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  1. #1
    Le fondamenta di POL
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    Predefinito Una nuova alleanza Radicale-liberale-repubblicana a Vicenza

    A Vicenza e provincia domenica 26 e lunedì 27 maggio gli elettori potranno votare una lista di moderati e radicali, di riformisti e riformatori. Una lista che sostiene la candidatura dell’avv. Ferdinando Landi a presidente della provincia. E’ una eccezione: da tempo, ormai, moderati e radicali, riformisti e riformatori si sono dispersi o in grandi coalizioni o in movimenti marginali contando sempre di meno. Il populismo domina dappertutto.
    Veneto liberale, alla vigilia delle elezioni politiche dell’altro anno, aveva deciso di non partecipare al voto ricordando agli elettori che il voto è un diritto e nessuno può obbligarli ad esercitarlo. Se non ci sono offerte politiche appetibili è giusto non votare. E' giusto, soprattutto, se si vuole delegittimare il regime. Anche stavolta si ricorda questo sacrosanto diritto politico: se nessuno merita il proprio voto, non è obbligatorio turarsi il naso ed andare a votare.
    Questa regola ha, però, stavolta, una eccezione. A Vicenza c’è la lista denominata "Unione laica" che vede assieme Veneto liberale, i radicali dell’associazione "Ernesto Rossi" di Vicenza, il partito Liberale, il partito Repubblicano, il partito Socialista - Nuovo Psi.

    Quanto avvenuto a Vicenza può costituire uno scenario nuovo per i liberali italiani, che in questo modo cercano nuove alleanze che non siano strettamente legate a Forza Italia.

    Saluti

  2. #2
    Le fondamenta di POL
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    Post LA MALFA: È UN ESPERIMENTO INTERESSANTE

    da IL GAZZETTINO ed. Vicenza – Bassano 4 maggio 2002
    (Al.Gra.) Per lanciare la nuova sfida Giorgio La Malfa , storico segretario del partito Repubblicano, è giunto ieri a Vicenza. C'era anche lui, infatti, al Caffè Moresco per presentare "Il cartello dei laici".
    "Offriamo all'elettorato una terza scelta. Sono convinto che il sistema maggioritario finisca per deformare la democrazia. La rappresentanza, infatti, dovrebbe essere la più ampia possibile perché, in caso contrario, corriamo il rischio di non dare all'elettorato dei punti di riferimento".
    Così l'alleanza costruita a Vicenza tra partito Repubblicano, Radicali, partito Liberale e Nuovo Psi, non è finalizzata alla sola presenza nella competizione elettorale per il rinnovo dell'amministrazione provinciale di pala zzo Nievo.
    "È un esperimento interessante - ha spiegato Giorgio La Malfa - perché sia nell'Ulivo sia nella Casa delle Libertà le forze politiche di aspirazione liberale, democratica e radicale sono presenti ma, fino ad oggi, non hanno rivendicato il loro ruolo di terza alternativa da offrire all'elettorato". Una scommessa, dunque, che parte da Vicenza con l'ambizione, anche se non ancora sbandierata ai quattro venti, di far tornare i la ici al centro della vita politica italiana

  3. #3
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    Sull'argomento liberali visita anche la discussione.......:

    http://www.politicaonline.net/forum/...light=liberale

  4. #4
    Le fondamenta di POL
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    Originally posted by nuvolarossa
    Sull'argomento liberali visita anche la discussione.......:

    http://www.politicaonline.net/forum/...light=liberale

    Grazie mille per la segnalazione.

  5. #5
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    Continua lo sciopero della sete di Pannella
    -----------------------------------------------------------------
    http://www.radicali.it/

  6. #6
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    Predefinito tratto da L'ARENA 7 luglio 2002

    LA SFIDA DEL LEADER RADICALE. Sciopero della fame e della sete per protesta contro la mancata assegnazione dei seggi vacanti

