Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito Occupiamo Israele e Palestina

    Occupiamoli

    ROBERT FISK

    Il piano «di pace» che Ariel Sharon ha presentato la notte di giovedì al presidente Bush a Washington - disfarsi di Arafat, creare un'Autorità palestinese più obbediente e continuare a costruire insediamenti per gli ebrei e per gli ebrei soltanto su terra palestinese - è pura fantasia. E la proposta che gli americani gli facilitino la strada, affermando che necessità che Arafat riformi il suo governo è più importante che congelare la costruzione degli insediamenti - demenziale contributo della consigliera per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice a questo dibattito sterile - dimostra quanto l'amministrazione Bush sia fuori dalla realtà. Quanto tempo dovrà passare prima che gli americani si rendano conto che l'unica cosa che otterranno con questa politica lamentevole sarà una guerra infinita in Medio oriente? I tentativi disperati di Sharon di reprimere una violenta guerra anti-colonialista si accompagnano a tutte le armi psicologiche usuali: la pratica disonesta di tacciare di antisemitismo qualsiasi critica verso Israele, le asserzioni fraudolente che l'esercito israeliano agisce con moderazione, le manifestazioni di massa e i continui tentativi di dipingere i palestinesi come esseri bestiali e animali suicidi.

    Lo stesso Sharon ha preso l'abitudine di incolpare non solo Arafat e i suoi corrotti luogotenenti per i perversi attentati suicidi contro gli israeliani, ma adesso incolpa anche i palestinesi come popolo. Solo il mese scorso, alla Knesset, ha accennato alla «follia omicida che si è impossessata dei nostri vicini palestinesi». Se i palestinesi come popolo sono ora in preda a una «follia omicida», logico che il signor Sharon non farà la pace con loro.

    E se i palestinesi continuerannno a vedersi circondati dagli insediamenti ebrei che incarnano il Grande Israele sulla loro terra, neanch'essi faranno la pace con Israele. E contrariamente a quel che racconta la canzone, il mito e la leggenda, l'esercito israeliano si sta comportando più come una milizia che come una forza militare disciplinata. I reoconti sui monumentali saccheggi da parte delle truppe israeliane a Ramallah, specie di preziosi e denaro, hanno toccato proporzioni epiche. Israele può anche affermare pubblicamente che questa è solo propaganda palestinese, ma l'alto comando dell'esercito israeliano sa che le storie sono vere - un ufficiale ha parlato di «orribile fenomeno di vandalismo di massa». Se qualcuno ne dubita deve solo leggere lo scioccante reportage di Amira Haas sul quotidiano israeliano Haaretz dell'inizio della settimana, in cui descrive l'orgia di distruzione, durata un mese, da parte dell'esercito israeliano all'interno del ministero palestinese della cultura di Ramallah. I soldati che l'hanno occupato hanno distrutto e rubato enormi quantità di computers, di mobili, di televisioni, di quadri dipinti dai bambini e hanno lasciato tutto l'edificio, perfino i cassetti degli uffici e gli archivi, pieni di escrementi e orina.

    La domanda da porsi è la seguente: è questo esercito più capace di difendere Israele di quanto non lo siano i palestinesi di difendere se stessi? In un seminario presso l'Istituto Steinmetz di ricerca per la pace di Tel Aviv - su cui è molto raro che si diano informazioni al di fuori di Israele - sono stati diffusi il mese scorso dei dati affascinanti. Più del 40% della popolazione ebrea di Israele, secondo l'Istituto, ha affermato di essere pronta ad accettare un intervento internazionale nel conflitto. E ancor più sorprendente: il 35% degli intervistati ha affermato che l'intervento potrebbe coinvolgere truppe straniere che separassero fisicamente Israele e l'Autorità palestinese.

    In altre parole, molti israeliani sono d'accordo sul fatto che truppe straniere li proteggano dai kamikaze palestinesi. Ed è sicuro che anche i palestinesi sarebbero più che felici di avere truppe straniere sul loro territorio; lo chiedono esplicitamente da decenni. Ma il signor Sharon o qualsiasi suo successore del Likud si opporrebbe.

