Martedì 23 Aprile 2002, 13:03
Italia, Pil 2002 atteso a 1,3%, deficit a 1,4%
Di Domenico Conti
MILANO (Reuters) - L'economia italiana rallenterà all'1,3% quest'anno, meno di quanto previsto tre mesi fa e di certo non abbastanza per raggiungere gli obiettivi di crescita e di finanza pubblica del governo.
L'Unione europea potrebbe così emettere un 'warning' sullo slittamento dell'Italia rispetto agli obiettivi del suo Programma di stabilità e crescita, che prevedono il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2003.
E' quanto emerge dal sondaggio trimestrale svolto da Reuters fra 15 economisti, che si raffronta con una stima di crescita 2002 dell'1,1% fatta nel precedente sondaggio di gennaio, e con la crescita dell'1,8% registrata nel 2001.
"I target posti dal governo nel Programma di stabilità italiano per l'Ue sono insostenibili", dice Susana Garcia di Deutsche Bank (Xetra: 514000.DE - notizie) .
L'esecutivo ha confermato la scorsa settimana l'obiettivo di crescita del 2,3% previsto nel Programma di stabilità italiano, nonostante il Fondo monetario internazionale abbia pubblicato una stima di crescita per il 2002 dell'1,4%, vicino alle stime di altre istituzioni e dei maggiori centri di ricerca.
Il divario fra le previsioni degli economisti e le stime governative dovrebbe tuttavia ridursi nel 2003, con una stima di crescita del 2,7% da parte degli analisti contro il target governativo del 3%.
A guidare la ripresa nel corso del 2001, con una crescita in accelerazione dallo 0,2% previsto per il primo trimestre al 2,3% del quarto, saranno la domanda interna e le esportazioni, che diventeranno più forti soltanto nella seconda metà dell'anno.
ANCHE CONTI PUBBLICI FUORI TARGET
Sul fronte dei conti pubblici, le stime degli economisti sono per un rapporto deficit/Pil all'1,4% quest'anno, quasi tre volte l'obiettivo dello 0,5% del programma di stabilità.
Secondo gli economisti, l'Italia mancherà significativamente i suoi obiettivi di finanza pubblica principalmente per le minori entrate fiscali dovute alla crescita inferiore alle attese.
Le cose non andranno molto meglio nel 2003, quando il deficit italiano è visto scendere all'1% del Pil contro il pareggio di bilancio previsto dal governo.
Se il governo dovrà rimandare il raggiungimento del pareggio di bilancio la Commissione europea dovrebbe intervenire come ha già fatto all'inizio dell'anno con la Germania e del Portogallo, dicono gli economisti.
"Se l'Italia non raggiunge gli obiettivi del Patto di stabilità scatta automaticamente un warning, a meno che non si arrivi a un compromesso politico come accaduto nel caso della Germania e del Portogallo", dice Lorenzo Codogno di Bank of America.
Ma è difficile prevedere se gli stati membri dell'Ue adotteranno la proposta, e il precedente tedesco potrebbe fornire la base per un compromesso politico, dice l'economista.
All'inizio dell'anno l'esecutivo dell'Ue ha proposto che la Germania e il Portogallo venissero redarguiti ufficialmente per lo slittamento dei conti pubblici rispetto agli obiettivi dei loro Programmi di stabilità. Entrambi i paesi hanno evitato il 'warning' promettendo che faranno del loro meglio per riportare i deficit di bilanci in linea con gli obietivi europei.
Secondo gli economisti l'esecutivo potrà beneficiare solo fino a un certo punto delle misure 'una tantum' di riduzione del deficit come il vasto programma di cartolarizzazioni degli asset in mano pubblica.
"Le misure di finanza straordinaria previste potrebbero avvicinare alcuni obiettivi, ma è dubbio in che misura questi provvedimenti potranno essere accettati da Eurostat. E poi vanno a scapito degli esercizi futuri", avverte Lorenzo Codogno di Bank of America.
"Forse dovrei chiedere qualche consiglio a Brunik...
Non pensavo fosse così difficile fare il Superministro..."
Berlusconi e Tremonti presentano il Documento di programmazione economica e finanziaria
Dpef: la rivoluzione delle pensioni e della sanità
Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, stanno per presentare le linee guida del Documento di programmazione economica e finanziaria al Consiglio dei ministri, ai sindacati e a Confidustria. Due giorni per discutere temi come la liberalizzazione dell’età pensionabile e del collocamento, della possibilità di introdurre il contratto di soggiorno a tempo determinato per gli immigrati, di sanità federale e dell’affidamento a terzi di alcuni servizi da parte dei ministeri.
Una ricetta che dovrebbe portare, già entro quest’anno, a una crescita economica del 2,4 per cento. Un altro dei nodi sarà il livello di inflazione programmata, che dovrebbe essere tra il 2,2 e il 2,4 per cento e fissata dal precedente governo all’1,2 per cento. Per quanto riguarda l’aliquota, viene fissata al 23 per cento per i redditi fino a 200 milioni e al 33 per i redditi superiori e per le società.
(Pubblicato il 11 luglio 2001 13:28 )
Tremonti: riforma fiscale anticipata al 2002
Fmi: Italia promossa con riserva
Per gli ispettori il pareggio di bilancio è possibile nel 2003 grazie a riforme strutturali
Il fondo monetario internazionale è fiducioso sulla capacità dell’Italia di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2003 per rispettare i vincoli europei, a patto di tagliare le tasse prima di intervenire sulle spese sociali.
Il giudizio positivo sulle prospettive economiche del paese ha consentito al ministro Tremonti di annunciare che la riforma fiscale si farà entro il 2002. A conclusione della loro missione in Italia gli ispettori del Fmi prevedono dunque che a fine anno il rapporto deficit-pil del paese non dovrebbe superare l'1,5 per cento.
Nella conferenza stampa congiunta il ministro dell'economia Tremonti è intervenuto per dire che l’azione del governo potrà far scendere ulteriormente la soglia. Per il fondo, inoltre, l'obiettivo di un deficit allo 0,5 per cento del pil nel 2002 e' raggiungibile a condizione che si varino riforme strutturali: "Per poter realizzare una vera riduzione delle tasse – ha affermato Maxwell Wathson, nel corso della conferenza stampa al ministero dell'Economia - occorre rivedere le modalita' delle spese del governo, soprattutto quelle sociali e anche intervenire a livello regionale".
(Pubblicato il 03 agosto 2001 21:11 )