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Discussione: fascista cattolico?

  1. #31
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    A proposito di Cristianesimo semita... Semiti sono coloro che hanno ucciso Cristo, quindi i giudei (o ebrei o figli di che dir si voglia). Se Cristo si è incarnato (ed è l'unica cosa importante insieme al Corpo Mistico della Chiesa), poco importa dove si è incarnato, quanto l'importante è capire che quell'Incarnazione fu ed è per tutti noi. Per tutti gli uomini. Attenzione: questo non è egualitarismo: la Morte e la Resurrezione di Cristo lo testimonia. La morte di Cristo è ancora una volta per tutti ma viene compresa e ne ottiene un beneficio solo chi prende atto che quella morte era la Morte di Dio e quella Resurrezione è la Vittoria Divina sulla Morte. Tenendo presente queste poche nozioni (a volte pure dogmatizzate) e qualche altra cosuccia si ottiene una Vita Cristiana. Il Cristianesimo non è una Religione, è Dio che si fa Uomo.

  2. #32
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    Non voglio discutere la dottrina sommaria di Littorio (io in fondo non avrei scritto tanto), una frase però mi ha sempre incuriosito:
    "Semiti sono coloro che hanno ucciso Cristo, quindi i giudei"
    Mi sono sempre chiesto ma sta a vedere che i romani hanno solo svolto un ruolo passivo, come se non vi fosse responsabilità totale in un giudice che si dice superpartes e per soli motivi politici equipara la vita di un innocente a quella di un sovvertitore:
    Chi preferite libero padre pio o buscetta.....insomma se i giudei uccisero Cristo i romani sono giudei

  3. #33
    Paul Atreides
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    Originally posted by Patrizio
    A parte il ginepraio sulle origini materiali delle prime comunità cristiane (di cui ringrazio Damiano per l’efficace sintesi, e Pippo per gli stimolanti contributi), ciò su cui mi preme fissare l’attenzione è il discorso dell’efficacia spirituale – dato che per me “spiritualità” non è più una parola come le altre, ma cerco al contrario di concretizzare e non far rimanere a sterile chiacchiera (o a velleità “archeologiche”) l’attualizzazione della Tradizione.

    L’indagazione storica diventa altamente istruttiva se riferita costantemente a una realtà superiore che determina lo sviluppo umano in ragione dell’aderenza o no alle verità tradizionali. Ad un tale tipo di analisi, quale sarebbe l’inaccettabilità della civiltà cristiana del medioevo? Esistono ragioni tradizionali (e non laiche, o atee, o sovversive) che giustifichino un’avversione anti-cristiana? Altra cosa – invece - è il comprendere le differenze tra il tipo predominante nelle diverse “vie”, che è il lavoro che auspicavo nell’altro intervento.

    No, i nazionalisti non sono “diventati cattivi”, caro pippo, semplicemente li si giudica da un metro tradizionale, senza idolatrarne le idee-guida, e valutandone anche i rischi; cercando di non dimenticarsi le origini tutte moderne del “nazionalismo” (il nome mi sembra sia stato coniato addirittura a fine ‘700, da Herder). E’ lo stesso Evola – pur già fervente sostenitore dei Fascismi – a notare (nella formulazione più matura de “Gli uomini e le rovine”): “[…] Se ci si decidesse in tal senso [abbandonando la Chiesa al suo destino, NdP] bisognerebbe però tener ben presente che nell’epoca attuale è grande quanto mai il pericolo che, ove il mondo politico faccia ricorso alle forze che solitamente vengono destate dalle religioni, queste forze si vengano degradate al fine di creare una specie di mistica intorno a cose che, nella loro essenza, restano affatto profane: per il che esistono noti e deprecabili esempi, sulla linea del ‘totalitarismo’.” [neretto mio]
    Caro Patrizio, il discorso è troppo complesso per poterlo sintetizzare in poche righe. Pertanto pochi accenni.

    La distinzione tra vero e falso in ambito religioso vien fatta risalire a Mosè. La chiamo, pertanto, distinzione mosaica. Con essa viene meno l'antico politeismo che infatti ignorava il concetto stesso di falsa religione. La religione mosaica nasce come "arte" della separazione. Mosè incarna il confronto e l'antagonismo tra Israele/verità ed Egitto/non-verità. L'Egitto per Mosè è la terra della magia, del culto degli animali, dell'idolatria. In fondo il giudaismo, a partire dalla sua peculiarità aniconica, è il rovescio dell'Egitto. Israele nasce come esodo, ossia separazione, e separazione innanzitutto dall'Egitto.