    Ricovero forzato per Pannella

    I medici: ormai è in pericolo di vita. Inutili gli appelli di Pera e Casini

    Roma. L'ultimo bollettino medico emesso nel pomeriggio dal collegio di professori che seguono il parlamentare radicale nel suo ennesimo sciopero della fame e della sete era stato lapidario: Marco Pannella (nella foto) «è in imminente pericolo di vita». La situazione era talmente grave che i medici non escludevano la possibilità di un ricovero coatto. E ieri sera, la procura di Roma, sulla base delle certificazioni mediche, ha deciso di autorizzare il sindaco di Roma Walter Veltroni a procedere per il ricovero coatto del leader radicale. Il provvedimento è stato firmato dal sostituto procuratore Lydia Deiure. Una decisione che Pannella ha accolto con linguaggio colorito: «Che fanno mi mettono le manette? E poi mi infilano un imbuto in bocca, perchè io beva? Mi addormentano con il cloroformio? Io non ci vado». E a l giornalista che chiede va se questo signific ava che non intende collaborare , Pannella ha risposto : «Ma sì. Io voglio collaborare. Si accomodino. Chiamo le Tv, la polizia. È una buffonata. Mi presterò a collaborare un tantino». Pannella protesta con il suo sciopero della fame e della sete contro l'irrisolta questione dei seggi della Camera, vacanti dopo l'esaurimento delle liste civetta di Forza Italia, un caso che le istituzioni non sono ancora riuscite a risolvere dopo un anno dall'entrata in carica dell'attuale governo. All'appello della sorella del leader radicale ha risposto anche Francesco Cossiga. In una lettera, l'ex presidente della Repubblica ha scritto di aver «sollecitato più volte il problema. Ma, pur apprezzando le forme di lotta non violenta praticate da Marco, non mi sembra che, dal capo dello Stato alla presidenza della Camera, dalla maggioranza alle opposizioni, si tratti di gente che si lasci smuovere o commuovere da esse!». Sulla protesta di Pannella era intervenuto anche Francesco Rutelli: «Sono preoccupatissimo» ha detto . «Mi associo alle richieste del presidente della Repubblica - ha aggiunto - perchè ci sia una più attenta riflessione, perchè Pannella e coloro che gli stanno vicino riflettano sulla sua salute. È un bene troppo prezioso, anche se io rispetto massimamente la sua battaglia».
    In mattinata, il leader radicale aveva parlato per pochi minuti al congresso del partito all'Hotel Ergife, a Roma. Magro ed emaciato, Pannella aveva rivelato di aver aperto il frigo durante la notte per bere un sorso di acqua e un'aranciata, come gli era stato consigliato dai medici, per ristabilire, almeno in parte, gli zuccheri. «Quello che ho stoccato mi dà qualche giorno, due o tre, di vita».
    A nulla erano valsi gli appelli del presidente della Repubblica, che l'altro ieri ha chiamato Pannella al telefono per convincerlo a desistere dal suo proposito, e del presidente del Senato Marcello Pera, che ieri ha assicurato di essere «pronto a utilizzare tutte le mie energie e prerogative istituzionali» purchè «l'amico Marco Pannella interrompa lo sciopero della sete».
    Veloce la risposta del leader radicale che ha ringraziato il presidente del Senato ma ha ribadito che il Parlamento deve compiere il suo dovere, ripristinando il plenum alla Camera e al Csm. «Ringrazio molto il presidente Pera dell'onore vero che mi fa, evocandomi come amico e fornendomi esortazioni e consiglio per i quali torno a rendergli grazie», aveva scritto Pannella al presidente del Senato.
    «Martedì alla conferenza dei capigruppo della Camera e ancor più, molto di più, mercoledì dovrà vivere e rispettare una funzione costituzionale, arrivando al voto utile per l'elezione dei membri laici del Csm e per immediatamente realizzare il necessario plenum di quell'organo istituzionale».
    «Noi chiediamo - aveva proseguito Pannella - che mercoledì si affermi il Parlamento repubblicano con il rispetto delle sue funzioni e della moralità costituzionale e democratica».
    Il leader radicale aveva continuato poi la sua risposta a Pera, definendosi «partigiano radicale della non violenza, della vita del diritto e del diritto alla vita. È alla fine probabile che io incontri il regime sotto forma di pallottola. Cercherò invece di festeggiare con voi, caro presidente, la parziale rinascita dello stato di diritto in Italia».
    Un buco nell'acqua si era rivelata anche una lettera - e una successiva telefonata proprio ieri mattina - del presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, che sta ancora lavorando con i capigruppo di maggioranza e opposizione per trovare una soluzione quanto prima. Il leader radicale si era detto intenzionato ad andare avanti fino allo stremo.

  7. #7
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    III° MEETING NAZIONALE DEI LIBERALIViareggio, 7/8 dicembre 2002Residence
    Hotel “Esplanade”

    Relazione
    del Presidente di LIBERALITALIA
    Avv. Vittorio Vivona

    Gentili amiche, cari amici,
    sono passati un anno dal nostro primo Meeting di Pesaro e sette mesi dal secondo di Colleferro. Ci troviamo oggi qui a Viareggio, non solo per rispettare una scadenza statutaria, ma anche per consolidare il bellissimo rapporto di amicizia che si è instaurato tra quanti hanno partecipato agli altri due Meeting, oltre che per avviarne uno nuovo con gli amici che sono qui oggi tra noi per la prima volta.

    Sono personalmente convinto che, se non ci fosse questo rapporto di amicizia e stima reciproche, a poco varrebbero anche la passione politica di tutti noi e la condivisione delle medesime idealità liberali.

    Aggiungo che è proprio l’amicizia e la stima che ci consentono d’essere qui a Viareggio, nonostante le diverse sensibilità e i diversi percorsi culturali che fanno da sfondo a quelle idealità liberali che ci accomunano.

    Aggiungo ancora che proprio l’amicizia e la stima ci fanno sembrare meno impegnative le diverse appartenenze a formazioni politiche nazionali: c’è chi tra noi aderisce al Partito Liberale, chi alla Federazione dei Liberali, chi al Partito Repubblicano, chi al Partito Radicale, chi all’ Italia dei Valori; molti di noi non aderiscono a formazioni politiche nazionali, ma sono impegnati in associazioni, gruppi e liste civiche locali.

    Siamo qui a rappresentare le tante anime liberali ed io so che le rappresentiamo con la pena nel cuore per le incomprensioni, le divisioni, i settarismi, la dispersione e la totale inconcludenza del liberalismo italiano, comunque inteso: nella sua generalità o nelle sue espressioni politiche particolari.

    Una pena che ci portiamo dentro da molto tempo e che ancor più si è acuita da otto anni a questa parte; da quando la coincidenza di interessi dei nostri avversari di sinistra e di destra li ha indotti ad offrire agli elettori l’interpretazione “bipolare” del sistema maggioritario: una interpretazione tutta italiana, non rinvenibile in nessun altro sistema maggioritario in nessun paese al mondo; una interpretazione studiata per escludere dalla competizione politica nazionale proprio quelle formazioni laiche e liberali non disposte a rinunciare alla propria identità per arruolarsi negli schieramenti di destra e di sinistra che sono cosa ben diversa da ciò che noi intendiamo per formazione politica liberale.

    # Sono tutti liberali ?

    Certamente molta acqua è passata sotto i ponti e anche quelle formazioni politiche di sinistra e di destra un tempo totalmente illiberali, sono oggi in parte attraversate da fremiti liberali: si fatica a trovarne qualcuna che non dica di essere liberale. Ma anche laddove condividano oggi i valori della democrazia liberale, noi sappiamo e sentiamo che esse non sono liberali.

    Per troppi anni la democrazia Italiana ha cresciuto dentro di sè formazioni politiche che, da destra o da sinistra, erano accanitamente “antisistema”, accanitamente oppositrici della democrazia liberale. L’essersi oggi aperte ha indotto molti di noi a ritenere anch’esse ormai acquisite al liberalismo.

    Ma così non è, come non è proprio nei paesi di maggior tradizione liberale, nei paesi che non hanno conosciuto l’insidiosa e concreta presenza di alcun partito antisistema. Eppure, in quei paesi anche il più modesto elettore sa ben distinguere partiti e uomini liberali da partiti e uomini appartenenti al socialismo democratico o alla destra conservatrice. In quei paesi, gli elettori hanno a disposizione più opzioni di voto e, tra esse, un’opzione di sinistra, un’opzione di destra e un’opzione liberale.

    E ciò è ancora più evidente proprio nei paesi di tradizione anglosassone, dove vige il sistema maggioritario uninominale e dove non è possibile rinvenire alcuna interpretazione bipolare di quel sistema elettorale.

    Mi scuso per questa digressione. Me ne scuso perchè noi oggi non siamo qui per parlare di politica nazionale e, del resto, mi sono limitato al solo sistema elettorale nazionale. Siamo qui, invece, per parlare dei liberali negli enti locali: regioni, province e comuni.

