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Discussione: Nuovi simboli

  1. #1
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    Predefinito Nuovi simboli

    Salute a tutti,
    è la prima volta che scrivo.Ho notato con piacere che molti,in quest'area,condividono con me l'idea che sia necessario abbandonare i simboli (e alcuni concetti) del fascismo in quanto appartenenti ad un'altra epoca e ad un'altra società.A questo punto bisogna crearne di nuovi,e mi piacerebbe scambiare alcune idee al riguardo.Ai nostri lati si trovano due posizioni che non possiamo occupare: a destra il fascismo storico (verremmo subito marchiati e perseguitati),dall'altra parte tutto il resto (sinistra varia,centro vario etc...),le cui idee non condividiamo.Perchè allora non usare l'unica strada possibile,vale a dire la creazione di un movimento nuovo,svincolato dal passato? Dobbiamo creare dei simboli nuovi,senza di essi siamo condannati a rimanere una minoranza.Che ne pensate?

    Ciao

    Silvano

  2. #2
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    Predefinito

    Hai perfettamente ragione.
    Infatti, noi camerati del Fronte sociale Nazionale ci stiamo muovendo in questa direzione.
    Se vuoi saperne di più visita il sito: www.frontenazionale.it

  3. #3
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    Predefinito

    Benvenuto nel forum...

    E' proprio così... Ciò che sfugge ai nostalgici è che il Fascismo, all'epoca, si presentò come qualcosa di nuovo, e non come l'inopportuna (e perdente in partenza...) scopiazzatura di un fenomeno ormai concluso... Il nostalgico è, paradossalmente, il vero antifascista...

    E' necessario, invece, che certi valori (che, in quanto tali, sono antichi e moderni... e che, soprattutto, sono anteriori al Fascismo, anzi sotto quest'ultimo ottennero una concretizzazione storica spesso relativa e parziale...) siano presentati in forma tale da apparire come la novità che faccia da grimaldello contro il diffuso squallore contemporaneo... E un nuovo simbolo (o anche la rivitalizzazione di un simbolo antico e semisconosciuto, cioè non legato inscindibilmente a esperienze superate...) avrebbe certo un ruolo primario in tutto questo...

    Saluti.

  4. #4
    ironico
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    Predefinito ANTIFASCISTI A NOI !

    Mi permetto di dissentire postando due messaggi tratti del sito http://communities.msn.com/ardiscono...at.msnw?&pss=k che non potrebbero esprimere meglio la mia posizione, invitando i camerati a riflettere sull' incredibile attualità della dottrina fascista e sull' inutilità di cambiare quei simboli che hanno reso grande il nostro Paese e che tanti fratelli morti perl'onore per la bandiera repubblicana per l'Italia.

