Originariamente Scritto da
No-social
E' l'università a dover cambiare, a prescindere dalla questione del numero chiuso.
Oggigiorno, sono davvero pochi gli atenei in cui si studia seriamente e i cui laureati da essi provenienti abbiano goduto di una preparazione altamente formativa.
Se si deciderà di rendere l'università competitiva, risollevandola dal pressocchè totale status odierno di parcheggio per neoadulti , non ci sarà bisogno nè del numero chiuso, nè di qualsivoglia sbarramento iniziale: la selezione verrà da sè, ed il numero di aspiranti
dottori lo si vedrà andare in frantumi - salvo l'improbabile caso che il ragazzo italiano medio si riveli il prototipo dello studente modello - nel giro di poco tempo.
Il sottoscritto stesso iniziò l'università in sordina, aprendo il libretto tra
diciotto e voti poco più alti, salvo poi decidere che fosse giunto il momento della svolta e dei sacrifici: dentro o fuori, e alla fine arrivò una faticatissima laurea.
A mio avviso, ad inflazionare l'università è stata la caduta in picchiata sì della selettività, ma di quella della carriera universitaria: materie con libri di quaranta paginette, l'ambiguo sistema dei crediti, programmi ridotti all'osso, ridicoli corsi di laurea triennali col bluff della specializzazione... - Mi tengo ben stretto il mio caro buon vecchio ordinamento... - Col risultato di mettere sulla piazza un esercito di laureati, tutti intenti ad ambire profili professionali di prestigio in virtù dello status di
dottore: ma ai quali, in realtà - e ne ho incontrati parecchi - un fruttivendolo o un gommista (con massimo rispetto parlando) potrebbero impartire lezioni di italiano.
Università dura, dunque, cosicchè il numero dei laureati sia giusto quello comprendente i davvero degni di chiamarsi
dottori: non sarà sufficente a colmare il dramma del precariato, ma quantomeno sarà un buon primo passo far sì che restino solo quelli giusti.
Primi fra tutti, coloro i quali che con fatica contano i soldi per permettersi un panino con cui pranzare tra una lezione e l'altra: eppure per qualcuno all'università non dovrebbero neppure metter piede perchè discriminati dal basso reddito familiare (sic!) :gratgrat: ... Mi chiedo se nelle capacità umane non risieda la facoltà di scegliersi una famiglia di provenienza d'alto rango economico... :gratgrat: