Ricevo e trasmetto.

UNA SOCIETA' DI PALLONI GONFIATI?

Tutto ebbe inizio negli anni '60, con il boom economico e le donne fuori casa alle prese con il duplice ruolo di lavoratrici e casalinghe-madri.
Fu allora che l'industria inventò, a sostituire la mamma, nuovi bisogni per giustificare nuovi mercati; ecco emergere il modello, tutto "stelle e strisce" del figlio grasso, florido, superalimentato. grazie a latti, pappine e, soprattutto omogeneizzati.
E, se il piccino non era abbastanza "grasso", la madre non si sentiva una buona madre.
La folle corsa, che ormai sembra rendesse oltre 200 miliardi di fatturato annuo alle aziende del settore, si è fermata (con ogni probabilità solo temporaneamente) con il sequestro di questi alimenti dietetici, accusati di contenere estrogeni che gonfierebbero i bambini allo stesso modo dei vitelli.
Sono così emerse, negli ambienti scientifici, serrate critiche all'uso degli omogeneizzati.Questi i punti neri:
a) l'eccessivo consumo di prodotti animali provoca una maggiore incidenza di malattie vascolari e di cancro all'intestino;
b) l'assunzione di carne già al quarto mese predispone il bambino alle malattie precoci;
c) il processo di sterilizzazione provoca uno scadimento del valore biologico-nutrizionale dell'alimento;
d) l'alimentazione con cibi sterilizzati riduce i poteri di difesa naturali del bambino e lo rende più ricettivo di fronte alla patologia ambientalenfluenza, raffreddore.
La "civiltà del vasetto" è dunque in crisi, mentre la stampa auspica, sotto la pressione dell'opinione pubblica, un ritorno ai cibi genuini; basterebbe eliminare il procedimento di sterilizzazione e già tornerebbero le vitamine.Non a caso, ricordano gli esperti, gli 80 bambini morti a Napoli durante l'epidemia dell'inverno '79, risultarono tutti allattati e svezzati artificialmente.Si salvarono, invece, le creature allattate al
seno e svezzate con pappine casalinghe.
Lo scandalo degli omogeneizzati ha finito per far scoprire le paurose carenze preventive dello Stato italiano nel campo sanitario.
Sotto accusa è finita la carne bovina,gli allevatori nazionali ed esteri, gli ufficiali sanitari, la rete distributiva.
Nel grande polverone che tutto cerca di coprire, va menzionata la denuncia dell'associazione italiana prodotti alimentari, secondo la quale, da una indagine condotta questa estate presso un istituto universitario su carni di vitello
prelevate in macellerie milanesi, si è registrata la presenza di estrogeni nel 40% dei casi.
Gli estrogeni possono causare l'ingrossamento della ghiandola mammaria, perdite vaginali e fenomeni di pubertà precoce; secondo le statistiche dal 2 al 5 % dei bambini italiani soffre di disturbi di questo tipo..
Il rimedio potrebbe unicamente stare in un ritorno a sistemi di allevamento tradizionali, ma gli allevatori ribattono:" il vitello che ingrassa con gli ormoni in cinque mesi, senza questi additivi ne impiega 6; e quel mese di alimentazione in più chi ce lo rimborsa?".
Ecco allora che scatta puntuale l'aumento del prezzo della carne.
Chi paga è sempre il consumatore o in termini economici o di scarsa tutela della salute.
Come sperare di conciliare questi interessi, questi egoismi, questa visione utilitaristica e massificatrice della vita e della produzione?
Come porre rimedio a questo che è solo un aspetto della sfrenata, irragionevole corsa al consumismo e al falso benessere, se non mutando radicalmente la scala dei valori, se non recuperando una concezione morale oggi perduta, se non riscoprendo il gusto delle cose vere e non artificiali, genuine e non contaminate?
Occorre ridiscutere il "sistema" nelle sue strutture portanti, è necessaria una scelta di campo tra "civiltà" e tutto ciò che peggiotra il livello della qualità della vita contemporanea, bisogna avere il coraggio di rompere il cerchio del conformismo progressista imperante, fatto di ipocrisie e taciti compromessi.
Per questo noi ci ostiniamo a gridare alto il diritto dell'uomo a un futuro più giusto, gestito da individui pensanti e coscienti, non da batterie umane di "palloni gonfiati", poco importa se da estrogeni o da teorie illuministe rivisitate da qualche abile persuasore occulto.
L'uomo moderno, per "crescere" non necessita tanto di ben confezionati "vasetti", quanto di un senso da dare alla propria vita, alla propria esistenza, alla propria "essenza".

Alessio Borraccino

articolo apparso sulla Rivista Heliodromos n° 13 marzo- aprile 1981 con lo pseudonimo di Albor