...uno sconto di pena dall'ergastolo a 17 anni!
RICORDATE???NO??
VELO RICORDO IO ALLORA!
La barista uccisa
Caterina Ferrari(nella foto), 52 anni, è stata assassinata nella notte a coltellate a Vobarno (Brescia). L'omicida è un giovane clandestino di 21 anni, arrestato. Il movente? Una rapina da 300 mila lire.
VOBARNO (BRESCIA) - Una barista di 52 anni, Caterina Ferrari, è stata assassinata a coltellate, poco dopo mezzanotte, nel locale che gestiva a Vobarno, in Val Sabbia (Brescia) durante una tentata rapina. Ad uccidere la donna sarebbe stato un immigrato clandestino di origine marocchina, Abdherraim Nor, 21 anni, originario di Casablanca, che è stato fermato dai carabinieri mentre cercava di allontanarsi dal bar. Sembra che l'omicida abbia anche tentato di nascondere il cadavere in bagno. Lo testimonierebbe la striscia di sangue lasciata nel tentativo di spostare il corpo ormai senza vita. Il giovane, durante l'interrogatorio effettuato nella notte dal pm Silvia Bonardi nella caserma dei carabinieri di Salò, è stato colto da una crisi di nervi.
Il locale dove è avvenuto l'omicidio è il bar-gelateria-snack "Portici" e si trova proprio nel centro del paese, vicino alla chiesa parrocchiale, a poca distanza da punto in cui scorre il fiume Oglio. Un cliente, uscito poco prima che avvenisse l'omicidio, ha riferito di aver visto l'immigrato seduto tranquillamente a un tavolino mentre mangiava patatine e che, in quel momento, non erano rimaste altre persone nel locale. L'allarme è stato dato da alcune persone che abitano sopra il bar e che hanno sentito le urla della donna. Hanno chiamato i carabinieri che sono arrivati mentre l'immigrato si stava allontanando. L'arma del delitto, un coltello, è stata trovata ancora in mano all'uomo. Il fermato viene ora interrogato dai carabinieri nella caserma di Vobarno. Davanti al bar si sono registrate scene di strazio dei parenti della vittima e, nella concitazione, anche molte grida di rabbia.
Gli investigatori propendono per l'ipotesi di rapina degenerata in omicidio per la reazione della vittima. Secondo una prima ricostruzione dei fatti l'immigrato avrebbe atteso che tutti se ne andassero per poi cercare di impadronirsi del denaro in cassa, circa 300 mila lire. Caterina Ferrari, 52 anni, sposata e madre di due figli di 30 e 21, avrebbe reagito e Nor ha cominciato a colpire. Quanto è successo realmente lo racconterà forse il giovane marocchino oggi al pm Silvia Bonardi, visto che la notte scorsa non ha potuto interrogarlo in quanto Nor, apparso sotto shock, ha detto di non conoscere l'italiano. Per questo sarà necessario un interprete. Il marocchino, in Italia da 4 mesi, viveva a Vobarno con il padre, anch'egli clandestino. In Valle Sabbia vive anche un cugino. Entrambi, per quanto possibile, hanno cercato di aiutare gli investigatori.
(4 GENNAIO 2001, ORE 09:10)
Niente ergastolo in appello per il marocchino che uccise Caterina Ferrari
Omicidio al bar:«solo» 17 anni
Il fratello della vittima: «Meno anni che coltellate, è uno schifo!»
Niente ergastolo per Abderrahim Nor, il giovane marocchino che il 3 gennraio 2001 uccise con 19 coltellate la barista di Vobarno Caterina Ferrari. La Corte d’Assise d’appello ha ritenuto che il nordafricano, che aveva 20 anni quando uccise la barista, non abbia agito per rapina, per impossessarsi di alcuni pacchetti di sigarette o dell’incasso del bar e quindi ha condannato Abderrahim Nor «solo» a 17 anni di reclusione. Nor in primo grado era stato giudicato dal Gup Francesca Morelli con il rito abbreviato e il giudice aveva ritenuto che fosse colpevole di omicidio a scopo di rapina, un reato da ergastolo, e gli aveva inflitto il carcere a vita nonostante il rito abbreviato che prevede uno sconto automatico della pena. Unico beneficio per l’imputato era stata l’esclusione dell’isolamento durante il giorno. In appello però il difensore del marocchino, l’avvocato Giovanni Salvi, è riuscito a convincere la Corte della mancanza di prove certe sulla rapina, uno dei punti principali della linea difensiva. Così la pena per l’omicidio e per il porto del coltello usato per uccidere la povera Caterina Ferrari è stata calcolata in 25 anni e 6 mesi dai giudici e quindi ridotta di un terzo per il rito abbreviato, appunto a 17 anni. Una sentenza che non è piaciuta per nulla ai parenti di Caterina Ferrari. In particolare Ardiccio Ferrari, fratello della vittima, non è riuscito a trattenere la rabbia e l’amarezza dopo la lettura del dispositivo ed ha esclamato: «Gli hanno dato meno anni di carcere di quante coltellate ha dato a mia sorella. É uno schifo! Se tra 17 anni ci sarò ancora, farò giustizia e poi voglio anch’io un bravo avvocato che mi eviti l’ergastolo». Abderrahim Nor, marocchino ventenne in Italia senza permesso da circa 4 mesi, aveva trovato ospitalità da alcuni parenti in Valsabbia dove faceva qualche lavoretto saltuario e frequentava spesso il bar tabaccheria «Portici» di Vobrano dove Caterina Ferrari faceva la barista. La sera di sabato 3 gennaio 2001 Abderrahim arrivò al bar tardi, poco prima di mezzanotte, si sedette a un tavolino e ordinò una birra. Il locale stava chiudendo e gli ultimi avventori uscirono lasciando all’interno Caterina Ferrari e il giocane marocchino. Ad un tratto, quando era da poco passata la mezzanotte, alcuni vicini udirono prima una voce concitata che gridava «Esci! Esci!» e quindi sentirono delle grida terribili che definirono poi «disumane». Vennero chiamati subito i carabinieri che trovarono il bar chiuso con la serranda semiabbassata e all’interno Abderrahim sporco di sangue che aveva trascinato il corpo ormai senza vita di Caterina Ferrari nel bagno. L’autopsia stabilì che la donna era stata colpita ben 19 volte e aveva tentato inutilmente di difendersi. Abderrahim dapprima disse di non ricordare nulla, di essere stato ubriaco e quindi si chiuse in un ostinato silenzio. Le tracce di sangue vicino alla cassa e le sigarette trovate addosso al marocchino fecero pensare ad un tentativo di rapina, che però i giudici d’appello hanno ritenuto non provata.
a. pell.
Ma certo!!Noi siamo buoni!!Mica come quei "brutti,sporchi e cattivi americani" che hanno la pena di morte!
Da noi gli assassini,specialmente se immigrati e clandestini e uccidono,al massimo si fanno qualche annetto perche' "poverini devono essere recuperati".
Da noi si che c'e' la certezza della pena che aumenta la fiducia nella giustizia!
Scommettiamo che in Cassazione si fa ancora meno?Poi si sa: tra sconti di pena e benefici questo ASSASSINO tra 5 max 8 anni e' gia' FUORI di galera.
Castelli mandi IMMEDIATAMENTE un'ispezione al tribunale di Brescia almeno per tentare di salvare la faccia.
Questo e' un Paese di mer*a,signori,rendiamocene conto.