    Oltre alla estrema difficoltà di superare a livello nazionale i settarismi liberali, quando non gli interessi di bottega di questo o quel partito, di questo o quel personaggio politico che su quei partiti liberali esercita il proprio dominio assoluto, credo che vi siano altre due ragioni sostanziali perchè noi ci si occupi esclusivamente di politica locale.

    # Ogni strada verso Roma è sbarrata per i liberali

    La prima è che ogni strada verso Roma è totalmente sbarrata per dei liberali che vogliano proporsi come opzione elettorale alternativa agli schieramenti di destra e di sinistra. Lo è e lo resterà fino al giorno in cui i loro partiti principali rinunceranno ad estendere il proprio impero sui territori dei partiti minori. In alternativa, quella strada resterà sbarrata fino al giorno in cui qualcuno – e voglio sperare che quel qualcuno possa essere liberale – avrà il coraggio di insorgere contro il dominio dei due schieramenti, di rivendicare con coraggio ed orgoglio la propria dignità e la propria autonomia, anche a prezzo della rinuncia alle prebende offerte dal servaggio.

    Ma, come ciascuno di voi può ben rendersi conto, oggi non esiste alcun partito e alcun leader nazionale capace di un simile gesto di ribellione.

    # Declino della funzione legislativa del Parlamento

    La seconda ragione è rinvenibile nell’evoluzione delle fonti normative del nostro Paese e nella progressiva riduzione della preminenza del Parlamento nazionale quale produttore di leggi. Un declino già evidente nella crescente funzione di ratifica della normativa dell’ Unione Europea e di una ormai trentennale delega alle Regioni in moltissime materie. Un declino che sembra acquistare velocità dopo la modifica all’art.117 della Carta costituzionale entrata in vigore nell’ottobre dello scorso anno e, soprattutto, dopo che, proprio in questi giorni, il Senato ha approvato in prima lettura un’ulteriore modifica di quell’articolo.

    Non interessano qui le polemiche che stanno accompagnando la nuova modifica della Carta costituzionale. Basterà dire che il vero scrollone alla Costituzione è venuto proprio dalla riforma dell’anno scorso che, tra l’altro, ha abrogato quel limite che i nostri padri costituenti avevano inserito al 1° comma: “La regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, semprechè le norme stesse non siano in contrasto con l’interesse nazionale e con quello di altre regioni”.

    Con buona pace di quanti oggi insorgono scandalizzati accusando l’attuale maggioranza di violazione del diritto individuale dei cittadini a prestazioni uniformi su tutto il territorio nazionale!

    Non so cosa cambierà con la nuova riforma dell’art.117 della Costituzione e l’attribuzione alle regioni di competenza legislativa esclusiva in materia di sanità, istruzione e polizia locale, laddove con la riforma del 2001 tali competenze non erano comunque indicate tra quelle esclusive dello Stato nazionale. A mio avviso, in concreto non cambia molto.

    Ciò che a noi interessa qui, è prendere atto che le Regioni hanno acquisito un ruolo legislativo di primissimo piano e che tale ruolo legislativo si riflette inevitabilmente sulla vita di ciascuno di noi cittadini.

    Diritti individuali già conquistati nel parlamento nazionale rischiano ora di essere cancellati dalle leggi regionali; sotto un altro profilo, limitazioni ai diritti individuali che il Parlamento nazionale non aveva mai potuto violare possono oggi essere violati dalle singole legislazioni regionali; infine, la battaglia liberale per la conquista di nuovi diritti e nuove libertà si sposta oggi in ognuna delle singole regioni.

    A me pare che ce ne sia abbastanza perchè noi tutti ci si lasci meno incantare e paralizzare dalle dispute che rendono acida e disgregante la polemica politica nazionale. E, al contrario, perchè noi tutti si ritrovi armonia, collaborazione e capacità operativa nelle regioni e negli enti locali che, su tantissime materie, acquisiranno competenza per delega regionale.



    # Il “Progetto” di Liberalitalia

    Non è un caso che LIBERALITALIA sia nata proprio nel dicembre dell’anno scorso, a poco più di un mese dall’entrata in vigore della riforma regionalista della Costituzione.

    In questo anno, non è mancato l’interesse verso il “Progetto” di Liberalitalia e non sono mancate le soddisfazioni per quanti di noi vi hanno dedicato tempo e risorse.

    Però, dobbiamo dirci con estrema franchezza che quanto abbiamo fatto è solo una goccia nel mare delle cose che restano ancora da fare. Abbiamo preso contatto con decine e decine di associazioni, gruppi, liste civiche, organizzazioni territoriali di partiti politici nazionali.

