'...quando penso ai bambini e alle madri, alle donne e alle famiglie intere, vittime dello sterminio di quella giornata di 58 anni fa, in cui i Tedeschi hanno portato violenza e immenso dolore a Marzabotto, mi pervade un profondo senso di dolore e vergogna. Mi inchino davanti ai morti...'.
Queste le parole pronunciate di fronte ai familiari delle vittime dell'eccidio di Marzabotto, dal Presidente della Repubblica Federale Tedesca, Johannes Rau, durante la cerimonia tenutasi ieri a Monte Sole, davanti alle rovine della chiesa di S.Maria dell' Assunta. Naturalmente era presente anche il collega Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, il cui 'discorso' è stato, come da aspettarsi, il solito miscuglio di banalità retoriche che, sia detto senza offesa, non fa oramai presa più in nessuno:
'...mai più!...mai più odio, mai più sangue fra i popoli d'Europa!... ricordiamo gli esseri umani inermi, in gran parte donne, vecchi e bambini, che furono trucidati nei villaggi, nelle chiese, nelle piazze, nei casolari di questa montagna, divenuta la montagna dei martiri fatti oggetto ad atti di crudeltà disumana, frutto di una folle ideologia luciferina [sic!!...- n.d.r.]...la coscienza degli uomini ha condannato quell'orribile scempio, la storia lo ha giudicato...siamo oggi qui riuniti, il Presidente Tedesco e il Presidente Italiano, per rendere onore a quelle vittime innocenti, affinchè il ricordo rimanga vivo, affinchè la memoria, tramandata di generazione in generazione, costituisca monito e guida a vigile garanzia della dignità della persona umana...'
Tralasciando, soprattutto perchè superflua, la parte rimanente del discorso che in ogni caso è reperibile facilmente, veniamo ai [pochi oramai] superstiti presenti alla cerimonia, schierati anch'essi davanti al sacrario di Monte Sole. Vi è Enrico Beccari, che ricorda il sacrificio del parroco don Giovanni Fornatini:
'...fu lui a salvarmi e poi fu ucciso. A lui abbiamo eretto, noi superstiti che a lui dobbiamo la vita, con i sassi, il monumento che si vede salendo qui a Monte Sole...non bisogna mai dimenticare...ma qui a Marzabotto non abbiamo mai condannato il popolo Tedesco...’
Premesso che sul fatto che 'non bisogna mai dimenticare' tutti ci troviamo d'accordo con Enrico Beccari, alcune domande, forse un poco prolisse se vogliamo, vengono assolutamente spontanee: perchè, a distanza di 58 anni, ancora si ritira fuori la vicenda di Marzabotto?... cosa vi è ancora da dire che non sia stato già detto?... non è forse tutto ciò una strumentale messainscena per 'usare' i morti di Marzabotto in chiave 'opportunistica' da parte di certe 'solite forze politiche'?...
Per agevolare qualcuno nella rispopta a questi legittimi interrogativi potrà essere utile sapere che, memori del mostruoso episodio giudiziario che ha visto Erik Priebke comparire dinnanzi ad un tribunale della Repubblica Italiana, imputato [e poi condannato] per crimini sui quali la sentenza, per lui e per altri, di innocenza era passata in giudicato già cinquant'anni prima, alcuni magistrati italiani pensano di ripetere il 'colpaccio' e portare in tribunale alcuni ufficiali e sottoufficiali appartenenti ai reparti protagonisti degli episodi di Sant'Anna di Stazzema e Marzabotto. E' notizia di questi gioni infatti che una dozzina di ex ufficiali e sottufficiali delle SS che parteciparono alle stragi naziste di Sant'Anna di Stazzema e di Marzabotto sono ancora vivi, sono stati identificati e presto saranno interrogati dai magistrati italiani che in queste settimane si sono rivolti ai colleghi tedeschi.
L'attenzione sarebbe concentrata su diversi nomi, ma è stato accertato che sono perlomeno ancora vivi, tra coloro già indicati oltre cinquant'anni fa, il sergente Albert Meier, 79 anni, di Essen, il sergente Albert Piepenschneider, 78 anni, di Braunschweig, il caporale Franz Stockinger, di Mauth/Heinrichsbrunn. Questi tre sottufficiali sono stati individuati e intervistati dalla televisione pubblica tedesca Ard. La Procura militare della Spezia ha già preso contatti con i magistrati tedeschi. Gli elementi emersi nel corso della trasmissione televisiva Kontraste, hanno offerto infatti agli inquirenti la possibilità di riaprire un fascicolo che sembrava essersi chiuso con la condanna all'ergastolo di Walter Reder nel 1951 e con la breve detenzione di Max Simon [condannato nel 1947 e rilasciato nel 1954]. Il maggiore Walter Reder comandava il battaglione esploratori della 16ma divisione meccanizzata delle SS, di cui il generale Max Simon era il comandante, battaglione che operò, tra gli altri, il 'rastrellamento' nel corso del quale avvenne l'episodio di Marzabotto.
E' semplicemente superfluo rilevare che, al apri di tantissimi fatti avvenuti nel sanguinoso periodo dell'occupazione tedesca e della 'lotta partigiana', oltre cinquant'anni di storiografia e propaganda 'resistenziale' accuratamente somministrata a tutti, cominciando dalle scuole elementari, hanno totalmente distorto la 'verità' di Marzabotto. Per mostrare fino a che punto questo 'scempio' è stato portato avanti, riporterò nel mio prossimo intervento la ricostruzione, basata come sempre su accurate testimonianze e fonti documentali, dell'episodio di Marzabotto fatta da Giorgio Pisanò...
a risentirci!...
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Nobis ardua
Comandante CC Carlo Fecia di Cossato