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Risultati da 21 a 30 di 46
  1. #21
    Super Troll
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    Non credo che i partiti possano cambiare, o che sia necessario cmbiarli, per renderli più efficienti o più osservanti dei bisggni della società.
    La diminuzione del lavoro nell'attuale contingenza è ormai un fatto drammatico e difficilmete risolvibile.
    Oggi se ci fosse la domanda le fabbriche attuali sarebbero in grado, nel giro di poche ore, di moltiplicare per 100 la loro produzione e con scarsi apporti di nuova mano d'opera.
    In questo situazione diventa anche utopistico pensare ad un aumento sensibile di nuove unità produttive.
    In più si aggiunge questa spinta ultraliberista e globalizzante senza controlli , che consente agli operatori economici in possesso di un aadeguato capitale di produrre dove più bassi sono i costi e le tutele dei diritti, e vendere ad alto prezzo nei mercati ancora più ricchi.
    Da qui , anche in queti paesi, la corsa alla riduzione dei salari e dei diritti, non solo per i ceti interessati dai processi più strettamente produttivi, ma ancche per i settori dei servizi e del pubblico impiego.
    le campagne del fini che se la prende con i burocrati; il divieto di assunzioni nel pubblico impiego, sono una conseguenza di questo fenomeno.
    Si sta arrivando in tutte le citta, ad esempio, a consentire che gli ausiliari della sosta possano mettere multe, per non asssumere vigili urbani, meglio pagati e più tutelati.
    C' E' da aspettarsi ovviamnete, e si sta già verificando da tempo, che in un periodo di medio termine , molte società saranno equiparate al ribasso sotto l'aspetto delle remunerazioni, e dei diritti. Ed è probabikle che ciò avvenga con una drammatica accelerazione, una volta superata una certa soglia.
    Davanti ad un quadro dramamtico del genere, è inutile parlare della sacralità del lavoro, come della dedizione al lavoro.
    Se i politici, imapaniati nella corruzione e nel lassismo, non riusciranno a prendere drastiche decisioni per garantire a tutti i cittadini la sopravvivenza alimentare e i diritti primari, i partiti verranno superati dai movimenti spontanei, che assumeranno però la stessa fisionomia.
    Checchè dicano i liberali e i liberisti , per giustificare privilegi e rapine, intorno alle migliori capacita dei cosiddetti vincenti e aille loro manfrine, uno stato che non garantisce l'educazione, la sopravvivenza alimentare, e la sanita di tutti i suoi cittadini, per me , è uno stato truffa che vara leggi per salvaguardare esclusivamente i diritti e i privilegi delle oligarchie
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  2. #22
    Hanno assassinato Calipari
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    Originally posted by Pieffebi
    Sul fordismo e il taylorismo ......hai presente quello che scrive Lenin (lode del "taylorismo socialista", dell'emulazione, della disciplina di fabbrica...)? No dico...... Gramsci è qui perfettamente LENINISTA.

    Saluti liberali
    Ancora a discutere del 1920? Trovatemi qualcuno che dice delle cose sensate su come intendiamo il mondo oggi, dette nel 1920...

