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Discussione: Gli Esseni

  1. #1
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    Predefinito Gli Esseni

    Vorrei fare una domanda ai moderatori Silvano e Qoelet,qualche tempo fa ho letto un libro sugli esseni in cui si ipotizzava che Giovanni Battista fosse proprio un esseno e che anche Gesù fosse entrato in contatto con tale setta. Cosa ne pensa l'ortodossia della setta essena e come mai i vangeli non ne parlano mai?
    Grazie-Marika

  2. #2
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    Provo a rispondere io, anche se non sono interpellato!

    Che Giovanni Battista appartenesse ad un ambiente "marginale" nel giudaismo dei tempi del Nuovo Testamento è molto probabile; probabile anche che appartenesse ad un gruppo simile a quello degli esseni ( lo testimonia il fatto che esercitasse un "battesimo di penitenza" diverso da quello che sarebbe stato il battesimo cristiano). E' difficile però che fosse propriamente un esseno: gli esseni vivevano separati dagli altri ebrei e si consideravano un po' un gruppo a parte. Sappiamo che San Giovanni Teologo (l'Evangelista) fu discepolo di San Giovanni Battista prima di incontrare il Cristo, e guardacaso proprio nel Vangelo di Giovanni sembra che venga utilizzato il Calendario di Qumran, e la comunità di Qumran doveva essere molto vicina come usi a quella degli esseni (anche se non è dimostrato che a Qumran ci fossero proprio degli esseni).
    Che Gesù sapesse chi erano gli esseni è certo, che li avesse frequentati, o che lo fosse lui stesso è molto improbabile, dato che in molti punti la sua predicazione è molto lontana dalla loro.
    Diacono Daniele

  3. #3
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    Predefinito

    Lo studioso R. H. Eisenman negli ultimi anni ha curato la pubblicazione di numerosi Manoscritti provenienti da Qumran e tenuti per lungo tempo segreti per inconfessabili motivi confessionali.
    Le ricerche di R. H. Eisenman su questi testi lo hanno portato alla inevitabile conclusione che Giacomo, fratello di Gesù, fosse il Maestro di Giustizia della comunità essena del tempo.
    Questa scoperta ha gettato nello scompiglio gli studiosi che fanno capo alla burocrazia clericale perché evidentemente se si afferma che Gesù era il fratello del Maestro di Giustizia della comunità essena, ne deriva che probabilmente le ipotesi formulate da alcuni studiosi, come David Donnini nel suo libro "Cristo", secondo cui Gesù altro non sarebbe che il Messia di Aronne atteso dagli esseni, troverebbero una precisa rispondenza e, soprattutto, porrebbero in una sorta di continuità diretta la Chiesa primitiva e la antica comunità essena.
    Tutto questo avrebbe delle conseguenze devastanti per il dogma cattolico-ortodosso, che è disposto a riconoscere nella comunità essena nulla più che delle semplici somiglianze con la Chiesa primitiva, per l’evidente continuità storica e filosofica tra la comunità essena e alcune tra le più antiche comunità cristiane gnostiche (come è stato suggerito anche dal Doresse), che quindi si sarebbero viste riconoscere il ruolo di eredi legittimi della più antica tradizione cristiana.
    Ma, in realtà come stanno le cose? Purtroppo per i teologi cattolico-ortodossi, la tesi di Eisenman presenta dei riscontri precisi nel Vangelo di Tomaso scoperto a Nag Hammadi nel 1945, probabilmente il più antico tra i Vangeli:

    I discepoli dissero a Gesù: "Sappiamo che te ne andrai da noi. Chi tra di noi sarà il più grande?". Gesù rispose loro: "Dal luogo ove sarete, andrete da Giacomo il Giusto, per il quale sono stati fatti il cielo e la terra". (Vangelo di Tomaso, loghion n. 12)

    Questo spiega anche il perché dell’importanza della figura di Giacomo per le primitive comunità gnostiche (si pensi, ad esempio, all’importanza delle due Apocalissi di Giacomo rinvenute a Nag Hammadi nel 1945 insieme ad altri testi gnostici).

