Franco Bonisoli , anche lui presente a via Fani, dal "Giornale" di venerdì. Germano Maccari, uno dei carcerieri di Moro da "Repubblica" ieri. Marco Barbone, l’infame killer del collega Walter Tobagi, sempre ieri dal "Giornale". Barbara Balzerani, ex primula rossa, almeno una dozzina di omicidi sulle spalle, attualmente ammessa al lavoro esterno, ieri dalla "Stampa".. speriamo di non dimenticarcene qualcun’altro. Ma non basta, i cronisti, chiaramente istigati dai direttori, cui evidentemente questo revival del terrorismo deve piacere molto a livello editoriale, un po' come i sarti vanno pazzi per il ritorno alla moda hippy e ai pantaloni a zampa di elefante, sono riusciti ad andare a rompere i cosiddetti anche a Curcio, Franceschini, Moretti, Gallinari e persino a Senzani, il feroce carnefice del fratello del pentito Patrizio Peci. Beh in questi giorni il risultato paradossale è stato che le vecchie Br hanno avuto i megafoni da cui auto discolparsi e giustificare i loro omicidi passati e le "nuove" per fare propaganda e proseliti tra le nuove leve della sovversione.


  3. #3
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    Guarda che l'editoriale non lo ha scritto per il Giornale, ma la testata ne ha solo riportato un estratto l'altroieri.
    L'articolo è stato scritto e pubblicato sulla rivista "Tempi".

  4. #4
    Naufrago
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    L'Articolo di Buffa si riferisce al 1999.
    Gia' allora Barbone scriveva su Il Giornale...

  5. #5
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    Originally posted by Robinson
    L'Articolo di Buffa si riferisce al 1999.
    Gia' allora Barbone scriveva su Il Giornale...
    Alfo??? Spiega a tutti come mai la lista dei BR in Francia è rimasta nel cassetto del governo Ulivista, poi torna a blaterare.
    In una democrazia la partecipazione alla vita politica, al di là delle oggettive capacità, deve essere garantita a tutti. Rutelli è la garanzia che l'Italia è davvero una gran bella democrazia"
    The Times

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    Naufrago
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    Ma tu che leggi, Topolino?
    Era il 1998, erano stati arrestati tre terroristi nello spazio di Shengen, il governo ulivista voleva l'estradizione dei terroristi rifugiati in Francia, questa fu la risposta...

    La Repubblica - 05.03.98




    --------------------------------------------------------------------------------

    "Gli ex terroristi italiani resteranno in Francia"

    Parigi, l'ha detto Lionel Jospin: il recente arresto di tre persone è stato un "atto dovuto" dopo Schengen

    PARIGI (g.mar.) - I fuggiaschi degli anni di piombo potranno restare in Francia, il governo rispetterà la parola data da Francois Mitterrand nel 1985. Lionel Jospin lo ha assicurato formalmente ieri agli avvocati degli italiani che si sono rifugiati Oltralpe nei primi anni Ottanta: "Non accoglierò nessuna richiesta di estradizione", ha scritto il primo ministro ai legali Jacques de Felice e Irène Terrel. Gli arresti di tre ex terroristi, in seguito all'ingresso dell'Italia nel cosiddetto "spazio Schengen", dev'essere insomma considerato un incidente di percorso.

    Nelle settimane scorse, i circa 150-160 italiani accolti in Francia hanno temuto per la loro sorte. Dopo l'ingresso del nostro paese nell'area di Schengen, il 27 ottobre scorso, i nomi di molti di loro sono stati inseriti dalla polizia italiana nel sistema informatico europeo, nel quale sono schedati tutti i ricercati, e la polizia francese ne ha arrestati tre. Un "atto dovuto", poiché Schengen è in qualche modo la prefigurazione di uno spazio giuridico europeo. In materia di estradizione, tuttavia, l'ultima parola spetta al governo e alcuni ex terroristi avevano scritto nei giorni scorsi a Jacques Chirac e Lionel Jospin per chiedere una scelta definitiva sul loro destino.

    La risposta del primo ministro, al quale spetta il compito di firmare o no i decreti di estradizione, è arrivata ieri con la lettera ai due avvocati: "Vi informo che il mio governo - si legge tra l' altro - non ha intenzione di modificare l'atteggiamento della Francia. È per questo motivo che non è stata e non sarà accolta nessuna domanda di estradizione di cittadini italiani che sono venuti nel nostro paese nelle condizioni citate".

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  8. #8
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    Originally posted by Robinson
    Ma tu che leggi, Topolino?
    Era il 1998, erano stati arrestati tre terroristi nello spazio di Shengen, il governo ulivista voleva l'estradizione dei terroristi rifugiati in Francia, questa fu la risposta...

    La Repubblica - 05.03.98




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    "Gli ex terroristi italiani resteranno in Francia"

    Parigi, l'ha detto Lionel Jospin: il recente arresto di tre persone è stato un "atto dovuto" dopo Schengen

    PARIGI (g.mar.) - I fuggiaschi degli anni di piombo potranno restare in Francia, il governo rispetterà la parola data da Francois Mitterrand nel 1985. Lionel Jospin lo ha assicurato formalmente ieri agli avvocati degli italiani che si sono rifugiati Oltralpe nei primi anni Ottanta: "Non accoglierò nessuna richiesta di estradizione", ha scritto il primo ministro ai legali Jacques de Felice e Irène Terrel. Gli arresti di tre ex terroristi, in seguito all'ingresso dell'Italia nel cosiddetto "spazio Schengen", dev'essere insomma considerato un incidente di percorso.

    Nelle settimane scorse, i circa 150-160 italiani accolti in Francia hanno temuto per la loro sorte. Dopo l'ingresso del nostro paese nell'area di Schengen, il 27 ottobre scorso, i nomi di molti di loro sono stati inseriti dalla polizia italiana nel sistema informatico europeo, nel quale sono schedati tutti i ricercati, e la polizia francese ne ha arrestati tre. Un "atto dovuto", poiché Schengen è in qualche modo la prefigurazione di uno spazio giuridico europeo. In materia di estradizione, tuttavia, l'ultima parola spetta al governo e alcuni ex terroristi avevano scritto nei giorni scorsi a Jacques Chirac e Lionel Jospin per chiedere una scelta definitiva sul loro destino.

    La risposta del primo ministro, al quale spetta il compito di firmare o no i decreti di estradizione, è arrivata ieri con la lettera ai due avvocati: "Vi informo che il mio governo - si legge tra l' altro - non ha intenzione di modificare l'atteggiamento della Francia. È per questo motivo che non è stata e non sarà accolta nessuna domanda di estradizione di cittadini italiani che sono venuti nel nostro paese nelle condizioni citate".


    QUESTA E' LA DIMOSTRAZIONE CHE L'EUROPA UNITA E' UNA BARZELLETTA

  9. #9
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    Originally posted by Free




    QUESTA E' LA DIMOSTRAZIONE CHE L'EUROPA UNITA E' UNA BARZELLETTA





    Ma quando avremo il mandato di cattura europeo..................Ah, ops! E' vero, dimenticavo, Berlusconi non lo vuole!

  10. #10
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    Originally posted by afam







    Ma quando avremo il mandato di cattura europeo..................Ah, ops! E' vero, dimenticavo, Berlusconi non lo vuole!
    I reati di cui sono accusati i BR sono tra quelli per cui l'Italia ha sottoscritto l'accordo.
    Afam, anche tu con la solita disinformacja?
    Da te non me l'aspettavo!

 

 
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