Anche da noi può suonare la sirena Le Pen
28 aprile 2002
di Lorenzo Mondo
Il successo elettorale di Le Pen è stato, per tutti quelli che credono nella democrazia, una mazzata: specialmente per la spocchia illuministica, non illuminata, di certa sinistra intellettuale di Francia. Suona, non come un campanello d’allarme ma un campanaccio sguaiato, anche per noi. Riapre, per chi vuole capire, il discorso sul tema della sicurezza, che certo non interessa direttamente i politici che fruiscono di scorte e auto blu, che hanno perso ogni consuetudine con le persone comuni. E il tema della sicurezza va coniugato, non esclusivamente ma sensibilmente, con quello dell’immigrazione clandestina.
Potremo essere investiti dall’onda d’urto dell’insofferenza e della protesta, se le forze politiche non troveranno una linea d’intesa su qualche provvedimento sostanzioso. Se non cominceranno almeno ad ammettere, anche dall’opposizione, che il problema s’è fatto acuto, che non riguarda soltanto una minoranza di maniaci o razzisti, ma una moltitudine di cittadini per bene che si sentono esposti a una criminalità diffusa e impunita.
I fautori di una accoglienza a maglie larghe - di permessi indiscriminati, sanatorie, benevole disattenzioni - si appellano alla necessità di braccia per lavori che gli italiani ripudiano. Mi chiedo se rientrino in questi lavori la pratica degli accattoni, dei lavavetri, dei parcheggiatori abusivi che assediano a frotte i cittadini (e che, delusi, sforano fatalmente in mestieri meno innocenti).
Mi chiedo quale utilizzo si voglia fare dei 200 mila immigrati con permesso di soggiorno che, secondo stime attendibili, stazionano nelle liste di collocamento.
Ci sono poi anime belle, che accompagnandosi a frange estremiste che belle non sono, si appellano al dovere della solidarietà. Principio sacrosanto, che dovrebbe tuttavia risolversi in un’accoglienza completa, sostenibile, per non costringere gli immigrati alla miseria o al crimine. Si pretende perfino di estendere a dimisura l’asilo politico. Ma bisogna pur fare qualche distinzione perché potrebbero beneficiarne, alla lettera, qualche miliardo di uomini (tutti quelli che, sottoposti a regimi dittatoriali o autoritari, patiscono angherie).
Non sento avversione di pelle e cultura (purché non abbiano la pretesa di impormi al momento buono la loro). Ricorro con vantaggio e rispetto reciproco all’aiuto di persone arrivate da lontano, ma non mi contraddico se condivido il ricorso a quote selettive di immigrazione, augurandomi un accordo europeo per il controllo delle coste e dei mari, oltre a sanzioni severe per i Paesi che favoriscono il traffico di esseri umani.
Conosco qualcuno che non vuol più saperne di offrire denaro per l’assistenza agli immigrati e ai profughi. Sostiene di avere già dato con i milioni spesi in grate e sirene di allarme. Ci si incarognisce, appunto. Non è il caso, in tali frangenti, di offrire pretesti agli eventuali, malaugurati alunni di Le Pen.
Evidentemente qualcuno incomincia a capire che con la continua immigrazione il clima viene esasperato e dopo puo' accadere di tutto...