Sono passati 50 anni dalla prima aggressione imperialista alla Repubblica Democratica Popolare di Corea (Corea del Nord), i morti sono stati milioni, ma ancor oggi la Corea del Juchè, la Corea Socialista, la Corea dell'indipendenza nazionale e della pace si trova nel mirino dell'imperialismo americano.
Con la scusa della lotta al terrorismo e all'asse del male, l'amministrazione del boia Bush intende nuovamente aggredire la RDPC e cancellarla dal novero delle nazioni sovrane.
E tutto questo perchè? Perchè da 50 anni questo piccolo ma eroico paese persegue una politica di indipendenza nazionale, di socialismo e antimperialismo, che ha dimostrato al mondo la superiorità del socialismo sul capitalismo. mentre nel sud, governato da una dittatura sanguinaria e fascista al servizio degli yankee, le masse popolari sono oppresse e sfruttate; nel nord, sotto l'illuminata guida del PLC e di Kim Il sung si è proceduto alla realizzazione del potere popolare che ha comportato grandi risultati: eliminazione dell'analfabetismo, del latifondismo, sanità gratuita, lavoro dignitoso e casa per tutti.
Oggi, a causa del criminale embargo yankee, la RDPC versa in difficili condizioni in quanto una terribile carestia ha colpito il paese, che tuttavia non si arrende, non cede alle minaccie imperialiste.
E tutto questo per i gangsters a stelle e striscie non è accettabile, essi intendono distruggere la RPDC e asservire ai loro neri disegni l'intero popolo coreano.
Un'ipotesi di guerra imperialista non è quindi affatto peregrina, cos' come non lo è quella di un attacco all'Iraq.
E' compito di tutti i comunisti e gli antimperialisti denunciare queste nere manovre e opporsi in ogni modo ad esse. Nella consapevolezza del profondo legame esistente tra i contadini della Corea e le masse popolari del nostro paese, legame fatto di anticapitalismo vissuto nei fatti, non a parole, e basato su un preciso modo di sentire e vivere il mondo, costituito dal rifiuto del capitalismo, dell'imperialismo e del riformismo reazionario come unico orizzonte possibile.
saluti comunisti