    Abbiamo ricevuto consensi ed incoraggiamenti, ma la mia impressione è che ancora troppi stiano alla finestra e non osino davvero operare concretamente per l’affermazione del nostro comune “progetto”.

    A tutti costoro voglio dire – tra amici possiamo dircelo - : non abbiamo bisogno di chi fa politica in pantofole. Abbiamo bisogno, invece, di chi non si sottrae al lavoro concreto, di chi sa mobilitare intorno a sè altre energie ed altre risorse umane, di chi sa e vuole sporcarsi le mani in quelle mille iniziative, anche umili, che possono attirare sempre maggiori consensi ed entusiami sul “progetto” di Liberalitalia.

    Insomma, abbiamo bisogno di chi nel proprio Comune sappia far maturare quell’opzione di voto alternativa a quei due schieramenti di destra e di sinistra che tanto efficacemente sanno clonarsi anche a livello locale. E spesso sono cloni peggiori dell’originale, quando non deformi !

    A scanso d’equivoci ed anche perchè qualcuno tra noi non è stato presente agli altri Meeting, voglio ricordare che Liberalitalia non è - e non vuole essere – un partito politico. Ci mancherebbe altro! ce ne sono già troppi in Italia! E ce ne sono anche troppi che si rifanno al liberalismo.

    LIBERALITALIA è nata esclusivamente per favorire l’incontro, il dialogo e la collaborazione a livello locale tra associazioni, gruppi, liste civiche, organizzazioni territoriali dei partiti nazionali di ispirazione liberale, affinchè sappiano superare incomprensioni, rivalità più o meno tradizionali, settarismi, compiacenza o servaggio nei confronti di chiunque tiri dalla parte della incomprensione e della divisione dei liberali italiani.

    E’ nata nella consapevolezza che negli enti locali, più che altrove, oggi si devono combattere le battaglie liberali per la difesa e l’estensione dei diritti e delle libertà individuali. E’ nata nella consapevolezza che, solo se sapremo valorizzare ed esaltare nelle comunità locali di appartenenza le nostre migliori qualità di liberali, potremo guardare con qualche speranza al futuro nostro e dei nostri figli.

    Ed è nata nella consapevolezza che proprio nelle nostre comunità locali è più facile riunire liberali di diversa appartenenza intorno ad un comune programma sulle cose che più da vicino interessano i loro concittadini.

    E’ nata anche nella consapevolezza che spesso è più facile contrastare avversari che vivono solo sull’immagine dei loro leaders nazionali e sull’equivoco, enfatizzato dai grandi massmedia, che ciò che va bene a Roma debba andar bene in ogni comune d’Italia. Ogni turno elettorale amministrativo o locale diventa un test sulla grande politica: a commentarne i risultati, negli studi televisivi o sui giornali, vengono chiamati sempre i soliti noti esponenti nazionali.

    Liberalitalia, infine, è nata per favorire lo scambio di esperienze tra quanti operano sul territorio perchè i loro comuni, le loro province, le loro regioni, assomiglino sempre più a comunità liberali, governate da uomini liberali al servizio dei loro concittadini e non di altro.

    Proprio questi nostri incontri periodici hanno lo scopo di far incontrare liberali provenienti dalle più diverse realtà locali, affinchè possano scambiare idee ed opinioni, comunicarsi le loro esperienze, cogliere ogni opportunità di collaborazione, tessere con i mille colori delle loro identità e tradizioni liberali quella stoffa che li faccia sentire più caldi, stringere un legame duraturo che li faccia convinti di essere parti irrinunciabili di un unico grande movimento liberale che affonda le proprie radici su tutto il territorio nazionale.

    Non siamo venuti a Viareggio per ascoltare o recitare le solite litanie sulla grande politica nazionale e internazionale, per conoscere il “verbo” di questo o quel leader, di questo o quel personaggio di gran nome.

    Siamo venuti a Viareggio perchè abbiamo appreso, quasi per caso, che qui cittadini liberali sconosciuti ai grandi mezzi d’informazione - ed anche a noi – hanno saputo realizzare in concreto quel progetto che noi abbiamo solo delineato con le parole e con gli scritti. Siamo venuti per ascoltare e imparare dagli amici di Viareggio come è possibile costruire sui problemi locali una significativa alternativa ai due schieramenti di destra e di sinistra, come è possibile conquistare la fiducia del 10% della popolazione ed onorarla ogni giorno in consiglio comunale e tra la gente.

