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Discussione: Mantova e dintorni

  1. #1
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    Predefinito Mantova e dintorni

    ho trovato questo piccolo sito su Mantova, non un gran chè però pütòst che gnint l'è mei pütòst

    http://www.mantovaedintorni.com/n3/indexn3.htm

  2. #2
    a mia insaputa
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    Predefinito Il Cocco.

    Da Libero di oggi.
    Di Giuseppe Pederiali.


    Il Santuario delle Grazie in quel di Mantova,è uno degli edifici più cari all'immaginario religioso della gente di Padania. Commissionato a metà del XIV secolo da Francesco I° Gonzaga all'architetto Bartolino da Novara,il medesimo che ha progettato i castelli estensi di Ferrara,Finale Emilia e quello mantovano di S. Giorgio,custodisce al suo interno molti e notevoli esempi di arte sacra,ma anche,e specialmente,mirabili testimonianze di fede così come veniva espressa dal popolo e dai suoi artisti e artigiani. Notevoli sono gli ex voto,i simboli anatomici in cera,le statue polimateriche,oggetti che si sono accumulati a partire dal Cinquecento. Le statue votive e i simboli anatomici in cera colpiscono la fantasia,e spesso impressionano per il loro realismo,illuminanti flash su particolari della vita quotidiana di molti secoli fa,con in evidenza le fatiche e la sofferenza di stare al mondo.
    L'oggetto che più attirava l'attenzione di pellegrini e viaggiatori,ieri come oggi,era il coccodrillo impagliato che se ne stava incatenato alla campata d'ingresso del santuario. Di sicuro il rettile più famoso di tutta la Padania,simbolo del Male contrapposto alla Madonna. Non a caso il coccodrillo appartiene alla medesima famiglia dei draghi,animali che per secoli hanno popolato la fantasia di questa gente che aveva faticosamente strappato alle paludi e alle foreste la terra da coltivare. Paludi e foreste abitate da creature misteriose che,con il diffondersi del cristianesimo,finirono per essere identificate con il diavolo in persona,o con gli animali suoi aiutanti. Però,sottosotto,permaneva e covava il fascino dell'antica religione,un paganesimo apparentato con religioni ancora più remote,vicine a una natura non sempre considerata nemica. Così il coccodrillo si prendeva la sua parte di preghiere, e non come perno di simbologie negative.
    Siccome il coccodrillo appeso al soffitto della chiesa delle Grazie cominciava a mostrare tutti i suoi anni e c'era il rischioche cadesse a pezzi,una benemerita associazione culturale mantovana,gli Amici di Palazzo Te,lo ha mandato a restaurare. In questi giorni,rimesso a nuovo dagli specialisti dell'università di Heidelberg,i medesimi che hanno lavorato alla mummia preistorica di Similaun,viene esposto al pubblico presso il museo diocesano insieme ad altri due rettili delle medesima specie che giacevano nel seminario e a Palazzo d'Arco.
    Il coccodrillo tornerà presto sull'ingresso della chiesa delle Grazie,ma intanto ha fatto notizia la scoperta della sua vera età,stabilita con il metodo del Carbonio 14. Considerata la lunghezza,il rettile è morto quando aveva due o tre anni,ma la sua vita trascorsa da impagliato è almeno un secolo più lunga di quanto si credeva. Il particolare è molto importante perchè significa che il coccodrillo è stato presente nella chiesa fin dai tempi della sua erezione. Dunque non più uno dei tanti simulacri inseriti all'interno del santuario insieme a immagini sacre e a ex voto d'epoca rinascimentale,bensì una figura centrale della simbologia religiosa all'interno di un edificio tardo medievale.
    Da secoli molte leggende sono nate attorno al coccodrillo delle Grazie. Si dice che l'animale non provenga dall'Egitto o dall'Africa nera,ma che sia stato pescato direttamente nelle acque del Mincio.
    Come molti corsi d'acqua della Padania,i laghi di Mantova (relitti di antiche paludi) e il Mincio hanno ospitato per molto tempo draghi,basilischi e serpenti giganteschi,nati a allevati dalla fantasia popolare che da queste parti è particolarmente brillante,grazie forse a quel cibo padanissimo che è la zucca mantovana,particolarmente saporosa e cucinata in cento modi diversi. Non a caso una delle suddette leggende racconta di una pianta di zucche gigantesche,grandi quanto una casa,che prosperava nel folto più folto della foresta. Uno solo di questi frutti avrebbe potuto sfamare la pololazione di un intero villaggio. Ma nessuno riuscì mai a trovare la pianta, e neppure il seme della favolosa zucca. Così la gente della Bassa seguitò a fare la fame,e a sognare.


    http://www.itis.mn.it/grazie/img/coccodrillo.jpg

    Se vedòm!
    Se vedòm!

 

 

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