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    Predefinito Ciclo di studi: I Protocolli dei Savi di Sionne

    Questo scritto sembra oggi piu' attuale che mai.
    E' utile ritornarvi per chi lo conosce gia', ed e' essenziale conoscerlo per i piu' giovani.

    Si e' pensato quindi di rileggerlo e commentarlo punto per punto, senza fretta, sviscerando il significato.

    Si chiede al gentile moderatore di mettere il thread in rilievo, e a tutti i forumisti di leggere e commentare.

    Nota 1: l'introduzione sembra essere quella di J.Evola.

    Nota 2: mettero' in rilievo parti importanti usando il neretto.

    *********************************************

    INTRODUZIONE e PROTOCOLLO I

    INTRODUZIONE

    Uomini siate, e non pecore matte,
    Sì che 'l giudeo tra voi di voi non rida.
    (Dante: Par. c. V; v. 80, 81)

    Il Times di Londra l'8 maggio 1920 dava un largo sunto dei "Protocolli dei Savi Anziani di Sion", annunziando che questi furono pubblicati in Russia a Tsarkoye Sielo nel 1905 e che la biblioteca del British Museum ne possedeva una copia col timbro di entrata del 10 agosto 1906, n. 3926 d 17.
    L'autorità del giornale richiamava sulla pubblicazione l'attenzione degli studiosi e degli uomini politici, l'opinione pubblica ne fu commossa e le edizioni si vennero moltiplicando mentre quelle esistenti si diffondevano rapidamente. Tra queste le più notevoli sono: quella tedesca di Gottfried Zur Beek: Die Geheimnisse der Weisen von Zion (I misteri dei saggi di Sion) edita a Charlottenburg dall'Auf Vorposten (1919, 4° piccolo pp. 256) con una importante bibliografia sulla quistione ebraica, e due edizioni inglesi, la prima edita sui primi del 1920 a Boston (Small Majnard and C.), la seconda edita a Londra (The Britons: 62 Oxford Street) Protocols of the Learned Elders of Zion. Sono poi seguite numerose edizioni in Francia, Polonia, ecc.
    Una grave quistione si è dibattuta recentemente sull'autenticità dei Protocolli. Noi non vogliamo dissimularla, sia per omaggio alla verità, sia perché i poco scrupolosi non ne abusino. Anzi noi eviteremo di voler risolvere quella quistione nel senso formale, e d'altronde la discussione è troppo lunga e complessa perché qui possiamo riprodurla, tanto più che vi sono sempre convinti sostenitori d'ambo le parti. A mo' di esempio rammenteremo questo punto: il fatto indiscutibile innanzi accennato che i Protocolli furono pubblicati in Russia nel 1905 (l'anno seguente il British Museum ne registrava una copia) è citato dagli assertori dell'autenticità come una prova, giacché nessuno potrà dire che la prodigiosa realizzazione odierna dei Protocolli sia il volgare trucco di una opera stampata après coup con una data anteriore. I negatori dell'autenticità citano questo stesso fatto per la loro tesi, dicendo che quando in Russia comparvero i Protocolli, e poi furono ripubblicati, essi non furono presi in considerazione dagli stessi giornali e circoli antisemiti russi che pur avevano tutto l'interesse di farlo: segno, dicono i negatori della autenticità, che si sapeva esser quello un prodotto della celebre "Okhrana".
    Come vedono i nostri lettori, c'è da continuare per un pezzo sulla stessa strada. Ebbene noi taglieremo corto con questa semplice affermazione: il suddetto dibattito verte materialmente sull'autenticità propriamente detta del documento, cioè se realmente gli "Anziani di Sion" si siano radunati nel tale anno e luogo, ed abbiano redatto, parola per parola, quei Protocolli. Ma un'altra quistione, meno formale e più sostanziale, s'impone: quella della loro veridicità.
    Nessuno nega che un programma reso pubblico nel 1905 abbia oggi il suo pieno, stupefacente, spaventoso adempimento, e non solo in genere ma in molti punti particolari. O il documento è formalmente autentico, od esso fu compilato su varii documenti autentici e su informazioni sicure, dando a queste membra sparse una unità di corpo.
    Ora, ogni onesto e intelligente lettore troverà che nell'uno e nell'altro caso il documento è prezioso. E come tale lo presentiamo al pubblico italiano.
    Quando nel 1905 il professor Sergyei Nilus rivelava, con la pubblicazione dei Protocolli, il piano di conquista politica del Sionismo ribelle ed oppresso, era ben lungi dal supporre che - quindici anni dopo - la sua pubblicazione sarebbe apparsa come la voce profetica alla quale il mondo ebbe il torto di non dare a suo tempo ascolto.
    Oggi una parte del terribile piano è attuata.



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    PREFAZIONE ALLA TRADUZIONE INGLESE

    Londra, 2 dicembre 1919.

