22.05.2002
Berlusconi, spot elettorale con bambina
di Marcella Ciarnelli
Non si ferma neanche davanti agli occhi smarriti di una bambina di sei anni sbattuta sotto i riflettori. E a quelli intimiditati da telecamere e flash della sua mamma. Lo spot elettorale deve continuare. Ogni giorno bisogna sorprendere il pubblico con una uscita imprevedibile. Mercoledì pomeriggio Silvio Berlusconi ha fatto uscire dal cappello un’altra delle sue sorprese. Ed ha presentato a Palazzo Chigi, incurante delle regole imposte dalla privacy sui minori, la piccola Meriem Silvestri che da due anni viveva nell’ambasciata italiana di Algeri insieme alla mamma Michela. Vittime entrambe di un matrimonio fallito tra un’italiana e un algerino che leggi rigide e l’intransigenza del marito e padre hanno trasformato in un soggiorno forzato tra le mura amiche dell’ambasciata.
Mercoledì un aereo della presidenza del Consiglio le ha riportate in Italia. Non a Vicenza dove ad attenderle c’è una famiglia in ansia. Ma sotto i riflettori che il presidente del Consiglio ha convocato implacabile per dimostrare che «ogni tanto anche la politica riesce a fare qualcosa di positivo». Specialmente la sua. Inutili i tentativi di coinvolgere la piccola da parte di Berlusconi. Occhi bassi, frastornata, Merien ha preferito dedicarsi ai giochi che le avevano appena dato. Che ovviamente, ha precisato il premier «sono giocattoli del Milan». Poi microfono imposto alla mamma per il ringraziamento. A tutto il personale dell’ambasciata italiana che in questi due anni è stata la loro casa, ai carabinieri del Tuscania, al piccolo Matteo compagno di giochi di Meriem. Berlusconi e il presidente algerino, Bouteflika si sono ringraziati tra di loro promettendosi reciproche visite, ha confermato il premier italiano che, all’uscita di scena di mamma e figlia non ha resistito. Ed ha preso in braccio la bambina, in grado di camminare perfettamente da sola, per portarla fuori dalla sala stampa. Ma vuoi mettere quanto vale in una Paese in un cui i figlio so’ piezz’’e core una fotografia come quella. E, per di più a tre giorni dal voto.
da www.unita.it