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  1. #101
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    Originally posted by AngelodiCentro

    1) non hai usato dati ufficiali, ma dai camuffati e mistificati A MODO TUO. LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI NUOVI POVERI NON SONO IMMIGRATI, e questo lo prova anche l'ISTAT visto che l'aumento della povertà riguarda soprattutto il Sud, cioè regioni povere da decenni. Gli immigrati poveri sono andati al nord, dove sono stati bilanciati da una diminuzione della povertà dei già residenti in Italia. Ma anche la colpa della povertà di questi immigrati E' DEL GOVERNO RESPONSABILE DI NON AVER DATO LORO DIGNITA'.

    Ehi sveglione l'istat ti dice che ci sono stati circa 850.000 immigrati in 5 anni e l'81% di questi erano morti di fame.

    2) E' IL GOVERNO CHE LI HA FATTI ENTRARE o vuoi negare anche questo?!?! Ha la COLPA di averli fatti entrare nel nostro paese senza assicurare prima un lavoro e una casa.

    Fare entrare non significa CREARE, la clonazione genetica ha fatto progressi ma ancora siamo lontani...

    Quindi sono poveri CREATI DALL'ULIVO E DALLA TURCO-NAPOLITANO.

    Pagliaccio, tu hai sempre detto che quelli che erano residenti nel 96 si sono visti peggiorare le condizioni il che' non e' FALSO. Quelli che erano residenti nel 96 hanno visto migliorare il loro reddito. Ora stai dicendo cose completamente diverse, renditi conto che sei ridicolo. Dalla colpa di aver RESO POVERI I CITTADINI, DIMOSTRATAMENTE FALSA, SEI DOVUTO RIPIEGARE SUL FATTO CHE IL GOVERNO HA APERTO LE PORTE ALL'IMMIGRAZIONE. Bella scoperta!

    PS Se non sei capaci di smentirmi CON I NUMERI e non con le chiacchiere Nord Sud "poco" "molto" abbi la decenza di tacere, ci fai miglior figura.

  2. #102
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    Quanto al sud ammira come con l'Ulivo in 4 anni su 5 il tasso di crescita e' stato piu' alto di quello del Nord. Ecco i FATTI (non le tue cazzate):

    ISTAT
    ROMA, 15 OTT - Le Regioni del Mezzogiorno continuano a crescere a un tasso più elevato di quelle del Nord anche se il divario tra l'economia del Nord e quella del Sud resta elevato. È quanto emerge dai dati dell'Istat sui conti economici territoriali del 1999 secondo i quali a fronte di un aumento del prodotto interno lordo italiano nell'anno dell'1,6% il Nord Ovest e il Nord est crescono meno della media nazionale (i tassi sono rispettivamente dell'1,3% e dell'1,5%). Il Centro e il Sud registrano invece dati superiori alla media nazionale con tassi di crescita pari rispettivamente al 2% e l'1,8%. Il dato del Centro-Sud - rileva l'Istat - è migliore di quello del Centro Nord per il terzo anno consecutivo anche se il differenziale di crescita si è progressivamente ridotto. Resta elevato invece il divario sul prodotto interno lordo per abitante: a fronte di una media nazionale di 37.209.0000 lire annue il Nord Ovest ha un pil di 45.986.000 lire medie per abitante mentre il Mezzogiorno ha un pil medio di 25.117.000 lire.
    Giornale di Sicilia
    CRESCITA SOSTENUTA. Il reddito del Mezzogiorno aumenta più di quello del Centro Nord. Nel 2001 il pil del mezzogiorno è cresciuto del 2,2 % contro l’1,7% del Centro Nord. Il dato del 2000 per il Sud era del 2,5% mentre la previsione per il 2002 è dell'1% (Giornale di sicilia del 22 maggio du dati Svimez)

    IL BOOM DELLE IMPRESE. Da cinque anni nel Sud nascono più imprese che nel Nord. Nel solo 2000 sono nate 45 mila nuove società contro 29 mila nel Nordovest, 20 mila nel Nordoest e 25 mila nel Centro. (Giornale di Sicilia del 25 maggio su dati Confindustria)