    In questo momento in cui tutta l'Europa Occidentale si occupa dei benefici derivanti dai governi costituzionali e discute da un lato i meriti e dall'altro le iniquità del Massimalismo (Bolscevismo), ritengo di poter presentare con profitto al pubblico la traduzione di un libro stampato a Tsarkoye Sielo in Russia, nell'anno 1905.
    Si può vedere una copia del documento originale alla biblioteca del British Museum, sotto il N. 3926 d 17, che porta il bollo di entrata: "10 agosto 1906 British Museum". Quante altre copie di questo libro si trovino per il mondo non sono in grado di dire, giacché sembra, che poco dopo la sua comparsa, nel I905, quasi tutte le copie esistenti siano state comperate simultaneamente ed apparentemente con uno scopo prefisso. Debbo inoltre prevenire i miei lettori, che non devono portare una copia di questa traduzione in Russia, giacché chiunque ivi ne fosse trovato in possesso sarebbe immediatamente fucilato dai Bolscevichi, quale portatore di "propaganda reazionaria".
    Il libro fu presentato al popolo russo dal professore Sergyei Nilus. Esso consiste di:
    1) Un'introduzione al testo principale, scritta dal Sergyei Nilus nel 1905.
    2) Appunti su conferenze fatte a studenti ebrei a parigi nell'anno 1901.
    3) Una parte di un epilogo scritto dallo stesso Sergyei Nilus che non ho ritenuto necessario riprodurre totalmente, giacché in gran parte non interesserebbe il pubblico e non riguarda il tema che mi propongo e cioè: il Pericolo Ebraico.
    Chiedo ai miei lettori di tener presente, che le conferenze sopra accennale furono fatte nel 1901, e che l'introduzione di Nilus, nonché l'epilogo furono scritti nel 1905.
    È impossibile leggere qualsiasi parte di questo volume, oggi, senza esser colpiti dalla nota fortemente profetica che lo domina; non solo per quanto riguarda la ex Santa Russia, ma anche rispetto a talune sinistre evoluzioni che si osservano in tutto il mondo nel momento attuale.
    Gentili. - In guardia!




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    INTRODUZIONE DEL PROF. SERGYEI NILUS (1905)

    Mi è stato dato, da un amico personale ora defunto, un manoscritto il quale, con una precisione e chiarezza straordinaria, descrive il piano e lo sviluppo di una sinistra congiura mondiale, che ha il preciso scopo di. determinare lo smembramento inevitabile del mondo non rigenerato [Dal punto di vista ebraico, s'intende. - N. d. t.]. Questo documento venne nelle mie mani circa quattro anni fa (1901) insieme con l'assoluta garanzia che è la traduzione verace di documenti (originali), rubati da una donna ad uno dei capi più potenti, e più altamente iniziati della Massoneria [Massoneria Orientale]. Il furto fu compiuto alla fine di un'assemblea segreta degli "Iniziati" in Francia - paese che è il nido della "cospirazione massonica ebraica".
    A coloro che desiderano di vedere e udire oso svelare questo manoscritto col titolo di "Protocolli degli Anziani di Sionne".
    Chi esamina questi appunti può, a prima vista, riportarne l'impressione che essi contengano ciò che di solito chiamiamo assiomi; vale a dire delle verità più o meno conosciute, quantunque espresse con un'asprezza ed un sentimento d'odio che di solito non accompagnano le manifestazioni di simili verità. Ribolle fra le righe quell'arrogante e profondo odio di razza e di religione che per lungo tempo è riuscito a nascondersi; ora questo odio gorgoglia, si riversa e sembra che trabocchi da un recipiente colmo di furore e di vendetta, odio pienamente conscio della meta agognata che si avvicina!
    Debbo avvertire che il titolo di questo libro non corrisponde esattamente al contenuto. Non si tratta precisamente di verbali di adunanze, ma bensì di. un rapporto, diviso in sezioni non sempre logicamente seguentisi, presentate da un potente personaggio. Il documento dà l'impressione di essere una parte di un complesso minaccioso e di maggiore importanza, del quale manca il principio. L'origine, già menzionata, di questo documento è evidente.