    Tuttavia è proprio la loro folle politica di espansione degli insediamenti che ha portato tanta sofferenza agli israeliani. Perché una frontiera reale che separasse la «Palestina» dallo stato sovrano di Israele garantirebbe agli israeliani molta più sicurezza. Ma il signor Sharon non può innalzare questa barriera perché essa dividerebbe Israele dagli insediamenti illegali che è andato costruendo sul suolo palestinese negli ultimi 35 anni. Così gli israeliani che vivono dentro alle frontiere israeliane internazionalmente riconosciute, stanno pagando con la loro vita il prezzo del tentativo di Sharon di estendere il suo folle impero di insediamenti.

    Fuori del Medio oriente tuttavia cresce l'impazienza per questa guerra sciagurata. Gli europei si stanno stancando di questo cinico e spietato conflitto, stanchi di sentirsi chiamare antisemiti quando criticano l'occupazione israeliana e altrettanto stanchi della corruzione e del nepotismo di Arafat nonché della sua incapacità di impedire ai kamikaze palestinesi di uccidere bambini. Nonostante tutte le manifestazioni indette a loro favore, gli israeliani sono ben coscienti di essere ormai isolati.

    E nonostante il clamore degli «esperti» filo-israeliani di sempre sulla costa atlantica degli Stati uniti e del potere della lobby israeliana nel Congresso, gli americani sono infuriati per la codarda e ingorante politica mediorientale del loro governo. Non si può permettere che una guerra che sta investendo i prezzi del petrolio e l'economia mondiale, che sta convertendo i musulmani in nemici dell'Europa e gli occidentali in nemici dell'Islam, che configura un'occupazione e un dominio coloniali conitnui indefinitamente.

    Quindi farò una imprudente e terribile predizione. Dopo la Bosnia, il Kossovo e Timor est, ci siamo stancati delle guerre regionali. E io credo che con il tempo riusciremo a mettere fine alla guerra in Medio oriente. Con l'appoggio della Russia, dell'Unione europea e dell'Onu, in futuro ci saranno, sicuramente, truppe americane e della Nato a Gerusalemme. Ci sarà una forza di protezione occidentale nella West Bank e a Gaza - e anche in Israele. Le forze militari israeliane e palestinesi dovranno rientrare nelle loro caserme. Gerusalemme sarà una città internazionale. Ai palestinesi sarà garantita la sicurezza. E anche agli israeliani.

    Sì, sarà una forma di colonialismo internazionale. Sì, questo significherà un'occupazione straniera per entrambe le parti. Ma sarà anche la fine di questa guerra indecente.

    The Independent

  2. #2
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    Grazie Roderigo.

    Si OCCUPIAMOLI.

  3. #3
    God, Gold & Guns
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    In Sudan e' in corso un terribile genocidio dei cristiani (2 milioni di morti negli ultimi anni).

    OCCUPIAMO IL SUDAN !!!

  4. #4
    Estremista del Welfare
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    Originally posted by Il Condor
    In Sudan e' in corso un terribile genocidio dei cristiani (2 milioni di morti negli ultimi anni).

    OCCUPIAMO IL SUDAN !!!
    ESORCIZZIAMO IL CONDOR!!!!

  5. #5
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    Originally posted by bom-bim-bom


    ESORCIZZIAMO IL CONDOR!!!!
    Cosa vuoi dire ? non credi al genocidio dei cristiani nel Sudan ?

  6. #6
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    Originally posted by Il Condor


    Cosa vuoi dire ? non credi al genocidio dei cristiani nel Sudan ?
    Fidati, tu sei posseduto.

    Scommetto che l'acquasanta ti ustiona...

