Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
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    Predefinito Difendere la Corea del Juchè significa difendere la pace e il socialismo

    Sono passati 50 anni dalla prima aggressione imperialista alla Repubblica Democratica Popolare di Corea (Corea del Nord), i morti sono stati milioni, ma ancor oggi la Corea del Juchè, la Corea Socialista, la Corea dell'indipendenza nazionale e della pace si trova nel mirino dell'imperialismo americano.
    Con la scusa della lotta al terrorismo e all'asse del male, l'amministrazione del boia Bush intende nuovamente aggredire la RDPC e cancellarla dal novero delle nazioni sovrane.
    E tutto questo perchè? Perchè da 50 anni questo piccolo ma eroico paese persegue una politica di indipendenza nazionale, di socialismo e antimperialismo, che ha dimostrato al mondo la superiorità del socialismo sul capitalismo. mentre nel sud, governato da una dittatura sanguinaria e fascista al servizio degli yankee, le masse popolari sono oppresse e sfruttate; nel nord, sotto l'illuminata guida del PLC e di Kim Il sung si è proceduto alla realizzazione del potere popolare che ha comportato grandi risultati: eliminazione dell'analfabetismo, del latifondismo, sanità gratuita, lavoro dignitoso e casa per tutti.
    Oggi, a causa del criminale embargo yankee, la RDPC versa in difficili condizioni in quanto una terribile carestia ha colpito il paese, che tuttavia non si arrende, non cede alle minaccie imperialiste.
    E tutto questo per i gangsters a stelle e striscie non è accettabile, essi intendono distruggere la RPDC e asservire ai loro neri disegni l'intero popolo coreano.
    Un'ipotesi di guerra imperialista non è quindi affatto peregrina, cos' come non lo è quella di un attacco all'Iraq.
    E' compito di tutti i comunisti e gli antimperialisti denunciare queste nere manovre e opporsi in ogni modo ad esse. Nella consapevolezza del profondo legame esistente tra i contadini della Corea e le masse popolari del nostro paese, legame fatto di anticapitalismo vissuto nei fatti, non a parole, e basato su un preciso modo di sentire e vivere il mondo, costituito dal rifiuto del capitalismo, dell'imperialismo e del riformismo reazionario come unico orizzonte possibile.

    saluti comunisti

  2. #2
    Anti-Obama
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    Predefinito Re: Difendere la Corea del Juchè significa difendere la pace e il socialismo

    Originally posted by Tovarish
    Sono passati 50 anni dalla prima aggressione imperialista alla Repubblica Democratica Popolare di Corea (Corea del Nord), i morti sono stati milioni, ma ancor oggi la Corea del Juchè, la Corea Socialista, la Corea dell'indipendenza nazionale e della pace si trova nel mirino dell'imperialismo americano.
    Con la scusa della lotta al terrorismo e all'asse del male, l'amministrazione del boia Bush intende nuovamente aggredire la RDPC e cancellarla dal novero delle nazioni sovrane.
    E tutto questo perchè? Perchè da 50 anni questo piccolo ma eroico paese persegue una politica di indipendenza nazionale, di socialismo e antimperialismo, che ha dimostrato al mondo la superiorità del socialismo sul capitalismo. mentre nel sud, governato da una dittatura sanguinaria e fascista al servizio degli yankee, le masse popolari sono oppresse e sfruttate; nel nord, sotto l'illuminata guida del PLC e di Kim Il sung si è proceduto alla realizzazione del potere popolare che ha comportato grandi risultati: eliminazione dell'analfabetismo, del latifondismo, sanità gratuita, lavoro dignitoso e casa per tutti.
    Oggi, a causa del criminale embargo yankee, la RDPC versa in difficili condizioni in quanto una terribile carestia ha colpito il paese, che tuttavia non si arrende, non cede alle minaccie imperialiste.
    E tutto questo per i gangsters a stelle e striscie non è accettabile, essi intendono distruggere la RPDC e asservire ai loro neri disegni l'intero popolo coreano.
    Un'ipotesi di guerra imperialista non è quindi affatto peregrina, cos' come non lo è quella di un attacco all'Iraq.
    E' compito di tutti i comunisti e gli antimperialisti denunciare queste nere manovre e opporsi in ogni modo ad esse. Nella consapevolezza del profondo legame esistente tra i contadini della Corea e le masse popolari del nostro paese, legame fatto di anticapitalismo vissuto nei fatti, non a parole, e basato su un preciso modo di sentire e vivere il mondo, costituito dal rifiuto del capitalismo, dell'imperialismo e del riformismo reazionario come unico orizzonte possibile.

