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    Post SETTANT'ANNI DOPO, HITLER VOLEVA DAVVERO LA GUERRA ?

    DI PATRICK J. BUCHANAN
    vdare.com

    Il primo settembre del 1939, settant'anni fa, l'esercito tedesco attraversava la frontiera polacca. Il 3 settembre, la Gran Bretagna dichiarava guerra.

    Sei anni dopo erano morti 50 milioni di cristiani ed ebrei. La Gran Bretagna era a pezzi e in bancarotta, la Germania un cumulo di rovine fumanti. L'Europa era stata la scena del più brutale conflitto conosciuto all'uomo e i civili avevano subito orrori peggiori che i soldati.

    Nel maggio 1945, le orde dell'Armata Rossa avevano già occupato tutte le maggiori capitali dell'Europa centrale: Vienna, Praga, Budapest, Berlino. Cento milioni di cristiani erano sotto il dominio della più barbara tirannia della storia: il regime bolscevico del più grande dei terroristi, Iosif Stalin.

    Quale causa poteva giustificare tali sacrifici?



    La guerra tra Germania e Polonia era scaturita da un alterco per una cittadina grande come Ocean City, MD, in estate. Danzica, tedesca per il 95%, era stata separata dalla Germania a Versailles in violazione del principio di autodeterminazione enunciato da Woodrow Wilson. Persino i leader britannici pensavano che la città dovesse essere restituita.

    Perché Varsavia non negoziò con Berlino che stava lasciando intravedere l’offerta di un territorio, a mo’ di risarcimento, in Slovacchia? Il motivo è che i Polacchi avevano ricevuto garanzia da parte della Gran Bretagna che, se la Germania avesse attaccato, la Gran Bretagna e il suo impero sarebbero venuti in soccorso della Polonia.

    Ma perché la Gran Bretagna avrebbe concesso una simile garanzia non richiesta ad una combriccola di colonnelli polacchi, dando loro il potere di trascinarla in una seconda guerra con la più potente nazione in Europa?

    Danzica valeva una guerra? Diversamente dai sette milioni di abitanti di Hong Kong ceduti a Pechino dai Britannici contro il loro volere, gli abitanti di Danzica chiedevano a gran voce di riunirsi alla Germania.

    Ecco la risposta: la garanzia non riguardava Danzica, e neanche la Polonia. Riguardava l’imperativo morale e strategico di “fermare Hitler!” dopo che questi aveva dimostrato, stracciando l’Accordo di Monaco e con esso la Cecoslovacchia, di essere alla conquista del mondo. E a questa bestia nazista non lo si poteva permettere.

    Se vero, sarebbe un punto convincente. Gli Americani, dopo tutto, erano pronti ad usare le bombe atomiche per tenere l’Armata Rossa lontana dalla Manica. Ma dove sono le prove che Hitler – le cui vittime fino al marzo del 1939 ammontavano ad una piccola percentuale di quelle del generale Pinochet o di Fidel Castro – era alla conquista del mondo?

    Dopo Monaco nel 1938, la Cecoslovacchia effettivamente si frantumò e separò. Eppure si consideri cosa è stato delle sue parti.

    I Tedeschi dei Sudeti ritornarono sotto il governo tedesco come desideravano. La Polonia si annesse la piccola e contestata regione di Teschen, dove vivevano migliaia di Polacchi. Gli ancestrali territori ungheresi nel sud della Slovacchia furono restituiti all’Ungheria. La Germania garantiva piena indipendenza agli Slovacchi. Quanto ai Cechi, essi si rivolsero a Berlino per ottenere lo stesso trattamento degli Slovacchi, ma Hitler insistette affinché accettassero un protettorato.

    Ora, si può certo disprezzare quanto fu fatto, ma in che modo la spartizione della Cecoslovacchia prova la spinta hitleriana verso la conquista del mondo?

    Ecco la replica: se la Gran Bretagna non avesse concesso la garanzia e non fosse entrata in guerra, dopo la Cecoslovacchia sarebbe stato il turno della Polonia, poi della Russia, poi della Francia, poi della Gran Bretagna, poi degli Stati Uniti.

    Adesso parleremmo tutti tedesco.

