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Discussione: Gli Esseni

  1. #11
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    Vorrei qui riportare uno stralcio di una lettera scritta da San Germano di Costantinopoli, in difesa di quegli stupidi pezzi di legno che servono solo a stimolare emozioni...
    "Noi non raffiguriamo un'icona, o una somiglianza, o una figura, o una forma della divinità invisibile...Ma poiché il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, per richiamare la sua creatura dalla condanna della morte, col beneplacito del Padre e dello Spirito Santo ritenne opportuno diventare uomo...noi rappresentiamo l'icona della sua figura umana e del suo aspetto umano secondo la carne, non della sua divinità incomprensibile e invisibile.
    "Il raffigurare in immagini il tratto della forma distintiva del Cristo secondo la carne non solo è confutazione degli eretici che vanamente cianciano che egli diventò uomo in apparenza e non veramente, ma è anche, per così dire, una guida per mano di coloro che non hanno la forza di elevarsi del tutto all'altezza della contemplazione spirituale...Infatti il mistero...è impresso nelle menti anche attraverso la vista, e grida con potenza che Dio si manifestò nella carne e fu creduto nel mondo...cosicché le cose registrate attraverso il messaggio dei Vangeli riguardo alla sua vita secondo la carne insieme agli uomini, sulla terra, vengono inscritte nel ricordo dei popoli in modo incancellabile e la maestà della sua gloria e della sua bontà verso di noi è annunziata e venerata più manifestamente."
    E' un grande dono l'icona! Essa, oltre a rendere presente misteriosamente il soggetto raffigurato, crea un contatto tra cielo e terra, e testimonia di quella conciliarità della chiesa: i vivi e i morti, presenti, il già e non ancora, il pleroma.
    Cari saluti.

  2. #12
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    Predefinito

    Senti "imperiale... dello Zar", io non ce l'ho con le icone, ne ho infatti diverse, ma non mi accosto ad esse da idolatra!

    Se io dipingo Cristo e tu fai altrettando quando poi confrontiamo le due pitture ci accorgiamo che l'immagine è diversa: il mio ha la barba in un modo, il tuo in un altro, il mento pure, gli occhi, l'ovale del volto, etc.? Qual'è l'icona giusta? Nessuna! Non si può adorare una cosa relativa, ma solo usarla per provocare una certa reazione emotiva capace di evocare la realtà che essa vorrebbe rappresentare.

    V odin iz blizhajšikh vjetšerov pridu vas navjestit'
    2010:

  3. #13
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    Predefinito Icone ed emozioni

    Niente di più lontano dall'intendiomento della Chiesa nel dipingere le >Sacre Icone e nel proporle allo sguardo pio ed alla proskinisis dei fedeli che quello di creare reazioni emotive. La Chiesa ha sempre amato la "nepsis" la sobrietà ed è molto diffidente delle reazioni emotive,; lo stesso carisma delle lacrime si distingue dal piagnucolare per senso di colpa dal fatto che è accompagnato dalla consapevolezza del proprio peccato che - a detta di san Isacco Siro è più grande che risuscitare i morti, e non da emozioni di angoscia di interesse psicanalitico.
    Le icone sacre sono rivelazione del Divino, rivelazioni al pari della Parola come ha definito la Chiesa e sono degne di venerazione perchè la venerazione tributata loro risale al Prototoipo nell'alto. Per questo devono essere dipinte secondo gli schemi dommatici che la Tradizione ha conservato e non secondo il gusto del pittore. Le Icone infatti sono opere di teologia. L'arte è uno strumento al suo servizio. questo le differenzia da un qualunque quadro a soggetto religioso.