    Cari Camerati,
    Noi che il fascismo seguimmo sempre con passione e con grande fede per esso soffrimmo e lottammo contro il menefreghismo e lo scetticismo, noi vorremo che la parola d'ordine fosse sempre la stessa quella delle dure battaglie che i nostri fratelli maggiori combatterono e vinsero; quella che fece sempre ripudiare certo collaborazionismo più o meno insincero, quella a cui furono ispirate tutte le azioni in questi anni di travaglio di fatiche e di costruzione: intransigenza”.
    “...Il Centro Culturale Ardisco non Ordisco-il Fascismo, vuole essere una scuola di fede e di esperienza rivolta a moltiplicare nei giovani quelle doti che devono caratterizzare l’"uomo fascista”: la disciplina silenziosa e cosciente, l'abitudine all'obbedienza senza la quale non si può meritare il privilegio del comando, l'intransigenza della fede, la sola forza che possa “muovere le montagne”, la necessità del sacrificio come mezzo indispensabile di ogni conquista, l'ansia dell’elevazione come modo di concepire la vita, la gioia del combattimento come fine supremo della propria esistenza”.
    “...il risultato è quello di persuadere gli italiani che non è la necessità più urgente del momento quella di discutere, come se questo fosse il solo mezzo idoneo a salvare la Patria, la quale, ha invece bisogno di uomini coraggiosi disposti a ricercare dentro di se il punto di incontro delle loro idee politiche, piuttosto che farlo in pubblici arenghi dove gli 'attendisti’ trovano facilmente il conforto di nuovi alibi alla loro diserzione.
    Si discuta pure, ma non si continui ad invocare la discussione.
    Si critichi, ma non si insista nel lamentare che la critica non sarebbe consentita.
    Si abbia il coraggio di dire la verità e di documentarla, invece di affermare che non bisogna aver paura di dirla.
    Si faccia della propaganda, e non si sciupino inchiostro e spazio per discutere sui giornali intorno ai metodi della medesima...
    Questo è il dovere che dobbiamo assolvere senza ulteriori e delittuosi indugi, se non vogliamo che nella bandiera della Repubblica Sociale Italiana, al posto del verbo 'combattere', si debba scrivere il verbo 'discutere', che non potrà mai costituire la parola d'ordine di un popolo il quale voglia veramente riconquistare indipendenza ed onore”.
    “...la fede autentica, la nostra bella fede intransigente, la fede che è parvenza delle cose sperate e argomento delle non parventi, la fede che ci sublima e senza la quale arioso sarebbe parlare di mistica”.
    Niente può essere ripudiato del nostro passato, al di fuori degli uomini disonesti che hanno tradito l’idea alla quale avevano legato per giuramento la propria vita e la propria morte”.
    “Non v’è maggior rinuncia di quella che un popolo compie rinnegando quanto il genio e la volontà dei suoi figli migliori hanno saputo creare. . “... per noi quello che importa non è di vivere a lungo ma di vivere degnamente...saper vivere e saper morire, su queste basi dobbiamo innalzare giorno per giorno, pietra su pietra l’edificio della mistica vita, una vita che è la sola che possa dare agli uomini le ali verso le altitudini”.
    "Comunità e Centro culturale Ardisco non Ordisco-il Fascismo"

    A NOI !

  5. #5
    ironico
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    Predefinito

    Documento Politico


    Introduzione

    Cari Camerati,

    è giunta l’ora di chiarire una volta per tutte quale tipo di azione politica rivoluzionaria vi è bisogno di adottare. Dico ciò perché, a tutt’oggi, la situazione che ci si presenta dinanzi non è affatto rosea. Tutto il mondo, definito d’area, del cosiddetto neofascismo si trova frammentato in gruppi e gruppetti nell’immobilismo totale. D'altronde non potrebbe essere altrimenti. Naturalmente viene da chiedersi: perché tutto ciò?

    Le risposte sono molteplici, ma sopra ogni valutazione va evidenziato un aspetto, secondo me, fondamentale. Il Fascismo è uno e non vi possono essere interpretazioni libere. Il Fascismo è il Fascismo. Non è possibile che esistano Forza Nuova, Fronte Nazionale, Fascismo e Libertà, Fiamma e quant’altro ancora, tutto in nome di un’idea che è quella Fascista. Dobbiamo metterci in testa, anzi lo devono capire i vari ducetti che gestiscono questi movimenti, che un nuovo Mussolini non è ancora nato e molto difficilmente nascerà. La capacità di poter essere un Capo la si deve dimostrare sul campo e non a parole. Una persona deve sapersi guadagnare, attraverso la meritocrazia, il rispetto degli altri camerati; non si può a priori farsi un partitino e decidere di essere il nuovo Mussolini del 2000.