    Ma se Hitler era alla conquista del mondo – Gran Bretagna, Africa, Medio Oriente, Stati Uniti, Canada, Sud America, India, Asia, Australia – perché dedicò tre anni alla costosissima costruzione del Siegfried Stellung per proteggere la Germania dalla Francia? Perché iniziò la guerra senza navi di superficie, né trasporti per le truppe e con solo ventinove sommergibili oceanici? Come si conquista il mondo con una marina militare che non è in grado di uscire dal Mar Baltico?

    Se voleva il mondo, perché Hitler non fece costruire bombardieri strategici, anziché bimotori Dornier e Heinkel che dalla Germania non potevano raggiungere neppure la Gran Bretagna?

    Perché permise che l’esercito britannico lasciasse Dunkerque?

    Perché offrì la pace ai Britannici, due volte dopo la caduta della Polonia, e di nuovo dopo la caduta della Francia?

    Perché, quando cadde Parigi, Hitler non pretese la flotta francese, come gli Alleati pretesero ed ottennero la flotta del Kaiser? Perché non pretese le basi nella Siria controllata dalla Francia per attaccare Suez? Perché implorò Benito Mussolini di non attaccare la Grecia?

    Il motivo è che Hitler voleva terminare la guerra nel 1940, quasi due anni prima di quando i treni cominciarono i loro viaggi verso i campi.

    Con la Polonia Hitler non aveva mai voluto la guerra, ma un’alleanza come quelle che aveva con la Spagna di Francisco Franco, l’Italia di Mussolini, l’Ungheria di Miklos Horthy e la Slovacchia di padre Jozef Tiso.

    Di fatto, perché volere la guerra quando nel 1939, con l’eccezione della Francia, era circondato da vicini alleati, amici o neutrali? E aveva messo una croce sopra l’Alsazia, perché riconquistarla significava entrare in guerra contro la Francia e ciò avrebbe significato la guerra contro la Gran Bretagna, il cui impero egli ammirava e che aveva sempre cercato come alleato.

    Nel marzo 1939, Hitler non aveva confini con la Russia. Come poteva allora invadere la Russia?

    Winston Churchill aveva ragione quando la chiamò "La guerra inutile", la guerra che potrebbe dimostrarsi il colpo mortale alla nostra civiltà.

    Patrick J. Buchanan (non necessita di presentazioni)
    Fonte: VDARE.com Home Page - Welcome!
    VDARE.com: 08/31/09 - 70 Years After—Did Hitler Really Want War?
    31.09.2009

    http://www.ariannaeditrice.it/artico...articolo=27708
    Ultima modifica di Eridano; 15-09-09 alle 09:25
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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    Predefinito Rif: SETTANT'ANNI DOPO, HITLER VOLEVA DAVVERO LA GUERRA ?

    SETTEMBRE 1939: INIZIAVA COSI’ LA SECONDA GUERRA MONDIALE

    Francia e Gran Bretagna responsabili della morte dell’Europa

    Con le dichiarazioni di guerra degli Imperi francesi e britannico alla Germania del 3 settembre 1939, il Vecchio Continente sprofondava in quello che passò alla storia come il Secondo conflitto mondiale.
    Tuttavia, questa data è stata rimossa dai manuali di storia, intenti ad attribuire al Reich la deliberata volontà di scatenare una guerra planetaria dagli esiti apocalittici. E, infatti, oggi nessuno mette in discussione la data del 1° settembre 1939 come data di inizio del quel conflitto.
    Ma cosa accadde veramente questo giorno?
    Prima ci tolleri il lettore una breve “retrospettiva”. Dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale, la Germania – come gli altri Stati sconfitti – venne duramente punita. La Pace di Versaglia, che provocherà un’instabilità tale da condurre a un secondo conflitto, venne studiata appositamente per garantire l’egemonia dei due Imperi-guida che avevano trionfato, anche a scapito dell’Italia che della coalizione vincente faceva parte.
    Francia e Gran Bretagna decisero di punire la Germania e, tra le varie vessazioni imposte al Reich sconfitto, vi fu quella della costituzione della Libera Città di Danzig (Danzica) che de iure spezzava in due la continuità geografica della Germania e de facto permetteva l’incunearsi della Polonia in territorio tedesco, fino al Mar Baltico (all’epoca la Polonia era uno Stato continentale e non aveva accessi al mare).
    Il ritorno alla Madre Patria di Danzig fu sempre nell’agenda di tutti i Governi germanici, ma la debolezza dello Stato tedesco e l’incapacità degli “amministratori” della Repubblica di Weimar frustrarono ogni ipotesi di “ritorno”.
    Le cose cambiarono con l’avvento al potere del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi, i cui sostenitori si diffusero massicciamente in tutti i territori irredenti del Reich.
    Anche a Danzig (95% di popolazione di origine germanica) i nazionalsocialisti ottennero la maggioranza e si schierarono compattamente per il ritorno alla Madre Patria.
    Nel 1938, un referendum condotto sotto controllo di osservatori neutrali della Confederazione Elvetica confermò in maniera schiacciante – se ce ne fosse stato il bisogno – il desidero della città tedesca di riunirsi al Reich.
    Danzig irredenta per i Germanici divenne un simbolo, come Trieste irredenta lo era stata per gli Italiani.
    Ma Francia e Gran Bretagna, che ostacolavano il sorgere della potenza “concorrente”, fecero blocco e si schierarono nettamente contro ogni mutamento dei confini imposti alla Germania dal Trattato di Versaglia.
    Nell’ottobre 1938, Hitler chiese palesemente alla Polonia la restituzione di Danzig, ma il Governo polacco, nel timore di perdere il suo unico accesso al mare e forte dell’appoggio internazionale, rifiutò sdegnosamente tutte le offerte germaniche.
    Le reiterate proposte tedesche e i continui rifiuti del Governo polacco fecero comprendere che per salvaguardare i diritti del popolo di Danzig l’unica soluzione doveva essere affidata alle armi.
    Nell’agosto 1939, il Reich concluse un patto di non aggressione con l’Unione Sovietica, il cui obiettivo era quello di neutralizzare il forte esercito della Polonia con un duplice attacco: da oriente e da occidente. L’URSS, come pegno per il suo intervento, si assicurava addirittura i 2/3 dell’intero territorio polacco!
    Il Governo della Polonia, consapevole della situazione, ma ancora sicuro di poter giocare le sue carte, proclamò la mobilitazione generale, respingendo anche l’ultima “ragionevole proposta” – come venne definita dalla Gran Bretagna – della Germania.
    Stanche di pazientare e provocate dall’atteggiamento intransigente dei Polacchi, il 1° settembre, le Divisioni tedesche e un contingente della Repubblica Slovacca attaccarono.
    Il 3 settembre 1939, Francia e Gran Bretagna utilizzarono questo conflitto “locale” per dichiarare guerra alla Germania, sapendo benissimo di scatenare una guerra mondiale.
    Le alte probabilità che nel conflitto potesse essere coinvolta anche l’Italia – legata al Reich dal Patto di Acciaio – fanno ipotizzare che i due Imperi francesi e britannico volessero liquidare non solo la potenza continentale tedesca, ma anche quella italiana, la cui espansione marittima nel Mediterraneo e coloniale in Africa turbavano e irritavano le diplomazie dei due Governi democratici.
    Del resto, Francia e Gran Bretagna decisero di attaccare solo la Germania e non l’URSS le cui Armate, dal 17 settembre, “scorazzavano allegramente” in territorio polacco.
    Che la “difesa” della Polonia fosse stata solo un pretesto per scatenare una guerra mondiale in funzione anti-germanica e anti-italiana è dimostrato dal fatto che, quando l’URSS richiese formalmente di inghiottire nella sua zona di influenza tutta l’Europa orientale – compresa la Polonia – le “candide vestali” della democrazia britannica e francese accondiscesero al progetto, tradendo altresì i soldati dell’Armata polacca che combattevano valorosamente al loro fianco in Italia nella speranza di tornare un giorno nella loro Polonia, libera da ogni straniero.
    La Seconda Guerra Mondiale arriverà ben presto a coinvolgere il Giappone, che nella sua espansione stava travolgendo gli interessi franco-britannici in Asia. Si ricordi che l’Impero del Sol Levante era in guerra “locale” con la Cina fin dal 7 luglio 1937. Strano che anche questa data non venga utilizzata come data di inizio del Secondo conflitto…
    Francia e Gran Bretagna fecero molto male i loro conti. L’esercito francese – il più forte del mondo nel 1940 – venne travolto dalle Divisioni corazzate del Reich con una rapidità impressionante, mentre quello inglese – che vantava la Marina da guerra più forte del mondo – dovette ben presto chiedere aiuto ai “cugini” statunitensi.
    L’entrata in guerra degli USA – che da tempo aspiravano a un conflitto mondiale per far rientrare la crisi decennale, per eliminare la minaccia giapponese e imporsi come Stato-guida – determinò la svolta.
    A essere travolte dallo schiacciante strapotere statunitense, però, non furono solo le Armate dell’Asse, ma anche i sogni di gloria britannici (quelli francesi, orami, erano sepolti da un pezzo).
    L’Inghilterra si troverà così a vincere una guerra sapendo di averla persa politicamente.
    Questo declinò porterà con sé il crollo dell’intera Europa, oggetto della duplice occupazione sovietico-americana. Quell’occupazione a cui ancor oggi è costretta e che ha la sua chiara espressione nelle centinaia di basi militari statunitensi sparse in tutto il Vecchio Continente e nella farsa delle guerre “umanitarie” per l’“esportazione della democrazia”.

