Dopodomani sarà la festa della libberazzione. Quella del '45. Ma qui in padania servi lo siamo ancora. Io, da Veneto, potrò festeggiare San Marco tra sventolii di bandiere del leone alato e fratelli che parlano la mia lingua. Che farà la dirigenza romana(stavolta senza offesa, intesa come quelli stanziati a Roma in quanto parlamentari o ministri)? Andrà all' Altare della Patria come recita il copione dei governativi? Anche presenziare alle cerimonie italiche sarà l' ennesimo dovere del bon ton, del politically correct che dovremmo sciropparci per far vedere che siamo affidabili, che siamo persone serie, che ci siamo inciviliti?
Non per confondere sacro con profano, ma credo che sia giusto ricordare: 4 anni e due giorni fa, il 22 aprile 1988, si svolgeva a Trezzo Rosa il funerale di Fabio, camicia verde di soli 31 anni. Per sua espressa volontà, rispettata dai genitori, all' uscita dalla chiesa venne suonato il Va' Pensiero. Fabio volle le camicie verdi a portare il feretro. Io ero tra quelli che posarono la bara sotto l' altare. Credo che la liberazione che Fabio sognava, come molti di noi, fosse molto più del sogno di un esagitato indipendentista. Ecco cosa ricorderò il 25 aprile: una volontà che non si può ne catalogare nè capire, va sentita nel profondo delle budella, deve fare male allo stomaco. E la cosa più strana e assurda,ma nello stesso tempo più bella era che, io, Fabio non lo conoscevo. Purtroppo. Ricordare non é la stessa cosa che "non dimenticare".
Wotan