    Eppure già l'Egitto, in un convulso momento della sua storia, aveva conosciuto la prima storicamente accertata forma di monoteismo. Si tratta della religione di Amarna. In essa vige la distinzione di Ekhnaton. La storia è risaputa: Amenofi IV chiamò se stesso Ekhnaton e fondò una religione monoteistica (il Dio solare Aton).
    Le conseguenze furono: templi chiusi, le immagini degli dèi distrutte, i loro nomi cancellati dai monumenti, i loro culti abbandonati. Aton non venne semplicemente collocato al di sopra di tutti gli altri dèi, ma li soppiantò.

    Gli Egizi furono tanto lungimiranti e amorevoli da condannare all'oblio la violenza di Amarna. Mosè provvide a ridarle vita.

  4. #34
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    E' LOGICO INIZIARE DICENDO CHE L' UOMO NON PUO' NON CREDERE IN QUALCOSA... MA, TRALASCIANDO LA FEDE CHE E' UNA COSA INTRINSECA, E POCO SI PRESTA A CRITICHE. VI FACCIO PRESENTE UNA QUESTIONE: MA DOVE SONO ARRIVATE LE SOCIETA' DI FEDE NON CATTOLICA, E MISTE? IO DICO VERSO IL DECLINO SPIRITUALE, PERCHE' PRIMA DI TUTTO NELLE SOCIETA CON PIU' DI UNA RELIGIONE NON VI E' EGEMONIA NON VI E' TOLLERANZA, RISPETTO, CULTURA NAZIONALE, ANCHE SE QUESTE RELIGIONI CHE COESISTONO NEGLI STESSI TERRITORI PROFESSANO LA NON VIOLENZA E LA COLLABORAZIONE; POI LE SOCIETA' ORTODOSSE, ANGLICANE-PROTESTANTI, MUSSULMANE, EBRAICHE, ETC... SONO FORSE BEN VISTE DALLE ALTRE E TRA DI LORO COME CAPACITA' DI FAR CRESCERE SPIRITUALMENTE I CREDENTI, HANNO PORTATO HA RISULTATI MIGLIORI DI QUELLI OTTENUTI DAL CATTOLICESIMO? NON PENSO PROPRIO. SOLO LA STRUTTURA DELLA CHIESA CATTOLICA E' CAPACE DI UNIRE IL POPOLO, DANDO UNA CULTURA, INSEGNAMENTI DI VITA E MORALE, RISPETTO PER IL PROSSIOMO, COMANDAMENTI CHE INDIRIZZANO IL FEDELE VERSO UN GIUSTO CAMMINO NELLA SOCIETA' E NON E FORSE DA QUESTI COMANDAMENTI CHE SI E' PRESO SPUNTO PER SCRIVERE COSTITUZIONI E LEGGI DALLO STATUTO ALBERTINO A OGGI.

    NOI SIAMO CATTOLICI. E NESSUN ALTRA FEDE DEVE ESSERE RICONOSCIUTA DALLO STATO ITALIANO.

  5. #35
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    Originally posted by falco
    E' LOGICO INIZIARE DICENDO CHE L' UOMO NON PUO' NON CREDERE IN QUALCOSA... MA, TRALASCIANDO LA FEDE CHE E' UNA COSA INTRINSECA, E POCO SI PRESTA A CRITICHE. VI FACCIO PRESENTE UNA QUESTIONE: MA DOVE SONO ARRIVATE LE SOCIETA' DI FEDE NON CATTOLICA, E MISTE? IO DICO VERSO IL DECLINO SPIRITUALE, PERCHE' PRIMA DI TUTTO NELLE SOCIETA CON PIU' DI UNA RELIGIONE NON VI E' EGEMONIA NON VI E' TOLLERANZA, RISPETTO, CULTURA NAZIONALE, ANCHE SE QUESTE RELIGIONI CHE COESISTONO NEGLI STESSI TERRITORI PROFESSANO LA NON VIOLENZA E LA COLLABORAZIONE; POI LE SOCIETA' ORTODOSSE, ANGLICANE-PROTESTANTI, MUSSULMANE, EBRAICHE, ETC... SONO FORSE BEN VISTE DALLE ALTRE E TRA DI LORO COME CAPACITA' DI FAR CRESCERE SPIRITUALMENTE I CREDENTI, HANNO PORTATO HA RISULTATI MIGLIORI DI QUELLI OTTENUTI DAL CATTOLICESIMO? NON PENSO PROPRIO. SOLO LA STRUTTURA DELLA CHIESA CATTOLICA E' CAPACE DI UNIRE IL POPOLO, DANDO UNA CULTURA, INSEGNAMENTI DI VITA E MORALE, RISPETTO PER IL PROSSIOMO, COMANDAMENTI CHE INDIRIZZANO IL FEDELE VERSO UN GIUSTO CAMMINO NELLA SOCIETA' E NON E FORSE DA QUESTI COMANDAMENTI CHE SI E' PRESO SPUNTO PER SCRIVERE COSTITUZIONI E LEGGI DALLO STATUTO ALBERTINO A OGGI.



