Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Angry Immigrazione:Il ricatto della De'Longhi

    Dal giornalaccio L'Unita':

    04.04.2002
    Emergenza manodopera al Nord-Est. La De'Longhi è costretta a guardare all'estero
    di red.

    Al Nord-Est non si trovano più operai. Così la trevigiana De’Longhi, azienda che produce ed esporta in tutto il mondo elettrodomestici e apparecchi per la casa, guarda con speranza alla Cina. Fanno sapere i vertici dell’azienda italiana che nello stabilimento cinese di Quing Xi-Town, assorbito dal gruppo in seguito all’acquisizione della “Kenwood”, verrà decentrato niente meno che il 50% della produzione mondiale, traendo comunque enormi vantaggi dal basso costo delle forniture e dall’integrazione delle tecnologie cinese e italiana. «Siamo la ditta che ha assunto il maggior numero di extracomunitari dei quali siamo contenti - spiega il presidente della società, Giuseppe De’Longhi - e negli ultimi tre mesi abbiamo assunto circa 200 persone». «Tuttavia – prosegue - la mancanza di manodopera ci costringe ad emigrare all'estero e soprattutto in Cina dove gli operai sono bravi come i nostri».
    «Non abbiamo nessuna intenzione di ridurre l'occupazione negli undici stabilimenti che abbiamo in Italia - precisa De’Longhi - ma se saremo costretti dovremo puntare ancor più verso l'estero». Tutto ciò, spiega l'amministratore delegato Stefano Beraldo «per far fronte alle continue richieste che ci vengono da tutto il mondo dove viene esportato il 70% della nostra produzione e dove nel 2001 i tassi di crescita sono stati superiori alle nostre aspettative».
    Chiuso il 2001 con ricavi in crescita dell'11,9% e un margine operativo lordo del 15,3%, De’Longhi, secondo Beraldo, «dovrebbe continuare nella sua crescita a due cifre con un redditività destinata ad aumentare soprattutto dopo le sinergie conseguite con l'acquisto di Kenwood».


    Mi pare chiaro il messaggio che si legge tra le righe: o il governo ci da ancora extracomunitari o prima o poi nel Nord-Est chiudiamo per aprire in Cina.
    Un vergognoso ricatto insomma...
    Incentivare la natalita' autoctona invece no eh?

  2. #2
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    Predefinito Re: Immigrazione:Il ricatto della De'Longhi

    Originally posted by Dragonball
    Dal giornalaccio L'Unita':

    04.04.2002
    Emergenza manodopera al Nord-Est. La De'Longhi è costretta a guardare all'estero
    di red.

    manodopera ci costringe ad emigrare all'estero e soprattutto in Cina dove gli operai sono bravi come i nostri».
    «Non abbiamo nessuna intenzione di ridurre l'occupazione negli undici stabilimenti che abbiamo in Italia - precisa De’Longhi - ma se saremo costretti dovremo puntare ancor più verso l'estero». Tutto ciò, spiega l'amministratore delegato Stefano Beraldo «per far fronte alle continue richieste che ci vengono da tutto il mondo dove viene esportato il 70% della nostra produzione e dove nel 2001 i tassi di crescita sono stati superiori alle nostre aspettative».
    Chiuso il 2001 con ricavi in crescita dell'11,9% e un margine operativo lordo del 15,3%, De’Longhi, secondo Beraldo, «dovrebbe continuare nella sua crescita a due cifre con un redditività destinata ad aumentare soprattutto dopo le sinergie conseguite con l'acquisto di Kenwood».


    Mi pare chiaro il messaggio che si legge tra le righe: o il governo ci da ancora extracomunitari o prima o poi nel Nord-Est chiudiamo per aprire in Cina.
    Un vergognoso ricatto insomma...
    Incentivare la natalita' autoctona invece no eh?
    Che se ne vadano pure, qui in Veneto non c'è più posto, nè per nuove fabbriche, nè per nuove case da dare agli allogeni, l'ambiente è oramai tutto devastato, e quel poco che ci rimane vogliamo tenercelo (lo spero) così com'è, e soprattutto per noi, legittimi proprietari.

    ------------pensiero---------
    ----------

  3. #3
    Chiomara
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    Scio'...scio', aria brutti ingordi!! Quelli che hanno assunto piu' extras ehhh, e pure se ne vanta, il maialone!! Che se ne vada non solo con il 50% ma con il 100%, cosi' ci liberiamo anche di tutte le zecche che ci ha portato in casa!!!

  4. #4
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    LA DELOCALIZZAZIONE DELLE IMPRESE VENETE è AUSPICABILE.
    di fabbriche ne abbiamo troppe, non deve essere che loro vogliono andare via, siamo noi che dobbiamo spingerle ad andarsene.
    saluti padani

  5. #5
    Ridendo castigo mores
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    Predefinito

    Originally posted by RAIXE
    LA DELOCALIZZAZIONE DELLE IMPRESE VENETE è AUSPICABILE.
    di fabbriche ne abbiamo troppe, non deve essere che loro vogliono andare via, siamo noi che dobbiamo spingerle ad andarsene.
    saluti padani
    la dichiarazione di questo de longhi e' ridicola .. Se gli industriali veneti avessero avuto realmente vantaggio a trasferisi in cina marocco e casa del diavolo lo avrebbero gia' fatto da tempo fregandosene dei loro operai veneti ...

    In realta' la delocalizzazione non funziona perche'
    A) gli operai si possono pagare 4 baiocchi solo dove non funziona un cazzo , ma dove non funziona una cazzo ,prima o poi non funzionera' nemmeno l' azienda . ( quindi niente marocco .. )
    B) gli operai si possono pagare 4 baiocchi dove funziona tutto perche' 'qualcuno' fa rigare il sistema .Ma pero' ,presto o tardi, quel 'qualcuno' impara ANCHE a fare da se e a farti una concorrenza della madonna ( quindi niente cina ... )


    E quindi queste volpi ' liberiste' hanno fatto presto a capire che il modo migliore per fare i dane' ( a spese della vivibilta' sociale ) e' portarsi in casa , dove tutto ancora funziona , manodopera a basso costo per calmierare il mercato del lavoro .( e' una vecchia storia FIAT .... )

    Ovviamente finche ' tutto funzionera' ... cioe' nel tempo necessario a trasformare 'casa nostra ' in una realta' del tipo A e/o nel tempo che il tipo B impieghera' a fotterci ...

    questa e' la globalizzazione ...

 

 

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