    SUPERATA QUOTA SEI MILIONI. Il Mezzogiorno supera nel 2001 la quota mitica di sei milioni di occupati. Nel 2001 hanno avuto una occupazione, tra emersi e sommersi, 6.140 mila persone contro le 5.944 del 2000. Anche le persone in cerca di occupazione sono diminuite da 1.565 mila a 1.438 mila, portando il tasso di disoccupazione dal 20,8% al 19% (Elaborazioni Diste su dati Istat)
    IL SOLE
    Da Il Sole 24 Ore - Italia - Economia di Giovedì 23 maggio 2002 - Diminuisce di circa mezzo punto il divario economico tra Nord e Sud; ma, nonostante questo risultato, il dualismo dell'economia italiana è tutt'altro che rimosso

    Il Nord «corre» meno del Sud

    di B.F.

    ROMA - Il 2001 è stato un anno nero per l'economia. Ma a subirne gli effetti è stato più il Centro-Nord che il Mezzogiorno, che, anzi, è riuscito a ridurre il differenziale con il resto del Paese.

    In generale, nel 2001 il tasso di crescita del Pil nazionale si è fermato all'1,8% (il 2,9% nel 2000) ma, mentre il Sud ha continuato a viaggiare sopra il 2% (+2,2%) con una diminuzione di soli quattro decimi di punto rispetto all'anno precedente, nel Centro-Nord è stata registrata una contrazione assai più marcata: dal 3 all'1,7 per cento.

    ....

    La crescita del Mezzogiorno resta comunque un segnale positivo. Anche perché confermata dai risultati sul fronte occupazionale. I dati Svimez registrano nel 2001 un incremento del 2,1%, «con una significativa accelerazione rispetto all'anno precedente (1,7%)»; la componente dei dipendenti, in particolare, è cresciuta del 2,7% (1,6% nel 2000). Al contrario, nel Centro-Nord l'aumento occupazionale si è fermato all'1,4% in diminuzione, quindi, rispetto all'anno precedente (1,7%).

    Il rafforzamento della dinamica occupazionale al Sud è stato determinato, secondo la Svimez, «dal più alto ritardo temporale che tradizionalmente l'occupazione presenta nell'area rispetto all'andamento ciclico dell'economia mondiale» anche perché al Sud è minore la quota di occupati in quei settori che più di altri sono esposti alla concorrenza internazionale e alla turbolenza dei mercati esterni (industria manifatturiera e servizi vendibili).

    Tuttavia, i risultati positivi sono stati anche il frutto di «una maggiore incisività degli interventi di politica del lavoro specificamente destinati alle Regioni meridionali» quali gli sgravi contributivi e il credito d'imposta per i nuovi assunti.
    ISAE/OCSE
    Roma, 25 settembre 2001
    Intervento della professoressa Fiorella Kostoris Padoa Schioppa, Presidente ISAE, nell’ambito della presentazione del “Rapporto territoriale sull’Italia” dell’OCSE.