    Saluti

    P.S.
    Mi raccomando, lucchettate anche questo thread sospetto di gravi panegirici gnostici!
    2010:

  4. #4
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    Caro Ichthys,
    prima di tutto cerca di spiegarti meglio quando parli di teologi cattolico-ortodossi, perchè non mi risulta che esista nulla con questo nome... Se vuoi criticare gli ortodossi chiamali "ortodossi", se vuoi criticare i cattolici chiamali "cattolici" (e soprattutto criticali in altri Forum, non in questo).
    In secondo luogo, forse il libro di Eisemann (e del suo amico Wise) dovresti leggerlo attentamente, perchè credo che dopo averlo letto non ne parlerai più con molto entusiasmo: secondo Eiseman e Wise il Cristianesimo non sarebbe che uno sviluppo della setta degli esseni, nato dalla "nefasta" predicazione di san Paolo in chiave ellenistica. Da notare che in tutta questa fantascienza (o fantastoria) Gesù Cristo non è considerato un personaggio storico ma una invenzione di san Paolo.
    A tutto questo aggiungi che tre quinti dei "manoscritti" (in realtà frammenti di due o tre parole) pubblicati dai due bravi "studiosi" non erano per niente segreti. Anzi, non erano neppure inediti!
    I frammenti analizzati da Eisemann e Wise sono inoltre molto anteriori al Cristianesimo, il che basta a screditare la tesi del libro ("I manoscritti segreti di Qumran")

    Diacono Daniele

  5. #5
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    Originally posted by diacono Daniele
    Caro Ichthys,
    prima di tutto cerca di spiegarti meglio quando parli di teologi cattolico-ortodossi, perchè non mi risulta che esista nulla con questo nome... Se vuoi criticare gli ortodossi chiamali "ortodossi", se vuoi criticare i cattolici chiamali "cattolici" (e soprattutto criticali in altri Forum, non in questo).
    Ti sei accorto che da quando si è allentata la nostra pressione critica il vostro forum ha cominciato a languere miseramente?
    Va bene, mi asterrò dallo scrivere, osserverò soltanto... vedremo quali "confronti" riuscirete a intavolare e soprattutto con chi.

    Dovreste invece spiegarmi voi quali sono le grandi differenze tra cattolici e ortodossi... secondo me futili!

    Quando poi faccio riferimento a degli studiosi questo non vuol dire che il loro pensiero sia il Vangelo, bensì che possano esservi nella loro linea di pensiero degli spunti di ricerca.
    Se dovessimo considerare indegne tutte le fonti che offrono chiavi di ricerca ulteriore potremmo chiudere i dipartimerti di storia delle religioni e mandare a casa i docenti... e ancora considerare l'intelligenza un'insidia piuttosto che un dono; per non parlare del presunto libero arbitrio.

    Prima di levarvi il disturbo mi permetto di riportare qualcos'altro a proposito di Paolo visto che è stato tirato in ballo.

    Già da alcuni anni studiosi hanno messo in luce il carattere tipicamente gnostico di alcune importanti lettere di Paolo di Tarso.
    Queste osservazioni però non sono mai state tenute in gran conto perchè la burocrazia sacerdotale cattolica ha sempre visto nell'insegnamento di Paolo di Tarso l'insegnamento anti-gnostico per eccellenza.
    In effetti, la lotta di Paolo contro la comunità essena di Giacomo e i suoi “superapostoli” – probabilmente Tomaso, Filippo, ecc… - si rifletteva nelle lettere paoline in un atteggiamento di chiusura verso certe comunità del nascente mondo cristiano, che riconoscevano l’autorità di Giacomo e che non a torto sono state identificate con le prime comunità gnostiche.

