Quello che io sto cercando di dire è proprio che noi Occidentali non possiamo più pensare ad una rivoluzione armata nei nostri paesi, ma dobbiamo agire in un'ottica di appoggio ad ogni rivoluzione nel mondo, parallelamente ad un tentativo di distruzione del sistema dal suo interno nelle nostre società (il che provocherebbe una notevole liberaizone anche ai paesi del terzo mondo, perchè spezzerebbe le catene che gli abbiamo imposto). Il nostro agire, però, dev'essere internazionalista, non possiamo impegnarci solo sulla guerra popolare in Nepal, sulla guerrillia in Colombia o sulla protesta in Argentina, si deve avere sempre una visione internazionale della rivoluzione, perchè essa è unica in tutto il mondo, anche se si sviluppa diversamente.

PS l'avanzamento del capitalismo porterà, però, ad una situazione estremamente livellata da noi "industrializzati" e nettamente contrapposta alla situazione del terzo mondo che noi avremo in mano. Lo scontro sarà internazionale perchè vedrà fronteggiarsi il Sud contro il Nord del mondo, ovvero gli sfruttati contro gli sfruttatori. Insomma, una lotta di classe globale (la globalizzazione è proprio questo!)