Da il Nuovo
Tangenti a Potenza, Cossiga a Ciampi: presidente Tentenna
In una lunga lettera il politico accusa il presidente della Repubblica di non difendere i parlamentari dai comportamenti scorretti di giudici e pubblici ministeri. Berlusconi solidale con Ciampi.
MILANO - Il presidente Francesco Cossiga ha scritto una lunga lettera al capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi visto che non ha trovato riscontro la sua richiesta di prenedere le sue difese rispetto alle ''intimidazioni e le minacce del procuratore della Repubblica di Potenza e di difendere il diritto di critica proprio di una libera democrazia e in particolare di ciascun membro del Parlamento nei confronti di comportamenti e atti dei magistrati, giudici e pubblici ministeri, informandolo che altrimenti si sarebbe trovato costretto a inviargli una lettera che avrebbe reso pubblico all'Italia e all'estero''. ''Se non avrà un sussulto di dignita e coraggio, Lei passerà alla storia come il presidente Tentenna'' conclude la sua lettera Cossiga.
Cossiga ripercorre la storia di sé e della sua famiglia, ricordando, tra l'altro di essere stato deputato eletto nelle liste della Dc ''il più votato della circoscrizione della Sardegna e rimproverando al contrario a Ciampi di essere ''arrivato al Quirinale senza essersi mai sottoposto ad un voto popolare, neanche in un circolo di bridge''. ''Sono stato più volte processato per motivi politici, mai per motivi di corruzione o simili; e sempre prosciolto - mette in evidenza tra l'altro Cossiga - Dopo la cessazione dalla carica di presidente della Repubblica, sono stato convocato e interrogato ben 72 volte da commissioni d'inchiesta e da Autorità Giudiziarie varie: e penso non sia ancora finita''.
''Premetto che io sono stato, sono e sarò sempre contro i ladri, i concussori, i corruttori, i corrotti! E se qualche mio amico si dimostrerà che lo sia stato, me ne dovrà assai, ma non approverò o solo difenderò il loro operato o peggio ancora combatterò i giudici che li condanneranno'' scrive a chiare lettere Cossiga. ''Con questa mia lettera - afferma ancora con forza - intendo difendere le prerogative dei membri del Parlamento contro le intercettazioni illegittime, il deposito illecito e la diffusione mediante veline attuate da alcuni carabinieri del ROS'' e delle ''conversazioni dei membri del Parlamento coperte da prerogativa di immunità.
''Con questa mia lettera non intendo difendere seppur nella cristiana carità verso di essi, né Claudio Calza né Angelo Sanza: mi auguro che siano innocenti, che riescano a provare la propria estraneità ai fatti loro contestati, ma se invece sono colpevoli non li difenderò ingiustificatamente, ma se del caso dopo aver letto le sentenze che li riguardano in base al loro contenuto le approveròo le criticherò - insiste- Con questa lettera intendo deplorare il pessimo costume di alcuni magistrati assecondati da servili ufficiali di polizia giudiziaria di concorrere a 'sbattere in prima pagina il mostro'''.
''Con questa mia lettera -aggiunge ancora Cossiga- intendo difendere il principio della presunzione di innocenza e il principio della libertà personale che non può essere arbitrariamente limitata specie a solo scopo teatrale come da richiesta nei confronti dei deputati di Forza Italia Sanza e del deputato DS Luongo. Mi sembra strano del resto che il vanitoso Procuratore della Repubblica, il pluribocciato Sostituto Procuratore e la giovane Gip abbiano appuntato forse per coprire il rinato arco costituzionale (un ex-democristiano del centro-destra, un ex-democristiano della margherita e un ex-comunista dei DS) senza andar a toccare altre numerose persone nominate negli atti, compreso Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi''.
Nello schierarsi al fianco del generale Stefano Orlando ''grande servitore dello Stato e ufficiale di grandissima professionalita''', Cossiga dice: ''Io difendo la libertà di tutti. E difendo anche me stesso da cittadino e da membro del Parlamento, difendendo così anche il Parlamento tutto, da ex capo dello Stato che si è tentato di minacciare e intimidire''.
Cossiga non usa mezzi toni nel rivolgersi a Ciampi, accusandolo in sostanza di ''nulla sapere dei semplici cittadini'' se non ''per farsi applaudire scompostamente con smodati sorrisi''. ''Da non ricco qual sono che non gode certo di trattamenti pensionistici pubblici, il cui indicibile livello è un'offesa alla povertà della gente, una offesa agli operai, agli impiegati ed a chi vive una vita difficile -accusa- dovevo aspettare con grande umiliazione proprio l'età di 74 anni, dopo cinquant'anni passati al servizio della Repubblica, di essere intercettato irregolarmente dalla Squadra della Polizia Giudiziaria dell'Arma dei Carabinieri e dai ROS, Reparti Operativi Speciali dell'Arma dei Carabinieri, da me un tempo accanitamente, e mi accorgo adesso, almeno per qualcuno, ingiustamente difesi!, e che stanno degenerando, come un tempo accadde anche alla DIA, in una specie di OVRA 'democratica' - dove l'aggettivo 'democratica' ha naturalmente lo stesso senso, proprio dei 'magistrati democratici' e dei 'giudici democratici', e cioe' 'tardo-giacobini' e 'tardo-leninisti', di cui correvo il pericolo di rimanere vittima. Garantito poi dalla correttezza e dall'onesà di un Procuratore della Repubblica, come sono la maggior parte dei Pubblici Ministeri d'Italia".
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha manifestato la sua ''solidarieta' al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi'' riaffermando ''la fiducia personale e del governo in lui, quale garante della Costituzione'', a proposito della lettera indirizzata al capo dello Stato dal presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga.
(31 MAGGIO 2002, ORE 21:45)