  4. #14
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    Predefinito

    Ciao, forse la difficoltà di Ichtys è nel comprendere come la gnoseologia teologica ortodossa proceda attraverso il paradosso o l'antinomia intese non come figure di una razionalità che fallisce quanto piuttosto come uno strumento conoscitivo capace di penetrare, senza violarlo nella sua inaccessibilità, il mistero della simultaneità di identità e distinzione, di totale partecipazione ed altrettanto totale nascondimento costitutivi la dinamica ri-velativa della Triunità, estesa in Cristo all'umanità assunta e deificata, (ri)divenuta iconica. La razionalità filosofica, anche lo gnosticismo come tentativo di razionalizzare il cristianesimo deprivandolo della sua dialettica antinomica, non conciliativa, capace di far "esplodere" dall'interno il procedere eretico, oppositivo e duale della ragione, (dianoia e non nous) è giustamente perplesso di fronte alla "professione dei contrari" (Pascal) dell'ortodosso ma del cristiano tout court. Ma è forse "tra le crepe del raziocinio umano decaduto che si intravede l'azzurro dell'eternità". E' in tale atteggiamento gnoseologico che si può forse intu-ire l'icona che non è segno ma simbolo, non separativo ma con-giuntivo divino ed umano, carne e spirito. Non appartiene all'ordine magico del possesso o dell'emozione straniante ed epidermica ma all'ordine propriamente cristiano della comunione. Non rientra nella categoria del sacramento in cui la materia riceve una forma santificante ma rimanda alla categoria della relazione, della comunione interpersonale. La presenza iconica è una trasparenza personale "secondo la somiglianza dell'ipostasi" (Teodoro Studita) cioè della persona allo stesso tempo unica ed in comunione. Ciao a tutti.

  5. #15
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    Predefinito ancora icone

    L'ultimo intervento di Nadda, invero un po' complesso per i non addetti ai lavori, mi trova perfettamente consenziente.
    L'Icona non è un surplus della fede ortodossa, una decorazione, e nemmeo una Biblia pauperum: è parte integrante del tessuto divino-umano del Mystero ecclesiole che è esso stesso copula tra il divino e l'umano il trascendente e l'immanente, lo spirituale ed il corporeo, l'invisibile ed il visibile. Ed è dall'essere questa copula che deriva alla Chiesa l'essere antinomica. E' come se la Chiesa avesse un piede in terra ed uno in cielo. Quando si appoggia sull'uno vede l'invisibile e lo ri-vela, quando si appoggia sull'altro vela ciò che ri-vela. Mi vengono in mente i Santi Doni nella Liturgia Eucaristica. Non c'è esposizione nella Liturgia Ortodossa, essi son sempre trasportati velati, eppure attraverso di essi si comunica realmente al Corpo ed al Sangue del redentore Risorto che in essi ri-vela il suo voler essere con noi per portarci là dove è lui, nonostante tutta la nostra miseria.
    In questi giorni diu Quaresima, quando la Liturgia dei Doni Presantificati trova il suo centro nella traslazione dei Doni Eiucaristici del Sacrificio perfetto già compiuto sull'Altare, per la Comunione dei fedeli, questa antinomia si manifesta pienamente. Il Sacerdote trasporta i Mysteri velati e vela insiieme il suo capo, i fedeli si prosternano faccia a terra e non osano levare lo sguardonemmeno ai veli e restano adoranti, eppure "sanno" (non è forse questa la vera gnosi?). Il coro canta: "Ora le Potenze celesti con noi invisibilmenteofficiano. Ecco che incede il Re della Gloria, la Mystica Vittima già offerta viene scortata. Con fede ed amore avviciniamoci, per partecipare pienamente della Vita eterna. Alleluja". Che dire di più?

  6. #16
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Gli Esseni

    Che peccato una discussione interessante sugli esseni e su Gesù sia poi deragliata sulle icone.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  7. #17
    sofico
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    Predefinito Re: Gli Esseni

    @Ultima legione, a me ha sempre interessato il rapporto misticismo ebraico enochita con l'essenismo

  8. #18
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Gli Esseni

    Citazione Originariamente Scritto da sofico Visualizza Messaggio
    @Ultima legione, a me ha sempre interessato il rapporto misticismo ebraico enochita con l'essenismo
    Dammi due spunti.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  9. #19
    sofico
    Ospite

    Predefinito Re: Gli Esseni

    MISTICISMO EBRAICO A.C.

