Compra una pubblicità e attacca il segretario. Ora rischia l'espulsione
LA GUERRA NELLA LEGA

di Enrico Pucci

TRENTO. Guerra senza esclusione di colpi all'interno della Lega Nord del Trentino. Il capogruppo regionale Enzo Erminio Boso ha comprato un ampio spazio sul giornale (lo trovate a pagina 11) per pubblicizzare una sua lettera aperta agli iscritti in cui attacca il segretario nazionale Denis Bertolini, accusato di usare "metodi democristiani" e di voler escludere dalla gestione del partito personaggi come Boso stesso, Sergio Divina, l'ex segretario ed ex deputato Rolando Fontan. E scoppia la bagarre.
"Lettera aperta ai miei leghisti", si intitola il "j'accuse" di Boso. L'Obelix del Carroccio afferma che il segretario gli ha negato gli indirizzi degli iscritti per poter replicare a una lettera diffusa dallo stesso Bertolini "in cui insinuava tra le righe - scrive l'ex senatore - cose ignobili che mi attribuiva. Sono trascorsi cinque mesi (non due giorni) dal nostro congresso - scrive Boso - e, pur non avendo gradito né la rottura effettuata né i metodi democristiani con cui il nuovo segretario si è creato il consenso congressuale, mi sono messo al mio posto, come buon soldato di Pontida, convinto che i fatti e non le parole saranno poi giudicati. In cinque mesi, però - lamenta Boso - non un segno di disgelo da parte della segreteria, non un incontro con i consiglieri provinciali per discutere di politica, di strategie, di leggi". Boso dice di aver saputo che si sono svolte "riunioni fantasma" e attribuisce la volontà di Denis Bertolini di non coinvolgere gli esponenti della vecchia guardia al timore che "persone più strutturate di lui possano solo fargli ombra".
Fin qui la lettera. Saputo della quale, Bertolini ha preannunciato una ferma risposta da parte del consiglio nazionale della Lega Nord, che sarà convocato entro fine mese. E che è competente a irrogare eventuali provvedimenti disciplinari. Boso rischia grosso: anche l'espulsione dal partito. Anche se Bertolini non sembra dell'idea di sposare la linea dura. E cerca di sdrammatizzare con una battuta: «Possiamo valutare con calma, tanto non c'è pericolo di recidiva, visto quello che gli è costato fare solo questa inserzione». In effetti si parla di diversi milioni, anche se Boso ci ha chiesto di non divulgare l'importo preciso (richiesta che dobbiamo rispettare, ndr).
L'Omone del Tesino si dice tranquillo: «Prima di mettere la lettera sul giornale, ho informato Bossi e il presidente federale. Che sapevano tutto». Bertolini nega di aver scritto una lettera agli iscritti contro Boso e Divina. E spiega: «Se Boso me l'avesse chiesto, gli avrei fatto fare io la spedizione della lettera ai nostri iscritti. Ma gli indirizzari sono riservati. Purtroppo - conclude l'esponente della Val di Sole - la verità è che Boso si è inventato tutta questa storia». Versione smentita da Divina: «Quello che dice Bertolini sono bugie, quello che ha scritto Boso è tutto vero», taglia corto il capogruppo provinciale.
E così i tre consiglieri regionali del Carroccio continuano a vivere da separati in casa. Non si parlano più da cinque mesi. Bertolini ha addirittura preso le sue cose e si è trasferito alla sede del partito, in via Torre Verde, mentre Boso e Divina rimangono alla sede del gruppo, in via Oss Mazzurana. Il problema sarà formare la lista alle provinciali.


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