...un nuovo, esaltante traguardo raggiunto dal governo delle 3I





L'Operazione "Mindbuster - "acchiappacervelli"- aveva lo scopo di far rientrare in Italia una parte dei tanti ricercatori emigrati all'estero, ma è fallita per grave mancanza di fondi.
di Riccardo Venturi


MILANO - Giugno 2001: il Cnr lancia in pompa magna l'operazione “Mindbuster” (acchiappacervelli), con lo scopo di far rientrare almeno una parte dei tanti ricercatori italiani emigrati all'estero e di innescare il processo inverso, ovvero attrarre in Italia validi ricercatori stranieri.

Marzo 2002: l’operazione Mindbuster è bloccata per “intervenuti gravissimi problemi di bilancio nell’anno 2002”. Più che di strangolamento nella culla si tratta di vero e proprio aborto: “Il progetto Mindbuster non è mai partito, ci hanno fatto lavorare per nulla. Io ho presentato la domanda di finanziamento lo scorso 14 settembre. Ma nei sei mesi successivi non sono nemmeno state formate le commissioni di valutazione delle domande, fino all’annuncio del blocco di tutta l’operazione - spiega Roberto Defez, ricercatore dell'Istituto di Genetica e Biofisica Buzzati Traverso di Napoli, già portavoce dell'appello degli scienziati per la libertà di ricerca.

Defez, comunque, nega che il progetto Mindbuster avesse le potenzialità per contrastare il cosiddetto fenomeno dei “cervelli in fuga”: “É stato presentato in grande spolvero come se fosse il sistema giusto per far tornare chissà chi dall'estero. Ma in realtà le cifre stanziate e, soprattutto, le voci interne sull'entità dei finanziamenti ai quali si poteva ragionevolmente ambire non erano tali da far tornare assolutamente nessuno da nessuna parte. L’ordine di grandezza era di 125mila euro (circa 240 milioni di lire) a progetto per ciascun consorzio di ricerca. Nel caso di otto componenti, per esempio, il finanziamento sarebbe stato di 30 milioni a testa all’anno: sono cifre con le quali non si riesce a fare nulla.

Un ricercatore serio tornerebbe in Italia in presenza di finanziamenti duraturi, della possibilità di pagare per davvero il personale, ma anche di strutture, spazi, laboratori, tutte cose che in Italia non ci sono, né nelle università né al Cnr. L’operazione Mindbuster, insomma, non avrebbe fatto tornare nessuno. Avrebbe solo permesso ai laboratori italiani di vivacchiare con un po' di soldi per un altro anno". Ma non succederà neanche questo, perché come si è visto il progetto non è mai partito.

Allo stesso modo sono stati bloccati i quattro Progetti finalizzati in corso, fra cui quello dedicato alle biotecnologie. “Questo è un caso che ritengo più grave del Mindbuster, perché interrompe finanziamenti già in atto, brevetti già depositati, licenze già concesse. Gli investimenti fatti fin qui vengono vanificati in modo autolesionistico - dice Defez.

La colpa è dei tagli operati dal Governo al bilancio del Cnr. O meglio, del mancato stanziamento di nuovi fondi per far fronte all'aumento di spese dovuto all’immissione in ruolo di 2000 nuovi dipendenti e al rinnovo del contratto. “Una parte delle nuove assunzioni viene dai finanziamenti per il mezzogiorno del 1989: quindi saranno vicende fatte di lunghissimi anni di precariato per ricercatori, tecnici e così via. Il contratto rinnovato, poi, era già scaduto nel 2001...” dice Defez. Insomma, non si tratta certo di voci improvvise e impreviste. Eppure i soldi per coprire queste nuove spese sono stati presi dalle già esangui casse dei laboratori. L’orazione funebre per la ricerca italiana è stata autorevolmente celebrata dall’astrofisico Margherita Hack, pungente come sempre: “Pace all'anima della ricerca italiana, subdolamente uccisa dalla famosa esperta di ricerca scientifica Ministra Moratti. Questo governo ricco di illustri ingegni è riuscito finalmente a tappare tutti i buchi lasciati dai Œcomunisti”, tagliando quelle inutili spese per l'università. Tanto c'é la televisione che fornisce cultura a tutti con i suoi quiz, e l'Italia è comunque fra i Grandi per il suo impegno guerriero, anche se spende per la ricerca e l'università meno di un terzo degli altri Grandi. Requiescat in pace".

Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Letizia Moratti ha replicato indirettamente lo scorso 3 aprile, nel corso del suo intervento al Quirinale in occasione della cerimonia di consegna delle medaglie d'oro e dei diplomi ai Benemeriti della Scienza e della Cultura: "L'inaspettato peggioramento dello scenario internazionale in seguito agli attentati dell'11 settembre 2001 ci ha impedito, per quest'anno, di aumentare gli investimenti per la ricerca. Abbiamo tuttavia mantenuto per il 2002 il livello di spesa dell'anno scorso, pur incrementando il Fondo di finanziamento ordinario delle università che, come ho detto, costituiscono oggi la principale rete di ricerca di cui disponiamo. Ma il nostro obiettivo rimane immutato: portare a fine legislatura gli investimenti per la ricerca pubblica all'1 per cento del Pil (attualmente sono allo 0,56 per cento, ndr). Questo impegno è il nostro orizzonte per le linee-guida del Programma nazionale della Ricerca che saranno emanate entro aprile, con le quali il Governo intende orientare secondo specifici obiettivi per i prossimi cinque anni l'attività di ricerca delle istituzioni pubbliche e private".

(15 APRILE 2002, ORE 11:00)


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