  3. #23
    Hanno assassinato Calipari
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    Originally posted by cciappas
    Non credo che i partiti possano cambiare, o che sia necessario cmbiarli, per renderli più efficienti o più osservanti dei bisggni della società.
    La diminuzione del lavoro nell'attuale contingenza è ormai un fatto drammatico e difficilmete risolvibile.
    Oggi se ci fosse la domanda le fabbriche attuali sarebbero in grado, nel giro di poche ore, di moltiplicare per 100 la loro produzione e con scarsi apporti di nuova mano d'opera.
    In questo situazione diventa anche utopistico pensare ad un aumento sensibile di nuove unità produttive.
    In più si aggiunge questa spinta ultraliberista e globalizzante senza controlli , che consente agli operatori economici in possesso di un aadeguato capitale di produrre dove più bassi sono i costi e le tutele dei diritti, e vendere ad alto prezzo nei mercati ancora più ricchi.
    Da qui , anche in queti paesi, la corsa alla riduzione dei salari e dei diritti, non solo per i ceti interessati dai processi più strettamente produttivi, ma ancche per i settori dei servizi e del pubblico impiego.
    le campagne del fini che se la prende con i burocrati; il divieto di assunzioni nel pubblico impiego, sono una conseguenza di questo fenomeno.
    Si sta arrivando in tutte le citta, ad esempio, a consentire che gli ausiliari della sosta possano mettere multe, per non asssumere vigili urbani, meglio pagati e più tutelati.
    C' E' da aspettarsi ovviamnete, e si sta già verificando da tempo, che in un periodo di medio termine , molte società saranno equiparate al ribasso sotto l'aspetto delle remunerazioni, e dei diritti. Ed è probabikle che ciò avvenga con una drammatica accelerazione, una volta superata una certa soglia.
    Davanti ad un quadro dramamtico del genere, è inutile parlare della sacralità del lavoro, come della dedizione al lavoro.
    Se i politici, imapaniati nella corruzione e nel lassismo, non riusciranno a prendere drastiche decisioni per garantire a tutti i cittadini la sopravvivenza alimentare e i diritti primari, i partiti verranno superati dai movimenti spontanei, che assumeranno però la stessa fisionomia.
    Checchè dicano i liberali e i liberisti , per giustificare privilegi e rapine, intorno alle migliori capacita dei cosiddetti vincenti e aille loro manfrine, uno stato che non garantisce l'educazione, la sopravvivenza alimentare, e la sanita di tutti i suoi cittadini, per me , è uno stato truffa che vara leggi per salvaguardare esclusivamente i diritti e i privilegi delle oligarchie
    Concordo.

    Chissà se fra 80 anni qualcuno rileggerà i nostri post e come ci giudicherà

    Se Gramsci avesse avuto Internet, la televisione, come avrebbe formulato il suo pensiero?

  4. #24
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    Predefinito

    Questa è la pietra tombale posta sul marxismo e il comunismo "scientifico", la dichiarazione definitiva ed inapellabile del suo fallimento teorico oltre che pratico.
    Neppure un liberale di destra come me avrebbe mai osato tanto.
    Nessun marxista degno di questo nome si esprimerebbe mai così.
    Per converso è una dichiarazione senza ombre sulla capacità del capitalismo di sviluppare enormemente le forze ed i mezzi di produzione, e di creare sempre nuove e più evolute forme ai propri rapporti sociali, espandendo la scienza e la tecnica con velocità e diffusioni senza precedenti. Il capitalismo è ancora rivoluzionario, dunque non è ancora affatto suonata la sua ultima ora, che sarebbe anche l'ultima ora della civiltà tecnologica moderna.

    Saluti liberali.

  5. #25
    Roderigo
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    Originally posted by Pieffebi
    Che "la disciplina di fabbrica" contenga elementi "in sè" positivi per i comunisti (da Lenin, a Trotzky, a Gramsci, a Bordiga...) è assolutamente vero, come è vero che la distinzione fra "coercizione del lavoro" in regime capitalista e "coercizione del lavoro" in regime socialista verte sostanzialmente sul fatto che nella seconda vige il regime della dittatura rivoluzionaria del proletariato e che la produzione è organizzata, programmata, pianificata, controllata dallo Stato proletario: ossia nell'interesse generale della classe operaia e della trasformazione comunistica dei rapporti sociali.
    Cosa vuol dire che "la disciplina di fabbrica contiene in sè elementi positivi"? Non li contiene invece per gli effetti che determina? L'incremento della produzione e quindi della ricchezza, e lo sviluppo della classe operaia e della sua coscienza di classe?
    Gramsci propone di riprodurre e preservare una rigida separazione tra funzioni direttive ed esecutive, nell'industrialismo socialista?

    Originally posted by Pieffebi
    Per un marxista- rivoluzionario non esiste la "coercizione del lavoro" in generale, così come non esiste uno Stato in generale, o una democrazia ....in generale.
    Saluti liberali.
    Ma esiste il "marxista-rivoluzionario" in generale?

    R.

