I bari

Chi gioca a carte conosce le regole d’ogni gioco alle quali deve attenersi, altrimenti viene accusato di barare. L'ONU è, per certi versi, un gioco per bambini grandi dove i rappresentanti di alcuni Paesi hanno il diritto di barare. Mentre, infatti, tutte le nazioni che ne fanno parte hanno in teoria pari dignità, ce ne sono alcune, le vincitrici della seconda guerra mondiale, che sono "più uguali" o " più degne" delle altre, nel senso che è loro concesso un diritto di veto contro la discussione assembleare di determinate problematiche o contro le delibere eventualmente approvate dalla maggioranza, che le altre nazioni non hanno. E' come se, giocando a "scopa", ad alcuni giocatori venissero date sei carte ad ogni mano, invece delle tre date agli altri secondo le regole del gioco. Esiste, pertanto, una disparità di trattamento che i rappresentanti degli altri Paesi del mondo hanno accettato sin dall'inizio del funzionamento di questo organismo. Cosa che, a nostro avviso, contrasta fortemente, con i diritti di uguaglianza e di prassi democratica del principio della maggioranza per l'affermazione dei quali gli "alleati" motivarono, ufficialmente, il loro intervento nella seconda guerra mondiale contro i Fascismi europei. Alla luce, invece, di come sono andate veramente le cose nel secondo dopoguerra, soltanto gli stolti, i prezzolati e gli interessati possono continuare ancora ad affermare che l'ONU rappresenta un organismo di garanzia internazionale. L'ONU ha sempre rappresentato gli interessi degli Stati Uniti d'America e della Russia Sovietica secondo gli accordi di Yalta per i quali il mondo era stato diviso in due zone d’influenza: l'americana e la sovietica. Ed adesso che l'Unione Sovietica non esiste più, tale privilegio è rimasto, concretamente, solo agli americani che possono fare il bello e il cattivo tempo, come stiamo vedendo a partire dalla "guerra del Golfo", passando per l'aggressione alla Serbia, per arrivare ai giorni nostri con la questione israelo-palestinese. Prima della seconda guerra mondiale esisteva un altro organismo internazionale voluto dal presidente americano Wilson, ma che poi l'America in pratica snobbò: la Società delle Nazioni con sede a Ginevra, che era il giocattolo politico al servizio degli imperialismi coloniali della Francia e della Gran Bretagna. Noi che non crediamo alle baggianate dei liberaldemocratici, dobbiamo evidenziare la contraddittorietà esistente nel funzionamento dell'ONU che, nella pratica, è la negazione dei principi ai quali quei signori dicono di fare riferimento. Il tutto a dimostrazione che gli Stati Uniti d'America non sono entrati in guerra per portare in Europa la libertà e la democrazia "conculcate" dai fascismi, ma per i loro interessi economici e commerciali, che hanno imposto alle altre nazioni del mondo proprio a seguito del conseguimento della vittoria militare.
Allegato elenco delle risoluzioni delle Nazioni Unite riguardanti la questione palestinese rimaste disattese e per le quali né l'ONU né altri Paesi hanno mai intrapreso alcunché per la loro applicazione. A.B. Mariantoni







ISRAELE-PALESTINA
RISOLUZIONI ONU

 29 NOVEMBRE 1947: l’Assemblea Generale dell’ONU vota ed adotta, alla maggioranza dei due terzi, la risoluzione 181 (piano di spartizione della Palestina che prevede uno “Stato ebraico”, uno “Stato arabo” ed una “zona” - Gerusalemme e dintorni -“sottomessa a regime internazionale particolare”).

 11 DICEMBRE 1948: l’Assemblea Generale dell’ONU vota ed adotta la risoluzione 194. Ed all’articolo 11 della stessa risoluzione, « fissa il diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi ».

 22 NOVEMBRE 1967: il Consiglio di Sicurezza dell’ONU vota ed adotta la risoluzione 242 che fissa « il ritiro delle forze armate israeliane dai territori occupati ed il rispetto ed il riconoscimento della sovranità, dell’integrità e dell’indipendenza politica di ogni Stato della regione, ed il loro diritto a vivere in pace all’interno di frontiere sicure e riconosciute, al riparo da minacce ed atti di forza ».

 30 NOVEMBRE 1970: l’Assemblea Generale dell’ONU vota ed adotta la risoluzione 2649 che riconosce il « diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese ».

 22 OTTOBRE 1973 : il Consiglio di Sicurezza dell’ONU vota ed adotta la risoluzione 338 che « riafferma la validità della risoluzione 242 e fa appello al cessate il fuoco ed a dei negoziati per poter instaurare una pace giusta e durevole nel Medio Oriente ».

 22 NOVEMBRE 1974: l’Assemblea Generale dell’ONU vota ed adotta la risoluzione 3236 che « riafferma il diritto inalienabile al ritorno e ribadisce il diritto alla sovranità ed all’indipendenza nazionale per il popolo palestinese ».








 1 MARZO 1980: l’Assemblea Generale dell’ONU vota ed adotta la risoluzione 478 che « condanna Israele, sia per la sua violazione della legge internazionale a Gerusalemme che per la sua politica di colonizzazione all’interno dei territori occupati ».

 29 LUGLIO 1980: il Consiglio di Sicurezza dell’ONU vota ed adotta la risoluzione 112 che « domanda il ritiro d’Israele dai territori occupati, prima del 15 novembre 1980 ».

 7 OTTOBRE 2000: il Consiglio di Sicurezza dell’ONU vota ed adotta, con 14 voti a favore ed un’astensione (Stati Uniti), la risoluzione 1322 che «condanna gli atti di violenza, particolarmente il ricorso eccessivo alla forza contro i Palestinesi » e « deplora l’atto di provocazione commesso il 28 Settembre 2000 all’Haram al-Sharif (il piazzale delle Moschee) di Gerusalemme».

 20 DICEMBRE 2001: una Sessione straordinaria dell’Assemblea Generale dell’ONU « manifesta fortemente il suo sostegno all’Autorità palestinese» e «condanna la politica di colonizzazione israeliana ».

 13 MARZO 2002: il Consiglio di Sicurezza dell’ONU vota ed adotta la risoluzione 1397 che « afferma il suo attaccamento alla visione di una regione nella quale due Stati, Israele e la Palestina, vivano fianco a fianco, all’interno di frontiere sicure e riconosciute ».

 APRILE 2002: il Consiglio di Sicurezza dell’ONU vota ed adotta le risoluzioni 1402 e 1403 che « domandano il ritiro delle forze israeliane dalle città e territori palestinesi ».