    Oggi sono loro i nostri leaders, così come sempre lo saranno quanti sapranno raccogliere il loro esempio. C’è chi continua a coltivare l’illusione che, per fare un grande movimento politico, sia necessario avere leaders dalla faccia nota al grande pubblico televisivo. Noi, invece, sappiamo che per fare un grande movimento liberale è necessario avere in ogni Comune d’Italia persone serie ed attive come Alberto Benincasa e gli altri amici di “Vivere Viareggio”.

    # La strada da percorrere

    Il primo passo – Censire le esperienze già in atto
    Noi continueremo a guardarci intorno alla ricerca di altri amici che hanno saputo costruire realtà importanti come questa di Viareggio. Siamo informati di molte realtà analoghe a quella di Viareggio, ma siamo certi che molte altre ci sfuggono. E’ questo il primo passo che dobbiamo completare: censire su tutto il territorio nazionale quelle esperienze che hanno anticipato il nostro “Progetto”, metterle in contatto tra loro per far sì che esse possano scambiarsi le rispettive esperienze.

    Siamo a conoscenza di esperienze in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Puglie, Sicilia e Sardegna, ma anche in queste regioni il quadro non è completo: siamo certi che gli amici di quelle regioni sapranno fare di più e meglio nei prossimi mesi. Ma, come vedete, siamo solo alla metà delle regioni d’Italia, anche se alcune di esse sono tra le più importanti quanto a popolazione. Restano da censire altre nove regioni e tra esse il Piemonte che, con la Campania, è sempre stata una regione ad alto tasso di liberalismo.

    Poi, ovviamente, è necessario contattare ogni lista civica d’ispirazione liberale ed invitarla a collaborare all’attuazione del nostro “Progetto”, a mantenere rapporti con le altre.

    Il secondo passo – Censire le presenze sul territorio di organizzazioni territoriali dei
    partiti nazionali, di associazioni e gruppi locali.
    Un lavoraccio ancora più faticoso perchè presuppone necessariamente una rete assai estesa sul territorio di amici in grado di informarci e di metterci in contatto con esse. Laddove non si hanno amici che collaborano con noi, ci si deve rimettere alla lettura dei giornali locali che, fortunatamente, sono spesso presenti anche in Internet.

    In questo anno di lavoro abbiamo già scoperto un elevato numero di presenze su tutto il territorio nazionale: ora un Comitato, ora un Circolo “Croce” o “Gobetti”, ora un gruppo o associazione radicale, ora una sezione repubblicana e così via. Si tratta poi di convincere ognuna a dialogare e collaborare con altri partiti, associazioni, gruppi della stessa città o provincia.

    Questo secondo passaggio è certamente il più faticoso ed estenuante, ma risulterà sicuramente tanto più agevolato quanto più saremo riusciti a completare il primo. Ovunque in Italia c’è tra i liberali un senso di frustrazione e di impotenza difficile da vincere, ma apprendere di altre esperienze, conoscere altri amici che, invece, hanno costruito qualcosa di importante nei loro Comuni, può essere un buon tonico per le energie sopite. Spetta soprattutto a noi porgere loro quel tonico.

    Il terzo passo – Dotarci di uno strumento che consenta di mantenere i contatti e di
    interagire anche quando non è possibile incontrarsi di persona.

    E’ intuitivo che questo strumento non può che essere Internet. Per questo abbiamo creato un nostro sito, non è ancora completo in ogni sua parte, ma contiamo di mandarlo a regime entro il prossimo mese di gennaio. Chi volesse visitarlo può trovarlo all’indirizzo www.liberali.net : registrandosi, potrà già leggervi molto materiale; soprattutto potrà notare come ad esso collaborino già amici liberali di ogni provenienza.
    Lo abbiamo pensato come un sito diverso da tutti gli altri siti politici che sono, per lo più, una vetrina delle mercanzie dei partiti nazionali: noi vogliamo, invece, privilegiare la politica locale e tutte le battaglie liberali che si possono e debbono fare negli enti locali per le ragioni che ho esposto innanzi.