  6. #26
    Roderigo
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    Originally posted by yurj
    Ancora a discutere del 1920? Trovatemi qualcuno che dice delle cose sensate su come intendiamo il mondo oggi, dette nel 1920...
    In verità, questa discussione si svolgeva già negli anni Venti. Vedi la citazione di Gobetti. Si è svolta anche negli anni 70 e 80, con Asor Rosa e Trentin, al posto di Revelli, e continua ad essere interessante, anzi oggi forse lo più che in passato, perchè riguarda la ricerca del principio dell'errore. Cioè, la causa originaria del fallimento di una esperienza storica.

    R.

  7. #27
    Roderigo
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    Originally posted by Pieffebi
    Questa è la pietra tombale posta sul marxismo e il comunismo "scientifico", la dichiarazione definitiva ed inapellabile del suo fallimento teorico oltre che pratico.
    Neppure un liberale di destra come me avrebbe mai osato tanto.
    Infatti, per la rifondazione del comunismo, puntiamo tutti su di te.

    R.

  8. #28
    SENATORE di POL
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    Gli elementi positivi di cui parlo io (veramente, non io, ma i marxisti "classici") attengoo all'educazione dell'operaio al lavoro collettivo, a sentirsi una parte di un tutto, alla "cooperazione" durante il lavoro, imposta dall'organizzazione produttiva e dalla...discplina di fabbrica. Sono gli elementi che caratterizzano...."materialisticamente".....il sorgere di una...."mentalità" operaia distinta e diversa da quella del piccolo artigiano, o dal garzone di bottega di epoche precedenti.
    Il capitalismo creando queste condizioni materiali, crea anche, dialetticamente, le condizioni materiali "dell'uomo socialista" e della sua "coscienza sociale". Soltanto che durante il capitalismo queste condizioni materiali (causa lo sfruttamento....ll'alienazione...) sono ancora nel regno della "schiavitù salariata" e non della futura libertà comunista.

    Saluti liberali

  9. #29
    SENATORE di POL
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    Originally posted by Roderigo

    Infatti, per la rifondazione del comunismo, puntiamo tutti su di te.

    R.

    Infatti, ci ho provato, ho fallito...e ho chiuso con il marxismo e tutti i suoi surrogati (di cui il bertinottismo è una variante locale).



    W il capitalismo democratico e il liberalismo

  10. #30
    Roderigo
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    Originally posted by Pieffebi
    Infatti, ci ho provato, ho fallito...e ho chiuso con il marxismo e tutti i suoi surrogati (di cui il bertinottismo è una variante locale).

    W il capitalismo democratico e il liberalismo
    Quando hai tentato di rifondare il marxismo, hanno trionfato Reagan e la Thacheter. Ora, che ti sei convertito al liberalismo conservatore, come minimo si assisterà al trionfante ritorno di Marx. E' l'eterogenesi dei fini.

    R.

    Il ritorno di Marx

    Per meglio comprendere il capitalismo ed il futuro, dagli Stati Uniti si leva un’esortazione a riconsiderare il pensiero di Marx. Molte delle contraddizioni notate dallo stesso Marx nel capitalismo vittoriano sono riapparse prepotentemente in questo fine secolo. Globalizzazione, disuguaglianza, corruzione politica e progresso tecnologico compaiono già nei suoi scritti e sono gli stessi temi con i quali si stanno confrontando gli attuali economisti, talvolta senza rendersi conto di camminare sulle orme del filosofo ed economista tedesco. Per quanto concerne la globalizzazione dei mercati, parola d’ordine di quest’ultima parte del XX secolo, Marx stesso ne ha delineato alcune possibili conseguenze negative. Il capitalismo è ormai sul punto di trasformare il mondo in un mercato globale. Ma, come intuiva Marx fin dalla metà del secolo scorso, a risentire di tali cambiamenti non sarà solo il mercato locale ma intere culture che rischiano di essere spazzate via dall’implacabile affermarsi delle forze di omologazione dei consumi e di integrazione internazionale. Testimonianza dell’attualità di queste considerazioni si trova nella recente costituzione di movimenti politici populisti e xenofobi in Francia, Russia e in molti altri paesi. Persino alcuni economisti, finora fermamente convinti della validità delle istanze della globalizazione, iniziano a considerare con maggiore attenzione i pericoli e le conseguenze che ne potranno derivare.

    The New Yorker" 1997

 

 
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