  7. #7
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    Predefinito Re: Occupiamo Israele e Palestina

    Originally posted by Roderigo
    Occupiamoli

    ROBERT FISK

    Il piano «di pace» che Ariel Sharon ha presentato la notte di giovedì al presidente Bush a Washington - disfarsi di Arafat, creare un'Autorità palestinese più obbediente e continuare a costruire insediamenti per gli ebrei e per gli ebrei soltanto su terra palestinese - è pura fantasia. E la proposta che gli americani gli facilitino la strada, affermando che necessità che Arafat riformi il suo governo è più importante che congelare la costruzione degli insediamenti - demenziale contributo della consigliera per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice a questo dibattito sterile - dimostra quanto l'amministrazione Bush sia fuori dalla realtà. Quanto tempo dovrà passare prima che gli americani si rendano conto che l'unica cosa che otterranno con questa politica lamentevole sarà una guerra infinita in Medio oriente? I tentativi disperati di Sharon di reprimere una violenta guerra anti-colonialista si accompagnano a tutte le armi psicologiche usuali: la pratica disonesta di tacciare di antisemitismo qualsiasi critica verso Israele, le asserzioni fraudolente che l'esercito israeliano agisce con moderazione, le manifestazioni di massa e i continui tentativi di dipingere i palestinesi come esseri bestiali e animali suicidi.

    Lo stesso Sharon ha preso l'abitudine di incolpare non solo Arafat e i suoi corrotti luogotenenti per i perversi attentati suicidi contro gli israeliani, ma adesso incolpa anche i palestinesi come popolo. Solo il mese scorso, alla Knesset, ha accennato alla «follia omicida che si è impossessata dei nostri vicini palestinesi». Se i palestinesi come popolo sono ora in preda a una «follia omicida», logico che il signor Sharon non farà la pace con loro.

    E se i palestinesi continuerannno a vedersi circondati dagli insediamenti ebrei che incarnano il Grande Israele sulla loro terra, neanch'essi faranno la pace con Israele. E contrariamente a quel che racconta la canzone, il mito e la leggenda, l'esercito israeliano si sta comportando più come una milizia che come una forza militare disciplinata. I reoconti sui monumentali saccheggi da parte delle truppe israeliane a Ramallah, specie di preziosi e denaro, hanno toccato proporzioni epiche. Israele può anche affermare pubblicamente che questa è solo propaganda palestinese, ma l'alto comando dell'esercito israeliano sa che le storie sono vere - un ufficiale ha parlato di «orribile fenomeno di vandalismo di massa». Se qualcuno ne dubita deve solo leggere lo scioccante reportage di Amira Haas sul quotidiano israeliano Haaretz dell'inizio della settimana, in cui descrive l'orgia di distruzione, durata un mese, da parte dell'esercito israeliano all'interno del ministero palestinese della cultura di Ramallah. I soldati che l'hanno occupato hanno distrutto e rubato enormi quantità di computers, di mobili, di televisioni, di quadri dipinti dai bambini e hanno lasciato tutto l'edificio, perfino i cassetti degli uffici e gli archivi, pieni di escrementi e orina.

    La domanda da porsi è la seguente: è questo esercito più capace di difendere Israele di quanto non lo siano i palestinesi di difendere se stessi? In un seminario presso l'Istituto Steinmetz di ricerca per la pace di Tel Aviv - su cui è molto raro che si diano informazioni al di fuori di Israele - sono stati diffusi il mese scorso dei dati affascinanti. Più del 40% della popolazione ebrea di Israele, secondo l'Istituto, ha affermato di essere pronta ad accettare un intervento internazionale nel conflitto. E ancor più sorprendente: il 35% degli intervistati ha affermato che l'intervento potrebbe coinvolgere truppe straniere che separassero fisicamente Israele e l'Autorità palestinese.

    In altre parole, molti israeliani sono d'accordo sul fatto che truppe straniere li proteggano dai kamikaze palestinesi. Ed è sicuro che anche i palestinesi sarebbero più che felici di avere truppe straniere sul loro territorio; lo chiedono esplicitamente da decenni. Ma il signor Sharon o qualsiasi suo successore del Likud si opporrebbe.

