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Discussione: L'eredità di Falcone

  1. #11
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    Predefinito L'altra "campana"

    «E' in corso un arrembaggio con provvedimenti assurdi»
    di red.

    «E' in corso un arrembaggio alla macchina della giustizia perseguito attraverso stravaganti modifiche normative di varia natura, nemmeno ipotizzabili in tempi normali». Il Presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Antonio Patrono, risponde ai numerosi attacchi subiti negli ultimi tempi e si sfoga al convegno organizzato oggi a Roma dall’Anm.

    Patrono ci tiene a difendere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura: «Non ha tradito la fiducia in essa riposta dai padri costituenti, ha costituito un baluardo contro tentazioni autoritarie ed ha fornito il contributo nella crescita e nel consolidamento delle istituzioni democratiche». Ma, ammette Patrono, questo ruolo svolto dalla magistratura dell’Italia repubblicana, e soprattutto la mancanza di vincoli funzionali con gli altri poteri dello stato, ne hanno provocato un forte isolamento. Isolamento comunque sostenibile, finché, il cambiamento del sistema elettorale ha portato una maggiore conflittualità tra le parti politiche.

    Per il presidente dell’Anm «in questo nuovo assetto anche il ruolo della magistratura è stato utilizzato dalle parti politiche. Ogni processo che può anche solo sfiorare interessi di referenti politici, o comunque politicamente sfruttabili agli occhi dell'opinione pubblica, è diventato occasione di accuse e strumentalizzazioni nei confronti dei magistrati».

    In tale contesto si è fatta apparire la magistratura responsabile di disfunzioni delle quali non è invece colpevole. Ne sono testimonianza le accuse e le offese che ogni giorno riceve da esponenti politici «che non esitano a formulare accuse da codice penale nei confronti di molti magistrati, mai supportate da prove ma sempre e solo da illazioni». Tale atteggiamento per l’Anm è più che allarmante in quanto «alimenta il disprezzo e la sfiducia nei confronti della giustizia, che a lungo andare può favorire il crearsi di aspirazioni autoritarie e di tentazioni di autodifesa nella collettività».

    Critico il giudizio di Patrono anche nei confronti delle misure adottate o proposte finora per risolvere il problema della lentezza della macchina giudiziaria. «Sono stati approntati disegni di legge assurdi, come quello che prevede di impedire l'acquisizione delle sentenze passate in giudicato». «Così - commenta Patrono - ogni volta che si processasse un mafioso occorrerebbe dimostrare ex-novo che la mafia esiste e che essere mafioso costituisce reato».

    Ed infine «la stessa libertà da condizionamenti dei magistrati è posta in pericolo da proposte di modifiche dell'ordinamento giudiziario» che «confondono organi giudicanti con organi di autogoverno», consentendo «interferenze del potere politico nelle valutazioni dei magistrati». La situazione «è sconsolante ed è difficile vederne una via d'uscita», nota il presidente dell'Anm che poi aggiunge: «Non possiamo rassegnarci ad assistere impotenti allo stillicidio quotidiano di veleni, insulti, conflitti che gettano discredito sull'amministrazione della giustizia e minano sempre di più la fiducia dei cittadini».

  2. #12
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    Originally posted by MrBojangles


    Un "pregiudicato" è, nel significato stesso del termine, colui che NON ha il senso della legalità e NON ha rispetto per le leggi.
    Il fatto che Lei ne abbia eletto uno al Parlamento Italiano e che coloro che la pensano come Lei abbiano concesso, CON IL LORO VOTO, a una NUTRITA schiera di pregiudicati di andare a farsi le leggi a proprio comodo ed a sfasciare la Magistratura e lo Stato di Diritto non legittima in alcuna maniera (alla MIA coscienza, ovviamente) il LORO operato.

    Della Sua, di coscienza, non ho ancora notizie.
    Alla mia coscienza ci penso io e non le è permesso parlarne a sproposito.
    In ogni caso qui si sta parlando di altro e lei svia il discorso.
    Il fatto è che c'e in corso una offensiva dell'ANM contro il ddl per la modifica della giustizia.
    Oggi l'ANM contesta una riforma che sembra scritta da Falcone stesso. E tutti sappiamo in qual modo Falcone considerasse l'ANM (lo si può leggere nel post iniziale).

