E così la grande Russia diventa sorella della Nato. Dire che è finita un'epoca è inesatto. L'epoca delle contrapposizioni tra Nato e Russia sono finite da tempo. Semmai la domanda da porsi è un'altra. Che cosa resterà della Nato con la Russia dentro? Non è una domanda nostalgica, semplicemente il quesito che riguarda le mutazioni di funzione, operatività e ruolo che l'Alleanza subirà per adeguarsi alla nuova situazione internazionale, dove i potenziali nemici sono al sud. Ed oriente c'è invece la Cina, che nemico non è ma partner ingombrante (più per la Russia che per l'Occidente) di sicuro sì.
Se ci guardiamo indietro ci mettiamo a ridere. Nel 1976 circolava un rapporto Nato che prospettava un'invasione lampo dell'Armata Rossa. Il dossier prevedeva che in 48 ore le forze del Patto di Varsavia sarebbero giunte ad ovest del Reno. Qualche anno uscì un libro «La terza guerra mondiale» scritto da un gruppo di generali britannici in pensione, che ebbe uno straordinario successo e che prevedeva per il 1985 un attacco russo, che sarebbe stato fermato solo grazie ai cospicui investimenti militari fatti dall'Occidente. Erano gli anni della installazione dei missili. Il libro fu preso talmente sul serio che, si diceva, il presidente Carter lo teneva sul comodino.
Fortunatamente la storia ha preso un'altra strada. O meglio la politica l'ha condotta su un'altra strada e ha portato allo scioglimento di quel patto, che era stato firmato a Varsavia nel 1955, insieme al «Trattato di amicizia, cooperazione e mutio soccorso» tra i paesi dell'Est europeo e l'Urss.
Un abbraccio mortale che fu l'inevitabile conseguenza dell'accordo di Yalta che il 4 febbraio 1945 aveva previsto un'Europa divisa in due.
Per quella che rimase dall'altra parte significò la fine della libertà di stampa, di opinione, di culto. Per prima ci fu la repressione operaia da parte di polizia e truppe del Patto a Berlino nel '53, poi ci fu la rivolta di Budapest nel '56.
Per ricordare la lunga marcia di Mosca da est fino al punto in cui è giunta oggi basta ripercorrere la storia del secolo scorso, con il dissenso della Jugoslavia, le inquitudini della Polonia, il muro, Gorbaciov, la fine dei regimi comunisti, il fallito colpo di Stato comunista a Mosca nel '91, la fine dell'Urss. Le prime richieste fatte da Eltsin per far entrare la Russia nella Nato sembravano piaggeria per magnificare la forza dell'ex nemico. Un po' Gorbaciov nel suo ruolo di ex presidente-ambasciatore ma soprattutto il freddo ma lucido Putin hanno fatto fare passi da gigante al progetto.
In una nazione, la Russia, dove l'Occidente viene visto ancora come una possibile minaccia, perché gran parte dei nemici e delle invasioni della sua storia moderna sono venuti proprio dall'Europa, Putin ha capito che bisognava fare presto, per cogliere di sorpresa gli oppositori interni e quelli esterni. E anche grazie a Berlusconi ce l'ha fatta.
di Giovanni Morandi
http://ilrestodelcarlino.quotidiano....11:/2002/04/13