    La prima constatazione è che il divario certo persiste, ma che dalla seconda metà degli anni Novanta sono progressivamente emerse tendenze positive. Nel ‘96-98, la crescita del Pil nel Mezzogiorno è stata dell’1,7 % rispetto all’1,4 del Centro-Nord; gli investimenti sono tornati a crescere di più del 4% annuo in termini reali contro il 3,0 dell’Italia e rispetto allo 0,8 che aveva rappresentato la media del Sud e Isole degli anni Ottanta; il tasso di natalità delle imprese non agricole è cresciuto del 9% annuo, concentrato soprattutto nei servizi, rispetto al 6% del Centro-Nord; e il tasso di mortalità del 5% si è mantenuto leggermente inferiore a quello delle altre ripartizioni (5,9%). Nel 2000, il precedente quadriennio di parziale recupero dell’attività produttiva nell’area meridionale ha segnato una modesta battuta d’arresto, visto che il Pil a prezzi costanti è infatti aumentato del 2,4% nel Mezzogiorno, rispetto al 2,7 del Centro, al 3 del Nord Est e al 3,4% del Nord Ovest. Ciò malgrado, il tasso di crescita del Pil procapite nel Mezzogiorno è stato nel 2000 solo lievemente inferiore a quello del Centro Nord (2,6 contro 2,7%), gli investimenti fissi lordi si sono accresciuti del 6,8% rispetto al 5,9 del Centro Nord, e le esportazioni meridionali, come nel 2000, anche nel primo trimestre 2001 hanno continuato a crescere più della media nazionale, del 25,4% contro il 15,9%, raggiungendo l’11,1% del totale dell’export nazionale rispetto al 9% del 1996. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione resta quattro volte superiore al quello del Centro Nord e concentrato soprattutto tra giovani e donne, ma l’occupazione collegata al settore “sommerso” è stimata dall’Ocse stessa al 26% del totale della forza di lavoro, e tuttavia anche nell’occupazione regolare segnali di miglioramento sono venuti, con l’incremento di 370 mila nuovi occupati tra il ’96 e il 2000 di cui 103 mila nel solo ultimo anno del quinquennio, con l’incremento più elevato del decennio (+1,8% nel 2000 rispetto a una media nazionale del +1,9%).
    Ora DIMOSTRACI TU che il governo dell'Ulivo ha penalizzato il sud, caro PAGLIACCIO.

  3. #103
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    Ecco come gli Uomini del fare aiutano il mezzogiorno:

    IL SOLE
    Rapporto Svimez - La crescita 2002 del Pil nel Mezzogiorno sarà inferiore alla media nazionale.

    Da Il Sole 24 Ore - Italia - Economia di Venerdì 22 marzo 2002 - Svimez ed Irpet presentano le "Previsioni sull'andamento dell'economia delle regioni italiane nel 2001 e nel 2002": nonostante i progressi di allineamento dei principali indicatori macroeconomici, la convergenza Nord-Sud è ancora lontana.

    Lo sviluppo rallenta nel Sud «Servono regole e salari differenziati: sull'occupazione rimangono profonde differenze strutturali»

    ROMA - Il Sud continua ad essere debole.

    E nonostante i progressi degli ultimi anni, che evidenziano un sostanziale «allineamento» dei principali indicatori macroeconomici con il resto del Paese, la «convergenza» verso il Centro Nord resta lontana.

    È questa la conclusione a cui giungono la Svimez e l'Irpet (Istituto regionale programmazione economica Toscana) che ieri hanno presentato le «Previsioni sull'andamento dell'economia delle regioni italiane nel 2001 e nel 2002».

  4. #104
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    Originally posted by AngelodiCentro

    RISPOSTA: l'ho detto e lo confermo: I POVERI ITALIANI SONO AUMENTATI, dal 96 al 97, così come dal 97 al 2000-2001.
    1/3 di quanto sbandieravi tu (254.000 famiglie vs 628.000) ed ESCLUSIVAMENTE per effetto dell'immigrazione. Le condizioni di quanti erano residenti nel 96 invece SONO MIGLIORATE.

    La responsabilità dell'ulivo è aver fatto ENTRARE persone in Italia senza assicurare loro dignità, in che equivale ad AVER CREATO NUOVI POVERI all'interno del territorio nazionale.

    Tanto per cominciare prima dicevi cosa completamente diversa: che quanti erano residenti nel 96 si sono visti peggiorare la propria condizione. Tu ora NON accusi l'Ulivo di aver CREATO poveri, ma di NON AVERLI FATTI DIMINUIRE (facendo arricchire gli immigrati)... E' gia' un buon progresso...

    RISPOSTA: tonto!!!! IL 12% riguarda le famiglie ma L'INDICE DI POVERTA' DELLE PERSONE E' AUMENTATO DAL 13% AL 13,6%.