    Ora, siccome lei stesso ha poco sopra riconosciuto a Falcone di essere "servitore dello Stato", una persona PER BENE che aveva ALTO il senso della legalità ed il rispetto delle Leggi cerchi di spiegarmi come può essere sia dalla parte di Falcone che da quella di quella lobby di magistrati che nei fatti contestano e osteggiano la messa in pratica di quanto lui stesso teorizzava.

  3. #13
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    lei da per scontato che questa riforma sia in sintonia con le idee di falcone..questa e' e resta una sua opinione e di quelli che ospitavano i boss mafiosi in casa loro per curare i "cavalli"...
    adesso dopo la riforma "biagi" che con biagi nulla avevA a che fare perche' di articolo 18 non si parlava nel suo libro bianco si parla di riforma "falcone" ben sapendo che questi, per ovvi motivi (sarebbe saltato su un petardo dicono alcuni, ucciso non si sa da chi), non puo' ribellarsi all'uso strumentale del suo nome...
    un po' di serieta' per favore...
    io vedo piuttosto all'opera non la "lobby" dei magistrati ma quella dei farabutti che, anche attraverso i loro avvocati-parlamentari, legiferano per gli interessi del padrone che li paga.
    Antonio

  4. #14
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    Originally posted by pthome66


    Alla mia coscienza ci penso io e non le è permesso parlarne a sproposito.
    In ogni caso qui si sta parlando di altro e lei svia il discorso.
    Il fatto è che c'e in corso una offensiva dell'ANM contro il ddl per la modifica della giustizia.
    Oggi l'ANM contesta una riforma che sembra scritta da Falcone stesso. E tutti sappiamo in qual modo Falcone considerasse l'ANM (lo si può leggere nel post iniziale).

    Ora, siccome lei stesso ha poco sopra riconosciuto a Falcone di essere "servitore dello Stato", una persona PER BENE che aveva ALTO il senso della legalità ed il rispetto delle Leggi cerchi di spiegarmi come può essere sia dalla parte di Falcone che da quella di quella lobby di magistrati che nei fatti contestano e osteggiano la messa in pratica di quanto lui stesso teorizzava.
    Per il SEMPLICISSIMO motivo che quella PERSONA PER BENE se fosse oggi tra noi e non, invece, malauguratamente AMMAZZATO dagli amici dei suoi amici; avrebbe messo in galera mezzo parlamento.

  5. #15
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    Originally posted by tony
    lei da per scontato che questa riforma sia in sintonia con le idee di falcone..questa e' e resta una sua opinione e di quelli che ospitavano i boss mafiosi in casa loro per curare i "cavalli"...
    adesso dopo la riforma "biagi" che con biagi nulla avevA a che fare perche' di articolo 18 non si parlava nel suo libro bianco si parla di riforma "falcone" ben sapendo che questi, per ovvi motivi (sarebbe saltato su un petardo dicono alcuni, ucciso non si sa da chi), non puo' ribellarsi all'uso strumentale del suo nome...
    un po' di serieta' per favore...
    io vedo piuttosto all'opera non la "lobby" dei magistrati ma quella dei farabutti che, anche attraverso i loro avvocati-parlamentari, legiferano per gli interessi del padrone che li paga.
    Mi chiarisca cortesemente quale "interpretazione strumentale" si può dare a queste parole scritte da Falcone stesso. Qui l'unica interpretazione possibile è attribuire alle parole il loro significato.

    SEPARAZIONE DELLE CARRIERE - Ovvero «la faticosa consapevolezza che la regolamentazione della carriera dei magistrati del pubblico ministero non può più essere identica a quella dei magistrati giudicanti, diverse essendo le funzioni e, quindi, le attitudini, l’habitus mentale, le capacità professionali richieste: investigatore il pm, arbitro della controversia il giudice». Tema da affrontare senza paure, «accantonando la spauracchio della dipendenza del pm dall’esecutivo e della discrezionalità dell’azione penale, puntualmente sbandierati quando si parla di differenziazione delle carriere».