    Tuttavia è proprio la loro folle politica di espansione degli insediamenti che ha portato tanta sofferenza agli israeliani. Perché una frontiera reale che separasse la «Palestina» dallo stato sovrano di Israele garantirebbe agli israeliani molta più sicurezza. Ma il signor Sharon non può innalzare questa barriera perché essa dividerebbe Israele dagli insediamenti illegali che è andato costruendo sul suolo palestinese negli ultimi 35 anni. Così gli israeliani che vivono dentro alle frontiere israeliane internazionalmente riconosciute, stanno pagando con la loro vita il prezzo del tentativo di Sharon di estendere il suo folle impero di insediamenti.

    Fuori del Medio oriente tuttavia cresce l'impazienza per questa guerra sciagurata. Gli europei si stanno stancando di questo cinico e spietato conflitto, stanchi di sentirsi chiamare antisemiti quando criticano l'occupazione israeliana e altrettanto stanchi della corruzione e del nepotismo di Arafat nonché della sua incapacità di impedire ai kamikaze palestinesi di uccidere bambini. Nonostante tutte le manifestazioni indette a loro favore, gli israeliani sono ben coscienti di essere ormai isolati.

    E nonostante il clamore degli «esperti» filo-israeliani di sempre sulla costa atlantica degli Stati uniti e del potere della lobby israeliana nel Congresso, gli americani sono infuriati per la codarda e ingorante politica mediorientale del loro governo. Non si può permettere che una guerra che sta investendo i prezzi del petrolio e l'economia mondiale, che sta convertendo i musulmani in nemici dell'Europa e gli occidentali in nemici dell'Islam, che configura un'occupazione e un dominio coloniali conitnui indefinitamente.

    Quindi farò una imprudente e terribile predizione. Dopo la Bosnia, il Kossovo e Timor est, ci siamo stancati delle guerre regionali. E io credo che con il tempo riusciremo a mettere fine alla guerra in Medio oriente. Con l'appoggio della Russia, dell'Unione europea e dell'Onu, in futuro ci saranno, sicuramente, truppe americane e della Nato a Gerusalemme. Ci sarà una forza di protezione occidentale nella West Bank e a Gaza - e anche in Israele. Le forze militari israeliane e palestinesi dovranno rientrare nelle loro caserme. Gerusalemme sarà una città internazionale. Ai palestinesi sarà garantita la sicurezza. E anche agli israeliani.

    Sì, sarà una forma di colonialismo internazionale. Sì, questo significherà un'occupazione straniera per entrambe le parti. Ma sarà anche la fine di questa guerra indecente.

    The Independent
    questo articolo cosi` melodrammatico fa capire parecchie cose. mettero` in evidenza quelle che a me sembrano piu` evidenti:
    1) nessuno sa come cazzo risolvere la crisi. ci si affida ai paradossi solo quanto manca la progettualita`. le boutade le provocazioni sono belle. peccato che non abbiano mai risolto i problemi.
    2) gli europei universal-fighetti si stanno scocciando di vedere i morti televisisvi. in Nepal sono morti 140 soldati in due giorni, vi e` una guerra civile molto radicata, il Tibet e` occupato da molti decenni dalla Cina. nessuno dei due pero` in televisione. quindi delle due: se siamo capaci di dare un contributo diamolo, altrimenti ritiriamo le telecamere. che almeno si accoppino in santa pace.
    3) le rampogne al fanatismo si sharon e all`inadeguatezza di arafat fanno comprendere come il giornalista abbia compreso, chissa` in mano a quale illuminazione divina, che gli interlocutori non sono propriamente all`altezza della situazione. anche questo pero` e` purtroppo una cosa normale, nella storia. i grandi generali comandano eserciti male armati. i brocchi faraoniche armate che gli permettono di vincere le guerre.

    cosi` va la vita, non solo in medioriente.

 

 

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