L’altro Mazzini: l’Europeismo democratico
Dal 1860 gli studiosi del Risorgimento si sono posti l’interrogativo: “Chi è Mazzini?”. Come storico del pensiero politico europeo mi permetto di ricordare che nel giugno 1844 nel Parlamento inglese – Camera dei comuni e Camera dei lords – si aprì un dibattito sulle lettere aperte dalla polizia a Joseph Mazzini, che era a Londra dall’inizio del 1837, e l’opinione pubblica inglese si chiese se l’esule piemontese fosse veramente “a dangerous conspirator” come sosteneva l’ambasciatore austriaco. La “Westiminster Review” all’interrogativo “Who is Joseph Mazzini?” nel numero di settembre del 1844 rispose che l’etica di Mazzini non era l’etica dei politici (Mazzini and the Etics of Politicians): “He was rejoying the confidence and personal friendship of many of our ablest literary men”. Nessun profugo aveva ricevuto un simile elogio. Come mai? Mazzini, da quando nel 1839 aveva cominciato a pubblicare in inglese, ebbe due grandi centri d’informazione politico culturale: Thomas Carlyle, che inviò nel giugno 1844 una lunga lettera al “Times”, e John Bowling, deputato in Parlamento, fondatore con Mill della “Westminster Review”, curatore delle opere di Bentham. Il dibattito in Parlamento si prolungò fino all’aprile 1845, ed il ministro Graham dovette formulare delle scuse a questo scrittore politico.
Nel giugno 1845 Mazzini per fare conoscere agli Inglesi il suo pensiero politico scrisse e pubblicò un lungo saggio di 136 pagine Italy, Austria and Pope. Si ripete, erroneamente, che questo scritto non ebbe circolazione, ma in otto numeri, dal 19 luglio al 27 settembre 1845, lunghi brani del testo di Mazzini, tutti favorevolmente commentati, furono pubblicati dal “Northern Star”, il settimanale cartista, che sembra tirasse a cinquantamila copie a numero. Il “Northern Star” nel numero del 2 novembre 1845 su quattro colonne, così presentava Mazzini: “One of the principal representatives of the democratic principles; the working classes sympatise with Mazzini”. Egli era, ormai, uno scrittore politico democratico in lingua inglese. Per avere notizie più precise di questo scrittore mi sono andato a leggere pazientemente “The Northern Star”, che nessuno studioso di Mazzini mi risulta abbia consultato, ed in particolare per conoscere i rapporti di Mazzini con il condirettore del “Northern Star” Julian Harney, giovane cartista di sinistra, il cui nome non compare nell’indice dei nomi dell’Edizione nazionale degli Scritti di Mazzini, anche se esiste una corrispondenza di Harney con Mazzini, che recentemente ho pubblicato in onore dell’amico Scirocco. E’ da notare che Engels e Marx, dall’agosto del 1845, erano in relazione con Harney, il quale nell’ottobre 1845 fondò l’associazione inglese dei “Fraternal Democrats”, come risulta dagli Harney Papers. Per tali circostanze il triangolo tradizionale marsigliese Sansimonismo-Buonarroti-Mazzini, dal 1845 diventa a Londra il triangolo Cartismo-Marx-Mazzini. Su questo triangolo ho insistito nel volume Mazzini and Marx,1837-1847 (Westport Praeger, 2003), polemico verso gli studiosi del Cartismo e del Manifesto comunista.
I cartisti, dopo la pubblicazione in inglese dell’opera di Tocqueville (Democracy in America, London 1835), dal 1837 sostenevano che era possibile introdurre la democrazia – forma di società e non forma di governo – in Inghilterra, se il Parlamento avesse accolto i sei punti sottoscritto dalla “Working Men’s Association”. Mazzini era convinto, come aveva scritto in inglese nel 1840, che la democrazia in Europa sarebbe nata da una rivoluzione, e non da sei articoli costituzionali. Con lo scritto Italy Austria and the Pope, Mazzini, precisando in inglese che in Italia la rivoluzione sarebbe stata nazionale e politica, come la “Glorious Revolution” del 1688, avviò un dibattito tra i profughi politici sul tipo di rivoluzione che avrebbe dato vita in Europa alla democrazia. I democratici polacchi rifugiati a Londra, con un Poland’s Appeal to Europe, pubblicato nel “Northern Star” del 13 dicembre, risposero, infatti: “The next revolution in Poland must and will be social, as well as political and national”, in quanto i nobili avevano “the full and inconditional property of the soil”. La finalità antinobiliare fu confermata dal Cracow Manifesto, emanato il 22 febbraio 1846 in polacco, e pubblicato in inglese nel numero del 14 marzo dal “Northern Star”: “The nation shall have the absolute property of the land which today is only enjoyed by some”; la nazionalizzazione della terra avrebbe prodotto un comunismo agrario.