    Secondo le profezie dei Santi Padri, le gesta degli Anti-Cristo devono sempre essere una parodia della vita di Cristo, ed essi pure debbono avere il loro Giuda. Ma, ben inteso, dal punto di vista terrestre questo Giuda non raggiungerà il suo scopo; e perciò, - benché di breve durata, - una vittoria completa di questo "Sovrano del mondo" (l'Anti-Cristo) è assicurata. Si comprende che questo accenno alle parole di W. Soloviev non è adoperato qui come prova della loro autorità scientifica. Dal punto di vista escatologico, non è la scienza che lavora, ma bensì il destino che eseguisce la propria parte importante. Soloviev ci fornisce il canovaccio, sarà il manoscritto che eseguirà il ricamo.
    Ci si potrà rimproverare la natura apocrifa di questo documento, ma se fosse possibile di provare l'esistenza di questo complotto mondiale per mezzo di lettere e di testimonianze, e di smascherare i capi tenendone i fili sanguinolenti per le mani, i "Misteri dell'iniquità" sarebbero violati. Secondo la tradizione non devono essere smascherati completamente sino al giorno della incarnazione del "Figlio della perdizione" (l'Anticristo). Non possiamo, nell'attuale complicazione di procedimenti delittuosi, sperar di avere prove dirette, ma dobbiamo contentarci della certezza acquistata mediante l'insieme delle circostanze, per cui non rimarrà alcun dubbio nella mente di ogni osservatore cristiano. Ciò che segue dovrebbe esser prova sufficiente per tutti coloro che hanno "orecchi per sentire": è lo scopo che ci siamo prefissi, di spingere tutti a proteggersi a tempo e a tenersi in guardia. La nostra coscienza sarà soddisfatta se, coll'aiuto di Dio, potremo raggiungere il nostro scopo, senza tuttavia suscitare ira contro il popolo accecato d'Israele. Confidiamo che i Gentili non nutriranno sentimenti di odio verso la massa credenzona degli israeliti, inconsapevole del peccato satanico dei suoi capi - gli Scribi e i Farisei - i quali hanno di già una volta dato la prova di essere la distruzione di Israele. Per scansare l'ira di Dio rimane una sola via - l'unione di tutti i cristiani in Nostro Signore Gesù Cristo, il pentimento nostro e degli altri - oppure lo sterminio totale. Ma è questo possibile date le condizioni attuali del mondo non rigenerato? Non è possibile per il mondo, ma lo è ancora per la Russia credente. La condizione politica degli Stati Europei Occidentali e dei loro possedimenti o domini in altri continenti, fu profetizzata dal Principe degli Apostoli. L'umanità che aspira al perfezionamento della sua vita terrestre va in cerca di una realizzazione maggiore dell'idea di potenza, che dovrebbe assicurare il benessere di tutti; e brama un regno di sazietà universale, essendo questo diventato il più alto ideale della vita umana. Essa ha cambiato l'indirizzo dei suoi ideali, dichiarando completamente screditata la Fede Cristiana perché essa non ha giustificato le speranze che si riponevano in essa. L'umanità rovescia i suoi idoli di ieri, ne crea dei nuovi, innalza nuovi Dei sugli altari, erige loro tempî, più lussuosi e magnifici gli uni degli altri; poi li depone e li distrugge nuovamente. Il genere umano ha perduto perfino il concetto del potere dato da Dio ai suoi Eletti e si avvicina sempre più allo stato di anarchia. Fra poco il pernio della bilancia repubblicana e costituzionale sarà consumato; la bilancia crollerà, e crollando trascinerà tutti i Governi nell'abisso dell'anarchia furente.
    L'ultima barricata, l'ultimo rifugio del mondo contro l'uragano che viene è la Russia. In essa la vera fede vive ancora e l'Imperatore consacrato rimane il suo protettore sicuro.
    Tutti gli sforzi di distruzione dei servi sinistri e palesi dell'Anticristo, tutti gli sforzi dei suoi lavoratori coscienti e incoscienti, sono concentrati contro la Russia. Le ragioni di questo sforzo sono conosciute, l'obiettivo è conosciuto e deve essere conosciuto dalla Russia fedele e credente. Quanto più è minaccioso il momento che si approssima e più spaventevoli sono gli avvenimenti che si avvicinano nascosti nelle dense nubi, tanto più devono battere con coraggio e determinazione sempre maggiore i cuori russi intrepidi ed audaci. Devono coraggiosamente unirsi intorno allo stendardo sacro della loro Chiesa ed al Trono del loro Imperatore. Fintanto che vive l'anima, fintanto che il cuore batte nel petto non deve trovar posto lo spettro mortale della disperazione; tocca a noi con la nostra fede di ottenere la misericordia dell'Onnipotente e di ritardare l'ora della caduta della Russia.