    Pietro Cappellari
    Ricercatore
    Fondazione RSI
    Istituto Storico

    http://www.agerecontra.it/wordpress/?p=758
    Ultima modifica di Eridano; 15-09-09 alle 09:28
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    Der Wehrwolf

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    Predefinito Rif: SETTANT'ANNI DOPO, HITLER VOLEVA DAVVERO LA GUERRA ?

    Quel guerrafondaio di Churchill. Chi ha voluto la seconda guerra mondiale?
    di Ennio Caretto - 09/07/2008

    Fonte: Corriere della Sera [scheda fonte]







    Ennio Caretto illustra i nuovi saggi sulla Seconda guerra mondiale pubblicati del filone storiografico revisionista anglosassone. Nicholson Baker e Pat Buchanan si scagliano contro Churchill, accusato di non aver prestato ascolto alle offerte di pace naziste e aver voluto insieme a Roosevelt lo scoppio della Seconda guerra mondiale.
    Alla tradizionale teoria dell’appeasement, con cui il primo ministro britannico Chamberlain tra il ‘37 e il ‘39 concesse vasti territori alla Germania pur di mantenere la pace, si aggiungono la denuncia delle atrocità militari commesse dagli alleati e l’accusa di un complotto anglo-statunitense per far iniziare la guerra. Sulle pagine di “Newsweek”, lo storico Christopher Hitchens ribatte a queste accuse rilevandone tutti i punti deboli e chiedendosi cosa sarebbe stata l’Europa se i nazisti non fossero stati sconfitti.