    NOI SIAMO CATTOLICI. E NESSUN ALTRA FEDE DEVE ESSERE RICONOSCIUTA DALLO STATO ITALIANO.
    Perfettamente d'accordo!
    Basta guardare dove sono arrivate le società non-cristiane (sono rimaste al 1200); inoltre basta guardare i protestanti americani e gli anglicani: preda del mondialismo ultramaterialista e liberal-capitalista!!!!

  6. #36
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    Paul Atreides, con quel tipo di obiezioni che molto frequentemente vengono mosse contro la fede cristiana e il ceppo abramico, mette in luce un aspetto di cui bisognerebbe occuparsi: può il punto di vista storicistico giudicare quello religioso (sintetizzando i punti di vista trascendenti nella parola “religioso”)?
    La risposta è evidentemente : no, essendo il primo parte della cultura moderna che non contempla affatto tutto un ordine di idee “provvidenziali” e metastoriche.
    A voler giudicare con il metro di “X ha usato violenza su Y per imporsi”, la storia del cristianesimo e dell’Islam è zeppa e intrinsecamente connotata (anche) da episodi violenti. Uno storico tedesco (la vagina di tali idee è sempre quella protestantica, va da sè), Karlheinz Deschner, ha scritto addirittura una collana intera di libri, praticamente un’enciclopedia, intitolata “Storia criminale del cristianesimo”. Nient’altro che una pedantesca lista come solo i tedeschi sanno compilare. Sorvoliamo sulla solita esaltazione del presunto irenismo delle origini, dell’anti-dogmatismo, dell’anti-autoritarismo, della “libertà” individuale, etc. etc.
    Ciò che mi preme mettere in rilievo, è che questo signore, così come in genere tutti coloro che credono demolire il cristianesimo mostrandone gli aspetti conflittuali ed “esclusivistici”, non hanno inteso il ruolo e la funzione delle diverse vie religiose, e di questa in primis.

    Il compito – ne convengo – non è affatto agevole, anche perché per comprenderlo occorre situarsi da un punto di partenza ben preciso: quello della metafisica, il solo che può far comprendere tutti gli altri ordini speculativi – in quanto il più elevato. E’ anche necessario sgombrare il campo mentale da emotività, risentimento, affezioni, soggettivismi, ed essere animati per quanto più possibile dal solo desiderio di verità.
    Per questo non posso che limitarmi ad accennare al ragionamento in tali termini, sperando che i miei balbettii rechino meno danno che giovamento alla causa della Tradizione.
    Sempre avendo ben presente la differenza tra forma religiosa(esemplificando: quella abramica) e forma metafisica(esemplificando: quella dell’advaita, per intenderci) - per la quale rimando agli studi di Guénon, e alle correzioni di tiro di Schuon e Panunzio (cattolico, quest'ultimo, se il nome del Guénon può dare fastidio) - si presentano una serie di constatazioni.

    Una prospettiva religiosa, restringendo l’àmbito d’azione, se può essere contestata ab extra, non può essere contestata ab intra, ovvero, potendo servire come mezzo d’espressione della verità totale, ne è la chiave. Exotericamente, la via religiosa deve assumere la forma di una negazione, nella fattispecie cristiana, l’exoterismo cristiano deve negare le possibilità di salvazione fuori della Redenzione operata da Gesù.
    Le restrizioni inerenti alla visuale dogmatica sono nel loro ordine conformi alla Bontà divina che vuole impedire agli uomini di perdersi. La necessità e provvidenzialità di un passaggio come quello avvenuto nell’Europa classica dalla religiosità misterica a quella dogmatica, è probabilmente difficile da comprende da un punto di vista limitatamente umano, ma la si può intuire alla luce della degenerazione progressiva e dal decadimento delle facoltà dell’Intelletto (tradizionalmente inteso, s’intende, non illuministicamente), per cui si sono presentate sullo scenario storico nuove forme più adatte alle circostanze. Per una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo analizzare (si approfondisca la tematica del decadimento ciclico).