    saluti comunisti
    Caro falsario comunista Tovarish,
    50 anni fa, sono stati i nord coreani ad attaccare sud corea e
    scatenare la guerra coreana, non vice versa e non certamente gli americani at attacare i "Joche`."
    Per quanto riguarda il popolo coreano---- il popolo del nord
    rischia una specia di "auto-genocidio" tramite la fame e altre
    angustie provocati dalla follia comunista praticata dalla dinastia
    che ha "governato" quei poveri disgraziati; il popolo del Sud Corea gode di un benessere superiore ai tanti paesi occidentali, Italia compresa.
    Saluti dall'America Fascista,
    Antoninus
    Inoltre- conosci molti coreani personalmente?

  3. #3
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    Predefinito

    dal sito http://digilander.iol.it/rivistaprolet/corea.html

    ..........
    LA GUERRA DEL 1950-1953
    Da quel momento la storia delle due zone della Corea ruotò attorno a due figure principali: Kim Il Sung, nel nord, e Syngman Ri nel sud. Syngman Ri, il cui nome coreano era Li Sin Man, era un vecchio nazionalista che per quasi trent'anni aveva vissuto negli Stati Uniti e che era tornato a Seul nell'ottobre del 1945. Era l'uomo della conservazione capitalistica e, di fronte all'esistenza dei nuovi comitati popolari e di partiti di sinistra, l'uomo della restaurazione. Quando le trattative tra le due potenze occupanti giunsero ad un punto morto, fu lui l'uomo scelto da McArthur per la creazione del primo governo sud-coreano, il 15 agosto 1948. Era la conclusione logica di un processo che non solo aveva visto lo scioglimento dei comitati popolari, ma anche la messa al bando del partito comunista (e del partito sud-coreano del lavoro, che ne aveva preso il posto) e la repressione violenta dei movimenti di opposizione politica e armata che si erano andati sviluppando in varie parti del paese. La proclamazione del nuovo governo avvenne in una Seul posta in stato d'assedio e con la partecipazione di McArthur, il quale dichiarò che la "barriera artificiale" che divideva il nord dal sud sarebbe stata un giorno abbattuta. Tre settimane dopo, il 9 settembre, Kim Il Sung proclamava nel nord la creazione del governo popolare. Entro la fine dell'anno le truppe sovietiche lasciavano il paese; ma solo l'anno successivo gli americani annunciavano di avere fatto altrettanto. Con una riserva: all'ombra di un trattato concluso tra Seul e Washington avrebbero lasciato un corpo di "consiglieri militari", forte di 500 uomini, per addestrare l'esercito sud-coreano. Erano poste, così, le premesse per lo scontro che dal 1950 al 1953 avrebbe trasformato la Corea in un paese di desolazione e di morte.
    La guerra di Corea scoppiò alle prime ore del 25 giugno 1950, in circostanze che le due parti hanno presentato naturalmente in modo diametralmente opposto: il nord accusò il sud di avere scatenato l'aggressione; la stessa accusa, il sud rivolse contro il nord. L'annuncio di P'yongyang diceva: "Oggi l'esercito fantoccio della Corea meridionale ha scatenato di sorpresa un attacco contro la Corea settentrionale lungo tutta la linea del 38° parallelo. Truppe nemiche sono sconfinate, per una profondità da uno a due chilometri, nella Corea settentrionale, da tre punti... Il ministro dell'interno della Repubblica democratica popolare coreana ha ordinato alle proprie truppe di respingere il nemico sconfinato nelle zone a nord del 38° parallelo. In questo momento, le truppe della Repubblica democratica popolare coreana oppongono resistenza al nemico in una violenta battaglia difensiva."Per contro, un comunicato del ministro degli esteri di Seul affermava:"Il Dipartimento della difesa nazionale mi ha informato che tra le 4 e le 5 del mattino del 25 giugno forze comuniste della Corea settentrionale hanno iniziato attacchi non provocati e improvvisi contro le nostre posizioni difensive a sud del 38° parallelo...Le forze di sicurezza della Repubblica di Corea si oppongono con vigore a questo attacco criminoso contro il nostro suolo. Il mondo sa ora chi sia l'aggressore in questo tragico conflitto".
    LE RESPONSABILITA' DELLA GUERRA
    In realtà, il mondo sapeva poco della Corea: ancor meno sapeva delle circostanze reali nelle quali il conflitto era scoppiato e del contesto (interno ed internazionale) nel quale era maturato. La fine del 1949 e tutta la prima parte del 1950 erano state, in realtà, contrassegnate da una serie di avvenimenti che ben difficilmente avrebbero potuto far considerare il governo della Corea del sud la vittima innocente di un brutale attacco. Alla fine del 1948 le Nazioni Unite avevano riconosciuto il governo di Seul ("l'unico legale") e, naturalmente, si erano rifiutate di riconoscere quello di P'yongyang. Un anno dopo, il 12 dicembre 1949, il primo anniversario del riconoscimento era stato ricordato a Seul con un discorso del ministro degli esteri sud-coreano, che esprimeva "la speranza che il popolo compirà ogni sforzo per cancellare la linea del 38° parallelo, così da compiere la riunificazione della Corea entro il 12 dicembre dell'anno prossimo: a questo fine chiediamo che il popolo sia fermamente deciso e preparato, da questo momento in avanti, a spargere il suo sangue". Un rapporto della commissione delle Nazioni Unite per la Corea, che includeva questo discorso, affermava: "La commissione ha rilevato, di tanto in tanto, dichiarazioni da parte del presidente, del ministro degli esteri, e di altri uomini politici di primo piano e influenti, che suggeriscono che il tempo manca, che alla fine si potrebbe dover ricorrere come ultima soluzione all'unificazione con la forza".