    Dalla pubblicazione, oltre quarant’anni fa, de Le origini della Seconda guerra mondiale del grande storico inglese A. J. P. Taylor, la corrente revisionista del più tragico conflitto dell’umanità, anziché indebolirsi si è venuta rafforzando. Ma l’uscita, a tre mesi di distanza l’uno dall’altro, di due libri particolarmente virulenti, soprattutto nei confronti di Sir Winston Churchill, Human smoke del romanziere Nicholson Baker, e The unnecessary war di Pat Buchanan, il repubblicano che per ben due volte ha cercato senza successo la nomination nella corsa verso la Casa Bianca, ha innescato un dibattito rovente. Su Newsweek, che un paio di settimane fa ha dedicato la copertina a Churchill, Christopher Hitchens ha confutato duramente la tesi di Baker e di Buchanan che la Seconda guerra mondiale sia stata una guerra optional e, in qualche misura, immorale anche per colpa degli alleati, e che Churchill — non Hitler — sia stato il primo a volerla insieme con Franklin Delano Roosevelt.
    Altri storici conservatori come gli inglesi Alan Clark e John Charmley, ha scritto Hitchens, hanno accusato Churchill di avere ignorato approcci di pace del nemico e accelerato il crollo dell’impero britannico. Tuttavia il conflitto, ha ribattuto con indignazione, «fu e rimane inevitabile e giusto». «Se esiste un’immagine indelebile d’immoralità politica — ha concluso Hitchens — è quella della danza di Neville Chamberlain, che a Monaco consegnò la Cecoslovacchia a Hitler».
    Al dibattito ha contribuito il lancio di un documentario tv in tre puntate realizzato e presentato da Niall Ferguson, l’astro emergente della storiografica inglese, secondo cui la Prima e la Seconda guerra mondiale vanno viste non separatamente, ma come un unico conflitto con un ambiguo armistizio in mezzo. Ferguson non demolisce Churchill, di cui tracciò un ritratto eroico nei suoi libri, ma contesta che quello del 1945 «fu il trionfo del bene sul male». Così ci è stato sempre insegnato, ammonisce lo storico, ma è un inganno, moralmente noi non fummo molto migliori del nemico. E cita le stragi dei civili tedeschi nei bombardamenti delle città, i milioni di vittime dello stalinismo, le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. I soldati giapponesi si batterono fino allo stremo, protesta Ferguson, perché temevano tutti di venire uccisi se catturati dagli americani come era già successo. Un’atrocità allora denunciata pubblicamente da Charles Lindbergh, il primo trasvolatore dell’Atlantico, peraltro screditato perché isolazionista e sospettato di simpatie naziste. Human smoke di Baker — sottotitolo: Inizio della Seconda guerra mondiale e fine della civiltà — è un processo a Churchill, che già nella Prima guerra mondiale avrebbe voluto dilaniare Berlino «e il cuore della Germania». Il romanziere imputa al premier inglese ogni sorta di colpe, dall’essere nato come «un guerrafondaio» all’avere riarmato Hitler senza tentare di isolarlo prima e di negoziare con lui poi. Il conflitto fu un complotto angloamericano, tuona Baker, e la storia ufficiale è bugiarda.
    The unnecessary war è sulla stessa linea. Come rileva Hitchens, fa perno su sei presupposti errati: che la Germania si trovò assediata e discriminata sia nel 1914 sia nel 1939; che in entrambi i casi l’Inghilterra interferì negli affari dell’Europa; che tutte e due le volte Churchill premette per la guerra; che Roosevelt si lasciò coinvolgere contro il proprio interesse; che i principali beneficiari furono Stalin e Mao; che l’Olocausto fu una conseguenza tanto «del conflitto che s’aveva da evitare» quanto dell’antisemitismo nazista. Questa caduta degli dei — da qualche tempo Roosevelt è criticato persino per il suo nuovo corso economico che salvò gli Stati uniti dalla grande depressione — ha spinto Hitchens a ribattere che la Seconda guerra mondiale «s’aveva da combattere» e «l’orribile prova della soluzione finale del problema ebreo di Hitler deve dissipare ogni dubbio al riguardo». Hitchens ricorda che all’inizio del secolo la Germania perseguì una politica espansionista e negli anni Trenta degenerò in una dittatura che costituì un grave pericolo per tutta l’Europa. E rinfaccia a Buchanan di suggerire che l’Inghilterra e gli Stati Uniti avrebbero fatto meglio ad allearsi a essa contro l’Urss, il vero nemico dell’Occidente. Come esempio «dei suoi folli pregiudizi» Hitchens porta «l’insistenza con cui Buchanan argomenta che Churchill non capì che Hitler era anglofilo, con cui sottolinea le opportunità di pace offerte dal Führer, con cui proclama che egli invase l’Urss per fare cambiare idea al premier inglese». Davvero Buchanan crede, si chiede, che Hitler fosse un politico razionale? [...]
    E sulla questione morale l’ultima parola è di Hitchens: «È vero che nel conflitto morirono milioni di persone, spesso in modo orrendo, e che sorsero nuove tirannie in Asia e in Europa. Ma non è miopia? Se Hitler non fosse stato sconfitto, altri milioni di persone sarebbero state massacrate o ridotte in schiavitù. Oggi, invece, dal Portogallo agli Urali, vigono la sovranità popolare e i diritti umani, e il razzismo e il totalitarismo sono sconfessati. L’appeasement con Hitler avrebbe dato un migliore risultato?».

    http://www.ariannaeditrice.it/artico...articolo=20187
    Ultima modifica di Eridano; 15-09-09 alle 09:32
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    Predefinito Rif: SETTANT'ANNI DOPO, HITLER VOLEVA DAVVERO LA GUERRA ?