    Questo è un aspetto da considerare, sinteticamente espresso (forse troppo). Ne vedremo altri.

  7. #37
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    Originally posted by Patrizio

    Il compito – ne convengo – non è affatto agevole, anche perché per comprenderlo occorre situarsi da un punto di partenza ben preciso: quello della metafisica, il solo che può far comprendere tutti gli altri ordini speculativi – in quanto il più elevato. E’ anche necessario sgombrare il campo mentale da emotività, risentimento, affezioni, soggettivismi, ed essere animati per quanto più possibile dal solo desiderio di verità.
    Questo è secondo me condivisibile solo in parte: la valutazione che dev'essere fatta nella ricerca della verità, è puramente esegetica ed effettuanda sui Vangeli. Usando come parametro il Vangelo, si possono giudicare gli atti della Chiesa nella Storia. Ovviamente il Vangelo è lo strumento più importante (e la Bibbia Stessa, specie il Nuovo Testamento), ma non l'unico... il diritto canonico è anch'esso uno strumento utile per vedere se la Chiesa ha agito da Massa Umana o da Corpo Mistico di Cristo, nel qual modo dovrebbe cioè agire. L'analisi delle Encicliche emanate sotto un determinato pontificato può infine completare questo lavoro di ricerca della Verità Effettuale delle cose. La Chiesa, inoltre, e la sua storia possono essere giudicate solo dall'"interno" (quindi bisogna cercare di non essere apologetici più che altro), in quanto, come dicevi, gli strumenti storiografici (e gli storici stessi) sono attualmente inadeguati poiché spesso sono condizionati dall'ateismo anticlericale che pervade la sinistra marxista-leninista, da cui tutti gli storici, chi + chi -, hanno attinto.


    Una prospettiva religiosa, restringendo l’àmbito d’azione, se può essere contestata ab extra, non può essere contestata ab intra, ovvero, potendo servire come mezzo d’espressione della verità totale, ne è la chiave. Exotericamente, la via religiosa deve assumere la forma di una negazione, nella fattispecie cristiana, l’exoterismo cristiano deve negare le possibilità di salvazione fuori della Redenzione operata da Gesù.
    Le restrizioni inerenti alla visuale dogmatica sono nel loro ordine conformi alla Bontà divina che vuole impedire agli uomini di perdersi. La necessità e provvidenzialità di un passaggio come quello avvenuto nell’Europa classica dalla religiosità misterica a quella dogmatica, è probabilmente difficile da comprende da un punto di vista limitatamente umano, ma la si può intuire alla luce della degenerazione progressiva e dal decadimento delle facoltà dell’Intelletto (tradizionalmente inteso, s’intende, non illuministicamente), per cui si sono presentate sullo scenario storico nuove forme più adatte alle circostanze. Per una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo analizzare (si approfondisca la tematica del decadimento ciclico).
    .
    Quest0ultima parte non l'ho capita molto bene, sono un po' tardo??? Specialmente quando parli di ottica di negazione

    Saluti

  8. #38
    Paul Atreides
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    Originally posted by Patrizio
    Paul Atreides, con quel tipo di obiezioni che molto frequentemente vengono mosse contro la fede cristiana e il ceppo abramico, mette in luce un aspetto di cui bisognerebbe occuparsi: può il punto di vista storicistico giudicare quello religioso (sintetizzando i punti di vista trascendenti nella parola “religioso”)?


    RE: caro Patrizio, c'è un errore di fondo nella tua impostazione: hai usato il termine "storicista" che non c'entra nulla. Storicismo è affidarsi "in toto" alla storia e non mi pare proprio il mio caso. Ben diverso, invece, è rintracciare nella storia i "segni" della Tradizione (e dell'antitradizione, of course).



    La risposta è evidentemente : no, essendo il primo parte della cultura moderna che non contempla affatto tutto un ordine di idee “provvidenziali” e metastoriche.