    L’indegno frazionamento che subisce la nostra area è sintomatico. Il Fascismo è stato travisato completamente; si è pensato di poter estrapolare, da quel grande disegno filosofico-politico che è nato con Platone e che ha attraversato duemila anni prima di giungere a noi, ciò che più faceva comodo al capo di turno e da qui giungere definitivamente nel baratro attuale. Più di cinque movimenti che, in teoria, si rifanno allo stesso Verbo ma che in pratica non ne seguono affatto le indicazioni. Tutto ciò non può essere; non si può continuare così. Anche perchè costoro nulla hanno fatto per l'idea se non rendere i suoi seguaci divisi, confusi e ai minimi termini

    Il Fascismo è, lo ripeto, uno solo ed uno solo dovrà essere il movimento di riferimento. E’ già presente tutto, programma, simbolo, idea. Basta avere la forza ed il coraggio di portare avanti questo immenso progetto: la luce e la grandezza Fascista.

    Tutto questo frazionamento non ha nulla a che fare con la rivoluzione. In questa oscura vicenda, noi, uomini di questa Comunità, possiamo vantare il merito di riuscire ad esprimere le nostre idee con estremo senso della misura, con la massima duttilità rivoluzionaria e con la sola preoccupazione di mantenere compatta tutta questa area anche al di là delle divergenze d’idee e di scelte.

    Ci auguriamo che i soliti ducetti, quanto prima, in concreto e con responsabiltà Cameratesca, ritirandosi in disparte, diano l'impulso decisivo al nuovo Movimento Unitario

    Questo fenomeno di frazionamento impone una rapida autocritica da parte di quei Camerati che stimiamo come fondamentali per il proseguo di un’attività politica di tipo Fascista.

    Superata, dunque, l’amarezza del momento, ritengo necessario che si ricominci a marciare inquadrati nella direzione di sempre, che ognuno di noi abbia la forza di poter compiere il suo lavoro nel migliore dei modi, che ognuno di noi sia consapevolmente cosciente delle responsabilità che incombono su di chi va a chiamare a raccolta la migliore forza vitale del paese al fine di potersi battere per l’ideologia e la causa Fascista.

    Come si è creata questa crisi che ci ha fatti trovare frazionati in Italia?

    A mio avviso le lotte cruente degli anni settanta hanno lasciato il segno in chi, in quegli anni, militava nei vari gruppi della galassia comprendente la destra radicale. Non vi sono contrasti ideologici ma esclusivamente personali. Dunque oggi l’idea Fascista è stata messa in secondo ordine dall’astio che questi ducetti hanno l’uno per l’altro. Ciò può anche essere compreso, ma deve essere assolutamente superato. Si deve far comprendere a questi finti capi che i nostri nemici sono Fini, Berlusconi, Rutelli, D’Alema, Bertinotti, il capitalismo, la borghesia, il mondialismo e il consumismo sfrenato e non Forza Nuova o il Fronte Nazionale. D’ora in poi la parola d’ordine dovrà essere una ed una sola. Unità. Si dovrà combattere da fascisti sotto le insegne del Fascismo, che è uno ed uno solo.

    Punto molto sul concetto unico di Fascismo perché ritengo che l’unità dottrinale sia la condizione base per ogni vera azione politica. Oggi, a causa delle varie interpretazioni anche errate, il Fascismo ha subito delle manipolazioni che generano inevitabilmente fraintendimenti. Si deve dunque ripartire dal Fascismo e da ciò che il Duce ha futuristicamente messo in piedi. I tempi d’oggi impongono delle modifiche non al pensiero ma all’azione. Deve essere modificato il metodo, non il concetto.

    Si dovrebbe agire, secondo me, seguendo questa linea:

    1. Nuova struttura unitaria basata su di un laboratorio politico come il presente (quello della Comunità che è stata qui creata)

    2. Penetrare tra i molti giovani che, senza guida, si avvicinano al Duce ed al Fascismo, comprendendo di Esso solo gli aspetti mitici e folcloristici. Il Fascismo è solo attualità, non folclore.

    3. Creare organizzazioni studentesche ed universitarie con Gerarchie meritocratiche che inizino nella scuola a cambiare questa società malata.

    4. Creare organizzazioni nelle fabbriche e per il lavoro, riunendo i lavoratori secondo nuovi schemi socializzanti non collegati ai sindacati: E dove i più bravi, i più meritevoli abbiano riconosciuto il loro ruolo.