    Certo, perche' ci sono stati centinaia di migliaia di poveri immigrati ed inoltre quelli che erano GIA' dentro il paese hanno fatto altri 120.000 figli. L'indice di poverta' e' rimasto INCHIODATO! Questo a fronte di una aumento dei poveri provenienti dall'estero puo' significare una sola cosa: che i poveri GIA' RESIDENTI SONO DIMINUITI. Esattamente il contrario di quanto sostenevi. A meno che non vogliamo confutare la matematica. Infatti anche considerano gli INDIVIDUI e non le famiglie l'indice di poverta' e' aumentato dello 0,6% ma i poveri in piu' sono stati 850.000*81%/57.600.000=1,2%. Quindi l'indice di poverta' sarebbe dovuto aumentare non dello 0,6% ma dell'1,2%. Il che' significa che lo 0,6% DEI RESIDENTI E' USCITO DALLA POVERTA'!!!

    RISPOSTA: le cazzate le dici tu!!! Nulla lascia pensare che quelle persone che vengono da paesi a forte pressione migratoria si ricongiungono con famiglie BENESTANTI, e quindi non povere ma già integrate.

    Si infatti tutti i Senegalesi vengono generosamente accolti dalle famiglie italiane. Se sono ricevuti da un altro senegalese che gia' aveva uno stipendio di fame, le cose possono SOLO peggiorare per quella famiglia.... Tuttavia non e' l'Ulivo che ha reso povero NE' il primo senegalese, NE' il secondo. Al limite non ha arricchito il primo, ma certamente non l'ha reso povero.

    MOLTO SPESSO E' COSI', non succede quasi mai invece che i parenti si ricongiungono con chi invece si muore di fame.

    I "poveri" in Italia NON muoiono di fame. Quelli del Senegal si...

    RISPOSTA: ok ma sembra cmq ancora molto strano che la natalità in Italia è così alta(130mila nati in più in 5 anni?!?!?!).

    Allora significa che gli IMMIGRATI DALL'ESTERO non sono stati 850.000 ma 975.000. Meglio ancora!

    RISPOSTA: di quegli 850mila in teoria potrebbe esserci anche un solo povero.

    Spiegaglielo a bossi che gli immigrati sono tutti miliardari

  5. #105
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    Originally posted by AngelodiCentro

    Quindi è inutile che metti in mostra tutti i PRESUNTI progressi delle regioni del sud con i tuoi squallidissimi copia incolla


    Ehi pagliaccio questo e' quello che sai fare per smentire i miei dati?

    I "presunti" progressi vengono da fonti UFFICIALI (visto che ti piace tanto questa parola) quali l'Istat, il Sole, Isae, OCSE, gente credibile. Non come le tue fonti "ufficiali" (CGIA di mestre ) che poi si scopre che non sanno fare i conti.

    Quindi invece di parlare di copia incolla prova pure a smentire con i numeri, I DATI UFFICIALI IN ESSI CONTENUTI CHE TI DIMOSTRANO CHIARAMENTE CHE L'ULIVO HA FATTO MOLTO PER IL SUD.

    Non e' mica colpa mia se sei disinformato su tutto, e' per questo che abbocchi sempre alle cazzate del berlusco

  6. #106
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    [QUOTE]Originally posted by AngelodiCentro
    Originally posted by Ago
    RISPOSTA: senti credi in quello che vuoi ma NON PRENDERE IN GIRO MILIONI DI ITALIANI, IN PARTICOLARE DEL SUD.

    Qui l'unico che si inventa le cose sei tu:

    ISTAT
    ROMA, 15 OTT - Le Regioni del Mezzogiorno continuano a crescere a un tasso più elevato di quelle del Nord anche se il divario tra l'economia del Nord e quella del Sud resta elevato. È quanto emerge dai dati dell'Istat sui conti economici territoriali del 1999 secondo i quali a fronte di un aumento del prodotto interno lordo italiano nell'anno dell'1,6% il Nord Ovest e il Nord est crescono meno della media nazionale (i tassi sono rispettivamente dell'1,3% e dell'1,5%). Il Centro e il Sud registrano invece dati superiori alla media nazionale con tassi di crescita pari rispettivamente al 2% e l'1,8%. Il dato del Centro-Sud - rileva l'Istat - è migliore di quello del Centro Nord per il terzo anno consecutivo anche se il differenziale di crescita si è progressivamente ridotto. Resta elevato invece il divario sul prodotto interno lordo per abitante: a fronte di una media nazionale di 37.209.0000 lire annue il Nord Ovest ha un pil di 45.986.000 lire medie per abitante mentre il Mezzogiorno ha un pil medio di 25.117.000 lire.
    Giornale di Sicilia
    CRESCITA SOSTENUTA. Il reddito del Mezzogiorno aumenta più di quello del Centro Nord. Nel 2001 il pil del mezzogiorno è cresciuto del 2,2 % contro l’1,7% del Centro Nord. Il dato del 2000 per il Sud era del 2,5% mentre la previsione per il 2002 è dell'1% (Giornale di sicilia del 22 maggio du dati Svimez)