    La lotta latente tra Paolo e le prime comunità esseno-gnostiche, che emerge un po’ in tutte le lettere paoline, non era dovuta però soprattutto a motivi di ordine squisitamente teologico.
    L’analisi di testi gnostici come il Codex Manichaicus Coloniensis, il ritrovamento a Qumran di libri del ciclo enochico come il Libro dei Giganti e il ritrovamento a Nag Hammadi di una Apocalisse gnostica di Paolo provano senza ombra di dubbio che sia Paolo sia i suoi avversari esseni e gnostici fondavano il proprio insegnamento sulla teologia di tipo gnostico dell’apocalittica giudaica del tempo più che sui testi tradizionali dell’Antico Testamento.
    Le testimonianze di Mani e di Baraia nel Codex Manichaicus Coloniensis assumono una importanza particolare perché Mani ha ereditato dalla setta giudeo-cristiana degli Elcasaiti una antica tradizione che faceva risalire l’insegnamento esoterico di Paolo proprio ai testi dell’apocalittica giudaica. Dall’analisi della dottrina degli Elcasaiti appare probabile che questa in origine sia stata una delle prime comunità a seguire l’insegnamento di Paolo di Tarso.
    Qualche studioso di parte cattolica potrebbe a questo punto chiederci quali siano i passi delle lettere paoline che rivelano il carattere gnostico del pensiero di Paolo di Tarso. La risposta è molto semplice dal momento che nel Codex Manichaicus Coloniensis proprio il maestro manicheo Baraia riporta alcuni di questi passi inserendoli nel più ampio discorso sull’insegnamento di tipo esoterico dei principali testi dell’apocalittica giudaica.
    Proviamo ad analizzare qualcuno dei passi di Paolo.

    Paolo nella II Lettera ai Corinzi scrive:

    “Verrò di nuovo alle visioni e rivelazioni del Signore. Conosco un uomo in Cristo […] che fu portato in paradiso e udì parole segrete che non è lecito agli uomini proferire” (II Cor. 12 – 2,4).

    Per Paolo dunque, in linea con la tradizione dell’apocalittica giudaica e con l’insegnamento delle contemporanee scuole gnostiche, Gesù, lo gnostico per eccellenza, ha ricevuto delle rivelazioni tramite delle visioni avute in momenti di rapimento estatico. Da questo passo risulta inoltre che l’insegnamento di Gesù è un insegnamento segreto. Si tratta di una tema ricorrente nella Gnosi dei primi secoli, per cui l’insegnamento esoterico non è un insegnamento che può essere compreso da tutti. Solo pochi uomini, gli “pneumatici”, dotati di una particolare predisposizione legata alla natura divina del proprio spirito, possono giungere alla comprensione dei grandi misteri della Gnosi.

    Si noti come questo passo di Paolo riecheggi l’incipit di un grande vangelo gnostico, il Vangelo di Tomaso:

    “Questi sono i detti segreti pronunciati da Gesù, il Vivente, e scritti da Didimo Giuda Tomaso”.

    Inoltre lo stesso Paolo afferma di avere ricevuto il possesso dei misteri della Gnosi in un momento di rapimento estatico e di contatto diretto con Dio:

    “Allo stesso modo in cui sappiamo che l’apostolo Paolo fu portato nel terzo cielo, come egli stesso racconta nella Lettera ai Galati” (Codex Manichaicus Coloniensis).

    Ma che cosa distingue la gnosi paolina da quella delle altre comunità gnostiche del tempo? La differenza sta soprattutto nella teologia politica…

    Paolo di Tarso, per tutto il periodo della sua predicazione, ha cercato di dare alla nascente Chiesa Cristiana una struttura unitaria e gerarchica, cosa che né gli ultimi esseni di Giacomo né le primitive comunità gnostiche erano disposte ad accettare.

