...fascismo.
Scrive su Il Giornale di mercoledì 22 maggio Giordano Bruno Guerri:
“Sono proprio curioso di vedere se la vergognosa vicenda di cui sono state protagoniste ieri Cgil, Cisl e Uil solleverà lo stesso scandalo, i sofisticati commenti, i dotti interventi suscitati dalla “censura” allo spettacolo di Ronconi. Come si è visto subito, il regista teatrale e i suoi cartelloni non avevano subito alcuna proibizione, nessun veto: né il ministro Prestigiacomo né il sottosegretario Miccichè hanno attentato alla sacra libertà dell’artista. Nella vera e propria censura che hanno compiuto i tre grandi sindacati, invece, non c’è di mezzo Aristofane ma l’uguaglianza e la libertà dei cittadini e dei lavoratori.
E’ accaduto che al ministero del Welfare si doveva tenere una riunione con i sindacati per cercare di risolvere non tanto i problemi della Fiat, ma quelli dei lavoratori della Fiat: migliaia dei quali rischiano di perdere il posto. Il ministro Maroni e il sotto segretario Maurizio Sacconi hanno pensato – giustamente – di invitare anche i rappresentanti dell’Ugl e della Cisal, sindacati di destra. E si sono sentiti rispondere di no, giammai. I tre grandi sindacalisti si sono 2alzati dal tavolo” e il segretario nazionale della Uilm, Giovanni Sgambati, ha subito dichiarato:”Non sono mai stati fatti in precedenza accordi insieme a Ugl e Cisal, organizzazioni scarsamente rappresentative nella Fiat. Non vogliamo creare un precedente. Per noi questo precedente sarebbe infatti inacettabile”. Testuale.
Cosa vuol dire “scarsamente rappresentative”? Che hanno pochi iscritti? E allora? Che io sappia nei sindacati non c’è un limite di sbarramento come nelle elezioni parlamentari e tutti i lavoratori – fossero anche soltanto due – hanno il diritto di essere rappresentati.
E’ grave, piuttosto, che non ci siano stati precedenti, cioè che una parte delle rappresentanze sindacali non sia mai stata convocata a questo tipo di riunioni. Questa sì che è una censura. Aggravata, e non attenuata, dal fatto che i tre grandi sindacati abbiano poi proposto audizioni separate. Come dire che ci sono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B, dei paria intoccabili perché di destra.
Con questa barbara decisione Cgil, Cisl e Uil hanno confermato, prima di tutto, di fare politica attiva, che il loro scopo principale è mettere i bastoni fra le ruote del governo, altro che occuparsi degli interessi dei lavoratori. Poi hanno confermato di essere una corporazione che, come tutte le corporazioni, difende soprattutto se stessa e vuole annullare qualsiasi concorrente.
Tutto ciò, più o meno, lo si sapeva. E’ dunque l’aspetto di censura politica che colpisce di più.
Vorrei vedere se un giorno nascesse (accadrà prima o poi) un sindacato di extracomunitari e il governo (di centro destra) decidesse di escluderlo o di separarli da qualche trattativa. In quel caso i tre sindacati farebbero un putiferio, dichiarerebbero scioperi, urlerebbero al razzismo, denuncerebbero la rinascita del fascismo. In quel caso avrebbero ragione, come hanno torto – marcio, marcissimo – adesso a pretendere che lavoratori di destra non contaminino i loro tavoli, tutt’altro che incontaminati. Questo sì che è un atteggiamento fascista.
Un consiglio per Ronconi. Maestro, dimostri di non essere prevenuto e fazioso, riempia quei cartelloni rimasti vuoti con i ritratti di Cofferati e company.
Giordano Bruno Guerri
Allora: è “regime” oggi o era “regime” fino a un anno fa?
saluti