    5. Organizzare i professionisti impiegandoli specificamente nei loro settori. E sempre riconoscendo la meritocrazia degli stessi, spronando così Cultura e Professioni.

    6. Far uscire mensilmente riviste culturali esplicative di un nuovo ordine e ideale tradizionale.

    7. Non disperare mai

    Questa, e molto altro in definitiva, credo sia la nostra azione rivoluzionaria. A questo tipo di lotta vi chiamo. Non possiamo più permetterci di rimanere divisi e non possiamo permetterci di dare ancora retta a questi capetti che come unico desiderio hanno quello di essere eletti disinteressandosi delle vere problematiche del popolo.

    Cos’è il Fascismo?

    Innanzi tutto dobbiamo evidenziare un aspetto fondamentale del nostro pensiero facendo una precisazione. Se il Fascismo-regime appartiene al passato, il Fascismo-pensiero, nella sua profonda essenza, rimane un’idea forza che anima ed infiamma tutti i movimenti della rivolta antidemocratica europea. Vi è, dunque, un’evoluzione aristocratica del Fascismo che intende recuperare l’ultima esperienza della R.S.I ed attualizzarla completamente. Un dibattito sul fascismo non può prescindere, preliminarmente, da una definizione del Fascismo stesso. Il Fascismo ha una concezione aristocratica del mondo e della vita, concezione che sul piano politico si estrinseca in un rifiuto netto del concetto democratico.

    La democrazia infatti è un’idea astratta che configura un sistema di potere e di governo del tutto innaturale, inorganico. Quando tale sistema riesce a prendere piede integralmente, lo Stato sparisce, insieme alle élites politiche, la società si corrompe, si ingenera violenza e il sistema si trasforma, inevitabilmente, in una dittatura. Il capitalismo ed il comunismo sono gli ultimi e consequenziali prodotti della democrazia. Il Fascismo è dunque il tutto, è inizio e fine, è l’alfa e l’omega della politica, della società e dell’anima degli uomini. Lo stato Fascista è uno Stato Totalitario, che non significa tutto il potere in una sola mano, ma tutti i poteri per un solo scopo: la Nazione Eterna.

    Gli individui sono classi secondo le categorie degli interessi; sono sindacati secondo le differenziate attività economiche cointeressate; ma sono prima di tutto e soprattutto Stato. Il quale non è numero, come somma d'individui formanti la maggioranza di un popolo. E perciò il fascismo è contro la democrazia che ragguaglia il popolo al maggior numero abbassandolo al livello dei più; ma è la forma più schietta di democrazia se il popolo è concepito, come deve essere, qualitativamente e non quantitativamente, come l'idea più potente perché più morale, più coerente, più vera, che nel popolo si attua quale coscienza e volontà di pochi, anzi di Uno, e quale ideale tende ad attuarsi nella coscienza e volontà di tutti. Di tutti coloro che dalla natura e dalla storia, etnicamente, traggono ragione di formare una nazione, avviati sopra la stessa linea di sviluppo e formazione spirituale, come una coscienza e una volontà sola. Non razza, nè regione geograficamente individuata, ma schiatta storicamente perpetuantesi, moltitudine unificata da un'idea, che è volontà di esistenza e di potenza: coscienza di sé, personalità.

    Immigrazione e Razzismo


    Uno dei problemi più gravi nel nostro paese è l' immigrazione. E non solamente quella clandestina.

    Tutti i settori della politica e della vita civile sono toccati da questo fenomeno. Un fenomeno che parte da lontano: dal calo demografico nel nostro paese, dalla crisi economica ed alimentare e dal disordine politico nel terzo mondo, dal definitivo sopravvento dell’economia sulla politica tradizionale nei paesi occidentali e dallo svilupparsi di un’eresia buonista e pauperista all’interno di ambienti ecclesiastici.

