Vorrei qui riportare uno stralcio di una lettera scritta da San Germano di Costantinopoli, in difesa di quegli stupidi pezzi di legno che servono solo a stimolare emozioni...
"Noi non raffiguriamo un'icona, o una somiglianza, o una figura, o una forma della divinità invisibile...Ma poiché il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, per richiamare la sua creatura dalla condanna della morte, col beneplacito del Padre e dello Spirito Santo ritenne opportuno diventare uomo...noi rappresentiamo l'icona della sua figura umana e del suo aspetto umano secondo la carne, non della sua divinità incomprensibile e invisibile.
"Il raffigurare in immagini il tratto della forma distintiva del Cristo secondo la carne non solo è confutazione degli eretici che vanamente cianciano che egli diventò uomo in apparenza e non veramente, ma è anche, per così dire, una guida per mano di coloro che non hanno la forza di elevarsi del tutto all'altezza della contemplazione spirituale...Infatti il mistero...è impresso nelle menti anche attraverso la vista, e grida con potenza che Dio si manifestò nella carne e fu creduto nel mondo...cosicché le cose registrate attraverso il messaggio dei Vangeli riguardo alla sua vita secondo la carne insieme agli uomini, sulla terra, vengono inscritte nel ricordo dei popoli in modo incancellabile e la maestà della sua gloria e della sua bontà verso di noi è annunziata e venerata più manifestamente."
E' un grande dono l'icona! Essa, oltre a rendere presente misteriosamente il soggetto raffigurato, crea un contatto tra cielo e terra, e testimonia di quella conciliarità della chiesa: i vivi e i morti, presenti, il già e non ancora, il pleroma.
Cari saluti.