    II Guerra mondiale, carte spionaggio Urss contro Polonia
    di Claudio Salvalaggio

    MOSCA - Polpetta avvelenata del controspionaggio russo contro la Polonia, in coincidenza con l'intervento del premier Vladimir Putin al 70/o anniversario dell'inizio della seconda guerra mondiale, commemorato vicino a Danzica. Un alto ufficiale dei servizi segreti all'estero (Svr) ha reso pubblici per la prima volta numerosi documenti d'archivio desecretati sulla politica estera di Varsavia negli anni Trenta, dai quali emergerebbe che la Polonia aveva sottovalutato la minaccia nazista.

    Secondo tali documenti, ha spiegato in una conferenza stampa a Mosca il generale Lev Sotskov che li ha raccolti in un volume di 400 pagine - "I segreti della politica polacca. 1935-1945" -, i dirigenti polacchi dell'epoca, dopo aver firmato un patto di non aggressione con la Germania nel 1934, fecero invece il possibile per isolare l'Urss. Anzi, a suo avviso tentarono anche di attizzare rivolte tra i nazionalisti, in particolare in Caucaso e in Ucraina, per dissolvere l'Unione Sovietica. Dichiarazioni che hanno suscitato una vivace reazione dei giornalisti polacchi presenti, alcuni dei quali hanno messo in dubbio anche l'autenticità dei documenti. "Leggendoli, si ha l'impressione che la Polonia avrebbe potuto fare molto di più per formare un sistema di sicurezza collettivo", ha sostenuto Sotskov, alludendo alla mancata alleanza anti Hitler tra Francia, Gran Bretagna e Urss, che sarebbe fallita anche a causa dell'atteggiamento antisovietico di Varsavia. A tal proposito il generale ha citato un resoconto di una riunione del 1937 tra l'ambasciatore polacco a Washington e un alto responsabile del dipartimento di Stato Usa, secondo cui il diplomatico di Varsavia avrebbe detto: "la Polonia non vede minacce provenienti dalla Germania nazista. La principale priorità è isolare l'Unione Sovietica". Sotskov ha evocato anche gli incontri avuti dall'allora comandante dell'aviazione tedesca Hermann Goering con dirigenti polacchi nel 1935 e 1937: incontri nei quali, ha sostenuto, Varsavia si sarebbe impegnata a sostenere l'annessione nazista dell'Austria in cambio della disponibilità tedesca a far fronte comune con la Polonia alla politica sovietica in Europa.

    Parlando con il maresciallo polacco Ridz-Smigla Goering avrebbe dichiarato: "é pericoloso non solo il bolscevismo ma la Russia in quanto tale. In questo senso gli interessi della Polonia e della Germania coincidono". Il generale dell'Svr ha anche svelato che nell'agosto del 1937 lo Stato maggiore polacco emanò la direttiva numero 2304/2/37 nella quale si legge che l'obiettivo finale della politica polacca era la "distruzione dell'Urss". Tra gli strumenti indicati per realizzarlo, quello di alimentare il separatismo in Caucaso, Ucraina e anche in Asia centrale sfruttando le possibilità dei servizi segreti dell'esercito polacco. A tale scopo, secondo l'alto ufficiale, in seno allo Stato maggiore polacco fu creato un reparto speciale preposto a lavorare con le minoranze etniche dell'Urss, mentre i servizi segreti polacchi crearono una organizzazione chiamata Prometeo con sede a Parigi ma diretta da Varsavia. L'ostilità verso Mosca era tale, sempre secondo il generale, che anche a guerra in corso, quando i servizi segreti degli Alleati avevano come priorità la Germania nazista, quelli polacchi, seguendo le direttive del governo in esilio a Londra, cercavano di organizzare l'attività spionistica in Urss. Insomma, se iniziò la seconda guerra mondiale, una fetta di responsabilità è anche di Varsavia, ha concluso Sotskov


    ANSA.it - II Guerra mondiale, carte spionaggio Urss contro Polonia
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  5. #5
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    Predefinito Rif: SETTANT'ANNI DOPO, HITLER VOLEVA DAVVERO LA GUERRA ?

    non male l'intervista di buchanan, in parte mette in luce ciò che gli storici più seri già avevano esposto da anni, cioè le grosse responsabilità della gran bretagna nello scoppio del conflitto
    «Puoi togliere il selvaggio dalla foresta, ma non puoi togliere la foresta dal selvaggio.»
    Paolo Sizzi

  6. #6
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Predefinito Dichiarazioni di guerra ben prima del 1939...