    Questo è il motivo per cui l’insegnamento esoterico di Paolo è stato accettato in pieno da autori gnostici come Mani, che volevano coniugare il principio dell’Uomo Integrale con la necessità tutta pratica di creare una struttura ecclesiale organizzata che preservasse la purezza dell’insegnamento esoterico di tutti i grandi iniziati che hanno svelato all’essere umano la via della Conoscenza e della Salvezza, mentre è stato rifiutato da comunità gnostiche come quella che ha espresso l’Apocalisse di Pietro, secondo cui vescovi e diaconi “sono canali senz’acqua”, che ritenevano che la creazione di una Chiesa strutturata in maniera gerarchica ed unitaria minasse alla base la possibilità per i membri della comunità cristiana di giungere in maniera autonoma alla riscoperta di quella goccia di luce divina che si cela nel cuore di ogni uomo. Il conflitto tra Paolo e gli altri gnostici, quindi, è stato un conflitto prevalentemente politico.

    Nel corso dei decenni successivi la gerarchia della Grande Chiesa, lasciando da parte il carattere esoterico dell’insegnamento paolino, ne ha sviluppato soprattutto gli aspetti politici, che meglio si adattavano alla giustificazione storica della esistenza della burocrazia clericale.

    Con il passare del tempo, a causa dello scontro violentissimo con le principali comunità gnostiche, la burocrazia clericale della “setta degli apostolici”, ha deciso di abbandonare del tutto gli aspetti gnostici dell’interpretazione che Paolo aveva dato dell’insegnamento di Gesù. La conseguenza principale di questa scelta la conosciamo tutti: la falsificazione del messaggio cristiano e la costruzione di un nuovo spaventoso tipo di religione alienante che col passare dei secoli, dopo l’Editto di Costantino del 313 d. C., è diventato l’ideologia della nuova classe sociale dominante in Europa, cioè la burocrazia clericale.
    2010:

  6. #6
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    Predefinito

    Perchè dire che il forum senza le "vostre" critiche langue? Per quale motivo sempre questa sottintesa superiorità che vuole una parità impari? E' sempre la stessa storia, quando un ortodosso non è d'accordo si cerca di farlo sentire inadeguato o retrogrado. Sarò uno sciocco retrogrado e apparterrò a una chiesa "particolare", come dicono i cattolici...comunque, qualunque cosa io sia, rifuggo le elucubrazioni filosofico religiose chiare come la nebbia ed accetto invece quel miracolo che Dio ci ha donato, intero ed intoccabile, per la nostra salvezza e che soffia dolcemente come una brezza primaverile nelle parole dei Santi Padri.
    Caro Ichthys, a me piace questo forum, con la vostra pressione critica e anche senza.
    Cari saluti.

  7. #7
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    Predefinito Esseni,gnostici,cattolici,ortodossi

    Mi sembra che queste siano le tematiche emerse fino ad oggi in questa filza del forum.