    --------------------------------------------------------------------------------


    PROTOCOLLO I


    Parleremo apertamente, discuteremo il significato di ogni riflessione e, per mezzo di paragoni e deduzioni, arriveremo a dare una spiegazione completa esponendo così il concetto della nostra politica e di quella dei Goys (parola ebraica per definire tutti i Gentili). Si deve anzitutto notare che gl'individui corrotti sono assai più numerosi di coloro che hanno nobili istinti, perciò nel governare il mondo i migliori risultati sono ottenuti colla violenza e l'intimidazione, anziché con le discussioni accademiche. Ogni uomo mira al potere, ognuno vorrebbe essere un dittatore e sono, in vero, assai rari coloro che non sono pronti a sacrificare il benessere altrui pur di raggiungere le proprie finalità. Che cosa ha frenato quelle belve che chiamiamo uomini? Che cosa li ha governati? Nei primordi della civiltà si sono sottomessi alla forza cieca e brutale, poi alla legge la quale - in realtà - è la stessa forza, ma mascherata. Da ciò debbo dedurre che, secondo la legge della natura, il diritto sta nella forza. La libertà politica non è un fatto, ma una idea.
    Si deve sapere come applicare questa idea quando necessita, allo scopo di servirsene come di un'esca per attirare la forza della plebe al proprio partito, se detto partito ha deciso di usurpare il potere di un rivale. Il problema viene semplificato, se questo rivale diventa infetto da idee di "libertà" - dal cosiddetto liberalismo - e se per questo ideale cede una parte del suo potere. In queste circostanze trionfa il nostro concetto. Una nuova mano afferra le abbandonate redini del Governo, secondo vuole la legge vitale, perché la forza cieca del popolo non può esistere per un solo giorno senza un Capo che la guidi, ed il nuovo Governo non fa che sostituire il vecchio indebolito dal suo liberalismo.
    Oggi giorno la potenza dell'oro ha sopraffatto i regimi liberali. Vi fu un tempo in cui la religione governava. Il concetto della libertà non è realizzabile perché nessuno sa adoperarla con discrezione. Basta dare l'autonomia di governo ad un popolo, per un periodo brevissimo, perché esso diventi una ciurmaglia disorganizzata. Da quel momento stesso cominceranno i dissidi, i quali presto si trasformano in guerre civili, l'incendio si appicca ovunque e gli Stati cessano virtualmente di esistere. Lo stato, sia che si esaurisca in convulsioni interne, sia che la guerra civile lo dia in mano a un nemico esterno - può considerarsi definitivamente e totalmente distrutto e sarà in nostro potere. Il dispotismo capitalista, che è interamente nelle nostre mani, gli tenderà un fuscello al quale lo Stato dovrà inevitabilmente aggrapparsi per evitare di cadere inesorabilmente nell'abisso.
    Se qualcuno per motivo di liberalismo asserisce che simili discussioni sono immorali farò una domanda: perché non è immorale per uno Stato che ha due nemici, uno esterno e l'altro interno, il servirsi contro l'uno di mezzi difensivi diversi da quelli che usa contro l'altro, formando cioè piani segreti di difesa, e di attacco di notte o con forze superiori? Dunque, perché dovrebbe essere immorale per lo Stato di servirsi di questi medesimi mezzi contro ciò che rovina le sue fondamenta ed il benessere della sua stessa esistenza? Può una mente sana e logica sperare di governare una massa con successo per mezzo di argomenti e ragionamenti, quando sussiste la possibilità che essi siano contraddetti da altri i quali, anche se assurdi e ridicoli, vengano presentati in guisa attraente a quella parte della plebe, che non è capace di ragionare o di approfondire, guidata come è interamente da piccole passioni e convenzioni, o da teorie sentimentali?
    Il grosso della plebe, non iniziata ed ignorante, assieme a coloro che sono sorti e saliti da essa, vengono avviluppati in dissensi di partito, che rendono impossibile qualsiasi accordo anche sulla base di argomenti sani e convincenti. Ogni decisione della massa dipende da una maggioranza casuale o predisposta la quale, nella sua totale ignoranza dei misteri politici, approva risoluzioni assurde, seminando in questo modo i germi dell'anarchia. La politica non ha niente di comune con la morale; un sovrano che si lascia guidare dalla morale non è un accorto politico, conseguentemente non è sicuramente assiso sul trono. Chi vuol regnare deve ricorrere all'astuzia ed all'ipocrisia. L'onestà e la sincerità, grandi qualità umane, diventano vizi in politica. Esse fanno perdere il trono più certamente che non il più acerrimo nemico. Queste qualità devono essere gli attributi delle nazioni Gentili, ma noi non siamo affatto costretti a lasciarci andare da esse. Il nostro diritto sta nella forza. La parola "diritto" rappresenta un'idea astratta senza base alcuna, e significa né più né meno che: "datemi quello che voglio perché io possa dimostrarvi in conseguenza che io son più forte di voi".
    Dove principia il diritto e dove termina? In uno Stato dove il potere è male organizzato, ove le leggi e le personalità del regnante sono resi inefficaci dal continuo liberalismo invadente, io mi servo di una nuova forma di attacco usando del diritto della forza per distruggere i canoni e i regolamenti già esistenti, impadronirmi delle leggi, riorganizzare tutte le istituzioni, e diventare così il dittatore di coloro i quali hanno spontaneamente rinunciato al loro potere conferendolo a noi. La nostra forza, nelle attuali traballanti condizioni dell'autorità civile, sarà maggiore di qualsiasi altra, perché sarà invisibile, sino al momento che saremo diventati tanto forti da non temere più nessun attacco per quanto astutamente preparato. Dal male temporaneo, al quale siamo obbligati a ricorrere, emergerà il benefizio in un regime incrollabile che reintegrerà il funzionamento dell'esistenza naturale, distrutto dal liberalismo.
    Il fine giustifica i mezzi.
    Nel formulare i nostri piani, dobbiamo fare attenzione non tanto a ciò che è buono e morale, quanto a ciò che è necessario e vantaggioso.
    Abbiamo davanti un piano dove è tracciata una linea strategica dalla quale non dobbiamo deviare, altrimenti distruggeremo il lavoro di secoli. Per stabilire uno schema d'azione adeguato, dobbiamo tener presente la meschinità, l'incostanza e la mancanza di equilibrio morale della folla, nonché l'incapacità sua di comprendere e di rispettare le condizioni stesse del suo benessere e della sua esistenza. Si deve comprendere, che la forza della folla è cieca e senza acume; che porge ascolto ora a destra ora a sinistra. Se il cieco guida il cieco, ambedue cadranno nella fossa. Conseguentemente quei membri della folla che sono venuti su da essa, non possono, anche essendo degli uomini d'ingegno, guidare le masse senza rovinare la Nazione. Solamente chi è stato educato alla sovranità autocratica può leggere le parole formate con l'alfabeto politico. Il popolo abbandonato a sé stesso, cioè in balìa di individui saliti su dalla plebe, viene rovinato dai dissensi di partito che hanno origine dall'avidità di potere e dalla bramosia di onori, generatrici di agitazioni e disordini.