    L’immigrazione va innanzitutto contro quello che è l’ordine naturale e provvidenziale delle cose. Ciò è riassumibile nello slogan: "Ogni popolo ha la sua terra ogni terra ha il suo popolo". E se nella storia dei popoli spesso sono avvenute migrazioni, invasioni, mai abbiamo assistito ad un fenomeno come quello odierno, di tali proporzioni e soprattutto con tali conseguenze.

    L’ Italia non ha bisogno di immigrazione, ma di giustizia sociale e di spinta demografica. Gli stessi ambienti oligarchici e tecnocratici che hanno causato carestie e guerre nel terzo mondo ci hanno propinato la favola del pianeta iper-popolato (dimenticando che solo il 2% del globo è effettivamente abitato) e ci hanno imposto il modello di famiglia con un solo figlio. Il gap demografico come in altri periodi della storia può essere colmato in un solo modo: con una forte politica a favore della famiglia e della natalitá. Quando, nel secolo scorso, a causa di una guerra disastrosa con i suoi vicini, il Paraguay perse quasi tutta la popolazione maschile, la società non si perse in chiacchiere ma indirizzò tutti i suoi sforzi nello stimolare la crescita demografica.

    In una situazione sicuramente meno drammatica di questa, la Francia e persino la Finlandia hanno oggi invertito la rotta surclassando il nostro paese nei parametri di natalità.

    E’ noto inoltre che, ovunque vi sia alta immigrazione, le paghe salariali si abbassino. Il capitalismo superando tutte le remore di carattere etico e politico favorisce il fenomeno dell’immigrazione, perché consente ulteriori profitti alle solite grandi famiglie di oligarchi a scapito dei lavoratori.

    L’ordine pubblico, la convivenza civile e la sicurezza sono stati già messi a dura prova dall’immigrazione clandestina e selvaggia. Basti pensare al fatto che la popolazione carceraria in Italia è per il 60% composta di extracomunitari. I reati legati allo spaccio di droga, alla prostituzione e alla violenza interna alle stesse comunità di stranieri (violenza a sfondo etnico, se non tribale , alla faccia della tolleranza e della societá multirazziale!) sono ormai nella quasi totalitá ascrivibili al mondo dell’immigrazione.

    Le cifre parlano chiaro. Se la tendenza non sarà invertita, nel 2040 avremo 40 milioni di Italiani e dieci milioni di extracomunitari; il profilo etnico, la grandezza culturale e religiosa del paese scompariranno per sempre per dar luogo ad un "melting pot" dove l’orgoglio nazionale, il senso della comunità e la tradizione cristiana e nazionale, saranno vecchi ricordi del passato.

    La soluzione del problema non può che essere radicale, è necessario quindi analizzare alla radice quest’evento di massa senza pari nella storia moderna.

    Il fenomeno immigratorio va bloccato non solo ai confini ,ma, soprattutto all’interno del Paese fonte. Se è vero che qualunque essere umano deve essere rispettato in quanto tale , è anche vero che lo Stato può garantirgli assistenza o aiuti dopo il rimpatrio o prima che arrivi sulle nostre coste; la superiorità economica delle Nazioni Occidentali permette concreti e tangibili interventi di soccorso oltre i confini europei. I consolati italiani devono funzionare da tramite fra le imprese italiane e i Paesi sottosviluppati e in via di sviluppo, coniugando la capacità delle nostre imprese con le risorse umane e naturali del terzo mondo.La nostra presenza assume quindi i connotati di un’operazione nobile,intelligente e produttiva; un’operazione economica e culturale di prestigio e di vera solidarietà.

    Coloro che hanno lavorato nel nostro paese e tornano nelle loro terre, proprio perché hanno conosciuto la nostra lingua ed i nostri costumi, costituiranno un ponte naturale fra l’Italia e questi luoghi.