Il ventottenne Marx e il ventisettenne Engels, che leggevano il “Northern Star”, ed erano in rapporti epistolari con Harney, ritennero opportuno intervenire da Bruxelles nel dibattito londinese sulla nascita rivoluzionario della democrazia in Europa per precisare la posizione del comunismo critico tedesco: la rivoluzione sarebbe scoppiata in Inghilterra, il paese della produzione industriale e fatta dal proletariato contro la borghesia. Il “Northern Star” del 25 luglio 1846, in prima pagina, pubblicò Address of the German Democratic Communists of Brussels to Mr. Feargus O’Connor, firmata Engels e Marx, in cui si affermava: “The working class will become the ruling class of England”. Mazzini replicò con una Letter to John Saunders, direttore del “People’s Journal” e con otto articoli dal titolo Thoughts upon Democracy in Europe. Nel primo articolo, pubblicato nel “People’s Journal” del 29 agosto 1846, che è una specie di Address to John Saunders, Mazzini affermava: “Un innegabile movimento democratico sta spingendo l’Europa, e con l’Europa il mondo, verso nuovi destini; la democrazia non solo può fornire le idee fondamentali necessarie per l’avvenire dell’Europa, ma può liberare i popoli dal dispotismo, ed orientare ‘ever country’ verso la ‘Humanity’”. Questi Thoughts upon Democracy, che uscirono dall’agosto 1846 al giugno 1847, sono stati tradotti da me per Feltrinelli e la seconda edizione è appena uscita. Nel Pensieri sulla Democrazia in Europa, che richiamano alla memoria la Democracy in America di Tocqueville, tradotta in inglese, Mazzini non è il patriota che esorta i giovani italiani in nome della patria contro lo straniero: è lo scrittore politico democratico europeo, che discute con Carlyle e con Mill, con Bowling e con Cooper, con Harney e con O’ Condor, ma anche con i democratici polacchi e con i democratici comunisti tedeschi. E’ da aggiungere che nel maggio 1846 Mazzini scriveva allo svizzero Schneider, a Berna, che intendeva costituire un Comitato europeo democratico e tenere un congresso che si sarebbe concluso con un Manifesto, forse in polemica con i Fraternal Democrats, che si erano trasformati in un’associazione europea. Certo è che nel numero del 2 settembre 1846 del “Northern Star” era espresso un giudizio negativo sul primo articolo di Mazzini, ed era pubblicato un Address of the Fraternal Democrats of the Democrats of all Nation. Da parte sua Mazzini nel corso del 1847 diede vita alla People’s International League. Il 2 ottobre 1847 il “Northern Star” pubblicò un Manifesto to the Democracy of Europe dei Fraternal Democrats in polemica con la mazziniana League. Engels e Marx lessero e commentarono questo Manifesto inglese; così si spiega perché Marx polemizzò con Mazzini nel Manifest der Kommunistischen Partei, pubblicato a Londra nel febbraio 1848, ma non sottoscritto. Per tutta la questione rimando al mio saggio: Nortern Star, Fraternal Democrats e Manifest der Kommunistichen Partei, che uscirà nel prossimo numero della rivista “Il pensiero politico”. Se si trascura il dibattito londinese sulla democrazia non si può intendere il valore europeo della costituzione della “Roma Democratic Republic”, promulgata il 3 luglio 1849 e così recepita in inglese: “The democratic regime has, as its rule, equality, liberty and fraternità; the democratic republic promotes the amelioration of moral anda material conditions for alla citizens; the government of the local councils have equal rights”.
Il dibattito in inglese sulla democrazia andò avanti dopo il 1848, come si potrà rilevare da volume Mazzini scrittore politico in inglese, pubblicato da Olschki. Né gli studiosi di Marx, né quelli di Mazzini hanno notato che nella rivista inglese “The Red Republican” si legge a pagina 94 un Mazzini’s Manifesto (numero di settembre 1850) che è la traduzione in inglese del Manifesto scritto dai “citizens Marx and Engles”, ed è sottolineato in corsivo, quasi in risposta: “The conquest of Democracy is the elevation of Proletariat to the state of the ruling class”. Aggiungo che, nel gennaio 1851, uscì a Londra una rivista inglese mazziniana. In conclusione ritengo valido il giudizio dato su Mazzini 150 anni fa dalla pubblicistica inglese: “uno scrittore politico democratico europeo”. E’ triste dire che l’Oxford English Dictionary (volume IV, pagina 44) alla voce “Democracy” ricorda: “Progress of all through all under the leading of the best and wisest was Mazzini’s definition of democracy”. Nessun dizionario enciclopedico italiano riporta questa definizione della democrazia data da Mazzini. Come autore della Storia della democrazia in Europa, della quale Utet pubblica la terza edizione, ricordo che per Mazzini “the final aim of Democracy” in Europa deve essere “the development” della “social life” per “the future prospects” della “Humanity” (XXXIV, p.127).
Salvo Mastellone