    È forse possibile che le masse possano giungere tranquillamente ed amministrare senza gelosia gli affari di Stato che non devono confondere con i loro interessi personali? Possono le masse organizzare la difesa contro il nemico esterno? Ciò è assolutamente impossibile, perché un piano suddiviso in tante parti quante sono le menti della massa, perde il suo valore e quindi diventa inintelligibile ed ineseguibile. Soltanto un autocrate può concepire piani vasti, assegnando la sua parte a ciascun ente del meccanismo della macchina statale. Quindi concludiamo essere utile per il benessere del paese, che il governo del medesimo sia nelle mani di un solo individuo responsabile. Senza il dispotismo assoluto la civiltà non può esistere, perché la civiltà può essere promossa solamente sotto la protezione del regnante, chiunque egli sia, e non dalla massa.
    La folla è barbara, ed agisce barbaramente in ogni occasione. La turba, appena acquista la libertà, rapidamente la trasforma in anarchia, la quale è per sé stessa la massima delle barbarie. Date uno sguardo a quei bruti alcoolizzati ridotti all'imbecillità dalle bevande il cui consumo illimitato è tollerato dalla libertà! Dovremo noi permettere a noi stessi ed ai nostri simili di fare altrettanto? I popoli della Cristianità sono fuorviati dall'alcool; la loro gioventù è resa folle dalle orgie classiche e premature alle quali l'hanno istigata i nostri agenti - e cioè i precettori, i domestici, le istitutrici, gli impiegati, i commessi e via dicendo -; dalle nostre donne nei loro luoghi di divertimento; ed a queste ultime aggiungo anche le cosiddette "Signore della Società" - loro spontanee seguaci nella corruzione e nella lussuria.
    Il nostro motto deve essere: "Qualunque mezzo di forza ed ipocrisia!".
    In politica vince soltanto la forza schietta, specialmente se essa si nasconde nell'ingegno indispensabile per un uomo di Stato. La violenza deve essere il principio; l'astuzia e l'ipocrisia debbono essere la regola di quei governi che non desiderano di deporre la loro corona ai piedi degli agenti di una potenza nuova. Il male è l'unico mezzo per raggiungere il bene. Pertanto non dobbiamo arrestarci dinanzi alla corruzione, all'inganno e al tradimento, se questi mezzi debbono servire al successo della nostra causa.
    In politica dobbiamo saper confiscare le proprietà senza alcuna esitazione, se con ciò possiamo ottenere l'assoggettamento altrui e il potere per noi. Il nostro Stato, seguendo la via della conquista pacifica, ha il diritto di sostituire agli orrori della guerra le esecuzioni, meno appariscenti e più utili, che sono i mezzi necessari per mantenere il terrore, producendo una sottomissione cieca. La severità giusta ed implacabile è il fattore principale della potenza dello Stato. Non solo perché è vantaggioso, ma altresì per dovere e per la vittoria, dobbiamo attenerci al programma della violenza e dell'ipocrisia. I nostri principi sono altrettanto potenti quanto i mezzi coi quali li mettiamo in atto. Questo è il motivo per cui non solo con questi mezzi medesimi ma anche con la severità delle nostre dottrine, trionferemo ed assoggetteremo tutti i Governi al nostro Super-Governo. Basta che si sappia che siamo implacabili per prevenire ogni recalcitranza. Anche nel passato noi fummo i primi a gettare al popolo le parole d'ordine: "Libertà, uguaglianza, fratellanza". Parole così spesso ripetute, da quel tempo in poi, da pappagalli ignoranti accorrenti in folla da ogni dove intorno a quest'insegna. Costoro, ripetendole, tolsero al mondo la prosperità ed all'individuo la vera libertà personale, che prima era stata così bene salvaguardata, impedendo alla plebaglia di soffocarla.
    I Gentili sedicenti dotti e gli intelligenti, non percepirono quanto fossero astratte le parole che pronunciavano e non si accorsero che queste parole non solo non si accordavano, ma si contraddicevano addirittura.
    Essi non seppero vedere che l'eguaglianza non esiste nella natura, la quale crea calibri diversi e disuguali di mente, carattere e capacità. Così è d'uopo assoggettarsi alle leggi della natura. Questi sapientoni non seppero intuire che la massa è una potenza cieca e che coloro i quali, emergendo da essa, vengono chiamati al governo, sono ugualmente ciechi in fatto di politica; che un uomo destinato a regnare può governare, anche se sia uno sciocco, ma che un uomo il quale non è stato preparato a tale compito, non comprenderebbe nulla di politica anche se fosse un genio. I Gentili hanno messo da parte tutto ciò, mentre è su questa base, che fu fondato il governo dinastico.
    Il padre soleva istruire il figlio nel significato e nello svolgimento delle evoluzioni politiche in maniera tale che nessuno, fuorché i membri della dinastia, potesse averne conoscenza e che pertanto nessuno potesse svelarne i segreti al popolo governato. Col tempo il significato dei veri insegnamenti politici, quali erano trasmessi nelle dinastie da una generazione all'altra, andò perduto, e questa perdita contribuì al successo della nostra causa. Il nostro appello di: "libertà, uguaglianza, fratellanza", attirò intiere legioni nelle nostre file dai quattro canti del mondo attraverso i nostri inconsci agenti, e queste legioni portarono i nostri stendardi estaticamente. Nel frattempo queste parole rodevano, come altrettanti vermi, il benessere dei Cristiani e distruggevano la loro pace, la loro costanza, la loro unione, rovinando così le fondamenta degli Stati. Come vedremo in seguito, questa azione determinò il nostro trionfo. Esso ci dette, fra l'altro, la possibilità di giocare l'asso di briscola, vale a dire di ottenere l'abolizione di privilegi; ossia, in altre parole, l'abolizione dell'aristocrazia dei Gentili, la quale era l'unica difesa che le Nazioni ed i paesi possedevano contro di noi. Sopra le rovine di una aristocrazia naturale ed ereditaria, costruimmo un'aristocrazia nostra a base plutocratica. Fondammo questa nuova aristocrazia sulla ricchezza, che noi controllavamo, e sulla scienza promossa dai nostri dotti. Il nostro trionfo fu facilitato dal fatto, che noi, mediante le nostre relazioni con persone che erano indispensabili, abbiamo sempre agito sulla parte suscettibile della mente umana; cioè sfruttando l'avidità di guadagno delle nostre vittime, la loro ingordigia, la loro instabilità, nonché profittando delle esigenze naturali dell'uomo, poiché ognuna di queste debolezze, presa da sé, è capace di distruggere l'iniziativa, ponendo così la potenza volitiva del popolo in balìa di coloro che vorrebbero privarlo di tutto il suo potere di iniziativa. Il significato astratto della parola libertà rese possibile di convincere le turbe che il Governo non è altro che un gerente rappresentante il possessore - vale a dire la Nazione -; e pertanto può essere messo da parte come un paio di guanti usati. Il fatto che i rappresentanti della Nazione possono essere destituiti li diede in nostro potere e fece sì che la loro nomina è praticamente nelle nostre mani.