    Parto dalla più semplici: le divergenze tra ortodossi e cattolici-romani che uno dei nostri interlocutori definisce "futili".
    A me appaiono tutt'altro che futili visto che su queste divergenze ho giocato la mia intera vita abbandonando il cattolicesimo romano all'interno del quale ero sacerdote, teologo, pubblicista e conferenziere-predicatore affermato (mi dispiace fare questa specie di auto-elogio, ma è necessario perchè chi mi legge capisca esattamente con chi parla). Ho creduto infatti, tornando alla "vera" Chiesa Cattolica doi aver ricevuto un immenso dono divino nonostante le bassezze che condivido, non in meglio, con il resto dei figli d'Adamo. Siccome questo passo è stato motivato in me - teologo - da una attenta ed approfondita meditazione degli scritti dei Padri della Chiesa nonchè da uno studio accurato della Storia ecclesiastica - non penso che i Padri abbiano difeso ragioni
    futili. Questo è però un argomento che non si può esaurire sul forum perchè non è soltanto questione di semplificare il problema facendo degli Ortodossi della specie di "romanocattolici senza papa (magari sostituito da un Patriarca) e senza filioque nel Credo"; e nemmeno dei romano-cattolici con sontuose liturgie (ci sono gi Uniati che talvolta le fanno meglio di noi); e nemmeno come "mistici esicasti" per la qual ultima ragione siamo spesso all'attenzione di Genoniani ed esoteristi vari. Se così fosse le ragioni sarebbero davvero "futili". Il problema è che la chiesa papale (per non dire papista, perchè ai romanocattolici non piace)
    ha avuto una evoluzione del dogma, e non solo, anche della sensibilità spirituale, che la ha allontanata completamente, non dall'Oriente (chè Orientale non è affatto sinonimo di Ortodosso visto che ci sono orientali eterodossi - vedasi copti o nestoriani - ed occidentali ortodossi, vedasi il sottoscritto ed il padre Daniele) , ma dall'ortodossia della fede. Quindi sono costretto a rimandare a letture più diffuse ed approfondite. In lingua italiana vi sono molti libri belli sull'Ortodossia ma dal momento che erano quasi tutti più o meno infettati dal virus ecumenista che tende a svilire le differenze, facendole "futili", ho voluto compiere il servizio di pubblicare qualche cosa anch'io. Del sottoscritto si potrà trovare un libro, volutamente semplicissimo nel linguaggio "La Chiesa dei Nostri Padri - Breve presentazione del Cristianesimo Ortodosso" Pietro Chegai ed. Firenze, ed uno teologico che parte dalla disamina del testo fondamentale del Simbolo "Attualità del Simbolo - Una lettura ortodossa del Credo Niceno-costantinopolitano" FrancoAngeli editore Milano. Siccome dall'acquisto di questi libri non ci guadagno nulla, chè per farli pubblicare ho ceduto i diritti agli editori, posso permettermi di segnalarli nel Forum. Magari su argomenti singoli si può instaurare una discussione sun Forum, ma come affrontare un argomento così vasto come quello delle differenze cattolico-ortodosse. Comunque le cose che potrei dire io ora già sono su altre filze di questo Forum ed anche di quello "Tradizione Cattolica" come alcune pagine del mio libro sul "Filioque" e la figura grandiosa di papa Giovanni VIII.

    Sul resto ho già detto sul Forum cosa penso dei rapporti (dottrinali s'intende) tra gnosticismo e cristianesimo.

    Quanto ai rapporti tra gnostici ed Esseni resto molto perplesso. Gli Esseni erano molto giudaici, addirittura fanatici della Thorà, difficilmente si sarebbero avvicinati a considerazioni sul tipo di quelle gnostiche. Piuuttosto altri gruppi giudaici devono aver avuto qualche vicinanze con gli gnostici,o ai "terapeuti" di Alessandria. Ma non sono un esperto di movimenti dell'ellenismo giudaico per potermi pronunciare sull'argomento con una - sia pur minima autorevolezza. Qui a Pistoia, ed è mio buon amico - abita il prof.Giovanni Ibba dell'Università di Torino, che è stato curatore e traduttore di diversi testi di Qumram. Vedò di avvicinarlo e di porgli in quesito. Potremo così avere il parere di un esperto in materia. Nessuno di noi è tuttologo, e se penso di poter parlare "autorevolmente" dei rapporti romanocattolicesimo-ortodossia, e "seriamente" dei rapporti cristianesimo-gnosticismo, parlerei quasi a caso degli Esseno, e siccome questa non è mia abitudine mi astengo.
    Per quel che però può dire una persona di normale cultura credo di condividere il p.Daniele. Penso poi che l'avvicinamento, da parte di taluni (non mi riferisco al nostro dotto interlocutore) possono farlo per l'aura di mistero che circonda e gli uni e gli altri. Ma non penso che l'aura di mistero sia un minimo comun denominatore sufficente.

  8. #8
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    Predefinito

    Devo ancora per forze dire delle cose:

    Voi che siete l'unica vera Chiesa di Cristo, vorreste farmi sapere dove sta scritto... dove trova una giustificazione evangelica la venerazione per dei legni dipinti che chiamate "sacre Icone".
    A me le icone piacciono per l'emozione che suscitano, ma non mi sognerei mai di venerarle alla stregua di un idolo, tantomeno di sbaciucchiarle.