    Fase storica[1] Date Sviluppi principali e testi
    Giudaismo profetico[2] 800-500p.e.v. Meditazione profetica, incontro divino, elementi mistici:

    Isaia
    Ezechiele
    Zaccaria
    Ebraismo apocalittico Inizi 500p.e.v.
    300-100p.e.v.
    Speculazione mistica e apocalittica, angelologiaceleste e escatologia:

    1 Enoch
    Daniele
    Elementi mistici delle sette delSecondo Tempio ca. 200p.e.v.-ca. 100 e.v. Elementi mistici e pii tra le sette del tardo Secondo Tempio in Giudea e nella Diaspora:

    Assidei
    Esseni
    Influenza della filosofia platonica di Filone d'Alessandria sul primo Cristianesimo
    Primo misticismo cristiano nella Chiesa di Gerusalemme
    Primo misticismorabbinicoed elementi mistici nella letteratura rabbinica classica[3] ca.100p.e.v.-130e.v.influenza a400 e.v. Riferimenti nel talmud exoterico e Midrash ai primi circoli rabbinici tannaitici mistici, Maaseh Merkavah - Scritti diesegesi e ascesa del Carro, Maaseh Bereshit- Scritti di esegesi della Creazione. Più ampi elementi mistici continuativi nella teologia e narrativa rabbinica aggadica:

    Jochanan Ben Zakkai ed i suoi discepoli
    Rabbi Akiva
    (Attribuzione tradizionale/pseudoepigrafica a Shimon bar Yohai del successivo Zohar)

    Esempi di Mystical Aggadot Mistici:
    I quattro Rabbini nel Pardes
    Forno di Akhnai, Voce di Dio Bat Kol
    Torah: fuoco nero su fuoco bianco, Dio guardò nella Torah per creare il Mondo
    La Shekhinah accompagna Israele in esilio
    Il Messia alle Porte di Roma
    @Ultima legione

  10. #20
    sofico
    Ospite

    Predefinito Re: Gli Esseni

    Vecchi appunti tratti da internet. (se errati lieto di avere rettifiche non essendo un esperto ma interessato a queste dottrine)

    Giudaismo sadocita e poi sadduceo:

    Per loro il mondo presente è il mondo migliore possibile: basta seguire i comandamenti della Torah e Dio ricopenserà Isreale con ricchezza ed abbondanza. Le sconfitte, le malattie ecc sono causate da disobbedienze. L'uomo è assolutamente libero di scegliere tra male e bene. Esiste un rapporto preciso di causa-effetto tra seguire i comandamenti e ricevere doni da Dio

    Giudaismo farisaico e poi rabbinico:
    Condivide sostanzialmente le idee del giudaiso sadocita/sadduceo, mettendo però l'attenzione anche sul destino del singolo uomo.
    - per il singolo la ricompenza potrà essere anche nel mondo futuro (ressurezione dei corpi)
    - per l'intero Isreale arriverà un Messia politico (=intervento straordinario di Dio sulla terra per dare i doni meritati da chi segue i coandamenti)
    Non ci si salva tramite una 'remissione' dei peccati, ma solo facendo più bene del male compiuto: il bene compiuto deve superareil male.
    non esiste il peccato originale: Adamo è solo un esempio di disubbedienza
    - non serve alcuna redenzione
    L'obbedienza alla legge diventa fondamentale. Nello sviluppo rabbinico la Legge viene dichiarata "preesistente", e quindi assoluta.

    Giudaismo enochita
    Dopo il ritorno dall'esilio il giudaismo "mistico" fu messo da parte dal politicamente vincente giudaismo sadocita, ma sopravvisse nel giudaismo enochita. L'umanità per Enoch è stata contaminata fisicamente dagli angeli decaduti ed è quindi macchiata indelebilmente: non esiste l'uomo giusto e per quante obbedienze possibili alla legge si possano fare, la bilancia del giudizio penderà sempre verso la condanna. La Legge conta poco o niente. La maniera di salvarsi è attraverso la mistica, l'ascensione al cielo (è l'idea di nascere dall'alto, di trasfigurazione, di ressurezione). Nella salita al cielo Dio si lascierà vedere e questo trasformerà totalmente l'uomo rendendolo simile agli angeli, e mettendolo a parte dei segreti della creazione

    Giudaismo essenico
    E' la continuazione del giudaismo enochita, con commistioni farisaiche (rispetto della Legge come mezzo non di salvezza ma di ascensione a Dio): si sottolineano pratiche ascetiche come la continenza, il digiuno, la vita 'monastica', il celibato (o il non risposarsi)

    Qumranismo di derivazione essena
    - a Qumran sottolineavano il rispetto della Legge coniugato però all'evidenza dell'impossibilità di salvarsi per mezzo della Legge: alla fine credettero fortemente alla predestinazione

 

 
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