    Perchè questa caratteristica del sito possa essere valorizzata, sarà necessario che ognuno di voi vi collabori inviando articoli e suggerimenti, oppure partecipando alle discussioni nell’apposito Forum. Soprattutto, sarà necessario che ognuno di voi inviti altri a visitarlo e ne diffonda la conoscenza tra gli amici del proprio indirizzario di posta elettronica.

    C’è, infine, un altro aspetto del sito che ritengo di assoluta importanza: esso potrà ospitare, in un’apposita sezione riservata e dotata di tutti gli strumenti tipici delle intranet aziendali, il lavoro di singole associazioni e dei club di Liberalitalia. Le intranet sono oggi ancora poco diffuse in Italia; non lo sono affatto per quanto concerne i partiti politici.

    E’ la nostra piccola rivoluzione del modo di fare politica; una rivoluzione che ci permette di lavorare insieme a distanza senza spostarci da casa o dall’ufficio, senza gli oneri che lo spostarsi comporta in termini di tempo e di denaro. Per molti di noi avvicinarsi ad Internet sarà anche una rivoluzione nelle proprie consolidate abitudini, ma io sono convinto che ciascuno di noi saprà affrontare la propria personale rivoluzione con quello spirito liberale che ci fa sempre entusiasti indagatori e profittatori di tutto ciò che sa di nuovo.

    Il quarto passo – Il nostro sogno.

    Se sapremo compiere bene tutti i passi che ho innanzi elencato io sono certo che l’ultimo passo sarà alla nostra portata.
    Sono passati quasi quarant’anni dal 28 agosto 1963 quando Martin Luther King pronunciò a Washington quel discorso che resterà nella storia come uno dei più memorabili inni alla libertà, ai diritti umani, ai diritti individuali.
    “I have a dream” disse Martin Luther King ai neri d’America; per cinque volte ripetè quel messaggio di speranza, associandolo ora al sogno dell’uguaglianza, ora a quello della fratellanza, ora a quello della giustizia, ora a quello delle pari opportunità per ogni uomo e donna, ora all’umiliazione dei potenti e all’esaltazione degli umili. Quell’inno alla libertà si concludeva con l’affermazione convinta che il suono della libertà si leverà solo quando avremo saputo farlo risuonare da ogni villaggio, da ogni borgo, da ogni città.
    Io non so come compiere il quarto passo del nostro percorso. So soltanto che lo compiremo insieme e che in fondo a quel percorso c’è il mio sogno, c’è il sogno di tutti noi; c’è il sogno della libertà che risuona da ogni villaggio, da ogni borgo, da ogni città della nostra Italia. C’è il sogno che in ogni villaggio, in ogni borgo, in ogni città noi liberali si sappia costruire le nostre libertà, uniti tra noi ed uniti ai nostri concittadini.

    Grazie e buon lavoro

    Vittorio Vivona



  8. #8
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    Predefinito Repubblicani, liberali, democratici e laici a Vicenza

    Dal GIORNALE DI VICENZA del 27/04/2003:

    Questi sono i dieci aspiranti alla carica di primo cittadino, in ordine alfabetico (tra parentesi, le liste di sostegno): Luigi Costa (Democrazia liberale), Federico Formisano (Viviamo Vicenza), Silvano Giometto (No privilegi politici), Giovanni Giuliari (Vicenza Capoluogo), Enrico Hüllweck (An, Città nostra, Forza Italia, Udc), Franca Mattiello (Nuovo Psi), Giancarlo Morando (Liga Fronte Veneto), Vincenzo Riboni (Comunisti italiani, Ds, Lista Di Pietro, Margherita, Rifondazione comunista, Sdi, Udeur, Verdi), Stefano Stefani (Lega Nord), Enzo Trentin (Comitato per i diritti dei cittadini).

    La lista DEMOCRAZIA LIBERALE aggrega repubblicani, liberali, democratici, laici e si presenta con il simbolo del PRI.

    Il presentatore della lista è stato Ugo Holzer.

  9. #9
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    In bocca al lupo
    saluti
    echiesa

  10. #10
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    Predefinito

    Con tutti il rispetto per gli amici liberali e radicali, DEMOCRAZIA LIBERALE è stata promossa soprattutto dai repubblicani, tant'è vero che il simbolo della lista è l'edera.

    Le comunali di Vicenza sono un banco di prova importante per capire se al nord l'elettorato è disponibile a sostenere un polo liberaldemocratico-repubblicano tra quello cattolico-popolare e socialista, in vista delle elezioni europee del prossimo anno.

 

 
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