Sciopero generale, l'Italia si ferma per 8 ore


I lavoratori incrociano le braccia contro le modifiche al mercato del lavoro prospettate dal governo. Disagi nei trasporti e nella sanità. Chiuse scuole e fabbriche. Cortei in tutta Italia: Cofferati parlerà a Firenze.


ROMA - Il giorno dello sciopero generale è arrivato. Come tutti ormai ben sanno, è Sergio Cofferati il grande regista della mobilitazione dei lavoratori, indetta da sindacati per protestare contro la riforma del mercato del lavoro che il governo Berlusconi sta preparando. Il laeder della Cgil è riuscito ad organizzare il suo progetto di protesta in maniera tale da replicare la grande mobilitazione del 23 marzo scorso a Roma, contro le riforme del mercato del lavoro e della previdenza contenute nel Libro Bianco.

Chi incrocia le braccia. A protestare, scioperando per otto ore, contro il ddl del Governo che sospende, in alcuni casi, il diritto al reintegro sul posto di lavoro sancito dall'art.18 dello Statuto dei lavoratori, saranno oggi i dipendenti di industria, terziario, agricoltura, servizi, uffici pubblici. In particolare, restano chiuse le scuole, dalle materne all'università; le banche e gran parte degli uffici postali, che garantiranno solamente l'invio di raccomandate e telegrammi; i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti; i supermercati ed i centri commerciali fatta eccezione, in alcuni casi, per i negozi a conduzione familiare.

Non mancano i disagi nei trasporti: i treni si fermano dalle 9 alle 17, mentre restano garantite le fasce dei pendolari. Per qualsiasi informazione, le Fs invitano a contattare il loro numero verde, 8488-88088. Gli aerei si bloccano dalle 10 alle 18. Alitalia, che lascia a disposizione per le informazioni il numero verde 800-650055, ha cancellato 271 voli su 374. I trasporti locali si fermano secondo orari e modalità diverse nelle varie città. A Roma sono fermi dalle 10 alle 17; a Milano dalle 18 alla fine del servizio; a Torino dalle 17.45 alla fine del servizio; a Bologna dalle 8.30 alle 16.30; a Genova dalle 9.30 alle 17.30, così come a Napoli mentre a Venezia i mezzi pubblici si fermano dalle 9 alle 16.30. Quanto infine ai servizi di trasporto marittimo, si fermano per tutto il giorno, lasciando a disposizione un unico servizio di andata e ritorno per le isole.

Ferma anche la Sanità: bloccate nelle Asl le analisi e le visite, mentre gli ospedali garantiranno i servizi di pronto soccorso e minimi di assistenza. Scioperano i casellanti delle autostrade, sulle quali funzioneranno quindi solo i mezzi di pagamento automatico. Incrociano le braccia i tassisti, che si limitano a garantire i servizi agli handicappati. E, infine, per lo sciopero indetto ieri dalla Federazione nazionale della stampa, non ci saranno quotidiani in edicola, né notiziari televisivi o radiofonici.

I cortei nelle città italiane. Diversi i cortei previsti: a Roma ce ne saranno due, con un comizio a Piazza del Popolo. Tre i cortei a Torino, con comizio nella centralissima Piazza San Carlo; un corteo a Napoli, con comizio a Piazza Dante, e un comizio a Palermo, in piazza Castelnuovo. Il leader della Cgil Sergio Cofferati parlerà a Firenze, in Piazza Santa Croce, dove confluiranno tre cortei. A Milano, in piazza Duca d'Aosta, al confluire di due cortei, parlerà il numero uno della Cisl, Savino Pezzotta mentre il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, parlerà a Bologna, in Piazza 8 Agosto, dove confluiranno 3 cortei.

Articolo 18: l'oggetto del contendere. Il nocciolo della questione rimane l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, simbolo della contrapposizione tra governo e sindacati: L'esecutivo, è stato detto e ripetuto sia da Berlusconi che da Fini, non intende stralciare questa norma dal progetto di modifica. Ma la maggioranza potrebbe cedere su altri punti al tavolo del negoziato, che dovrebbe ripartire proprio all'indomani della mobilitazione di oggi. In primo luogo, il governo intende presentare ai sindacati una riforma degli ammortizzatori sociali tale da controbilanciare la maggiore facilità dei licenziamenti.

Intanto, anche nel governo il fronte non è granitico. Dopo le aperture manifestate a Parma da Rocco Buttiglione (Udc), ieri il ministro Gianni Alemanno (destra sociale di An) se l'è presa contro l'eccessiva rigidità del ministro dell'Economia Tremonti. "La politica economica - ha dichiarato Alemanno a Il Messaggero invocando un ruolo maggiore per Fini - non può essere fatta da uno solo".

(16 APRILE 2002, ORE 8:00)