    IL BOOM DELLE IMPRESE. Da cinque anni nel Sud nascono più imprese che nel Nord. Nel solo 2000 sono nate 45 mila nuove società contro 29 mila nel Nordovest, 20 mila nel Nordoest e 25 mila nel Centro. (Giornale di Sicilia del 25 maggio su dati Confindustria)


    SUPERATA QUOTA SEI MILIONI. Il Mezzogiorno supera nel 2001 la quota mitica di sei milioni di occupati. Nel 2001 hanno avuto una occupazione, tra emersi e sommersi, 6.140 mila persone contro le 5.944 del 2000. Anche le persone in cerca di occupazione sono diminuite da 1.565 mila a 1.438 mila, portando il tasso di disoccupazione dal 20,8% al 19% (Elaborazioni Diste su dati Istat)
    IL SOLE
    Da Il Sole 24 Ore - Italia - Economia di Giovedì 23 maggio 2002 - Diminuisce di circa mezzo punto il divario economico tra Nord e Sud; ma, nonostante questo risultato, il dualismo dell'economia italiana è tutt'altro che rimosso

    Il Nord «corre» meno del Sud

    di B.F.

    ROMA - Il 2001 è stato un anno nero per l'economia. Ma a subirne gli effetti è stato più il Centro-Nord che il Mezzogiorno, che, anzi, è riuscito a ridurre il differenziale con il resto del Paese.

    In generale, nel 2001 il tasso di crescita del Pil nazionale si è fermato all'1,8% (il 2,9% nel 2000) ma, mentre il Sud ha continuato a viaggiare sopra il 2% (+2,2%) con una diminuzione di soli quattro decimi di punto rispetto all'anno precedente, nel Centro-Nord è stata registrata una contrazione assai più marcata: dal 3 all'1,7 per cento.

    ....

    La crescita del Mezzogiorno resta comunque un segnale positivo. Anche perché confermata dai risultati sul fronte occupazionale. I dati Svimez registrano nel 2001 un incremento del 2,1%, «con una significativa accelerazione rispetto all'anno precedente (1,7%)»; la componente dei dipendenti, in particolare, è cresciuta del 2,7% (1,6% nel 2000). Al contrario, nel Centro-Nord l'aumento occupazionale si è fermato all'1,4% in diminuzione, quindi, rispetto all'anno precedente (1,7%).

    Il rafforzamento della dinamica occupazionale al Sud è stato determinato, secondo la Svimez, «dal più alto ritardo temporale che tradizionalmente l'occupazione presenta nell'area rispetto all'andamento ciclico dell'economia mondiale» anche perché al Sud è minore la quota di occupati in quei settori che più di altri sono esposti alla concorrenza internazionale e alla turbolenza dei mercati esterni (industria manifatturiera e servizi vendibili).

    Tuttavia, i risultati positivi sono stati anche il frutto di «una maggiore incisività degli interventi di politica del lavoro specificamente destinati alle Regioni meridionali» quali gli sgravi contributivi e il credito d'imposta per i nuovi assunti.
    ISAE/OCSE
    Roma, 25 settembre 2001
    Intervento della professoressa Fiorella Kostoris Padoa Schioppa, Presidente ISAE, nell’ambito della presentazione del “Rapporto territoriale sull’Italia” dell’OCSE.