    CONTROLLO DELLA MAGISTRATURA - Argomento delicatissimo, ma che Falcone affrontava spesso, domandandosi «com’è possibile che in un regime liberal democratico non vi sia ancora una politica giudiziaria e tutto sia riservato alle decisioni, assolutamente irresponsabili, dei vari uffici di Procura e spesso dei singoli sostituti», e aggiungendo che «in mancanza di «controlli istituzionali sull’attività del pm saranno sempre più gravi i pericoli che influenze informali e poteri occulti possano influenzare tale attività».

    FETICCIO - «Una giustizia efficace e democratica» significa anche «razionalizzare e coordinare l’attività del pm, finora reso praticamente irresponsabile da una visione feticistica dell’obbligatorietà dell’azione penale, e dalla mancanza di efficaci controlli sulla sua attività». Negli Stati Uniti «se la giustizia è più rapida, efficiente e attenta ai diritti della difesa» dipende anche dallo «strumento fondamentale della non obbligatorietà dell’azione penale»: «Fino a quando in Italia vi saranno rigide normative sulla obbligatorietà il problema della repressione giudiziaria del crimine organizzato non avrà fatto un passo avanti».

    CORRENTI - Rapporto tormentato quello di Falcone con la sua categoria. «Se l’autonomia della magistratura è in crisi dipende anche dalla crisi che investe da tempo l’Anm, organismo diretto alla tutela di interessi corporativi», le cui «correnti si sono trasformate in macchine elettorali per il Csm», e dalla «pretesa inconfessata di considerare il magistrato una sorta di superuomo infallibile ed incensurabile». Con altrettanta chiarezza: «Il magistrato viene ammesso in carriera sulla base di un bagaglio culturale meramente nozionistico... bisogna umilmente riconoscere che oggi nel nostro Paese in uno dei più difficili mestieri, quello del giudice, la formazione professionale è regolamentata in modo da non assicurare in modo efficiente il servizio giustizia».

  6. #16
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    ecco vede..primo punto: diepndenza del pm dall'esecutivo: ai tempi di Falcone sarebbe stato uno "spauracchio"..ma oggi non lo e' alla luce delle dichiarazioni del ministro castelli e del ministro bossi (e di tanti altri) che hanno detto "esplicitamente" che i pm dovrebbero essere alle dipendenza dell'esecutivo.
    non e' un punto da poco..e sarebbe interessante sapere a quali istituzioni dovrebbe competere il ruolo di controllo sull'attività dei pm : il collegio dei difensori degli imputati, magari parlamentari?
    quanto al principio dell'obbligatorieta' dell'azione penale, ancora, chi dovrebbe decidere le priorita' da seguire in relazione al perseguimento dei reati? e su quali basi? torniamo al punto di partenza...: gli imputati-parlamentari?..
    ai tempi di falcone non c'era la situazione che si e' realizzata in seguito....e non e' un caso...
    e non si puo' far finta che in Italia ci sia una condizione di normale dialettica democratica fra due schieramente e non tra un partito-azienda con i suoi vari tentacoli e una coalizione politica di centro-sinistra all'opposizione...
    Antonio

  7. #17
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    SEPARAZIONE DELLE CARRIERE - Ovvero «la faticosa consapevolezza che la regolamentazione della carriera dei magistrati del pubblico ministero non può più essere identica a quella dei magistrati giudicanti, diverse essendo le funzioni e, quindi, le attitudini, l’habitus mentale, le capacità professionali richieste: investigatore il pm, arbitro della controversia il giudice». Tema da affrontare senza paure, «accantonando la spauracchio della dipendenza del pm dall’esecutivo e della discrezionalità dell’azione penale, puntualmente sbandierati quando si parla di differenziazione delle carriere».


    Quando vennero pronunciate queste parole, chi le pronunciò, NON POTEVA IMMAGINARE che in uno sciagurato futuro i PM sarebbero potuti dipendere dagli stessi indagati per non dire dai DELINQUENTI STESSI.

    Alla luce di questo; parlare di STRUMENTALIZZAZIONE è puramente un eufemismo.
    Se non fosse una VERGOGNA!

 

 
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