"L'uccello combatte per uscire dall'uovo. L'uovo è il mondo. Chi vuole nascere deve distruggere il mondo." H.Hesse, Demian
Che cos'hanno in comune un uovo, l'equinozio di primavera e l'universo? in apparenza niente. eppure il primo, simbolo ancestrale di vita e di tutto ciò che nasce e cresce, riassume perfettamente gli altri due: non a caso è presente in molte religioni e culture antiche come elemento primordiale che spezzandosi e frantumandosi provoca la separazione tra cielo e terra e la nascita del cosmo. Così la mitologia greca:
La Notte, il Caos e l’Erebo fosco da prima, e v’era
lo spazïoso Tartaro; ma non il firmamento,
né la Terra, né l’Ètere. La Notte alata e nera
primo depose un uovo, cui vita infuse il vento,
La Terra, il Ciel, l’Oceano, da tale mescolanza
nacque, e l’eterna stirpe dei beati Celesti. (Aristofane, Gli uccelli)
e quella finnica:
“La metà del guscio sotto diventò la madre terra:
l'altro mezzo guscio sopra si mutò nel firmamento:
quel che c'era sopra, giallo, brillò in cielo come sole:
quel che bianco c'era sopra diventò luna splendente;
quel che c'era di screziato brillò in cielo come stelle:
quel che l'uovo avea di scuro diventò nube nell'aria” (E. Lönnrot, Kalevala)
Praticamente gemelli il cinese Pangu, che rompe l’uovo separando i due elementi yin e yang, cielo e terra, e Brahma, che uscendo da un uovo galleggiante sulle acque forma anche lui il cielo e la terra, mentre il polinesiano Taaroa distrugge la conchiglia ovale dove vive in perfetta solitudine per creare i primi elementi del mondo, rocce e sabbia.
Cosmogonia a parte, in quanto archetipo di vita l'uovo rappresenta anche il risveglio della natura e, nella tradizione cristiana, quello dell'anima: di qui a diventare tout court il dono di Pasqua per eccellenza, al naturale o decorato con gemme e metalli preziosi, il passo è breve.
Devono però trascorrere secoli prima che un gioielliere, Peter Karl Fabergé (1846-1920), trasformi questi semplici oggetti in veri e propri capolavori di arte orafa ambitissimi da collezionisti e musei di tutto il mondo grazie ai celebri esemplari prodotti fra il 1885 ed il 1917 per la famiglia imperiale russa: 57 favolosi pezzi unici ideati in tutta segretezza (nemmeno lo zar era a conoscenza dei dettagli), ciascuno con una sorpresa diversa e un tema diverso, tutti però caratterizzati da perfezione artistica, cura dei particolari e spiccato senso estetico. tanto che Bainbridge definì impero delle meraviglie "quella spelonca che contiene ogni genere di cose capaci di deliziare l’occhio e l’immaginazione, realizzate dal più grande artigiano del momento”.
dall'alto in basso: 1) (1885) il capostipite della fortunata serie Fabergé. guscio di smalto bianco, tuorlo d'oro con gallinella d'oro che aprendosi mostrava una corona di diamanti la quale, a sua volta, nascondeva uno splendido rubino (Mosca, collezione Vekselberg); 2) l'uovo dell'Incoronazione (1897), il più famoso. la parte esterna riprende il colore dell'abito da cerimonia, all'interno la miniatura perfetta della carrozza usata dalla coppia reale in occasione dell'evento. 3) 1900, museo del Cremlino: presentato a corte per celebrare l'inaugurazione della ferrovia transiberiana che da Celiabynsk si spingeva fino a Vladivostok sul Pacifico. qui la "sorpresa" è il trenino d'oro messo in movimento da una piccola chiave, anch'essa d'oro. 4) (1891) legato suo malgrado ad un evento funesto, contiene la miniatura in platino e acquamarina dell'incrociatore reale Pamiat Azova che portò il futuro zar Nicola fino in Giappone, dove restò ferito in un attentato. 5) Uovo del palazzo di Alessandro, 1908: sul guscio i ritratti in avorio dello zar Nicola e dei figli, all'interno la miniatura della residenza reale e dei giardini a Tzarskoye Selo. 6) l'uovo dei fiori di primavera (Mosca, collezione Vekselberg), squisita lavorazione cesellata per il cestino di platino e diamanti adorno di fiori in agata bianca e smalto; periodo incerto.