Tenete presente che l'articolo e' tratto dal Manifesto,quotidiano comunista e pertanto "al di sopra di ogni sospetto"...

Le paure dell'Olanda
La sinistra e il populismo alla Pim Fortuyn, un'intervista. Domani il paese alle urne
CECILE LANDMAN
LUCA TOMASSINI
ROTTERDAM
«Come capire il successo di un Fortuyn in un paese come l'Olanda? E' semplice, basta affacciarsi alla finestra». Henk Oosterling, professore di filosofia all'Università di Rotterdam e soprattutto attento osservatore delle realtà del suo paese, indica il panorama visibile dalla sua casa nella Noordereiland, proprio al centro della Mosa, il fiume che attraversa la città e lungo il quale si estende il più grande porto d'Europa. E' qui che Pim Fortuyn abitava, è qui che alle elezioni amministrative ha incontrato il suo primo grande successo.

«Quello lì in fondo - continua - è il grattacielo della Kpn, la Telecom olandese. Non è molto che circa 2700 lavoratori sono stati lincenziati. Nessuno ha protestato, qui è facile trovare un lavoro, ma ciò che conta è che la decisione è stata presa dall'alto, per ragioni finanziarie. Oppure pensate al porto: il 60% della principale azienda di stoccaggio dei container, la Cosco, è in mano cinese. Cosa succede se decidono di andare via, magari a causa di salari 'troppo elevati'? Ancora, a Rotterdam oggi la metà della popolazione è composta di immigrati e la loro integrazione è un problema centrale per il futuro della città. Tutto questo non ha niente a che vedere con la specifica realtà olandese, questo è quello che si chiama globalizzazione. E a molti fa paura».

E Fortuyn?

Già, Fortuyn. E' stato il primo ad affrontare questi problemi, a parlare di ritorno alla sovranità. Aveva persino affermato che l'Olanda dovrebbe uscire dall'Unione europea. Allo stesso tempo, però, era perfettamente consapevole del fatto che abbiamo bisogno dell'Europa. Era riuscito a riformulare queste inquietudini «globali», a tradurle in problemi locali, vicini alla vita di tutti i giorni. Ha parlato della crisi dello spazio pubblico, e lo ha fatto utilizzando la retorica, l'esagerazione, ma in un linguaggio che molti hanno riconosciuto come proprio.

Fortuyn era spesso paragonato a Le Pen o Haider...

Non credo che le tradizionali categorie di destra e sinistra possano aiutarci a capire. Faccio un esempio. Gli attacchi di Fortuyn all'Islam sono ben noti, e anche la sua proposta di chiudere le frontiere.Ma andiamo a vedere cosa dicono i socialdemocratici:in un recente rapporto sul problema immigrazione a Rotterdam propongono addirittura il controllo delle nascite.

Dove nasce allora questo terremoto?

Si potrebbe dire che già con il governo porpora di Wim Kok, con la sua maggioranza di sinistra-destra, era iniziato il processo di superamento delle tradizionali appartenenze politiche. Se poi guardiamo all'eterogenea composizione dell'elettorato di Fortuyn, vediamo che si tratta dello stesso fenomeno. Quella trasgressione avvenuta a livello politico, di governo, si riproduce oggi nel comportamento dei cittadini. Insomma, credo che il fenomeno Fortuyn sia una conseguenza degli otto anni che abbiamo alle spalle, non una rottura con essi.

Eppure Fortuyn era un prodotto mediatico, completamente diverso dai partiti tradizionali...

Lo stile della coalizione porpora era prendere decisioni dietro le quinte, senza alcuna discussione pubblica. E quando veniva il momento della loro presentazione al pubblico era solo una voce a parlare, e dal piccolo schermo: quella di Wim Kok. Lui era il grande comunicatore, e Fortuyn aveva semplicemente preso il suo posto.

In Olanda esiste una sinistra che non ha mai governato, parliamo dei Groen Links e del Partito Socialista ma non riesce a intercettare il malcontento. Perché?

Credo che la risposta vada cercata da un lato nel fatto che sono percepiti come parte del sistema politico e dall'altro nella ricaduta delle loro proposte sulla vita quotidiana. Tasse sul possesso di automobili, chiusura al traffico dei centri urbani, imposte sui grandi profitti, cose che respingono l'elettore medio. Ma anche se piccola, la crescita di consenso esiste. Un fatto notevole in paese ricco come l'Olanda.

Tutto qui?

No, certo. Otto anni di governo porpora hanno diffuso nella società olandese quello che definisco ultraliberalismo, qualcosa di molto vicino all'ideologia dei liberali del Vvd, i partner di governo dei socialdemocratici, nella quale l'impostazione «comunitaria» del PvdA si è progressivamente disciolta. Un'idea che Fortuyn ha ripreso e che fa dell'individuo l'unica misura della libertà. In Olanda oggi domina quella che definirei «libertà assicurata». Se sei malato o devi andare in pensione è grazie a un'assicurazione che risolverai i tuoi problemi, non grazie alla comunità: questa è la conseguenza delle privatizzazioni. E tutto ciò, tra l'altro, non ha fatto altro che aggravare le tensioni con la cultura islamica.

In che senso?

L'Islam antepone il bene della comunità alla libertà dell'individuo e il governo della collettività coincide con il governo dei servizi. Hamas, per esempio, non è solo azione politica ma anche scuole, ospedali. Un «sistema sociale» insomma. Niente di più lontano dall'ideologia del mercato, dal trionfo dell'individuo competitivo.




Naturalmente i sinistri nostrani grideranno allo scandalo...gia',gli stessi sinistri che magari vivono nei villoni con piscina annessa e nella loro citta' ci sono 2/3 immigrati in croce,non invece come Rotterdam dove BEN 1 su 3 e' extracomunitario.
E' inutile: + arrivano,entrano e si moltiplicano immigrati "allogeni" e pertanto NON assimilabili,ovvero extra-europei,e + spontaneamente e naturalmente le societa' autoctone,pian piano si rivolteranno,siano esse di destra che di sinistra.