    Un altro approccio vale per i Paesi dove sono radicate importanti comunitá di origine italiana, primo fra tutti l’Argentina. Il dramma di questo Popolo ha evidenziato un paradosso. Gli italo-argentini dotati di un diritto naturale a tornare nel nostro paese sono bloccati da un sistema burocratico che non consente loro di ottenere un passaporto e tornare in madrepatria. Vi sono attese ai consolati che durano anni e che quindi scoraggiano un fenomeno positivo che potrebbe sanare la ferita nata tempo addietro e che portò molti connazionali ad emigrare in cerca di fortuna.

    Una politica che, lungi dal risolvere il fenomeno, rischia addirittura di stravolgere la fisionomia del nostro paese.

    La Comunità, quindi, sostiene che lo Stato italiano deve:

    1) Bloccare l’immigrazione.

    2) Avviare un rimpatrio umano degli immigrati già presenti nelle nostre terre. In particolare, rimpatriare immediatamente tutti quelli detenuti, evitando al contribuente tasse maggiori, per mantenerli in italia

    3) Dare vita, in accordo con gli altri paesi europei, ad un programma di ristrutturazione economica dei paesi del terzo mondo.

    4) Consentire ai nostri connazionali residenti all’estero, di ritornare immediatamente e così colmare il gap occupazionale del nord. E in modo prioritario, dare immediata occupazione a tutti i disoccupati italiani, prima di assumere un solo straniero

    Vogliamo però fugare ogni dubbio riguardo il problema del razzismo.

    Per noi, parlare di «razzismo» o di «antirazzismo» da un ottica prettamente fascista, è soltanto un non senso. Il Fascismo, infatti, parla di «stirpe»: una nozione, quest’ultima, che non ha niente a che vedere, né con il concetto di «razza» (inteso in senso biologico o antropologico), né con l’idea di «melting pot» o di «miscuglio etnico-culturale», intesa nel senso di «brulicanti cocktails» di popolazioni di origine e di cultura diversa che vivono all’interno dello stesso habitat e che sono quasi sempre contraddittori ed antagonisti ed, in ogni caso, origine e causa primaria di patenti o latenti conflittualità multirazziali e/o multiculturali. La «stirpe», per il Fascismo è una nozione strettamente politica. Una nozione, cioè, che tende a circoscrivere, esplicitare e mettere in luce le qualità, le caratteristiche e le prerogative del «popolo» nel quale si identifica. In quest’ottica, il Fascismo concepisce i diversi «popoli» o le diverse «nazioni» del mondo, non come degli «Stati-Nazione», ma come «Popoli-Nazione». La razza, dunque, è un modo di essere (per questo si faccia riferimento al testo di Julius Evola “Carattere”).

    Conclusioni: A chi interessa che i movimenti fascisti siano separati.


    Siamo giunti alla trattazione del problema centrale di questo documento. I movimenti fascisti. Mai come ora l’area politico-culturale che si rifà al Fascismo è risultata così spezzettata. L’astio e la miopia politica di questi ducetti non permettono: alla base, ed al popolo italiano, di poter combattere uniti sotto un'unica insegna. A cosa servono tutti questi movimenti? E’ già presente tutto. Il simbolo è il fascio repubblicano, il programma insiste nella Dottrina del Fascismo, i valori sono quelli della Tradizione ed infine è presente anche il nostro Capo Spirituale: il Duce. Non abbiamo dunque bisogno di Forza Nuova, Fronte sociale Nazionale, Movimento Fascismo e Libertà e quant’altro ci viene propinato da coloro che non in buona fede abbindolano un’intera militanza giovanile. Dobbiamo capire, una volta per tutte, che i capetti di questi movimenti non vogliono in alcun modo l’unità perché preferiscono coltivarsi il loro orticello sperando, prima o poi, di essere eletti e di riuscire ad imitare il mito di Mussolini. Io non ci sto e non ci sta la- Comunità e Centro Culturale Ardisco non Ordisco il Fascismo tutta a questo gioco al massacro; non ci sto a sprecare i miei migliori anni della mia vita per portare l’acqua al mulino di questo o quel capo. Io ho già un capo: è Benito Mussolini, Duce del Fascismo e fondatore dell’Impero. Non ho bisogno di gente che si disinteressa non solo del popolo, ma anche dei tanti camerati che in buona fede cadono involontariamente nei loro giochi.