    P.S.
    Le divisioni tra cattolici e ortodossi mi sempra sempre più un problema politico.
    2010:

  9. #9
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    Predefinito Icone

    Caro amico ,
    vedo con piacere che ci si sposta sempre. Bene è una occasione di arricchimento: dagli Esseni alle Icone.
    Ti consiglio di leggere san Giovanni Damasceno, e precisamente i Discorsi in difesa delle Sante Icone.
    La teologia dell'icona è una caratteristica fondamentale della cristologia ortodossa. In essa confluisce la dottrina paolina di Cristo icona: "Egli è l'Icona dell'invisibile Iddio, il Primogenito....in lui piacque al Padre far abitare ogni pienezza"; "Chi vede me vede il Padre" "Vieni e vedi"... su questi testi i Padri hanno sviluppato, alla luce anche dei concetti maturati all'interno del platonismo del Typos, prototypos,antitypos... sviluppati nella teologia dei Padri della Cappadocia (esempio: l'Anafora di San Basilio il Grande che all'Epiclesi dice: "Mentre presentiamo innanzi a Te gli antititipi del Corpo e Sangue del tuo Cristo, ti preghiamo e ti supplichiamo: Venga il Tuo Santo Spirito....manifesti questo pane come il prezioso Corpo ... e questo calice.... sangue saparsoi per la vita del mondo."
    L'Icona è il segno ecclesiale che l'Incarnazione è VERA, REALE che "l'Invisibile si è fatto Visibile ai mortali" che il ventre della tuttasanta è divenuto "più amplio dei cilei" perchè ha portato "quello che i cieli non possono contenere". Senza l'Icona il Dogma di Efeso e Calcedonia resta non pienamente inverato. Quando io mim prostro all'Icona e la bacio e la mia "proskinisis" risale al Prototipo io professo la fede nella CARNE salvifica e vivifica dell'Unigenitò, che "Egli ha assunto veramente da MARIA SANTA",
    Ma è evidente che per te l'idea di una carne salvifica è follia... e proprio per questo le icone sono necessarie, perchè sono di scandalo e follia agli eretici o meglio pagani (senza offesan senso tecnico-storico) come te, come la fede stessa: "scandalo per i Giudei e per i Greci follia" come si eprime il beato Apostolo Paolo.

  10. #10
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    Predefinito

    Non ho capito se la venerazione delle icone sia una specia di medicina omeopatica antipagana, vale a dire, abbracciare una pratica paganeggiante e idolatra per fare scandalizzare i pagani!
    In più sarebbe una specie di prova della reale incarnazione di Cristo... ma come? Non vi basta la fede? Volete proprio vederLo?
    Non mi risulta che l'Evangelo suggerisca questa pratica.

    Ma in realtà ho capito quello che vuoi dire: che chi venera un'immagine, venera in essa la realtà che vi è rappresentata.
    Peccato che per la sua stessa essenza l'immagine è sempre una realtà relativa: è sempre un immagine di qualcuno; e per di più, rappresentare per venerare una teofania visibile, è un modo per esaltare l'umiliazione del Verbo di Dio.

    Noi le icone al massimo le usiamo solo come strumento per suscitare emozioni, infatti non rivolgeremmo alcuna venerazione al legno dipinto (per la sua relatività nella rappresentazione, come ho detto), ma al modello rappresentato che vive una realtà diversa da quella umana, e mi sa tanto che il documento conciliare dell'843 che confuta l'iconoclastia, non è tanto in disaccordo con questo uso corretto delle immagini.
    Forse abbiamo detto la stessa cosa con parole diverse?
    In ogni caso le icone non ci servono come "prova" dell'incarnazione di Cristo, giacché che egli sia venuto lo SAPPIAMO.

    Infine l'idea di una carne salvifica per me non è proprio follia in quanto è un sistema del Padre per scardinare il mondo utilizzandone l'essenza. È come un virus che penetra in un organismo e si serve di esso per riprodursi danneggiando le cellule ospite: metaforicamente l'organismo da attaccare è il mondo della materia mentre il virus è Cristo.
    In ogni caso questa virtù viene dal Logos e non dalla carne in sè.
    2010:

 

 
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