  2. #2
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    Predefinito Prima Questione: Autenticita'

    I.1
    Io taglio la testa al toro: la questione dell'autenticita' di un documento ha solo senso in ambito legale-processuale.

    Fuori dalla sfera legale, cio' che veramente conta e' il significato e la suggestione. Prendiamo un quadro, un dipinto. Si tratta di una imitazione, quindi di qualcosa di non autentico. Eppure chi negherebbe la portata dell'arte, semplicemente perche' un naso dipinto non e' un naso vero?

    Per passare a un piano concreto, si puo' pensare che nella storia della terra vi sono diverse parti in gioco che lottano da millenni. Una delle tattiche di una delle fazioni e' quella di DIVULGARE cio' che un'altra fazione vorrebbe tenere oscuro.

    D'altro canto, siccome queste fazioni sono tutte di per se' occulte, la divulgazione non e' in generale completamente ufficiale e pubblica, ma e' fatta in maniera tale che per capirla bisognera' essere allerta e avere udito fine: cioe' la divulgazione sara' pur sempre solo per chi ha orecchi per intenderla.

    Si ritiene che i Protocolli rientrino in questo tipo di pubblicazioni: non completamente ufficiali, ma destinati a chi si preoccupi di scorgere il SIGNIFICATO delle cose piuttosto che la forma.

    Infine io ritengo che i Protocolli non si riferiscano agli Ebrei, che il nominare gli Ebrei sia un diversivo, perche' gli Ebrei sono una comunita' ben nota mentre i Savi di Sionne sono una oligarchia OCCULTA.

  3. #3
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    Predefinito

    I.2
    Ancora sulla questione dell'autenticita'

    Vi e' qui' un'altra possibilita, che sfugge ai seguaci della tesi del complotto ebraico.

    I Protocolli POTREBBERO ESSERE TOTALMENTE AUTENTICI, ma ad una condizione:
    che i veri autori occulti abbiano di proposito alluso agli ebrei usandoli come scudo e come capro espiatorio.

    Cioe', essendo inevitabile che le popolazioni della terra si rendessero conto delle fasi terminali della cospirazione mondiale, i Savi di Sionne pensarono di usare gli Ebrei come scudi umani e specchietti per allodole.

    Guenon scrisse che agli Ebrei e' stata assegnata una funzione nella realizzazione del piano antitradizionale.
    La funzione potrebbe essere proprio quella di prestanome e di controfigure, i veri artefici restando nell'oscurita' almeno fino al momento finale in cui il sistema antitradizionale si dovrebbe manifestare apertamente.

  4. #4
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    Predefinito Re: Ciclo di studi: I Protocolli dei Savi di Sionne

    Originally posted by white_rage

    Nota 1: l'introduzione sembra essere quella di J.Evola.


    Quello stesso Evola che lei ha liquidato qualche tempo fa come collaboratore cosciente al Complotto occulto, mercé iniziazione alla Massoneria e a strani riti per opera di Reghini?
    Non mi sembra molto coerente. A meno di non contare sulla cattiva memoria di chi la legge.

  5. #5
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    Predefinito Re: Re: Ciclo di studi: I Protocolli dei Savi di Sionne

    Caro Patrizio, mi fa credere che la sua memoria e' DAVVERO PESSIMA,
    sono genuinamente preoccupato per lei.

    Le consiglio di:
    1) limitare la frequenza delle sue eiaculazioni;
    2) limitare il consumo di alcolici;
    3) digiunare almeno 24 ore a settimana.

    Cio' che scrissi riguardo il barone Evola fu che ai tempi del Gruppo di UR, il Reghini stretto collaboratore di Guenon, cerco' di convincere l'Evola ad assoggettarsi alla Massoneria col prestare giuramento di fedelta' ad un certo superiore sconosciuto.

    Evola quasi cadde nel tranello ipnotico (e ricordai la scena finale del film Conan il Barbaro, con Conan che quasi viene ipnotizzato dalla Serpe, per poi scuotersi all'ultimo momento decapitando il rettile).

    Evola si riprese, caccio' Reghini, perse anche un altro paio di collaboratori massoni, e benche' continuo' una amichevole corrispondenza col Guenon sino alla morte di quest'ultimo, rese in seguito ben nota la sua condanna non solo della Massoneria, ma anche di pratiche di Magia Rituale di gruppo, e della natura quasi burocratica della iniziazione cosi' come prospettata dal Guenon.

    La posizione finale dell'Evola fu quella di indicare una dura ascesi personale sul modello di quella del Buddhismo originario e libera da atti di sottomissione ad organizzazioni occulte.

    Se mai, io criticai la lettura che comunemente si fa di Guenon, e scrissi che una lettura passiva di quest'ultimo (quale mi sembra essere anche la sua, caro Patrizio), puo' spingere certuni ad avvicinarsi alla Massoneria sull'onda della suggestione della "regolarita' iniziatica" guenoniana.

    Cordiali saluti


    Originally posted by Patrizio



    Quello stesso Evola che lei ha liquidato qualche tempo fa come collaboratore cosciente al Complotto occulto, mercé iniziazione alla Massoneria e a strani riti per opera di Reghini?
    Non mi sembra molto coerente. A meno di non contare sulla cattiva memoria di chi la legge.

  6. #6
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    Predefinito I.3 Chi sono gli Ebrei?

    I.3 Chi sono gli Ebrei?

    C'e' enorme e intenzionale confusione riguardo gli Ebrei. Con Semita si intendono generalmente gli appartenenti e discendenti delle genti nominate in
    Genesi 10 quali discendenti di Shem o Sem figlio di Noah o Noe'. Queste genti includono gli Arabi, gli Ebrei Antichi, gli Assiri e gli Aramai, tutti parlanti linguaggi imparentati.

    Tuttavia, gli ebrei moderni non sono necessariamente semiti. In generale, gli ebrei moderni hanno ben poco a che fare con gli Ebrei Antichi della Bibbia.

    E' un fatto storico che 95% degli ebrei moderni non sono semiti, ma sono di origini TURCHE. Si tratta qui dei discendenti dei Khazari (la battuta sporca e' d'obbligo).