    Non abbiate paura di aver coraggio. L’uomo perfetto non esiste, esiste soltanto l’uomo che si sforza di essere sempre migliore. Forza camerati il lavoro è lungo ma la vittoria sarà dalla nostra parte. Dopo il buio sorge sempre il sole!!!

    TRAMITE RECTO-----Romanamente, Ave Evola


    http://communities.msn.it/ardiscononordiscoilfascismo

    A NOI !

  6. #6
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    ad onor del vero (gioco di parole ) onore ha in parte ragione. Inoltre dobbiamo considerare che l'estrema sx è tenacemente attaccata ai vecchissimi simboli della falce e martello, della stella a cinque punte e del colore rosso. Simboli difficili da portare in quanto ormai sinonimo, nella cultura comune, di colossali fallimenti storici e totalitarismi atroci.
    Se loro "caricano" con quei simboli, perchè noi dovremmo scaricare il fascio littorio? per non parlare della celtica, che è un simbolo chiaramente posteriore ai fascismi storici.

  7. #7
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    Originally posted by RAS
    ad onor del vero (gioco di parole ) onore ha in parte ragione. Inoltre dobbiamo considerare che l'estrema sx è tenacemente attaccata ai vecchissimi simboli della falce e martello, della stella a cinque punte e del colore rosso. Simboli difficili da portare in quanto ormai sinonimo, nella cultura comune, di colossali fallimenti storici e totalitarismi atroci.
    Se loro "caricano" con quei simboli, perchè noi dovremmo scaricare il fascio littorio? per non parlare della celtica, che è un simbolo chiaramente posteriore ai fascismi storici.
    Non sono d'accordo, caro RAS...

    Innanzitutto, il fatto che la sinistra sia maniacalmente attaccata al suo vecchio armamentario non implica il fatto che noi dobbiamo imitarli in questo... Noi siamo noi, e loro sono loro... I loro "valori" sono il vecchio, quindi è ovvio che questa posizione si estrinsechi anche nella simbologia, mentre i nostri sono il nuovo, e devono manifestarsi anche formalmente in un repertorio iconografico innovativo anche se tradizionale (il che significa, come dicevo, che si possono anche rivitalizzare simboli antichi purché non unti e bisunti, restituendo loro nuova linfa... )...

    Per il resto, in due parole, quello che il documento postato da Onore definisce "Fascismo-pensiero" è, appunto, un complesso di valori che al Fascismo preesisteva e che il Fascismo ha attuato solo parzialmente (tanto per dirne una, spero che nessuno si illuda che il Regime abbia realizzato appieno una concezione aristocratica...)...

    Quindi, ben venga il Fascismo come parte integrante e importante di un bagaglio storico e spirituale, ma assolutamente non si deve permettere al Fascismo stesso di diventare una barriera autolimitativa, visto che ci troviamo a confrontarci con una realtà che pone problemi ben diversi da quelli di sessant'anni addietro... E se ci illudiamo di affrontarla a colpi di camicie nere, labari, foto del Duce e braccia a molla, siamo sulla strada migliore per restare allo 0.qualcosa %...

    Saluti.