    Si trattava di qualcosa di più di dichiarazioni verbali di politici desiderosi di crearsi un seguito. Nel marzo 1950 13 membri dell'Assemblea nazionale di Seul vennero arrestati sotto l'accusa di essersi opposti ad una invasione della Corea del nord. In maggio, il direttore della divisione coreana della U.S. Economic Cooperation Administration, E.A. Johnson, annunciava che 100 mila uomini dell'esercito sud-coreano, equipaggiati dagli Stati Uniti e addestrati dalla missione militare statunitense, avevano completato tutti i preparativi e avrebbero potuto sostenere una guerra in qualsiasi momento. Ai primi di giugno il maggior generale Roberts, capo del gruppo dei consiglieri americani nella Corea del sud, dichiarava a Marguerite Higgings della "New York Herald Tribune" che il suo gruppo era "una dimostrazione vivente di come un investimento intelligente ed intensivo di 500 ufficiali e soldati americani temprati nel combattimento possa portare all'addestramento di 100 mila uomini che potranno sparare per voi... Ho almeno da 13 a 14 americani in ogni divisione. Essi lavorano con gli ufficiali coreani, vivono con loro al fronte - il 38°parallelo - e stanno con loro in battaglia e nei periodi di riposo" (il segretario di Stato americano Dean Acheson avrebbe dichiarato il 2 maggio 1951 che, nel momento in cui la guerra scoppiò, "le forze di sicurezza" sud- coreane erano state già portate in realtà a 150 mila uomini).
    Il 17 giugno giungeva in Corea John Foster Dulles, allora consigliere speciale del Dipartimento di Stato. Dulles si recò al 38° parallelo e si fece fotografare mentre, attorniato da ufficiali americani e sud-coreani, osservava con il cannocchiale le posizioni nord-coreane. In quell'occasione pronunciò un discorso all'esercito sud-coreano: "Nessun avversario, nemmeno il più forte, può opporsi a voi. Non è lontano il tempo in cui sarete in grado di dimostrare la vostra forza". E due giorni dopo, il 19, in un discorso all'Assemblea nazionale di Seul: "Gli occhi del mondo libero sono fissi su di voi. Un compromesso col comunismo significherebbe prendere la strada che porta al disastro". Assicurò, poi, l'Assemblea che gli Stati Uniti erano pronti "a dare tutto il necessario appoggio morale e materiale alla Corea del sud, che sta combattendo con tanto valore contro il comunismo". Syngman Ri, presidente della Corea del sud, gli fece eco: "Se non possiamo difendere la democrazia in una guerra fredda,... otterremo la vittoria in una guerra calda". L'episodio è illuminante perchè sgombra il terreno da uno degli argomenti con cui gli ambienti ufficiali degli Stati Uniti cercarono di avallare la tesi secondo cui la Corea del nord aveva "aggredito" il sud perchè convinta che gli Stati Uniti non volessero combattere in Corea. I nord- coreani - si sostenne a Washington - avevano "letto male il messaggio" implicito nel ritiro degli USA, pensando di battere i sud-coreani privi di un sostegno esterno. In realtà, il messaggio di Dulles appariva molto chiaro: gli Stati Uniti - aveva detto a chiare lettere - erano pronti a combattere a fianco di Syngman Ri.
    Dal canto suo, Ri si trovava in una situazione alquanto difficile: in quel 19 giugno, in cui apparve a fianco di Dulles davanti all'Assemblea nazionale, egli doveva sentire realmente che il tempo gli sfuggiva, così come gli era sfuggito il controllo dell'Assemblea. Il 30 maggio c'erano state le elezioni politiche in tutta la Corea del sud e, nonostante tutte le precauzioni, l'opposizione aveva conquistato 162 seggi. Ri poteva contare solo sull'appoggio di 45 deputati. Il nord aveva lanciato una vera e propria campagna per l'unificazione pacifica, attraverso trattative dirette tra nord e sud, dalle quali avrebbero dovuto essere esclusi solo "criminali come Syngman Ri, Li Bum Suk e Kim Sunk Su, che hanno minato la pacifica riunificazione della Corea", e la "commissione delle Nazioni Unite per la Corea". Le proposte nord-coreane erano state lanciate il 7 giugno dal Comitato centrale del Fronte unito democratico della patria, e portate il 10 giugno da una commissione dello stesso fronte a Rehen, sul 38° parallelo, per essere consegnate ai rappresentanti dei partiti politici sud-coreani. I delegati del nord vennero accolti a Rehen dal fuoco delle truppe sud-coreane e dovettero fare dietro-front. Ma il giorno successivo la stessa missione si presentava a Seul, per consegnare le proposte direttamente e sul posto: i tre che la componevano venivano arrestati e torturati. Ciononostante, il 16 giugno lo stesso Comitato centrale del Fronte votava una mozione con la quale raccomandava al comitato permanente della Suprema Assemblea popolare della Corea del nord di chiedere alla corrispondente Assemblea del sud di organizzare congiuntamente un organo legislativo che approvasse una Costituzione ed eleggesse un governo. Sulla base della nuova Costituzione, si sarebbero dovute tenere elezioni pan-coreane a suffragio universale, per l'elezione di un organo legislativo unico per tutta la Corea. Fu in questo contesto interno che il 25 giugno esplose la guerra, preceduta da due giorni di intensi bombardamenti da parte delle artiglierie sud-coreane contro la Corea del nord.