    GLi ebrei moderni si possono classificare i due divisioni principali: I Sefardim o Sefardici o Sefarditi, e gli Ashkenazim o Aschenaziti.

    I Sefarditi sono i discendenti degli ebrei che dall'antichita' vivevano in Spagna, che in ebraico e' detta Sefarad. Essi furono espulsi alla fine del
    quindicesimo secolo. I Sefarditi sono una minoranza: negli anni '60 fu approssimato il loro numero a 500.000.

    D'altro canto gli Aschenaziti che sono i Khazari, si calcolo' allora che fossero circa 11 milioni.

    Ne segue che oggi quando si parla degli Ebrei, si intende per lo piu' i Khazari o Aschenaziti.

    Ora attenzione: I Khazari non provenivano dalla Giordania, da Caanan, ma dal Volga, dal Caucaso. Geneticamente parlando, sono imparentati cogli Unni e i
    Magiari invece che con Abramo, Isacco e Giacobbe.

    L'Encyclopaedia Judaica questo dice dei Khazari o Chazari:

    Chazari: una gente di origini turche la cui vita e storia sono intimamente connesse con gli inizi della storia degli Ebrei in Russia. Essi furono spinti dalle tribu' nomadiche della steppa e dal desiderio di bottino e vendetta. Nella seconda meta' del sesto secolo i Chazari si mossero ad ovest. Il regno dei Chazari fu stabilito nella Russia meridionale molto prima della fondazione della monarchia russa da parte dei Vangari (855 D.C.) A quel'epoca il regno dei Chazari
    raggiunse il pinnacolo della potenza e si trovava costantemente in guerra. Alla fine dell'ottavo secolo, il re dei Chazari e la sua corte, insieme con un gran numero del suo popolo, abbraccio' la fede giudaica.
    Verso il nono secolo la totalita' dei Chazari era convertita al Giudaismo.
    I Vangari Russi in seguito conquistarono dopo dura guerra, il territorio Chazaro, e molti membri della dinastia Chazara fuggirono in Spagna o in Ungheria.
    (Encyclopaedia Judaica, Vol IV).

    Ne segue che paradossalmente, il termine "antisemitismo" non si riferisce nel complesso propriamente agli ebrei moderni.

    La piu' famosa famigia Khazara oderna e' quella dei Rothschild, il cui nome deriva da Rot(e) Schild o scudo rosso, emblema appunto dei regali Khazari.
    La conclusione: i Rothschild, e il Sionismo, non hanno NIENTE A CHE FARE CON GLI EBREI ANTICHI DELLA GENESI 10.

    Ne segue anche che siccome gli ebrei moderni non sono imparentati con gli Ebrei Antichi, che gli ebrei moderni non hanno alcun diritto ideale nel rivendicare la terra della Palestina. Cioe' lo stato di Israele e' completamente illegale.

    In conclusione: l'Ebraismo non e' una razza, non e' un gruppo etnico, ma e' al massimo una religione, e spesso solo una ideologia., specificamente l'ideologia sionista. E i veri semiti in Medio Oriente sono oggi solo gli Arabi.

  7. #7
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    Predefinito I.4 Sulle Origini dei Protocolli

    I.4 Sulle Origini dei Protocolli


    A proposito delle orogini dei Protocolli, occorre nominare una misteriosa societa' segreta nota come Prieure de Sion.

    Negli ultimi anni del 1800, la corte russa di Nicola ed Alessandra era luogo di potenti societa' segrete. Si ricordera' la figura di Rasputin. Un altro individuo di imprtanza era noto come Monsieur Philippe. Il maestro di M. Philippe era l'uomo noto come Papus, occultista francese associato con Jules Doinel che fondo' la Chiesa Neocatara, con Peladan, che diceva di avere scoperto la tomba di Gesu', con, infine, Claude Debussy.

    Tuttavia il gruppo esoterico di Papus e M.Philippe era malvisto da altri circoli potenti, per esempio quello della Granduchessa Elisabetta. Uno dei favoriti di Elisabetta era un personaggio noto ai posteri come Sergei Nilus.

    Verso il 1903, il Nilus presento' allo Zar un controverso documento, che egli affermava, presentava le prove di un pericoloso complotto. Nilus si aspettava in cambio la gratitudine dello Zar, ma fu deluso. Lo Zar infatti dichiaro' il documento una ridicola contraffazione, e ordino' che tutte le copie venissero distrutte. E Nilus perse le grazie della corte.

    Ma copie del documento sopravvissero, e nel 1903 esso venne pubblicato a puntate su un quotidiano. Nel 1905 venne ripubblicato come appendice ad un libro di un noto mistico, Vladimir Soloviov. Fu allora che il documento inizio' ad attrarre attenzione, e venne considerato come prova di un complotto internazionale
    ebraico. Nel 1919 i Protocolli venivano distribuiti da Alfred Rosenberg, che li presento' in seguito ad Adolf Hitler.

    Si riteneva che i Protocolli fossero stati composti al Congresso Internazionale Ebraico che si riuni' a Basilea nel 1897. Tuttavia, le copie piu' antiche dei Protocolli sembra fossero scritte in francese, mentre il Congresso di Basilea non includeva nessun delegato francese. Inoltre, sembra che copie dei Protocolli circolassero gia' nel 1884, tredici anni prima del Congresso di Basilea.
    La copia dei Protocolli del 1884 invece era emersa da membri di una loggia massonica che era la stessa loggia della quale il Papus faceva parte e di cui successivamente divenne Gran Maestro. In questa stessa loggia apparve la leggenda di Ormus, leggendario saggio egiziano che avrebbe fuso misteri pagani e cristiani e fondato i Rosa-Croce.