    La prima constatazione è che il divario certo persiste, ma che dalla seconda metà degli anni Novanta sono progressivamente emerse tendenze positive. Nel ‘96-98, la crescita del Pil nel Mezzogiorno è stata dell’1,7 % rispetto all’1,4 del Centro-Nord; gli investimenti sono tornati a crescere di più del 4% annuo in termini reali contro il 3,0 dell’Italia e rispetto allo 0,8 che aveva rappresentato la media del Sud e Isole degli anni Ottanta; il tasso di natalità delle imprese non agricole è cresciuto del 9% annuo, concentrato soprattutto nei servizi, rispetto al 6% del Centro-Nord; e il tasso di mortalità del 5% si è mantenuto leggermente inferiore a quello delle altre ripartizioni (5,9%). Nel 2000, il precedente quadriennio di parziale recupero dell’attività produttiva nell’area meridionale ha segnato una modesta battuta d’arresto, visto che il Pil a prezzi costanti è infatti aumentato del 2,4% nel Mezzogiorno, rispetto al 2,7 del Centro, al 3 del Nord Est e al 3,4% del Nord Ovest. Ciò malgrado, il tasso di crescita del Pil procapite nel Mezzogiorno è stato nel 2000 solo lievemente inferiore a quello del Centro Nord (2,6 contro 2,7%), gli investimenti fissi lordi si sono accresciuti del 6,8% rispetto al 5,9 del Centro Nord, e le esportazioni meridionali, come nel 2000, anche nel primo trimestre 2001 hanno continuato a crescere più della media nazionale, del 25,4% contro il 15,9%, raggiungendo l’11,1% del totale dell’export nazionale rispetto al 9% del 1996. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione resta quattro volte superiore al quello del Centro Nord e concentrato soprattutto tra giovani e donne, ma l’occupazione collegata al settore “sommerso” è stimata dall’Ocse stessa al 26% del totale della forza di lavoro, e tuttavia anche nell’occupazione regolare segnali di miglioramento sono venuti, con l’incremento di 370 mila nuovi occupati tra il ’96 e il 2000 di cui 103 mila nel solo ultimo anno del quinquennio, con l’incremento più elevato del decennio (+1,8% nel 2000 rispetto a una media nazionale del +1,9%).

  7. #107
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    Originally posted by AngelodiCentro
    Ho detto che sono presunti solo perché sono nel BREVE PERIODO
    Lasciami indovinare: il "breve periodo" e' guarda caso coincidente con la legislatura dell'Ulivo.

  8. #108
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    Originally posted by AngelodiCentro

    Abbi tu la decenza di tacere, almeno prima leggi bene le tabelle dei siti che ho incollato.
    Benissimo, vediamo se i dati Istat confermano quello che dico io o quello che dice il pagliaccio

    Ecco i dati per il Sud (fonte Istat)
    Anno....FamPovere....TotFam....%
    1997..715.............7097.......24,2
    1998..655.............7149.......23,2
    1999..712.............7167.......23,9
    2000..707*...........?.............?
    2001..757**.........?.............?

    Anno....PersPovere....TotPers....%
    1997....5253..............20832.......25,2
    1998....5107..............20834.......24,5
    1999....5220..............20799.......25,1
    2000....5007*............?................?
    2001....5166**..........?...............?

    *Per il 2000 sappiamo che i poveri erano 7.948.000 e le famiglie povere 2707 in tutta Italia ed il 63% nel mezzogiorno.
    *Per il 2001 infatti sappiamo che i poveri erano 7.828.000 e le famiglie povere 2663 in tutta Italia ed il 66% nel mezzogiorno.

    Se poi vogliamo usare un maggiore tasso di natalita', possiamo calcolare il rapporto tra famiglie ed individui nel 99. Questo e' 5220/1707=3.049. Con questo metodo di calcolo gli individui poveri diventano 1707*3.049=5204 nel 2000 e 1757*3.049=5357 nel 2001.

    Dal che' risulta evidente che la poverta' nel mezzogiorno E' AMENTA IN MISURA ESTREMAMENTE LIMITATA. Questo SENZA considerare gli effetti immigratori, che per quanto minori rispetto al nord, non sono certo nulli.

    Ancora una volta, credo che sia la numero 20 (ma ormai ho perso il conto) il pagliaccio ha detto una CAZZATA ed e' stato sputtanato.

 

 
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