    RE: vedi sopra. per quel che riguarda la "provvidenza", poi, beh, è quella cosa con la quale puoi giustificare tutto senza dimostrare niente. A me la "provvidenza" pare...la storia a consumo dei vincitori...Chissà per quanti la sconfitta del III Reich è stata "provvidenziale"...
    La "provvidenza": l'ordalia della storia. V. alla voce "Hegel"


    A voler giudicare con il metro di “X ha usato violenza su Y per imporsi”, la storia del cristianesimo e dell’Islam è zeppa e intrinsecamente connotata (anche) da episodi violenti.


    RE: o forse è in essenza violenta? Non che la cosa mi disturbi ma sarebbe sempre bene non far passare l'essenziale per accessorio

    Uno storico tedesco (la vagina di tali idee è sempre quella protestantica, va da sè), Karlheinz Deschner, ha scritto addirittura una collana intera di libri, praticamente un’enciclopedia, intitolata “Storia criminale del cristianesimo”. Nient’altro che una pedantesca lista come solo i tedeschi sanno compilare. Sorvoliamo sulla solita esaltazione del presunto irenismo delle origini, dell’anti-dogmatismo, dell’anti-autoritarismo, della “libertà” individuale, etc. etc.
    Ciò che mi preme mettere in rilievo, è che questo signore, così come in genere tutti coloro che credono demolire il cristianesimo mostrandone gli aspetti conflittuali ed “esclusivistici”, non hanno inteso il ruolo e la funzione delle diverse vie religiose, e di questa in primis.

    RE: i protestanti non mi sono simpatici. Sulla violenza cristiana potrei citare Celso, Libanio, Simmaco, Giuliano Augusto ecc. Protestanti pure loro?

    Il compito – ne convengo – non è affatto agevole, anche perché per comprenderlo occorre situarsi da un punto di partenza ben preciso: quello della metafisica, il solo che può far comprendere tutti gli altri ordini speculativi – in quanto il più elevato. E’ anche necessario sgombrare il campo mentale da emotività, risentimento, affezioni, soggettivismi, ed essere animati per quanto più possibile dal solo desiderio di verità.
    Per questo non posso che limitarmi ad accennare al ragionamento in tali termini, sperando che i miei balbettii rechino meno danno che giovamento alla causa della Tradizione.
    Sempre avendo ben presente la differenza tra forma religiosa(esemplificando: quella abramica) e forma metafisica(esemplificando: quella dell’advaita, per intenderci) - per la quale rimando agli studi di Guénon, e alle correzioni di tiro di Schuon e Panunzio (cattolico, quest'ultimo, se il nome del Guénon può dare fastidio) - si presentano una serie di constatazioni.

    Una prospettiva religiosa, restringendo l’àmbito d’azione, se può essere contestata ab extra, non può essere contestata ab intra, ovvero, potendo servire come mezzo d’espressione della verità totale, ne è la chiave. Exotericamente, la via religiosa deve assumere la forma di una negazione, nella fattispecie cristiana, l’exoterismo cristiano deve negare le possibilità di salvazione fuori della Redenzione operata da Gesù.
    Le restrizioni inerenti alla visuale dogmatica sono nel loro ordine conformi alla Bontà divina che vuole impedire agli uomini di perdersi. La necessità e provvidenzialità di un passaggio come quello avvenuto nell’Europa classica dalla religiosità misterica a quella dogmatica, è probabilmente difficile da comprende da un punto di vista limitatamente umano, ma la si può intuire alla luce della degenerazione progressiva e dal decadimento delle facoltà dell’Intelletto (tradizionalmente inteso, s’intende, non illuministicamente), per cui si sono presentate sullo scenario storico nuove forme più adatte alle circostanze. Per una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo analizzare (si approfondisca la tematica del decadimento ciclico).

    RE: insomma, se volevi dire che il cristianesimo è una tipica "religione da kali-yuga" potevi dirlo subito. Tra l'altro è appunto quel che penso. Poi, se per te la decadenza è pure "provvidenziale", allora nella modernità ci dovresti stare alla grande...

    Questo è un aspetto da considerare, sinteticamente espresso (forse troppo). Ne vedremo altri.

  9. #39
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    caro pippo/paul, dici che non c’entri nulla con lo storicismo (benissimo), e che “ben diverso, invece, è rintracciare nella storia i "segni" della Tradizione (e dell'antitradizione, of course)”.
    Io ci vedo già un buon passo per distanziarsi dalle storiografie borghesi, più illuministicamente impostate; ma dove sarebbe il salto di qualità che auspicavo io (non solo io), in senso tradizionale, rispetto al pensiero accademico?