    Studiosi moderni hanno stabilito che i Protocolli si basano in parte su un'opera satirica stampata a Ginevra nel 1864. Si trattava di un attacco a Napoleone III
    da parte di un certo Maurice Joly, che venne in seguito messo in prigione. Sembra che Joly fosse un membro dei Rosa-Croce. certamente egli era amico di Victor Hugo, e questi era un membro dei Rosa-Croce.

    Si puo' quindi affermare che i Protocolli non furono emanati dal Congresso Ebraico di Basilea del 1897. Ma da tale conclusione, studiosi moderni hanno arbitrariamente aggiunto che i Protocolli sono un totale falso.

    Ma una lettura dei Protocolli stessi fornisce elementi che ne confermano la veridicita'. Cioe' si puo' affermare che non sono opera del Congresso Ebraico, ma al tempo stesso che non sono un falso.

    I Protocolli offrono molti riferimenti che sono massonici e marcatamente non ebraici. Ora, questi riferimenti sono cosi' marcatamente non ebraici, che nessun falsario che avesse voluto coinvolgere gli ebrei, avrebbe potuto inserirli di proposito.

    Ad esempio, i Protocolli terminano con la frase: "Firmato dai rappresentanti di Sion del 33mo Grado".

    E' chiaro che se l'autore avesse voluto incriminare tutti gli ebrei, non avrebbe fatto riferimento ad un ristretto gruppo occulto non esplicitamente ebraico quale il "33mo Grado". Il 33mo Grado della Massoneria e' invece quello dell'"Antico ed Accettao Rito Scozzese" che emerse dalla Massoneria francese verso la meta' del diciottesimo secolo.

    Vi sono diverse altre anomalie (dal punto di vista della tesi del complotto ebraico). Ad esempio, nel testo si legge dell'avvento del "Regno Massonico" e di un "Re del sangue di Sion" che reggera' il "Regno Massonico", questo re essendo delle "radici dinastiche di Re David". Inoltre si afferma che "il Re dei Giudei sara' il vero Papa" e "il patriarcha della chiesa internazionale". Inoltre,
    "certi membri della semenza di David prepareranno i re e i loro eredi...solo il Re e i tre che stanno con lui sapranno cio' che verra'"

    Ora tali affermazioni sono assurde se pensate come derivanti da simulazione di pensiero ebraico. Il concetto di "re" e' obsoleto nella cultura ebraica sin dai
    tempi biblici. Un autore che volesse contraffare una congiura ebraica non avrebbe avuto motivo di fare riferimento al "Re dei Giudei", che semmai richiama temi cristiani. Infatti, negli ultimi duemila anni per "Re dei Giudei" si e' sempre solo inteso Gesu' Cristo. Inoltre' e' Gesu' che appartiene alla semenza di David. Ma allora, se si voleva fabbricare una falsa prova di un complotto giudaico, perche' mai includere riferimenti cosi' ovviamente cristiani?
    Perche' nominare concetti cosi' esclusivamente cristiani quali il "Papa" (invece del rabbino), la "Chiesa Internazionale" (invece che la sinagoga)?

    Sulla base di queste ed altre considerazioni, si deve ritenere che:

    1) Esisteva un testo originale su cui si e' basata la presente versione dei Protocolli; questo testo originale non era un falso, era invece autentico. Ma esso non aveva molto a che fare col Giudaismo, mentre originava invece da qualche organizzazione massonica o societa' segreta massonica che incorporava la parola "Sion".

    2)Il testo originale non necessariamente conteneva il linguaggio corrosivo dei Protocolli, ma avrebbe potuto invece semplicemente presentare un programma per
    ottenere potere e infiltrare la massoneria e le istituzioni politiche e sociali.

    3) il testo originale capito' nelle mani di Sergei Nilus, il quale forse all'inizio non intendeva screditare l'Ebraismo. Egli forse lo presento' allo Zar all'inizio, volendo solo screditare il gruppo esoterico del Papus, di Monsieur Philippe e dei loro seguaci. Avrebbe forse modificato il linguaggio rendendolo piu' velenoso e corrosivo per rafforzare l'effeto. Ma quando lo Zar lo rifiuto', allora Nilus avrebbe divulgato i Protocolli nella loro forma attuale. Avendo fallito nell'obbiettivo originario di screditare il Papus e i suoi seguaci, Nilus avrebbe creduto cosi' di ottenere l'obbiettivo secondario di fomentare l'antisemitismo, il Nilus non nutrendo simpatie per gli Ebrei.

    4)La versione odierna dei Protocolli pertanto non e' un completo falso, semmai e' un testo profondamente alterato, ma nel quale, a fatica e dopo lavoro, si puo' ancora scorgere qualcosa del motivo originario: un Re, un Papa, una Chiesa Internazionale, una Razza Separata, un Piano di Conquista di Secoli. Infine
    questa parola misteriosa: SION. Tutte queste vestigia probabilmente il Nilus non comprendeva veramente, e non comprendendole non le avrebbe neanche potute
    inventare lui. Tali vestigia sono anteriori al Nilus, all'antisemitismo e al giudaismo stesso.

    Proprio per cio', sono temibili moniti da prendere sul serio, cosi' come l'avverarsi delle premonizioni dei Protocolli dimostra.

  8. #8
    scudiero dei classici
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    grazie camerata, il tuo lavoro è interessantissimo.

  9. #9
    scudiero dei classici
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    a proposito volevo chiederti se c'è il modo di rintracciare quel protocollo,c'è qualche stampa in giro?Io ne ho trovato due copie al mio dipartimento di storia del 1936.

  10. #10
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    Ciao Caracalla.
    Se vuoi puoi scaricare i Protocolli in versione digitale da questo URL:
    http://www.holywar.org/italy/proto.htm
    Saluti
    Bellarmino

 

 
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