... ecco alcuni versi di Baudelaire...
UN FANTASMA
LE TENEBRE
In sotterranei di tristezza insondabile
dove il Destino m’ha già relegato;
dove mai penetra un raggio rosa e lieto;
dove, solo con la Notte, ospite ostile,
vivo come un pittore che un Dio beffeggiatore
condanna a dipingere, ahimè! sulle tenebre;
dove, cuoco dagli appetiti funebri,
faccio bollire per poi mangiare il mio cuore,
s’allunga e si distende, in bagliori sfolgoranti,
uno spettro fatto di splendore e di grazia.
Dall’incedere orientale e sognante,
quando assume l’intera sua grandezza,
riconosco la visitatrice meravigliosa;
è Lei! nera eppure luminosa!
IL PROFUMO
Lettore, hai tu qualche volta respirato
con ebbrezza e con lenta bramosia
il grano d’incenso che riempie una chiesa,
o d’un sacchetto il muschio inveterato?
Profondo e magico incanto, onde il passato
che risorge c’inebria nel presente!
Così, su un corpo adorato, l’amante
coglie del ricordo il fiore delicato.
Dalla sua elastica e pesante chioma,
vivo sacchetto, incensiere d’alcova,
un forte e selvaggio sentore saliva,
e dagli abiti, di velluto o mussola,
impregnati di giovinezza pura,
si spandeva l’odore del manto d’una fiera.
LA CORNICE
Come una bella cornice da alla tela,
un non so che di strano e incantato,
anche se opera d’un pennello rinomato,
e dalla natura immensa la isola,
così gioielli, mobili, metalli e dorature,
s’adattavano alla sua rara bellezza;
nulla offuscava la sua lucentezza,
e tutto sembrava farle da ornatura.
Anche a lei stessa, a volte, sembrava
che ogni cosa volesse amarla; affogava
la sua nudità con indicibile delizia
tra i baci del lino e del raso
e in ogni movimento, lento o improvviso,
d’una scimmia mostrava l’infantile grazia.
IL RITRATTO
La Malattia e la Morte fanno poche ceneri
di tutto il fuoco che per noi fiammeggiò.
Di quei grandi occhi così fervidi e teneri,
di quella bocca dove il mio cuore annegò,
dei baci possenti come un comando,
dei slanci più ardenti di quei vivi lucori,
cosa resta? O anima mia, è orrendo!
Nient'altro che un pallido pastello, a tre colori,
che come me muore, da solo,
e che il Tempo, ingiurioso vegliardo,
ogni giorno cancella col suo brutale volo...
Nero assassino della Vita e dell'Arte,
tu non ucciderai nella mia memoria
colei che fu il mio piacere e la mia gloria!