Morte Landi: il pm indaga per omicidio


L’esperto informatico, consulente per il delitto D’Antona, trovato impiccato nella sua abitazione, potrebbe essere stato ucciso. La procura di Tivoli procede ora per il reato di "omicidio".


ROMA – Clamorosa svolta nell'inchiesta sulla morte dell’esperto informatico, consulente del delitto D’Antona, trovato impiccato nella sua abitazione a Guidonia Montecelio il 4 aprile scorso. Per la procura di Tivoli si potrebbe tratterare infatti di omicidio e non di suicidio.

L’intestazione del fascicolo è cambiata nei giorni scorsi, dopo alcuni risultati investigativi che avrebbero portato tracce nuove per accreditare la pista dell’omicidio. Il pm Salvatore Scalera avrebbe, dunque, cambiato direzione agli sforzi investigativi della procura su quello che inizialmente era stato interpretato come un suicidio. Ora si tratterà di analizzare nuovamente tutti i dati raccolti finora nell’inchiesta a partire dal referto dell’autopsia che parlava di morte provocata da asfissia per impiccagione. Un'ipotesi questa sempre contestata da familiari, amici e conoscenti di Michele Landi.

Le maggiori perplessità sono sorte dopo gli ultimi esami tossicologici effettuati sul corpo dell’esperto informatico. A partire, per esempio, dal fatto che Landi fosse completamente ubriaco al momento della morte. Nuova luce assume anche la misteriosa cancellazione, avvenuta subito dopo la morte dell’esperto informatico, di tutti i file contenuti in un sito segreto utilizzato come archivio, un sito del quale solo Landi conosceva le password di accesso.

(16 MAGGIO 2002, ORE 13:20)