    24 marzo 1933



    Daily Express, 24/03/1933: "L’intera Israele sparsa per il mondo si unisce per dichiarare guerra economica e finanziaria alla Germania. L’apparizione della Svastica come simbolo della nuova Germania ha dato nuova vita all’antico simbolo di guerra di Giuda. Quattordici milioni di ebrei sparsi in tutto il mondo si stringono come un sol uomo per dichiarare guerra alla Germania, persecutrice dei loro compagni di fede. Il commerciante ebreo abbandonerà la sua casa, il banchiere la sua attività di scambio economico, il mercante i suoi affari e il mendicante la sua umile baracca, al fine di unirsi nella Guerra Santa contro il popolo di Hitler!".

    Natscha Retsch: "La guerra contro la Germania sarà condotta da tutte le comunità ebraiche, dalle conferenze, dai congressi... da ogni singolo ebreo. La guerra contro la Germania darà nuova linfa ideologica ai nostri interessi e li promuoverà, il che richiede che la Germania sia totalmente distrutta. Per noi ebrei, il pericolo è rappresentato dall’intero popolo tedesco, dalla Germania intesa sia a livello collettivo che individuale. Essa deve essere ridotta per sempre all’impotenza... A questa guerra noi ebrei dobbiamo partecipare, con tutta la forza e la potenza che abbiamo a nostra disposizione".
    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

  7. #7
    Ritorno a Strapaese
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    Predefinito Rif: Dichiarazioni di guerra ben prima del 1939...

    Citazione Originariamente Scritto da Bèrghem Visualizza Messaggio
    24 marzo 1933



    Daily Express, 24/03/1933: "L’intera Israele sparsa per il mondo si unisce per dichiarare guerra economica e finanziaria alla Germania. L’apparizione della Svastica come simbolo della nuova Germania ha dato nuova vita all’antico simbolo di guerra di Giuda. Quattordici milioni di ebrei sparsi in tutto il mondo si stringono come un sol uomo per dichiarare guerra alla Germania, persecutrice dei loro compagni di fede. Il commerciante ebreo abbandonerà la sua casa, il banchiere la sua attività di scambio economico, il mercante i suoi affari e il mendicante la sua umile baracca, al fine di unirsi nella Guerra Santa contro il popolo di Hitler!".

    Natscha Retsch: "La guerra contro la Germania sarà condotta da tutte le comunità ebraiche, dalle conferenze, dai congressi... da ogni singolo ebreo. La guerra contro la Germania darà nuova linfa ideologica ai nostri interessi e li promuoverà, il che richiede che la Germania sia totalmente distrutta. Per noi ebrei, il pericolo è rappresentato dall’intero popolo tedesco, dalla Germania intesa sia a livello collettivo che individuale. Essa deve essere ridotta per sempre all’impotenza... A questa guerra noi ebrei dobbiamo partecipare, con tutta la forza e la potenza che abbiamo a nostra disposizione".
    Pezzi di merda, che possano bruciare fra le fiamme del loro inferno.
    "Non posso lasciarti né obliarti: / il mondo perderebbe i colori / ammutolirebbero per sempre nel buio della notte / le canzoni pazze, le favole pazze". (V. Solov'ev)

  8. #8
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    Predefinito Rif: Dichiarazioni di guerra ben prima del 1939...

    Citazione Originariamente Scritto da Dr. Caligari Visualizza Messaggio
    Pezzi di merda, che possano bruciare fra le fiamme del loro inferno.
    hefico: Dio è grande e misercordioso, ma per chi passa alla concorrenza non ha pietà :giagia:

  9. #9
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    Predefinito Rif: SETTANT'ANNI DOPO, HITLER VOLEVA DAVVERO LA GUERRA ?

    solitamente la responsabilità d 1 guerra è di chi la dichiara......

    .....francia e UK!!!

  10. #10
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    Predefinito Rif: SETTANT'ANNI DOPO, HITLER VOLEVA DAVVERO LA GUERRA ?

    Qualcosa a livello storgrafico si sta muovendo...Ma non basta.
    Stasera su Rai3 hanno mandato "La Caduta". Bel film...

 

 
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