Ciampi: più rigore negli ingressi di immigrati
Dal Marocco il capo dello Stato invita a riconsiderare le politiche sull'accoglienza: "Portiamo lo sviluppo a Sud e regoliamo meglio i flussi di immigrazione".
ROMA - Dal Marocco, Carlo Azeglio Ciampi riconosce che le ragioni di chi sostiene che lo sviluppo va portato nei paesi da cui si origina il flusso di immigrazione verso l'Italia emigrazione e non con lo spostamento di masse di diseredati dal sud al nord del mondo.
Da quella che è la terra che produce in assoluto più flussi migratori verso l'Italia e verso la Ue, regolari ma soprattutto di irregolarissimi sans paier, il Capo dello Stato spezza una lancia in favore di chi vuole più rigore nei flussi d'ingresso nel nostro paese. Dichiara infatti che "il riequilibrio delle condizioni di vita va affrontato attraverso lo sviluppo economico e sociale in loco, più che con l'emigrazione dal sud al nord del mediterraneo''. E così facendo fornisce argomenti al fronte della tolleranza zero. Proprio lo stesso fronte di cui stamani Berlusconi e il ministro dell'Interno Claudio Scajola si sono fatti paladini quando hanno annunciato con orgoglio l'operazione di polizia su larga scala che porterà al rimpatrio di 350 clandestini.
Ciampi ricorda i dati demografici che indicano una popolazione dell'Ue di 377 milioni contro 161 dei Paesi mediterranei dell'altra sponda ed ha osservato che ''ai ritmi attuali di espansione demografica, mentre la popolazione europea, al netto dei flussi immigratori, è tendenzialmente stazionaria, la popolazione dell'altra sponda è destinata a raddoppiare entro il 2030''. Ci sono già nell'Ue 12 milioni di immigrati nord-africani e sono ''una componente rispettata della nostra società'', lo è la comunità marocchina in Italia, che è la più numerosa e si fa apprezzare per operosità e laboriosità. L'emigrazione - sottolinea Ciampi - ''va accompagnata, con ritmo crescente, dallo sviluppo degli scambi commerciali, favoriti dall'apertura dei mercati e dal trasferimento di capitali e tecnologie da nord a sud''.
''Tutto ciò non intende però - prosegue - escludere la continuazione dei flussi migratori. Ma sta di fatto, al di là
dei costi umani che sopporta chi lascia la terra natale, che l'Europa e l'Italia hanno una limitata capacità d'accoglimento e di offerta di decorose, stabili prospettive di vita e di lavoro. Non abbiamo né gli spazi né le risorse naturali dei grandi Paesi oltreoceanici. Dobbiamo insieme regolare i flussi delle migrazioni, insieme combattere l'immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani, pratiche inaccettabili e incompatibili con i valori e le regole consacrati nell'Unione europea, nella Carta dei diritti fondamentali.
(16 MAGGIO 2002; ORE 16:40, aggiornato ore 19:27)
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A quanto pare alla buon'ora si è svegliato pure lui...acc.ti, la cosa mi preoccupa....che si stiano spaventando per il vento del nord che arriva in Europa?
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