Poteri e contropoteri

[MrBojangles]

Da: www.forza-italia.it

(Quello che segue è un lampante esempio di mistificazione e di menzogna a fini destabilizzanti nel quale viene CHIARAMENTE NEGATO il valore del Potere Giudiziario)

ALLA RICERCA DEL DELITTO PRETESTUOSO - di Alfredo Biondi (30/4/2002)




Da diverso tempo si sente parlare di crisi del sistema giudiziario, anche se fino a questo momento non si era andati troppo a fondo alla questione ma i toni, per quanto aspri, non erano mai stati così duri.

Oggi, alla luce, si fa per dire, di quanto successo a Napoli con l’arresto, ordinato dai magistrati della Procura che si oppongono al procuratore Cordova, di due funzionari e di alcuni poliziotti accusati di avere usato violenze contro i manifestanti del Forum di Napoli, non possiamo più ignorare che il problema è grave ed investe non solo il sistema giudiziario, ma le fondamenta dello Stato democratico.
Assistiamo, infatti, ad uno scontro tra poteri istituzionali dello Stato che cercano di prevaricarsi a vicenda. Questo fatto inconfutabile ha notevoli ripercussioni di natura politica.

La frangia della magistratura politicizzata ha oltrepassato il segno e con atteggiamenti di “potere”, un potere che non esiste, perché la magistratura è un “ordine”, di rilievo costituzionale, che turba l’opinione pubblica. Il potere appartiene al Popolo, al Parlamento, al Governo.
Non si commetta l’errore di pensare che la parte moderata della società, quella meno politicizzata, solo perché non scende in piazza e non ama manifestazioni plateali, sia meno attenta e meno dotata di minore senso critico.
A scuola, ciascuno di noi ha imparato quanto sia importante, per salvaguardare la democrazia, che siano separati i poteri dello Stato.

Ciò per garantire in questo equilibrio, che la “giustizia uguale per tutti”.
Oggi, invece, assistiamo al tentativo di sovvertire alcuni principi costituzionali conquistati faticosamente. Ed appare purtroppo chiaro il tentativo da parte dell’ordine giudiziario di volere condizionare quello politico.
I magistrati dovrebbero limitarsi a valutare i fatti soggetti ad indagine. Invece, il gip di Napoli, ha esteso anche “il processo alle intenzioni''.

Scrivere che ''i contatti tra gli indagati, tra loro, e gli altri agenti non ancora identificati, vanno recisi (sic!) per evitare reiterazioni di condotte delittuose analoghe, magari per vendetta, nei confronti di chi li ha accusati'', significa sovvertire, addirittura a carico di funzionari e agenti di pubblica sicurezza, quella presunzione d’innocenza che la Costituzione della Repubblica assicura ad ogni cittadino, mafiosi e camorristi compresi.
Non si tratta di un privilegio ma di un diritto civile. Trasformare questo diritto in un “pronostico delittuoso” inventando il movente della vendetta come causa della condotta delittuosa, si traduce in un autentico processo alle intenzioni, che nemmeno al tempo di Torquemada, quando la tortura era strumento processuale legittimo, sarebbe stato ipotizzabile. Infatti, allora si voleva la confessione di un delitto commesso e non di quello da commettere.
Alla luce di questi fatti, appare legittimo tornare con la mente anche a fenomeni, che hanno avvelenato il clima politico, giudiziario e civile in Italia negli ultimi dieci anni, e riconsiderarlo a posteriori.
Anche questa volta bisogna indignarsi cercando di evitare che la lotta tra poteri dello Stato diventi un assalto, magari incruento, alle Istituzioni libere, nel tentativo di potersi sostituire al potere politico.
Sono gravi le parole scritte da quei magistrati di Napoli che hanno ordinato gli arresti e suonano come moniti sinistri nei confronti di chi difende la legalità dello Stato.

Mi pongo e vi pongo una domanda. “quello che sta succedendo è un eccezione o una regola?”.
Forse, purtroppo, sta diventando regola visto quanto hanno fatto i responsabili del centrosinistra (non tutti) che all’epoca dei fatti erano al Governo. Sono corsi subito al capezzale dei magistrati anti-Cordova continuando ad esasperare il clima e nel creare nuovi conflitti.
Perché all’epoca dei fatti il governo di centrosinistra ha messo la “sordina” a quanto era successo a Napoli? Perché invece, dopo gli scontri di Genova ha chiesto una Commissione d’inchiesta parlamentare? Doppiezza togliattiana!

Quella di Napoli è un’inchiesta portata avanti, dispiace riconoscerlo, con intenti politici. Si tratta di una grave irresponsabilità, un’occasione buona per aprire conflitti, scatenare bagarre e propiziare le polemiche contro il Governo Berlusconi, che con i fatti di Napoli non c’entra affatto.
Un episodio strumentale che offende chi crede nello Stato di diritto.

30/04/2002


(Siete pregati di non ricominciare sui fatti di Napoli ma, grazia vostra, commentare il Bondi pensiero. Grazie)

[Free]

Io non ho capito le ragioni dell'arresto, gli avvisi di garanzia erano più che sufficenti a un anno dai fatti, evidentemente chi ha aperto questa inchiesta ha anche altri scopi, creare divisioni e malcontenti.

[MrBojangles]

Originally posted by Free
Io non ho capito le ragioni dell'arresto, gli avvisi di garanzia erano più che sufficenti a un anno dai fatti, evidentemente chi ha aperto questa inchiesta ha anche altri scopi, creare divisioni e malcontenti.

Vedi che non leggi e "spari" a braccio??