    Se il tradizionalismo deve consistere nel limitarsi a “rintracciare nella storia i segni della Tradizione e dell'antitradizione” (ma anche qui ci sarebbe da discutere), è evidente che si esce ben poco dall’ordine di idee che imposta le “scienze” moderne. Oltre all’errore dello storicismo di “affidarsi in toto alla storia”, vi è anche la superstizione del documento scritto, la non considerazione degli scritti sapienziali (oltre che per disprezzo delle mentalità “primitive” o pre-storiche, anche per la mancanza dei criteri per leggerne i significati), e in definitiva tutto quanto manca nei criteri delle discipline scientifiche umanistiche per poter parlare di storia umana senza piegare il proprio discorso ad ottiche a ben vedere insignificanti in quanto profane. Tutta quanta la cultura umanistica moderna, milioni di volumi, fatica, lavoro, materiale sprecati, non è che un’orgia del superfluo e del vano, ed è come se non fosse mai stata scritta. Basta vedere quanto insulsa ci appare un’ipotesi scientifica o storiografica moderna dopo solo pochi decenni, in un’avvicendamento di ipotesi già tarate alla nascita, a confronto della perennità degli scritti sapienziali. La mera “cultura” è un ideale, una chiacchiera apparentemente sublime (un fumo abbacinante di dotte citazioni e dati enciclopedici), fatta per soddisfare pretese basate sull’umano staccato dallo spirito eterno, quindi illusorio. Scrive Bela Hamvas (nel 1943), l’acuto tradizionalista ungherese:
    “[…] in tutto il mondo moderno c’è una millanteria infondata, gonfia, falsa, vuota, che si richiama a idee elevate, alla religione cristiana, a valori morali, ma non li prende sul serio e non cerca neanche di realizzarli. In tutta la vita moderna c’è qualcosa di in autentico. E a diversificare tra loro l’uomo primordiale e quello moderno è proprio questo: l’autenticità dell’uomo. […]”

    Quando invito a prendere le distanze da TUTTO il pensiero moderno intendo anche questo. Non è possibile credere di essere “tradizionalisti” e continuare nei solchi umanistici dell’accademismo moderno.

    E’ l’errore che mi sento di additare ai “tradizionalisti” frediani (basta leggere “Margini” per constatare la non-presa di distanze profonda dallo spirito accademico, e l’ambizione ad inserirsi nell’ingranagggio), e ai “tradizionalisti” nazionalsocialisti (o ai “tradizionalisti” romani anti-cristiani alla Del Ponte) vecchi e nuovi.

    Scrive infatti Evola nel ‘57, lamentando la mancanza di una visione tradizionalista della storia da parte della “Destra” (nella raccolta di saggi “Il tempo e la storia”):
    Già in quella formazione mentale complessiva che prende inizio con l’insegnamento impartito nelle scuole e nelle università e che si continua in ciò che viene chiamato in genere ‘cultura’, si accolgono come cose che vanno da sé, idee, suggestioni e pregiudizi che sono parti essenziali della concezione della vita di un’epoca, le forme politiche congeniali della quale sono state e sono il liberalismo, la democrazia e le altre varietà della sovversione moderna. Coloro che, pur dichiarandosi per una Destra, si ostentano ‘realisti’, sembrano ignorare questa situazione. E accade che mantenendo essi stessi una mentalità che continua a risentire dei miti e delle suggestioni diffusi a partire dal periodo dell’illuminismo e della rivoluzione del terzo Stato, ritengono possibile difendere e realizzare idee politiche davvero in antitesi col mondo che ci circonda”.

    Ebbene, bisogna auspicare, assieme ad Evola, “UNA RIVOLUZIONE ASSAI PIU’ RADICALE IN FATTO DI METODOLOGIA”, che si avvalga anche (io dico “quasi solo”) di “conoscenze e vie d’informazione diverse da quelle finora ammesse dall’archeologia”, dalla ricerca del documento scritto, dalla superstizione del “fatto”, dalla pedanteria del cronicoliere.

    Con amicizia.

  10. #40
    ironico
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    Camerati, chiedo venia, ma mi sfugge qual' è il problema esposto nel primo messaggio del trhead, se qualcuno ha la bontà e la pazienza per illustrarmelo gliene sarei grato!

    A NOI !

 

 
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