E MILLE DETENUTI PARTECIPANO ALLO SCIOPERO DELLA FAME di Massimiliano Lussana (LA STAMPA)
Numeri. Milleduecentottantuno detenuti in sciopero della fame, 250 a Milano-San Vittore, 320 a Roma-Regina Coeli, 42 ad Alghero, 40 a Bollate, 356 a Roma-Rebibbia, 40 nella sezione femminile di Rebibbia, 51 a Bergamo, 22 a Milano Opera, 49 a Cagliari-Buoncammino, 65 a Sassari-San Sebastiano e 46 a Udine.
Numeri di difesa del diritto. Pure se non è direttamente il “loro”, personale, diritto. Anche i detenuti hanno aderito al Satyagraha radicale ed è un’iniziativa che ha coinvolto carcerati italiani ed extracomunitari, che hanno imparato a “fidarsi” dei radicali, gli unici che non hanno mai rinunciato a difendere anche i diritti di chi normalmente non ha diritti. Gli unici o quasi per cui il carcere è un luogo di battaglia quotidiana, anche di battaglia politica, dove raccogliere firme per un referendum o per una legge di iniziativa popolare, dove combattere perché un cittadino senza la libertà non sia anche un cittadino senza alcun diritto. E c’è anche chi, come un gruppo di detenute del carcere di Opera, ha firmato una lettera commovente in cui si racconta la propria lotta per la vita del diritto, ma anche l’inutilità di un diritto alla che non comprende la lotta: “Quante volte restiamo a fissare il riflesso dei neon straziarsi contro il vetro della finestra e, improvvisamente, sentiamo scintillare nell’oscurità le nostre solitudini. Piene di confusioni inesorabili che impediscono al tempo di invertire l’inerzia dei nostri giorni”.
E, quindi, la lettera è il racconto di una battaglia. Anche “contro il senso di inutilità che ci dilania. E non ci lascia mai. L’avere pensato a noi – l’“ultima ruota del carro” – è il segno concreto e tangibile che conferma la nostra esistenza. Che ci restituisce speranza e dignità. Ridà fiducia ai tentativi di affidare allo Stato, alla Legge, la soluzione dei conflitti e la risoluzione di disagi; non solo nostri, ma di tutti”. Parole fortissime, a cui seguono altre parole, se possibile ancor più forti e commoventi, in cui le detenute scrivono: “Grazie Marco, per averci reso attori di questa lotta, per noi pirandelliana. Noi, i”fuorilegge” che combattiamo per il rispetto della legalità!”. E’ una delle vittorie del Satyagraha, forse ancor più della telefonata di Ciampi.

Wolare (informato privilegiato)