    Il contesto internazionale non era più tranquillizzante. Era il periodo in cui la guerra fredda aveva raggiunto livelli di acutezza estremamente elevati e gli USA erano teatro dell'offensiva maccartista e della campagna per la guerra preventiva. La "perdita della Cina" era ancora fresca, di appena un anno prima; lo schieramento, di cui J. F. Dulles era uno degli esponenti più importanti e autorevoli, era alla ricerca di un rimedio ad una situazione che veniva giudicata catastrofica per gli interessi a lunga scadenza (ed anche per quelli immediati) degli Stati Uniti. Quell'atmosfera può essere resa citando il discorso che il segretario alla marina USA, Francis P. Matthews, pronunciò il 25 agosto 1950, a guerra iniziata, per chiedere una guerra preventiva contro l'URSS: essa "avrebbe messo gli americani in una posizione nuova per una vera democrazia, in quanto iniziatori di una guerra di aggressione... i primi aggressori per la causa della pace". Matthews venne sconfessato, ma rimase al suo posto.
    La guerra era scoppiata il 25: il 27 il presidente Truman annunciava di avere ordinato "alle forze aeree e navali degli Stati Uniti di dare copertura e appoggio alle truppe del governo coreano... Ho ordinato alla VII flotta di prevenire qualsiasi attacco su Formosa... La determinazione del futuro status di Formosa deve attendere la restaurazione della sicurezza nel Pacifico, un accordo di pace con il Giappone, o l'esame della Nazioni Unite. Ho anche ordinato che le forze statunitensi nelle Filippine siano rafforzate e che l'assistenza militare al governo delle Filippine venga accelerata. Ho anche stabilito che sia accelerata la fornitura di assistenza militare alle forze della Francia e degli Stati associati in Indocina e l'invio di una missione militare per fornire stretti rapporti di lavoro con quelle forze". La dichiarazione di Truman - che, dal convulso succedersi degli avvenimenti in Corea, traeva lo spunto per un rilancio militare degli Stati Uniti in tutta l'Asia - aveva preceduto la riunione del Consiglio di sicurezza dell'ONU, che solo il pomeriggio di quel giorno (in assenza del delegato sovietico che boicottava le sedute per protestare contro la presenza del delegato di Chiang Kai-shek nel seggio riservato alla Cina) approvava una risoluzione in cui si affermava: "Sono necessarie urgenti misure militari per ristabilire la pace e la sicurezza internazionali", e si chiedeva agli Stati membri di fornire assistenza al governo di Ri.
    Il Consiglio di sicurezza doveva decidere sulla base di documenti precostituiti (la dichiarazione di intervento di Truman) e di una documentazione estremamente vaga. Essenzialmente era costituita dalle affermazioni del delegato degli Stati Uniti, Gross, che si basava su un telegramma inviato dall'ambasciatore americano a Seul, Muccio, dove si affermava: "Forze nord-coreane hanno invaso il territorio della Repubblica di Corea in parecchi punti nelle prime ore del mattino del 25 giugno". In realtà il telegramma era molto meno preciso. Diceva testualmente: "Secondo notizie riferite dall'esercito coreano, in parte confermate da rapporti di osservatori del gruppo consultivo militare per la Corea, questa mattina forze nord-coreane hanno invaso il territorio della Repubblica di Corea in diversi punti". Sfortunatamente, il testo integrale del telegramma di Muccio venne reso noto solo un mese più tardi, in un libro bianco sulla situazione coreana. Nel frattempo, il Consiglio di sicurezza aveva già votato la sua risoluzione; il 30 giugno, Truman aveva ordinato l'intervento anche delle truppe di terra americane sotto la bandiera delle Nazioni Unite e - con una rapidità che dimostrava come questo intervento fosse stato pianificato - il 1° luglio le prime truppe americane sbarcavano in Corea; il 7 luglio il Consiglio di sicurezza decideva (assente l'URSS ed esclusa la Cina popolare) di creare un "comando delle Nazioni Unite" e di chiedere a Washington di designarne il comandante (ovviamente fu McArthur); il segretario di Stato americano aveva già respinto un'iniziativa di Nehru e di Stalin per una soluzione pacifica della questione coreana. La guerra - scoppiata in circostanze per un verso tanto oscure, e per un altro verso tanto chiare - sarebbe continuata.
    .....
    continua sul sito

    saluti comunisti

  4. #4
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    Caro Tovarish,
    Pure se fosse vero che gli americani hanno provocato la guerra
    (e, nonostante il sito da te citato, non e` vero), sono i risultati
    che contano. Il Sud Corea e una delle potenze economiche
    del mondo, con un popolo libero e fiero della propria liberta`.
    I nord coreani vivono a livello dell'Eta di Bronzo.
    Di nuovo, conosci molti coreani personalmente? Specificamente, conosci qualche profugo nord coreano?

  5. #5
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    Predefinito Re: Difendere la Corea del Juchè significa difendere la pace e il socialismo

    Originally posted by Tovarish
    da 50 anni questo piccolo ma eroico paese persegue una politica di indipendenza nazionale, di socialismo e antimperialismo, che ha dimostrato al mondo la superiorità del socialismo sul capitalismo.

  6. #6
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    Predefinito

    Originally posted by antoninus
    Caro Tovarish,
    Pure se fosse vero che gli americani hanno provocato la guerra
    (e, nonostante il sito da te citato, non e` vero), sono i risultati
    che contano. Il Sud Corea e una delle potenze economiche
    del mondo, con un popolo libero e fiero della propria liberta`.
    I nord coreani vivono a livello dell'Eta di Bronzo.
    Di nuovo, conosci molti coreani personalmente? Specificamente, conosci qualche profugo nord coreano?
    Gli USA hanno ammesso, ad esempio, di esser stati loro ad attaccare il Vietnam per primo, diffondendo notizie false su un attacco subito. Quindi non essere troppo sicuro

    Inoltre in Sud Corea non c'e' proprio una situazione ottimale. Migliore del Nord (soprattutto per la liberta' che gli studenti e operai stanno dimostrando nel ribellarsi e protestare nonostante la repressione), ma da non esaltare.

 

 

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