  8. #8
    Dalla parte del torto!
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    Sono assolutamente d'accordo con Tomas e con Ledesma(a prop. anche tu sei del fronte?chi sei?): difatti il nostalgismo non solo è controproducente ma anche impolitico(allora facciamoci una bella associazione culturale e di reduci...).
    Infatti - come ha giustamente detto Tomas - cosa è stato il fascismo? un movimento ri-voluzionario che impose(in parte)valori tradizionali in una veste nuova e rinnovata.
    Il fascismo tanto per fare un'esempio si rifaceva(purtroppo in molti casi solo esteriormente) all'idea romana? e per questo andava in giro con la tunica o il gladio?no, e da questo dovremmo trarre lezione ed esempio.
    Non è importante l'esteriorità,ma la sostanza.
    Inoltre dovremmo renderci conto - una volta per tutte - che i nostri valori non si rifanno esclusivamente al fascismo, ma esso è stato un momento storico in cui parte di essi si sono incarnati...come diceva Evola, infatti, il male di quest'area è sempre stata il romanticismo e l'idealizzare un movimento politico in cui vari aspetti della decadenza a cui noi diciamo di combattere si manifestarono.
    Inoltre mi permetto di non essere d'accordo con Onore. Dici unitarietà ideologica del fascismo????
    Mi dovresti spiegare come si fanno ad unire i fascisti di destra alla Grandi e Ciano, al fascismo di sinistra di Nicola Bombacci o di Berto Ricci; il tradizionalismo spirituale ed aristocratico di Julius Evola al nazionalismo mazziniano, il nazionalismo patriottardo all'europeismo ecc....potrei continuare per ore.
    E' vero che in quel determinato periodo storico queste differenze ideologiche si unirono per la presenza di un capo come mussolini....ma non dimentichiamo che anche in presenza di esso, tutte le contraddizioni e le ipocrisie presenti nel fascismo uscirono fuori durante il 25 luglio.
    Quindi oggi - e lo dico con forza - più che fascista(che vuol dire tutto ed il suo contrario) io mi definisco nazionalrivoluzionario...e coi nostalgici del labaro e delle celtiche(che non scordiamolo fu introdotta negli anni 70 per svecchiare il neofascismo), i reazionari dell'ultima ora, i cattolici integralisti non ho nulla a che fare e sono in un altro campo rispetto al mio.
    Saluti frontisti.
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  9. #9
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    tutto giusto ciò che dite Rodolfo, Tomás e camerati "innovatori". Ma i simboli, ricordiamolo, non si cambiano come i vestiti. Per noi hanno una carica mistico-spirituale particolare. Non si possono "gettar via" quando non "servono più". Scadremmo nel consumismo utilitaristico.
    Esaminiamoli piuttosto uno per uno, per vedere quanto ci ispirano, quanto ci rappresentano e quanto esprimono l'ideale che portiamo avanti.

    Personalmente mi sento particolarmente ispirato dalla croce gammata, simbolo solare primordiale degli indoeuropei. Simbolo di unione con le forze dell'Universo. Non m'importa se l'hanno "mal" usata i nazionalsocialisti tedeschi e se non piace agli ebrei. È un simbolo universale e tradizionale, molto amato in India e in Oriente.

    saluti

  10. #10
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    Originally posted by RAS
    ad onor del vero (gioco di parole ) onore ha in parte ragione. Inoltre dobbiamo considerare che l'estrema sx è tenacemente attaccata ai vecchissimi simboli della falce e martello, della stella a cinque punte e del colore rosso. Simboli difficili da portare in quanto ormai sinonimo, nella cultura comune, di colossali fallimenti storici e totalitarismi atroci.
    Se loro "caricano" con quei simboli, perchè noi dovremmo scaricare il fascio littorio? per non parlare della celtica, che è un simbolo chiaramente posteriore ai fascismi storici.



    dovremmo scaricarli proprio per questo. perchè anche i rossi con quei simboli non otterranno più niente se non odio preconcetto e fastidio.

    dobbiamo adeguarci alle regole del mercato,se vogliamo vincere sul mercato della politica. quindi puntare molto sull'immagine. falce e martello nella società dei computer fanno ridere.

    sono d'accordo per l'attaccamento al passato,ai valori e alle origini, ma questo solo per rispetto verso coloro da cui proveniamo e per le nostre radici..non certo per riproporre le argomentazioni di cneto anni fa agli italiani e europei del 2003.

 

 
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